Questa flash è per dire che bè... House è sempre House! xD
Grazie a chi continua a leggere, lasciate qualche parola, se potete... Grazie. Rika
Sunrise
-Pronto?-
-…-
Sbuffo.
-House, so che sei tu. È la terza volta che chiami senza parlare. Cosa vuoi?-
Nulla.
-Sono le quattro di mattina, vorrei continuare a dormire.- non è vero, sono ancora in ufficio -Se non ti spiace, metto giù e spengo il cellulare.-
-Cuddy…-
Resto immobile, inorridita dal suono della sua voce, dal tono sofferente con cui ha pronunciato il mio nome.
-House?- chiedo preoccupata -Cosa succede?-
-Io… non lo so, sono…- sembra confuso e spaventato.
-Con calma.- lo rassicuro, mi alzo dalla sedia -Sei a casa?-
-No, io… no…-
Cosa diavolo è successo?
-Cuddy, io… la moto, il vicodin…- la sua voce è spezzata.
Mi sento raggelare. Cosa hai fatto?
-Tu-tu-tuuuu.- si è interrotta la telefonata.
Cerco di richiamarlo, niente.
Afferro cappotto e sciarpa, esco in fretta dall’ospedale, il cellulare in mano.
Finalmente, in macchina prendo la linea.
-House?!- dico subito -Devi dirmi dove sei.-
-Non lo so… stavo guidando, la moto è…-
-Calmati. Concentrati sulla mia voce, ok?- dovrei ascoltare il mio stesso consiglio, sono troppo angosciata.
-Sì.- flebile risposta.
-Ora dimmi: dove sei andato con la moto?-
-Sono uscito dalla città, sulla statale…-
-Ok.- seguo le sue indicazioni -Dove hai girato al bivio?-
-A destra… No, aspetta, a sinistra.-
Verso la collina…
-Va bene.- salgo per la strada che mi ha indicato -Cosa hai fatto dopo?-
-Io… non mi ricordo…-
-Stai andando bene. Concentrati, ce la puoi fare!-
-C’era… un cartello, sono salito…-
Ecco il cartello! Scendo dalla macchina e parcheggio velocemente.
-Forza House, arrivo.-
-Mmm…-
Non ha neanche più la forza di rispondermi!
Corro su per la collina, terrorizzata.
-Eccomi, eccomi!-
Mi guardo intorno. Non c’è la moto, non c’è lui.
-Appena in tempo.- la sua voce è normale ora, e c’è come un’eco.
Mi giro. È lì, appoggiato ad un albero. Sta bene.
Vorrei urlargli addosso per lo spavento.
Mi indica un punto lontano, guardo.
Trattengo il fiato dallo stupore.
È bellissimo, il sole appena sorto illumina tutta la città, e da lì c’è una vista mozzafiato.
-L’alba- dice, ancora al telefono.
Mi sorride. E sembra che sia tutto il mondo a sorridermi.