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Autore: J85    05/03/2012    1 recensioni
Un gruppo di ragazzi, tutti e cinque grandi appassionati di film horror, si troverà, improvvisamente, con il proprio grande sogno trasformato in realtà: Diventando loro stessi dei mostri del loro genere cinematografico preferito. Purtroppo la realizzazione di questo particolare desiderio comporterà anche il presentarsi, nella loro città, di oscure creature.
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                       CAPITOLO 2

“Strani eventi”

 

 

 

Il sole mattutino era apparso definitivamente sul cielo azzurro di Faring Town.

Purtroppo quella splendida mattinata non poteva essere sfruttata a pieno dai ragazzi, visto il gravoso impegno scolastico che i giovani dovevano, non certo per loro scelta, rispettare.

Per fortuna, come accade in tutte le scuole del mondo, anche Benjamin e Kaufman avevano trovato i loro passatempi, per far trascorrere quelle interminabili ore di lezione nel modo più indolore possibile.

In particolare, in quella mattina, si dilettavano nel disegnare ciò che la loro fervida mente creava stando attenti, nello stesso tempo, a non farsi scoprire dalla professoressa di matematica, una signora sui trent’anni che loro immaginavano essere una vampira, visto la quasi continua frequenza nel vestirsi con abiti scuri e il pesante trucco che si metteva in viso.

Inoltre, come a confermare la loro fantasiosa tesi, la sua bocca era ornata da canini piuttosto pronunciati, quella stessa bocca che si preparava a richiamare all’attenzione due studenti della classe: “Signor Luhan! Signor Kaufman! cosa state facendo?!”

“Oh…niente signora Harker!” rispose impulsivo Bob.

“Stavamo seguendo la sua lezione, come sempre!” tentò la via dell’apprezzamento indiscriminato Benji.

La professoressa, ascoltate le risposte, li squadrò entrambi con uno sguardo furbo e perfido allo stesso tempo. Dopodiché afferrò in maniera rapidissima dei fogli, che il più corpulento dei due tentava disperatamente di nascondere sotto il proprio quaderno, sollevandoli in aria per mostrarli al resto degli studenti.

“E questi cosa sono? I vostri particolari appunti?” affermò in maniera ironica verso i due, facendo fuoriuscire dalle bocche degli altri grasse risate.

In effetti i segni trascritti sopra quei fogli potevano sembrare tutto tranne che appunti di matematica: La maggior parte erano mostri formati in maniera quasi equa da parti umane e da parti animali, poi vi era qualche vampiro, dei titoli di film, sempre appartenenti al genere horror, ancora da visionare ed anche un disegno che ritraeva l’intero Monster Commando al completo.

I due ragazzi abbassarono, quasi contemporaneamente, la testa per avere lo sguardo fisso solamente sul bianco delle superfici dei propri banchi scolastici.

“Sapete cosa vi aspetta ora?” domandò loro l’insegnante, sapendo benissimo che i due si sarebbero recati immediatamente dal preside dell’istituto per ascoltare la sentenza della propria punizione da chi di dovere.

I due alzarono nuovamente il capo per osservare la donna, sperando in cuor loro in un insperato ripensamento da parte sua. Ciò non avvenne e i due, alzatisi dai propri posti, si avviarono verso la porta della classe, circondati ancora dalle risa e dai commenti negativi da parte dei compagni, la oltrepassarono e richiusero gentilmente.

Dopo che la sua bocca si era piegata in un perfido ghigno di soddisfazione, la professoressa richiamò all’ordine il resto della classe, che proseguiva a commentare il fatto appena accaduto a bassa voce. “Silenzio ora! Oppure volete andare a fare compagnia ai vostri due sfortunati colleghi?”.

Altra domanda in cui la risposta era superflua e sottintesa, ma che riuscì in un attimo a zittire tutti quei ragazzi che, in vari livelli di responsabilità, avevano contribuito alla confusione che aveva inondato tutta l’aula.

Solo una ragazza non aveva preso assolutamente parte a quella caotica iniziativa.

Nella stessa scuola, in un’altra classe però, un altro dei ragazzi che abbiamo conosciuto nel capitolo precedente si divertiva nel disegnare mostri.

Si trattava di Louis Chambers ed il soggetto del suo lavoro artistico era se stesso in versione licantropo, come aveva scelto la notte prima con gli altri suoi compagni.

Purtroppo per gli studenti di questo istituto i professori che v’insegnano hanno mille occhi e anche il nostro amico finì nella stessa trappola di Benji e Bob: “Louis cosa stai facendo? Mi spieghi come fai a seguire la mia lezione se continui a scarabocchiare su quel foglio?”.

“Oh professore ma io la sto seguendo attentamente…” disse il ragazzo finendo di lavorare sull’ultimo dettaglio e, successivamente, guardando negli occhi l’insegnante.

“Bene” disse l’altro “allora, visto che hai seguito tutto così attentamente, perché non riepiloghi velocemente alla classe l’argomento che stiamo trattando…” uno dei metodi più odiosi che gli insegnanti usano per umiliare lo studente stava per avere luogo.

“Come vuole lei professore…” disse tranquillo, ma forse bluffando, il giovane, mentre si alzava in piedi.

Il viso del professore, piegato in un malefico mezzo sorriso, cominciò pian piano a rilassarsi ed a dare forma ad un aria totalmente allibita quando, con enorme sorpresa anche da parte di tutti i presenti, Louis diede spettacolo riepilogando in maniera rapida ma precisa, non tralasciando neanche una virgola, tutti gli argomenti tematiche toccate in quei tre quarti d’ora di lezione aggiungendovi, inoltre, dei richiami a lezioni precedenti ad essa.

Concluse tutto ciò con la frase “e penso sia tutto!”; seguito da una quasi standing ovation da parte di tutto il gruppo studentesco.

Non pensiate comunque che tutti e cinque i nostri eroi siano i primi della lista nera dei professori riguardante gli studenti da tenere particolarmente sott’occhio.

Infatti, in una terza classe dell’istituto, Bob Kramer assisteva in religioso silenzio allo svolgersi della lezione odierna di storia.

Per lui si trattavano di ore che non doveva assolutamente perdere durante la settimana, visto il suo accesso interesse verso le epoche antiche e tutti gli avvenimenti e gli eventi che vi ebbero luogo, anche se, bisogna dirlo, dava il massimo della sua attenzione quando veniva esaminato il periodo egizio, come già vi è stato anticipato.

Invece, per quanto riguardava il programma scolastico, i tempi egizi erano terminati già da più di due mesi ed al nostro non rimaneva che assistere, senza alcun tipo di enfasi, al cammino verso l’era moderna.

Quasi a ridestarlo da un gradito sogno mattutino, la campanella che annunciava la fine quotidiana delle lezioni cominciò a strillare e, in appena un minuto, l’aula si era totalmente sgombrata dei suoi giovani ospiti, pronta a ritrovarli l’indomani mattina

Il giovane Bob era appena uscito dalla porta della sua classe, una volta ricomposta la cartella, che fu subito chiamato da una voce amica “Ehi Bob! Com’è andata stamani?”.

Una volta identificata la persona, Benjamin in compagnia di Louis, con la sua solita timidezza, l’interessato si apprestò a rispondere “Molto bene e a te Benji?”.

“Non c’è male, io e Kaufman siamo finiti nuovamente dal preside…” rispose in maniera sbrigativa e non curante Luhan.

“Di nuovo!” fu l’esclamazione mista a sconforto di Chambers.

Intanto i tre avevano appena varcato l’uscita principale dell’istituto quando a loro si unì un quarto interlocutore: “Dai ragazzi che senno perdiamo il bus!”.

A preoccuparsi notevolmente di tale inconvenienza era stato ovviamente l’altro Bob, già in compagnia del suo inseparabile pacchetto di patatine, o almeno di uno dei tanti.

“Bene Benji…ora che siamo tutti e quattro riuniti di che cosa ci volevi parlare?” chiese Louis.

“Ah già! Vi volevo solo ricordare del nostro progetto di domani sera…” spiegò il giovane.

“Sì ce lo ricordiamo sta tranquillo!” risposero quasi in coro gli altri tre.

Vi sarete sicuramente accorti che all’appello del gruppo manca una persona.

Dovete sapere infatti che Bill conduce una tipologia di vita totalmente differente da quelle dei quattro ragazzi a cui avete assistito prima.

Nonostante ciò anche per lui arriva un momento, nell’arco della mattinata, in cui bisogna rinunciare allo stato di riposo più totale ed attivarsi…

“Ma che ore sono?” si chiese tra uno sbadiglio e l’altro mentre allungava il suo corpo in tutta la sua più ampia elasticità e, una volta contemplato l’orologio attaccato al muro, si diede pure una risposta: “Le 10 e mezzo…vorrà dire che anticiperò l’inizio della mia giornata!”.

Detto questo si mise in posizione eretta, scostando ovviamente il cartone con cui si era riparato tutta la notte appena trascorsa dalla lieve brezza serale primaverile, e, stirando nuovamente il proprio corpo questa volta però piegando indietro la schiena, si fermò un attimo ad osservare la gente che, frenetica, frequentava la stazione della metropolitana di Faring Town in quelle ore mattutine.

Dopo una breve escursione nei locali sanitari, Bill doveva soddisfare un altro bisogno primario che ogni essere umano ha,  ed il ragazzo sapeva perfettamente qual’era il luogo più adatto su cui fare affidamento.

“Ciao Joe! Hai per caso uno dei tuoi fantastici tramezzini a portata di mano?” chiese il giovane sicuro della risposta affermativa che il proprietario del bar in cui era entrato gli avrebbe dato.

“Come va Bill? Certo che ce li ho! Ma te li hai i verdoni per pagare?”

“Fammi credito…”

“Farti credito? Dimmi un po’ Bill…ma lo sai a quanto ammonta attualmente il tuo credito nei miei confronti?”

“Qualche centesimo…” rispose divertito il ragazzo gustandosi già la risposta sarcastica che il buffo ometto, quasi sulla sessantina, gli stava per dare.

“Tre anni fa forse si poteva catalogare come “qualche centesimo”…”

dopo pochi attimi di silenzio Joe porse a Bill un piatto con sopra due  tramezzini senza neanche guardarlo in faccia, preso com’era dalle classiche attività di chi sta dietro un bancone da bar.

Il ragazzo, una volta afferrato il cibo, proclamò uscendo dal locale “appena posso ti pago tutto quanto!”.

Joe, dopo una lieve risatina, si voltò verso di lui e lo rassicurò “ tranquillo Bill, mi hai aiutato già molte volte…”.

Dopo questa breve esperienza, la giornata per Bill passava monotona come sempre: Consultando le offerte di lavoro riportate nei giornali trovati nei cestini dei rifiuti, senza mai trovare quella più adatta a lui, scambiando sguardi provocanti con le giovani ragazze che si trovavano a passare nel suo stesso marciapiede, e che molte volte rispondevano con molta complicità, fumando una sigaretta che qualche gentile passante gli aveva offerto, forse, più che per la fiducia che riponevano in lui, per il timore di essere aggrediti fisicamente da quel giovanotto bisognoso di nicotina.

Infine era giunto il momento di attuare un altro piano già ampiamente collaudato dallo stesso Bill in persona.

“Ok…dunque: alla Stoker ci sono già stato, alla Shelley c’ero ieri, alla Barker c’ero il giorno prima…o era la settimana scorsa, non ricordo…direi che oggi mi tocca questa!” concluse leggendo la scritta in rilievo sul muretto dell’enorme cancello a cui si era fermato davanti: KING UNIVERSITY.

Il piano era semplice: Rubando, o come diceva Bill “prendendo in prestito”, una casacca universitaria lasciata incustodita sugli spalti del campo da football, il ragazzo si fingeva un nuovo studente appena iscritto a quell’istituto e nuovo innesto nella rosa della squadra sportiva per potersi fare una doccia gratis ed in totale relax.

Anche questa volta andò tutto come previsto: qualche saluto ai suoi “nuovi compagni”, il sapone chiesto in prestito ad uno degli studenti già presenti sotto la doccia, accappatoio ed asciugamano fregati in precedenza è così era risolta anche la sua situazione igienica personale.

 

Proprio negli stessi attimi in cui Bill si passava le mani tra i capelli per risciacquare gli ultimi residui di shampoo, grazie anche al getto fitto della doccia, sempre a Faring Town, ma questa volta nei boschi presenti nel confine settentrionale della cittadina, una giovane coppia, Mark e Sally, ha appena terminato di dare un libero sfogo fisico al loro rapporto di amore reciproco.

Bisogna dire che Sally, una bella ragazza bionda dagli occhi azzurro mare ed un fisico che in molte sue coetanee le invidiano, era inizialmente titubante riguardo questa idea del rapporto sessuale in mezzo ai boschi di periferia che ovviamente, come molte altre foreste sparse in tutto il mondo, avevano fama di essere stregate dal male più profondo. Ed in effetti l’atmosfera che si presentò davanti ai due appena arrivati in quella zona non era certo delle più rassicurante e tanto meno più eccitanti, dato lo scopo che si erano prefissati di attuare.

Inoltre il clima non era dei migliori e si preannunciava tempesta nelle prossime ore.

Ma tutto fu presto dimenticato quando i due amanti si trovarono ad essere un'unica cosa tra loro. Era dall’età di tredici anni che i due si conoscevano e da poco meno che stavano insieme, frequentandosi assiduamente fregandosene, allo stesso tempo, delle invidie dei loro amici o della posizione contraria delle loro famiglie riguardo la loro unione: Loro si amavano lo stesso!

Ma dopo la conclusione di quell’atto di puro amore qualcosa mutò nella foresta. S’intuiva facilmente nell’aria che qualcosa era profondamente cambiato nell’atmosfera di quell’ambiente. Sembrava che le numerose dicerie riguardanti quell’oscura foresta d’un tratto fossero diventate reali.

Sally si sentiva osservata fin nel profondo della sua anima, nonostante fosse sola con il suo ragazzo. Anche gli animali che di norma popolano un bosco, e che, anche durante il rapporto, avevano fatto sobbalzare più volte la giovane donna con i loro versi striduli ma naturali, sembravano non essere mai esistiti, dato il silenzio che era calato come una cappa su di loro.

Chi invece sembrava non dare la minima importanza al radicale cambiamento delle cose era lo stesso Mark, che anzi sentiva avvicinarsi sempre più l’effettuazione di un suo bisogno fisiologico.

“Senti amore…”.

“Ah!” sobbalzando la ragazza emise addirittura un leggero urlo, intenta com’era a scrutare ogni ramo degli alberi che riusciva ad osservare stando sdraiata sul lenzuolo, che i due avevano steso per terra prima dell’atto sessuale.

“Che succede?” si preoccupò Mark.

“No niente…dimmi tesoro…” lo rassicurò lei cercando nel contempo di far rallentare il suo battito cardiaco.

“Io vado un attimo a pisciare, torno subito!” l’avvertì sbrigativo.

“Ok…”  disse per nulla tranquilla Sally al suo ragazzo.

Una volta che lui scostò la coperta e si alzò per andare a cercare il posto più adatto per il bisogno, lei, con sempre maggior rapidità, passava il suo sguardo da un ramo all’altro, notando che l’oscurità era radicalmente aumentata negli ultimi minuti lì attorno.

Si accorse appena di due piccoli bagliori nel buio, quando sentì una morsa al collo da cui non riusciva a liberarsi e che le procurava un dolore pungente. Capii solo nei suoi ultimi attimi di vita quello che le stava succedendo. Un enorme pipistrello nero si era attaccato al suo collo e ne succhiava avidamente il sangue, dando alla donna anche qualche brivido di eccitazione.

Mark aveva appena finito di urinare e, dopo una stirata generale del proprio corpo, stava facendo ritorno al suo improvvisato giaciglio d’amore.

“Rieccomi qua Sally, ti sono mancato?” poi, sentendo che la ragazza non rispondeva ai suoi discorsi “Sally? Oddio non mi dire che ti sei addormentata…”

Quest’ultima ipotesi gli fu totalmente rimossa dalla mente quando vide il corpo di lei esanime e quasi totalmente pallido al suolo e, davanti ad esso, un uomo, o almeno il contorno del corpo faceva pensare ad esso, che sembrava far parte dell’oscurità stessa e che, senza proferire parola, infilzò la propria mano destra, con tutte e cinque le dita tese, nel cuore del giovane. Tale arto terminava infine conficcato nella corteccia di un albero posizionato alle spalle di Mark.

 

“Benji! Vieni che è pronta cena!”

Quell’urlo proveniente dal piano inferiore riportò il giovane Luhan alla realtà. Il ragazzo guardò l’ora da una radiosveglia situata sopra il comodino accanto al proprio letto, richiuse il libro che stava leggendo fino a qualche istante prima, si sedette sul lato del letto, cercò di inserire più rapidamente possibile l’estremità dei suoi arti inferiori dentro le sue personali pantofole verde muschio, regalo di chissà quali parenti in chissà quale festività annuale, ed infine uscì dalla sua camera da letto per raggiungere il piano inferiore della sua abitazione.

La cena era già pronta alla consumazione nei piatti su di una tavola apparecchiata in modo semplice ma efficace e, sopra un mensola in legno discretamente lavorato, la televisione riproduceva le immagini della sigla iniziale del telegiornale locale delle 20:00.

“Com’è andata la giornata mamma?” chiese con il giusto interesse Benjamin. Ma venne subito zittito dalla madre “Fai silenzio un attimo Benji, che a Faring Town ci sono dei casini…”.

Il ragazzo assunse in volto un’aria incuriosita e sorpresa allo stesso tempo e subito voltò la testa verso lo schermo televisivo per saperne di più.

“Non sono state ancora rilasciate dichiarazioni ufficiali, da parte delle forze dell’ordine di Faring Town, riguardanti il ritrovamento del corpo senza vita del camionista Frank Johnston, orribilmente sfregiato lungo tutto l’addome da una serie di tagli del tutto simili a quelli procurati da una grosso fiera e con un braccio totalmente amputato dal corpo e tuttora disperso”.

“Ma davvero è successo qui a Faring Town?” chiese Benjamin alla madre con ancora lo sguardo rivolto alla tv.

“Aspetta non è finita qui…” gli rispose rapidamente lei indicandogli con il dito l’apparecchio televisivo.

“Sì Ben mi trovo davanti al Museo Storico di Faring Town dove, quasi sicuramente ieri notte, è avvenuto il furto di un antico reperto archeologico che era situato nell’area egizia della struttura. Si tratta infatti per la precisione di un’antica mummia risalente addirittura al 2.500 a.c.” annuncia la giovane e bella inviata.

Dopo qualche di secondi di silenzio Benjamin esclamò “Sarà mica stato Kramer?!”.

Questo ritorno di ironia avrebbe giovato al nostro Luhan più di quanto lui stesso credesse visto che, di lì a poco, le cose si sarebbero terribilmente complicate nella sua vita.

 

 

 

N.D.A.: Prima di passare a rispondere ai due utenti che, fino ad ora, hanno recensito il primo capitolo di questa mia storia, spero noterete in questo capitolo di passaggio la particolarità dei cognomi che ho usato in queste pagine.

Inoltre i nomi degli stessi ragazzi protagonisti sono in qualche modo dei lievi richiami ad attori classici del cinema horror.

 

X Leotie: Grazie per la recensione e, tranquilla, la storia proseguirà, dato che è ultimata, fino al suo decimo ed ultimo capitolo. Vedrò di postare un capitolo a settimana ogni lunedì. Infine ti invito a tornare a controllare il primo capitolo, dato che ho aggiunto un terzo aneddoto a fine pagina.

 

X camomilla17: Grazie anche a te per la recensione e per le tue correzioni che, fidati, mi fanno molto piacere, nonché comodo, visto che è la prova “tangibile” che hai letto il primo capitolo di questo racconto. Ovviamente ho apportato le giuste modifiche che mi avevi evidenziato.

Spero tu non rimanga delusa da questo secondo capitolo (anche se si tratta, come ho scritto prima, di un semplice capitolo transitorio) che ho opportunamente riletto, dato che si tratta di un lavoro che scrissi qualche anno fa, cercando di utilizzare il mio attuale stile di scrittura.

 

Infine vi ringrazio ancora per aver inserito la mia storia tra quelle che state seguendo attualmente, e vi aspetto il prossimo lunedì con il Capitolo 3.

  
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