Prima
di cominciare, un avviso: ho aperto infine un account autore su
Facebook. Quindi,
se volete contattarmi, minacciarmi di morte, insultarmi o semplicemente
partecipare ai miei deliri potete trovarmi qui! ^^
Genere: Slice of Life
Avvertimenti: Flashfic,
Missing Moments
Rating: Giallo
Introduzione: Un piccolo regalo (in ritardo) per tutte le
femminucce che mi recensiscono, mi preferiscono, mi ricordano, mi
seguono o
anche solo mi leggono. Così come dovrebbe esserlo per tutte
noi, per Bulma ogni
giorno è la festa della donna. Intuirete presto
perché…buona lettura! ^^
Kitsune
Hard Training
L’allenamento
di quella sera era stato più lungo e intenso del solito. Il
principe si
avvicinò lentamente al letto, togliendosi la canotta blu in
un unico gesto
fluido. I muscoli tesi guizzarono nel momento in cui, con un gesto
secco, gettò
l’indumento sulla coperta, per poi sedersi pesantemente sul
materasso.
Quindi
tastò
con le dita una delle sue vecchie cicatrici, che quella sera durante
l’allenamento
aveva minacciato di riaprirsi. Gli occhi oscuri indugiarono sulla
vecchia
ferita brillando per l’eccitazione, carichi di adrenalina, ma
una volta
appurato che non ci fossero danni gravi il saiyan riuscì a
rilassarsi
completamente, reclinando la testa all’indietro e tendendo i
muscoli del collo
in una momentanea ricerca di ossigeno.
Rimase
così
immobile per alcuni interminabili secondi, il petto che si alzava e si
abbassava seguendo il ritmo dei respiri che man mano si fecero sempre
più
silenziosi e rilassati.
Poi il
saiyan tornò a guardare avanti. Proprio in quel momento una
piccola goccia di
sudore scese veloce dalla tempia alla guancia, soffermandosi sul mento
un
istante, prima di scivolare nel vuoto. Si fermò nuovamente
quando la sua caduta
venne interrotta dai pettorali scolpiti e vi indugiò a
lungo, come se si stesse
godendo ogni istante di quel contatto fugace.
Ben presto,
però, la goccia cristallina dovette arrendersi e dissolversi
nella pelle
rovente del principe, che si alzò dal letto con un movimento
agile e sinuoso. Si
tolse i pantaloncini rimanendo in boxer, tanto aderenti da risaltare
ogni
muscolo di quel corpo scultoreo, quasi fossero una seconda pelle.
Poi il
saiyan sospirò, un sospiro basso e graffiante,
più simile al ringhio di una
belva letale che alla voce di un uomo.
-Hai
intenzione di rimanere lì ancora a lungo? –disse,
in tono chiaramente
provocante e derisorio.
Intuendo
all’improvviso a chi si stesse rivolgendo, Bulma
deglutì. Il suo cuore saltò un
battito nel momento in cui il principe volse la testa per guardarla con
quegli
occhi di tenebra che bruciavano di mille emozioni
diverse, pozzi
neri e profondi imbevuti dell’orgoglio di un’antica
stirpe.
La donna non
sapeva cosa rispondere. Guardava Vegeta in volto con occhi sgranati,
soffermandosi sui lineamenti duri e marcati di quello che, sebbene
perduto,
restava comunque un principe, un sovrano dalla forza prorompente e
dallo
sguardo penetrante che un tempo aveva soggiogato i popoli di
innumerevoli
pianeti lontani.
-No.
–disse
infine lei, maledicendosi all’istante per la stupidissima
risposta che aveva
appena dato al compagno. Senza aggiungere una parola, ignorando il vago
sorriso
divertito che attraversava ancora il volto del saiyan, Bulma
entrò infine nella
stanza e si diresse all’armadio.
Avrebbe
voluto solo indossare il pigiama e poi eclissarsi sotto le coperte, ma
sapeva
che non sarebbe andata così, non con quello scimmione con
cui da qualche anno
condivideva il letto. Certo non le dispiaceva.
Forse non ci
avrebbe mai fatto l’abitudine, ma poco importava: in fondo le
sarebbe piaciuto
rimanere ancora un po’ dietro quella porta socchiusa. Chi
poteva biasimarla? Dopotutto,
il suo principe si era appena dimostrato un perfetto spogliarellista.