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Autore: Kitsune Blake    09/03/2012    6 recensioni
Momenti di vita quotidiana.
Questo è il filo conduttore della raccolta, che tratterà degli argomenti più vari della vita del principe dei saiyan sulla Terra. Spero che le storie siano di vostro gradimento! ^^
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Bulma, Trunks, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare, un avviso: ho aperto infine un account autore su Facebook. Quindi, se volete contattarmi, minacciarmi di morte, insultarmi o semplicemente partecipare ai miei deliri potete trovarmi qui! ^^

 

Genere: Slice of Life
Avvertimenti
: Flashfic, Missing Moments
Rating: Giallo
Introduzione: Un piccolo regalo (in ritardo) per tutte le femminucce che mi recensiscono, mi preferiscono, mi ricordano, mi seguono o anche solo mi leggono. Così come dovrebbe esserlo per tutte noi, per Bulma ogni giorno è la festa della donna. Intuirete presto perché…buona lettura! ^^ Kitsune

 

Hard Training

 

L’allenamento di quella sera era stato più lungo e intenso del solito. Il principe si avvicinò lentamente al letto, togliendosi la canotta blu in un unico gesto fluido. I muscoli tesi guizzarono nel momento in cui, con un gesto secco, gettò l’indumento sulla coperta, per poi sedersi pesantemente sul materasso.

Quindi tastò con le dita una delle sue vecchie cicatrici, che quella sera durante l’allenamento aveva minacciato di riaprirsi. Gli occhi oscuri indugiarono sulla vecchia ferita brillando per l’eccitazione, carichi di adrenalina, ma una volta appurato che non ci fossero danni gravi il saiyan riuscì a rilassarsi completamente, reclinando la testa all’indietro e tendendo i muscoli del collo in una momentanea ricerca di ossigeno.

Rimase così immobile per alcuni interminabili secondi, il petto che si alzava e si abbassava seguendo il ritmo dei respiri che man mano si fecero sempre più silenziosi e rilassati.

Poi il saiyan tornò a guardare avanti. Proprio in quel momento una piccola goccia di sudore scese veloce dalla tempia alla guancia, soffermandosi sul mento un istante, prima di scivolare nel vuoto. Si fermò nuovamente quando la sua caduta venne interrotta dai pettorali scolpiti e vi indugiò a lungo, come se si stesse godendo ogni istante di quel contatto fugace.

Ben presto, però, la goccia cristallina dovette arrendersi e dissolversi nella pelle rovente del principe, che si alzò dal letto con un movimento agile e sinuoso. Si tolse i pantaloncini rimanendo in boxer, tanto aderenti da risaltare ogni muscolo di quel corpo scultoreo, quasi fossero una seconda pelle.

Poi il saiyan sospirò, un sospiro basso e graffiante, più simile al ringhio di una belva letale che alla voce di un uomo.

-Hai intenzione di rimanere lì ancora a lungo? –disse, in tono chiaramente provocante e derisorio.

Intuendo all’improvviso a chi si stesse rivolgendo, Bulma deglutì. Il suo cuore saltò un battito nel momento in cui il principe volse la testa per guardarla con quegli occhi di tenebra che bruciavano di mille emozioni diverse, pozzi neri e profondi imbevuti dell’orgoglio di un’antica stirpe.

La donna non sapeva cosa rispondere. Guardava Vegeta in volto con occhi sgranati, soffermandosi sui lineamenti duri e marcati di quello che, sebbene perduto, restava comunque un principe, un sovrano dalla forza prorompente e dallo sguardo penetrante che un tempo aveva soggiogato i popoli di innumerevoli pianeti lontani.

-No. –disse infine lei, maledicendosi all’istante per la stupidissima risposta che aveva appena dato al compagno. Senza aggiungere una parola, ignorando il vago sorriso divertito che attraversava ancora il volto del saiyan, Bulma entrò infine nella stanza e si diresse all’armadio.

Avrebbe voluto solo indossare il pigiama e poi eclissarsi sotto le coperte, ma sapeva che non sarebbe andata così, non con quello scimmione con cui da qualche anno condivideva il letto. Certo non le dispiaceva.

Forse non ci avrebbe mai fatto l’abitudine, ma poco importava: in fondo le sarebbe piaciuto rimanere ancora un po’ dietro quella porta socchiusa. Chi poteva biasimarla? Dopotutto, il suo principe si era appena dimostrato un perfetto spogliarellista.

 

 

 

 

   
 
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