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Autore: Strawberry Swing    04/03/2012    1 recensioni
< Vi è mai capitato di salire su un qualsiasi mezzo pubblico, che sia pure un autobus o un treno e non avere assolutamente niente da fare se non guardare le persone? [...] Insomma, sull’autobus si può incontrare davvero di tutto. Ed è per l’appunto su un autobus che ho fatto l’incontro che mi cambiò definitivamente la vita. >
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Capitolo 2
La giornata stava iniziando a migliorare, decisamente. Insomma, sebbene la seconda ora di matematica e quella di zoologia fossero state pesanti e noiose, non avevo fatto più incontri spiacevoli anzi, ero riuscita a parlare con il ragazzo carino che seguiva il mio corso, un certo Luca. Era dal primo giorno di lezione che lo adocchiavo, ed ecco che era giunta l’occasione di presentarmi quando lui mi si era seduto davanti. In tre ore di lezione un modo per parlare l’avrei anche trovato, no? E fu quasi con gioia che lasciai cadere davanti a me l’astuccio con tutte le penne. Athena mi guarda con gli occhi spalancati mentre Mariella e Daniela mi ignoravano, convinte che sarei rinsavita. Insomma, dovevo scorgere un modo per ritrovare il mio buon umore.
-          Scusa, non l’ho fatta apposta. Mi spiace disturbarti, ma mi potresti passare la penna. –
-          Non ti preoccupare, ti do una mano a raccoglierli. –
-          Comunque io sono Sophie, piacere. –
-          Luca. –
Mi guardò negli occhi mentre mi passava l’ultima penna che gli era “casualmente” finita sotto la sedia e io sostenni il suo sguardo. Mi sorrise, oh quant’era carino!,  e risposi allo stesso modo. Poi si girò a seguire la lezione. Non era andata esattamente come volevo, ma era già un passo avanti, no?
Alla fine delle ore successive seguii le mie amiche fino alla mensa. Certo, con la mia velocità saremmo arrivate per ultime, ma non ci importava. In fondo non sarebbe stata la prima volta che ci cacciavano dalla mensa universitaria per la chiusura. Ci mettemmo in coda, e dopo i soliti 20 minuti di attesa, riuscimmo a iniziare la nostra scelta alla mensa. Pagammo e raggiungemmo la sala dove si trovavano i tavoli. Essendo la più lenta perché invalida, mandai le mie amiche avanti per cercare i posti. Vidi Athena venirmi incontro ridendo e prendendomi il vassoio dalle mani per agevolarmi la camminata.
-          Perché stai ridendo? –
-          Vedrai vedrai. –
Alzai gli occhi al cielo, ignorando la mia pazza amica e raggiungemmo le altre che ci aspettavano sedute e ci guardavano. I loro occhi mi stavano squadrando, ma io non capivo il motivo. Finché..
-          Voi state scherzando vero? –
-          Ahahaha .. prenditela con Daniela. Non ha resistito. Voleva vedere la tua faccia. E poi è l’unico posto libero, davvero! –
Si alzarono per farmi sedere e, dopo averle uccise con lo sguardo, mi sedetti di fianco a Luca che mi guardava sorridendo.
-          Due volte nello stesso giorno, che coincidenza! –
-          Già, che strana coincidenza del destino –
-          Sei buffa, sai? Non riconosco il tuo accento,  però. Non sei toscana vero? –
-          No, vengo da Sanremo, in Liguria. –
-          Perché Sanremo è Sanremo! –
-          Ahahahah, non ti ci mettere pure tu. Ormai è una battuta vecchia e sorpassata. Tu di dove sei? –
-          Viareggio. Però adesso vivo qua a Firenze. –
-          Beh, anch’io. Mica posso fare avanti indietro tutti i giorni. Sono 6 ore di treno sai! –
-          Pur’io non faccio avanti indietro, eppure disto solo un’ora e mezzo da qua. –
-          Come mai studi Biologia? –
-          Voglio diventare biologo cellulare. Sai, mi affascina lavorare in laboratorio, manipolare il DNA e cose così. Tu? –
-          Faccio parte della massa. Non sono entrata a medicina e questo è il mio anno di ripiego. Spero di entrare l’anno prossimo. In ogni caso, se non entro provo all’estero. –
-          No dai che entrerai, mica vuoi abbandonare così Firenze! –
Continuammo a chiacchierare così per tutto il pranzo, lui ignorando i suoi amici e io le mie amiche che ostinatamente ci fissavano ridendo e stuzzicandomi di tanto in tanto per darmi noia e infastidirmi. Dopo essermi lamentata pure con lui della mia scarsa preparazione in matematica, lui tirò fuori il suo telefono e mi sorrise radioso.
-          Senti, mi dai il tuo numero? Così se hai bisogno di ripetizioni di Matematica, sai chi chiamare. Ti faccio uno squillo, ok? –
-          Grazie, sei davvero molto gentile. Dammi il cellulare che te lo scrivo. –
-          Tieni. –
Sentii Athena che rideva, così mi voltai a guardarle mentre lui registrava il mio numero sul cellulare e le sorrisi. Vittoria!
-          Adesso devo andare. Ci si vede a lezione. Ciao Sophie, ciao ragazze. –
Lo guardai andarsene e lo salutai sorridendo. Appena lui si girò, mi voltai verso le mie amiche e feci loro un balletto vittorioso. Il mio ballo della vittoria era piuttosto imbarazzante, ma ero troppo felice per fregarmene qualcosa. Così non mi accorsi che il posto di fianco a me era stato occupato e le mie amiche avevano smesso di imitarmi fissando il mio vicino che, a quanto pare guardava verso di me. Ancora sorridendo mi girai. Il mio nuovo interlocutore mi fece perdere il sorriso, trasformandolo in una smorfia di noia.
-          Ancora tu? Ma mi perseguiti? –
-          Nah, ho di meglio da fare. Però volevo dirti che mi piacciono i tuoi gusti in fatto di ragazzi. Guardavi quel tipo sbavando, peccato che sia palesemente dell’altra sponda. Guarda come si muove, com’è vestito! –
-          Geloso? –
-          Ma stai scherzando? Io non ti conosco e tantomeno mi importa qualcosa di te. Solo che con i tuoi movimenti sgraziati - era un balletto? – hai attirato la mia attenzione e quella dei miei amici e del resto della mensa. Sei imbarazzante. Ero venuto a chiederti di smetterla. –
Mi guardai intorno ma nessuno sembrava darmi retta, esclusi i suoi due amici che ci fissavano ridendo.
-          Ma sta zitto. Mi dai noia e inquini l’aria che respiro. Puoi volatilizzarti per favore? Oppure potrei sempre usare un Sectumsempra per farti scoppiare, così almeno spariresti per sempre. –
Lo incenerii con lo sguardo finché non mi accorsi che le mie amiche ridevano di gusti, imitati dai suoi amici.
-          Ehi Matte, ti ha tenuto testa la bambolina. Non mi sarei mai aspettato che una barbie come te avesse la lingua così lunga. –
-          Beh, non ti preoccupare. Non vi parlerò mai più così non dovrai più tentare di rispondermi per le rime. Il tuo unico neurone non ce la fa. –
-          Andiamocene Leo, questa è una sciroccata. –
-          Bene, andatevene. Tanto meglio per me. –
Si alzò guardandomi male e se ne andò seguito da quel suo amico, tale Leonardo.
-          Scusalo, è che  Matteo non va molto d’accordo con Luca. Hanno litigato spesso. –
-          Non sono problemi che mi riguardano. –
-          Hai ragione. Li raggiungo. Ci vediamo. Ciao Mari, è stato un piacere rivederti. –
-          Ciao Ale, anche per me è stato un piacere. –
Guardai la mia amica che era diventata di tutti i colori e salutai pure questo con un cenno della mano mentre si allontanava per raggiungere i suoi due amici.
-          Mi spieghi chi è questo Ale? –
-          È un amico di Matteo, l’ho conosciuto al mare. È così carino ed è il più normale dei tre, gli altri due sono dei pazzi e per quanto possano starti antipatici, sono dei bravissimi ragazzi. –
-          Ti piace! Oggi la giornata è risultata migliore di quanto pensassi. Ho parlato con Luca e abbiamo trovato uno che interessa a Mariella, che sembra sempre così annoiata dai ragazzi. Se solo non avessi incontrato quell’idiota sull’autobus quel mattino, sarebbe stato un giorno perfetto. –
Guardai le altre sorridendo. Ma i loro sguardi mi scrutavano e stranamente nessuna delle tre accennava a una parola. Chiesi loro che succedeva ma sembrava preferissero guardarmi che rispondermi, così iniziai a sbucciare il mio mandarino facendo delle smorfie orribili cercando di imitare quella pazza di zoologia e finalmente scoppiarono in una risata collettiva. L’atmosfera si era calmata.
Passammo il pomeriggio in aula tentando di recuperare gli appunti presi quel mattino e cercando di capirci qualcosa, ridendo e facendo qualche saltello fino al bagno. Per le 5.30 presi il bus per tornare fino a casa. Per sicurezza, cercai di controllare che non ci fosse nessuno di indesiderato e, trovato un posto libero a sedere, guardai fuori dal finestrino. Quel giorno era stato troppo pieno di imprevisti e avevo bisogno di riflettere, così non contemplai le persone che erano sul bus e non potei accorgermi che ci fosse ancora quella donna che mi aveva così colpito qualche tempo prima.
Arrivata alla fermata, scesi dal bus e mi diressi a casa. Mi rifiutai di andare a fare la spesa, quella sera avrei cenato con una pizza surgelata, e finalmente entrai nel mio bel monolocale. Mi ero fatta il sangue marcio per riuscire ad ottenere di vivere da sola in un monolocale così, soprattutto perché la mia mamma era così apprensiva che aveva paura che scivolassi dentro la doccia e, senza nessuno in casa, ci sarei morta dentro. Fortunatamente avevo vinto io ed ora eccomi lì. Posai giacca e cappello sulla gruccia e, presa una pomata, iniziai a massaggiarmi la caviglia che si era gonfiata a dismisura e decisi che avrei passato la serata così, sul divano, davanti a un bel film d’amore come solo “Harry ti presento Sally” può essere, mangiando schifezze. Non accesi neanche il computer, cosa che ero solita fare. E fu solo un bene quella mia dimenticanza. Avrei aspettato solo il pomeriggio successivo per scoprire che qualcuno lassù ce l’aveva a morte con me.


* spazio dell'autrice.
Buona domenica a tutte! Lo so che state pensando: come mai ha aggiornato così presto? avrebbe aggiornato una volta al mese ed è passata giusto una settimana... beh, la risposta è semplice.. ho sempre avuto paura di non finire nessuna storia, per cui mi ero messa le mani avanti dicendo che avrei pubblicato una volta al mese. e invece contro tutte le aspettative, posso dire di aver quasi terminato questo racconto.
Dopo questa mia premessa volevo ringraziare tutti quelli che hanno messo la mia storia nelle preferite/seguite/ricordate e ovviamente chi ha trovato il tempo di commentare.
Un ringraziamento speciale a NotteStellata che mi mandava sms all'una di notte spronandomi a scrivere.
Alla prossima settimana.
Giulia

  
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