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Autore: Shade Owl    05/03/2012    3 recensioni
L'Alleanza delle Ombre avrebbe dovuto essere sconfitta, e la Convergenza che sgretolava la barriera fermata. E così è stato: il Pentacolo, sotto la guida di Timmi, ha salvato il mondo dalla distruzione e spazzato via l'Alleanza, nonostante il Tredicesimo Membro, che ne era capo, sia riuscito a sopravvivere. In teoria, a parte questa piccola pecca, ci sarebbe di che festeggiare, specie considerando che Nadine è rimasta incinta.
Ma così non è: il Tredicesimo Membro ha manipolato tutti, dai suoi vecchi compagni fino ai Custodi dell'Eden e, con l'aiuto di Marcus, ha risvegliato l'Anticristo.
E l'Anticristo è in realtà Demon, colui che un tempo fu il più feroce avversario della famiglia di Liz e nemesi di Daniel, l'unico avversario che entrambi sembrano temere veramente. I suoi poteri sembrano illimitati, e nessuno, a suo dire, è in grado di fermarlo.
Quarto e ultimo capitolo della serie Sangue di Demone.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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La colonna sonora del capitolo è la canzone A Demon's Fate dei Within Temptation. Per questo possiamo ringraziare Ely79, che me l'ha suggerita tempo fa
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Timmi mollò Demon e fece una rapidissima piroetta, colpedolo al volto con una gomitata. Lo mandò nuovamente a terra, lungo disteso, e quando si rialzò non si mosse, piazzandosi tra lui e i suoi stupefatti amici.
- Tu!- esclamò Demon, sempre più arrabbiato e confuso - Ma cosa… come… come accidenti hai fatto a riprenderti?-
Timmi incrociò le braccia: la sua maglia era strappata nei punti in cui Demon l’aveva colpito, ed aveva ancora diverse macchie di sangue misto a polvere e sudore addosso, ma non aveva più ferite. Erano sparite tutte: quella al fianco, quella al braccio, i tagli procurati dalla spada…
Era più che guarito: era indenne.
- Immagino che tu sia sorpreso, vero?- disse - Bhè, mi piacerebbe molto illuminarti, ma è una storia lunga, e io non ho alcuna voglia di sprecare oltre il mio tempo. Per quanto mi riguarda, ho tutte le intenzioni di farti secco.-
Demon s’incupì.
- Andiamo…- sbuffò - Non ti è ancora bastata?-
- No.- rispose subito il mezzodemone - No, affatto.-
- Bene, allora la facciamo finita subito e tanti saluti.- disse Demon, alzando la mano destra.
La folgore partì, e Timmi alzò Riflusso, emanando la stessa barriera con cui, alcune ore prima, aveva fermato il colpo del Tredicesimo Membro. L’attacco di Demon ci s’infranse sopra, ma lui non ne parve troppo stupito. Semmai, era seccato.
- Non mi puoi uccidere.- disse Timmi - Tu meno di tutti ne sei in grado. Solo i Custodi dell'Eden, che mi hanno creato, ne sono capaci.-
- I Custodi?- ripeté Demon - Idiota… ti ho creato io! Su loro ordine, ma sono stato io a…-
- Sì, sì, me l’hai già detto.- sbottò il mezzodemone, scrocchiando le nocche - Ma loro si sono intromessi, e hanno pasticciato un po’ coi miei poteri. Per sbaglio, hanno fatto forse l’unica cosa buona di tutta la loro esistenza.-
- Di cosa stai parlando?-
- Di me.- rispose - Di un Demone della Rabbia.- separò le braccia, serrando bene i pugni - Il cui nome è Gaeliat l’Iroso.-
 
Si trasformò in un attimo, ricoprendosi completamente dello stesso liquido che aveva formato il Polimorfo. La sua silhouette rimase quasi invariata, fatta eccezione per i muscoli, lievemente più marcati, e per una lunga coda nera che gli guizzava pigramente alle spalle.
Due occhi di fiamma, arancione acceso, si aprivano nella sua faccia, ora ben definita, non più anonima come quella del demone di poco prima.
- Un… Demone della Rabbia?- ripeté senza capire Demon - Ah, basta…- sbuffò, alzando di nuovo la mano destra - Ora mi sono rotto. Sparisci!-
Lanciò ancora la folgore, immettendovi tutta la magia che poteva, fino a renderla potentissima. Prese Timmi alla spalla, e un’esplosione lucente lo nascose per un istante.
Quando la luce diminuì e fu possibile guardare, tutti poterono vedere il mezzodemone: l’attacco non lo aveva lasciato indenne, e il braccio sinistro era scomparso assieme a parte del petto. Una sorta di foro sostituiva quella porzione del suo corpo.
Tuttavia, lui non parve farci minimamente caso. Anzi, dopo pochi istanti il liquido di cui era composto cominciò ad agitarsi e, senza alcuno apparente sforzo, l’arto ricrebbe completamente, come se non fosse mai saltato in aria.
Demon sgranò gli occhi, fissando allibito quanto era appena accaduto. Sentì di sbiancare.
- Scusa.- disse il mezzodemone, sogghignando - Mi sa che con me non funziona.-
Puntò entrambe le mani a terra e aprì i vortici. Entrambi… entrambi… cominciarono a risucchiare le rocce e i pezzi del terrapieno che erano caduti durante lo scontro, staccandone anche altri dai punti già indeboliti. Quando smise, le fiamme arancioni rimasero per un istante attorno ai suoi palmi, ma poi si spostarono rapidamente fino ad avvolgergli le gambe.
- E ora…- disse, cominciando a rannicchiarsi - … ti faccio la bua.-
Si mosse con una velocità surreale, pari a quella di un fulmine, e dopo appena un battito di cuore umano era vicino a Demon, alla sua destra, con la mano alzata e stretta a pugno.
- Quanto amo l’energia cinetica…- ridacchiò.
Colpì Demon al volto, con tutta la forza che aveva. Sfondò la barriera che bloccava l’esercito di demoni, facendolo rotolare in mezzo a loro come una bambola di pezza.
 
Daniel, paralizzato come tutti gli altri dallo stupore, non poté fare altro che guardare Timmi che, liquefacendosi, guizzava nell’aria per inseguire Demon. Liz cominciò a battergli freneticamente sulla spalla.
- Danny… Danny, cos’è successo? Cosa cavolo è successo?- chiese, in tono vagamente isterico.
- Non ne ho… idea.- rispose lentamente lui, scuotendo la testa - Non capisco… non so come diavolo abbia fatto… non c’è più alcuna logica in questa storia!-
- Bhè, qualsiasi cosa sia, ringrazio Dio che è avvenuta.- commentò la strega - E tanto per la cronaca… sei un deficiente.-
Lui sgranò gli occhi.
- Eh?-
- Sì.- annuì lei, convinta - La prossima volta che qualcuno ti da del vigliacco, tu non dargli ragione!-
Il Custode sbuffò.
- Ti sembra il momento?-
- Bhè, stiamo vincendo, no?-
 
***
 
Demon si rialzò in piedi barcollando, con un taglio che gli si apriva lungo lo zigomo. Un demone lo aiutò a tirarsi su, e lui lo scansò bruscamente, voltandosi con rabbia.
Lo fece giusto in tempo per farsi colpire ancora, e stavolta non era un semplice pugno quanto una mano rimodellata per essere una mazza puntuta.
Timmi lo colpì tanto forte che si sollevò di nuovo e finì addosso ai demoni dietro di sé, travolgendoli.
Il mezzodemone fece per avanzare verso di lui, ma all’improvviso si ritrovò circondato: gli si strinsero attorno come una immensa muraglia nera, brandendo mazze, spade, lame smussate o clave, oppure pronti a combattere con le nude mani e le zanne.
Lui non si scompose troppo, almeno sotto il punto di vista psicologico: sciogliendosi all’istante, si divise in varie parti liquide che schizzarono verso altrettanti demoni. Filtrò all’interno dei loro corpi, come se le pelli e le squame fossero diventate improvvisamente permeabili, e prima che se ne rendessero conto era uscito dalle loro schiene.
Le varie parti del liquido si ricongiunsero a mezz’aria, e lui ritornò corporeo, atterrando sulle gambe, mentre le creature alle sue spalle crollavano a terra, ormai morte.
Si rialzò in piedi, giusto in tempo per vedere Morte che gli si parava davanti, stringendo in una mano la sua falce. Ai suoi fianchi, Vittoria e Carestia stavano scendendo da cavallo. Il primo incoccò una freccia nell’arco, mentre il secondo sollevava la catena d’oro a cui era appesa la bilancia. Per esclusione, non ebbe bisogno di voltarsi per sapere che Guerra, dietro di lui, stava sguainando la potente spada di cui era dotato. Volevano attaccarlo insieme.
Anche i Cavalieri dell’Apocalisse… Pensò. Bene… oggi ci copriamo di gloria.
Vittoria scagliò la freccia e Carestia lanciò la bilancia, stringendo la catena. Entrambe attraversarono il suo corpo liquido, e colpirono ognuna il Cavaliere opposto. Crollarono tutti e due al suolo, storditi ognuno dal potere dell’altro.
Morte e Guerra si fecero avanti, sollevando la spada e la falce.
Entrambe le lame lo tagliarono senza produrre danno, e lui fece una piroetta, allargando le braccia. Quelle si allungarono e si assottigliarono, divennero due catene nere, le mani due mazzafrusti.
Assestò una mazzata tremenda sulla testa dei due Cavalieri, tanto che ammaccò persino l’elmo di Guerra.
Tolti di torno quei quattro, scoprì di poter avanzare senza più ostacoli: i demoni stavano indietreggiando, spaventati. Persino i più grandi, che arrivavano a sfiorare il cielo con la loro immensa mole, facevano di tutto per stargli lontano.
Bravi. L’idea migliore che vi sia venuta oggi.
Si diresse subito verso Demon, assottigliando le braccia in una coppia di lame affilate. Lui si stava rialzando, ammaccato e gemente, con l’aria di chi è appena stato investito.
- Avanti, fatti sotto!- lo sfidò.
Demon si voltò furioso, sputando un grumo di sangue, e scagliò per l’ennesima volta la folgore, mirando al suo petto. Il solo effetto che ebbe fu di passargli attraverso, cavando un foro che si richiuse non appena l’attacco si fu esaurito, esplodendo poi contro un gruppo di mostri lì dietro.
- Non è più divertente quando succede a te, vero?- ridacchiò.
Si avventò su di lui, levando le braccia affilate, e Demon scagliò due sfere di fuoco, colpendolo ai gomiti. Le due lame vennero disfatte al solo contatto, e non appena fu a tiro Demon gli sferrò un pugno allo stomaco.
La mano affondò fino al polso senza produrre alcun danno. Timmi si disfece, serrando la presa sul braccio di Demon, e lo sollevò verso l’alto fino a sbatterlo sul terreno.
Ancora una volta, Demon si rimise in piedi lentamente, sempre più acciaccato e debole.
- B… basta… adesso…- tossicchiò, scoccandogli un’occhiata furiosa e confusa - Ora… prendi questo!-
Si allontanò con un balzo e colpi poi il suolo con la mano di metallo. Una profonda scossa percorse la terra, e stavolta dalle spaccature non uscì acido, ma lava nera.
Gli schizzi raggiunsero altezze vertiginose, e quei demoni che furono così sfortunati da venire investiti si ritrovarono bruciati, mozzati in due o consumati completamente. Timmi venne presto circondato dai fiotti di lava oscura, e scomparve alla vista.
 
Demon esalò un sospiro stanco. Sentiva le ginocchia tremendamente deboli e le braccia pesanti come piombo. Non riusciva a ricordare quando si era stancato così tanto.
Ma cosa accidenti è successo a quel ragazzo?
Fece per raddrizzarsi, ma prima di poter fare qualsiasi cosa si ritrovò infilzato all’altezza dello stomaco.
Una sorta di asta affilata, nero pece, era guizzata fuori dalla lava, e l’aveva trafitto come un pollo allo spiedo.
Il fiotto di magma e il terremoto si spensero rapidamente, lasciando libera la visuale: l’asta che l’aveva colpito era la coda di Timmi, allungata a dismisura, e il mezzodemone stava assorbendo materia dai vortici, attirando i pezzi crepati di terreno e pietra attorno a sé, insieme a parte della lava che era schizzata fuori dal sottosuolo.
Le fiamme arancioni crescevano a vista d’occhio, arrivando presto ad abbagliare, ma ancora Timmi non si fermò, nemmeno quando ormai non c’era più né lava né pietra da assorbire: alzò le braccia, puntandole sui demoni, che cominciarono a darsi a una fuga inutile e disordinata, spintonandosi a vicenda, schiacciando sotto le zampe i vicini più piccoli.
Non servì a nulla, e ognuna di quelle creature alla fine cedette, attratta irresistibilmente dalla forza dei poteri del mezzodemone. Presto la luce emanata dal fuoco che gli avvolgeva le braccia fu eccessiva, e arrivò a bruciare. Il suolo si annerì, le pietre cominciarono a scurirsi, e quei demoni che si ritrovarono a essere troppo vicini finirono ustionati. Sembrava una stella, e di lui si vedeva appena una sagoma sfocata.
Se questo fosse un videogioco, scommetto che questa mossa avrebbe un nome tipo… “Sunshine”. Pensò Timmi. Ah, ma che sto dicendo? Mi sa che passo troppo tempo con Jo...
Contrasse violentemente la coda, attirando Demon vicino a lui, così tanto che tra loro adesso c’erano pochi centimetri di distanza. La fiamma che li avvolgeva cominciò subito a ferirlo, strappandogli gemiti di dolore.
- Questo è per Skin.-
Puntò di scatto le mani contro di lui, aprendo i vortici al massimo.
 
***
 
La fiammata fu impressionante, assolutamente terribile, la più potente che avesse mai scagliato. Il fuoco arancione distrusse tutto quello che era attorno a loro nel raggio di una decina di metri, arrivando a martoriare ulteriormente il suolo sfondato, aprendo nuove fenditure e sollevando polvere e sassi.
L’energia terminò dopo pochi minuti a causa della velocità di rilascio, e finalmente tutto si acquietò di nuovo.
Timmi ritrasse la coda: Demon non c’era più.
Davanti a lui restava solo una carcassa di ossa bruciate, di carne carbonizzata e vesti quasi totalmente consumate. Una piccola pozza di metallo fuso si allargava per terra, sotto il braccio mutilato del corpo distrutto.
Non appena l’ebbe lasciato andare, la terra si aprì di nuovo, facendo filtrare una fioca luce rossastra. Le zolle caddero verso il basso, trascinando le ossa sottoterra, e poi si richiusero rapidamente. Tutto finì di botto, così com’era iniziato.
Demon era scomparso, reclamato da qualcuno assai più sinistro di chi l’aveva sconfitto.
Timmi ritornò del suo consueto aspetto e alzò gli occhi al cielo: il rosso stava sfumando piano piano, sostituito dall’azzurro del mattino. Avevano combattuto per tutta la notte, e adesso doveva essere talmente tardi da essere presto, anche se non sentiva affatto il sonno.
Ma di certo sarebbe arrivato, assieme alla stanchezza: doveva solo aspettare che si esaurisse l’adrenalina.
Riportò gli occhi al livello del suolo, e vide i quattro Cavalieri dell’Apocalisse avvicinarsi lentamente. Avevano ancora le armi in pugno, anche se erano puntate verso il basso, e le ferite si erano già richiuse.
- Non intendo lottare anche con voi.- disse, incrociando le braccia.
- Non ti chiederemo di farlo.- disse Vittoria - Chi ha aperto il libro non c’è più. Nient’altro ci trattiene qui. Possa la tua gente vivere in pace.-
Senza un’altra parola, i Cavalieri tornarono ad essere nuvole di fumo, che volteggiarono poi su per il pendio che era il monte Sinai, diretti al libro, all’interno del quale avrebbero atteso la chiamata alle armi fino alla fine dei tempi.
Timmi li osservò scomparire, poi guardò i demoni attorno a sé: erano ancora molti, e quasi tutti erano ancora in condizioni di lottare, tranne i morti e alcuni feriti. Cominciarono a guardarsi gli uni con gli altri, apparentemente confusi e spaventati e poi, senza alcun preavviso, si inginocchiarono.
Timmi scosse la testa.
- Alzatevi.- sbottò - Non sono un demone.-
Detto ciò, tornò al terrapieno.

Ohi ohi ohi... gliel'ha proprio suonate, eh? Bhè, ringrazio i miei lettori Ely79, LullabyMylla, NemoTheNameless, Fatelfay, Argorit, Il Scemo e FabTaurus. Ricordate, tuttavia, che c'è ancora da leggere l'epilogo!

   
 
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