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Autore: Bloody Alice    10/03/2012    6 recensioni
[La storia rimarrà ferma per un tempo indeterminato per cause di forza maggiore, l'autrice si scusa con i lettori] [Questa fanfic è il 'sequel' di "Teen Titans Trouble in Gotham City"]
La ragazza dai capelli rossi incrociò le braccia al petto, lo sguardo maledettamente serio.
"Non sei venuto qui perchè a Gotham City Barbara e Bruce amoreggiano. Non solo per quello, almeno"
"Koriand'r, ti prego"
E per la prima volta, Stella Rubia vide gli occhi del suo migliore amico implorare davvero.

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Sono tornata dopo un lungo periodo di riflessione.
Pubblicare questa schifezza o non pubblicare questa schifezza?
Alla fine al diavolo i dubbi amletici, ed eccomi qui.
Spero che questa fic faccia un po' meno pena della precedente. (sì, convinta)
Bloody Alice
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Raven, Starfire, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Chapter 01  Never Say 'Goodbye'.
 

Il Sole faceva timidamente capolino tra le nuvole, in quella monotona giornata di fine Giugno. Era tutto noioso e assolutamente dentro gli schemi.
Cyborg stava ormai da più di due ore in compagnia della sua bambina, Robin amoreggiava con Stella da interminabili minuti e BB era intento in una delle sue solite creazioni culinarie rigorosamente a base di soia. Eppure il loro compagno di squadra aveva iniziato ad apprezzare cibi come la cioccolata o la pizza vegetariana.
Ora che il pensiero le sfiorava la mente, era stato grazie a lui, che BB aveva sviluppato questa inclinazione per quel tipo di cibo.
Sorrise ricordando, ma appena l’immagine di lui le passò per l’anticamera del cervello, quel sorriso sparì, si tramutò in una smorfia e il vaso che era stato riposto da Stella Rubia sul tavolino dietro di lei si frantumò a terra, facendo fuoriuscire l’acqua e i fiori in esso contenuti.
BB sobbalzò e per poco non fece cadere la pirofila che reggeva tra e mani e che stava poggiando nel forno.
« Andiamo Rae, non potresti evitare di rompere qualcosa, almeno oggi ? » si lamentò il ragazzo e in fondo aveva ragione. Era inutile nasconderlo, ormai.
Ogni qual volta le capitava di pensare a Jack entrava in uno stato confusionale, dove dolore, rimorso e rimpianto se la facevano da padroni. E così scoppiava un vaso, un vetro, un bicchiere … una volta era scoppiato il motore della T-mobile. Quella volta, Cyborg aveva pianto tutto il giorno la sua ‘amata’. Lei, invece di dispiacersi un poco per quella perdita di controllo, si era arrabbiata ancora di più. Cyborg chiamava la sua macchina ‘la mia piccola’. La trattava come se avesse vita propria, propri sentimenti.
Si poteva quasi dire che l’amasse e si disperava ogni qual volta questa di graffiava o si macchiava. In realtà Cyborg non aveva la più pallida idea di ciò che significasse amare e perdere una persona amata. Corvina sì, e per questo spesso si odiava.
Perché si era innamorata? Non lo sapeva nemmeno lei. Sperava che la risposta sarebbe caduta dal cielo, un giorno, ma era ovvio che non sarebbe mai stato così.
Non sarebbe mai stato così.
E scoppiò un altro vaso.
« Rae, accidenti! » BB alzò le braccia al cielo « E’ il secondo vaso in meno di cinque minuti! » continuò « Nessuno può battere il mio record di casinista! »
Mancava solo che l’amico sparasse una delle sue solite cavolate. Si alzò dal divano, chiuse il libro e lentamente si avvicinò al ragazzo verde.
Dischiuse le labbra e la voce che uscì era tutt’altro che gentile « Non rompere » sibilò.
Questa volta fu lo specchio a porre i suoi saluti. Con questo, secondo i calcoli di BB, Corvina aveva totalizzato centotrentatre anni di sfiga, grazie ai suoi diciannove vetri infranti in meno di tre settimane. Garfield deglutì, mentre la ragazza si allontanava in silenzio.
 

 
 
« Stella, credo che Corvina soffra di disturbo della quiete. »
« Come? »
« Non credo che quella malattia esista, BB » si intromise Cyborg.
« Zitto! E’ una cosa seria! Rae fa esplodere tantissimi vasi, in questi ultimi tempi! »
« Sai che odia essere chiamata ‘Rae’. » Disse Robin, prendendo una bibita dal frigo.
BB sbuffò. Sembrava che tutti quel giorno si divertissero a interromperlo. Stella cercò di rassicurarlo « Forse Corvina è solo un po’ irrequieta in questi giorni ».
« E’ così da più di sette mesi, ormai! » esclamò BB.
La ragazza ebbe un flash. Sette mesi. Tutto chiaro. Trasparente come l’acqua.
« Sono sicuro che Corvina voglia tenere i suoi problemi per sé. Quando sarà pronta ce ne parlerà. » Spiegò Robin, bevendo un sorso di fanta. 
Intanto l’aliena si era diretta verso la stanza dell’amica. « Corvina, posso entrare? Sono io, Stella Rubia ».
Un “Che vuoi” poco cortese trapassò la porta in metallo e giunse alle orecchie dell’altra.
« Vorrei parlarti amica mia, se posso » azzardò.
« Okay » rispose la ragazza poco convinta.
 
« BB è preoccupato per te. E anche io. Hai rotto parecchi oggetti. » iniziò calma la Tamaraniana.
« Non dovete impicciarvi. » sibilò seria, sedendosi sul letto.
« Volevo sapere se il tuo scombussolamento emozionale è legato a … ecco … » esitò prima di dire il nome « ... Jack ».
Quell’ultima parola fu come un colpo sparato con un fucile di precisione direttamente nel petto di Corvina. Le fiale sistemate in fila su uno scaffale scoppiarono in successione.
La ragazza abbassò lo sguardo e strinse i pugni « Esci. » tagliò corto e poi rivolse uno sguardo più che eloquente all’amica.
Quest’ultima non se lo fece ripetere due volte e lasciò la stanza « Corvina, sappi che mi disp— » non terminò la frase che la porta si richiuse bruscamente davanti alla sua faccia.
 
 -Dannato Shakespeare- pensò Corvina. In quel momento l’unica persona con cui voleva prendersela era quello scrittore.
Sicuramente il Bardo quando aveva scritto “Romeo e Giulietta” non aveva davvero la più pallida idea di quanto fosse orribile rimanere lontani dalla persona amata.
Cosa peggiore poi, la sua opera finiva in tragedia. Certo lei non si sarebbe mai suicidata, era troppo scettica e razionale per pensare che valesse la pena, ma pensava che lei, come Giulietta, non avrebbe mai più rivisto l’amato. E avrebbe continuato a soffrire giorno e notte, per questo.
Destino ingrato, crudele, sadico.
Picchiò più volte i pugni contro il cuscino e scosse la testa, per cercare di scacciarlo dai suoi pensieri.
Inutile.
Il ricordo di Jack era troppo vivido nella sua mente, per poterlo allontanare. Purtroppo, sapeva che sarebbe stato così ancora per molto tempo. Continuava a ripetersi che prima o poi qualcuno avrebbe preso il posto del ragazzo dagli occhi color ghiaccio, ma forse era inutile.
Jack era l’unico che sembrava in qualche modo a capirla, scorgendo tra le sue difese più profonde. Sapeva tanto di lei, solo guardandola. Era sempre stata questa la sua impressione. 

 
 
« Ecco qui il purè! » esclamò BB mettendo in tavola i piatti, mentre Corvina, assorta a leggere un libro, sospirò.
Cyborg osservò un attimo il cibo, prima di iniziare a urlare contro il ragazzo verde.
« Questo non è puré! E’ quello schifo di soia che ti ostini a comprare! »
Seguirono poi una valanga di insulti e un polipo verde menta che tentava di proteggere le sue confezioni di soia. Preparo qualcos’altro” disse Robin, mentre Stella Rubia rideva per la reazione di Cyborg. Corvina sospirò. « E’ praticamente da quando sei uscita dalla tua camera che sospiri Corvina, qualcosa non va? » domandò perplessa la Tamaraniana.
« Niente » borbottò più a se stessa che all'amica.
« Sicura? » insisté Stella.
« Sì » sibilò.
Stella ammutolì. Corvina sembrava essere anche più cupa del solito. Balbettò un “Ok” e andò da Robin.
 
La serata dei Teen Titans sembrava destinata alla monotonia più assoluta. BB e Cyborg avevano smesso di litigare per la soia da un pezzo. Si erano stravaccati sul divano e ora discutevano per altro. BB aveva battuto il record di Cyborg nell’ultima sfida a video-games, e questo Victor non poteva accettarlo.
Stella e Robin stavano chiacchierando riguardo chissà che cosa e Corvina continuava a leggere e a sospirare. Cambiò tutto quando, poco prima delle undici di sera, suonò l’allarme.
« Titans, problemi. » si limitò a dire Robin e i cinque uscirono dalla torre, correndo verso il luogo in cui, secondo il loro computer, Mumbo Jumbo stava disseminando –come suo solito- i suoi strampalati trucchi di magia. Quando i Titans arrivarono nella via principale di Jump City, il mago aveva trasformato un pullman in una gigantesca gelatina e l’ingresso di una banca in qualcosa che ricordava vagamente la casa della strega di Hansel e Gretel.
Mumbo Jumbo era appena uscito dall’edificio, con in spalla due sacchi colmi di soldi. « Ma guarda un po’! » esclamò il criminale agitando la bacchetta in aria « I Teen Titans! Vi và di fare un altro giro … nel mio cappello? » e qui afferrò la sua tuba, togliendola dal capo e agitandola insieme alla bacchetta.
BB rabbrividì al solo pensiero. Cyborg ricordava ancora il tutù rosa*.
« Scordatelo Mumbo! I giochi sono finiti. Restituisci quei soldi, ora. » intimò Robin, credendo che il suo interlocutore si arrendesse senza fare troppe storie. Vana speranza.
Mumbo rise di gusto e appoggiando i sacchi di denaro per terra alzò la bacchetta. Iniziò a pronunciare quella che doveva essere una formula magica, ma all’improvviso fu sollevato in aria e scaraventato contro un muro. La bacchetta si spezzò e Mumbo Jumbo tornò ad essere un innocuo vecchietto.
BB guardò Corvina « Bella mossa Rae! » si congratulò.
La ragazza si tolse lentamente il cappuccio del suo mantello e guardò l’amico « Guarda che io non ho mosso un muscolo » spiegò, sorvolando sul soprannome.
« E allora chi …? » iniziò Garfield, ma Stella Rubia troncò la sua frase.
« Jack! » gridò fuori di sé per la gioia la Tamaraniana.
Il ragazzo che Stella aveva chiamato saltò giù da un lampione, atterrando in piedi, con l’eleganza di un felino.
I Titans rimasero immobili, sbalorditi, tranne la rossa, che aveva iniziato a saltellare per la felicità. Corvina fu certa che il suo cuore avesse mancato un battito, in quel preciso istante.
Intanto il ragazzo davanti a loro si passò una mano tra i capelli neri e puntò i suoi occhi color ghiaccio in quelli degli amici.
« Allora … vi sono mancato? » esordì con un sorriso enigmatico.
 
 
 



* tutù rosa: mi riferisco all'episodio i cui i Titans finiscono nel cappello di Mumbo Jumbo e questi li trasforma uno ad uno in animali. In particolare, Cyborg viene trasformato in un orso con un tutù rosa di cui, per quanto ci provi, non riesce a disfarsi.





 
*angolo del Girallo*
 
Ecco qui il primo capitolo!
*lanciano una pirofila contro l’autrice*
*Alicchan schiva l’oggetto*
Okay, lo so, fa parecchio schifo.
Il prossimo capitolo spiegherò il motivo per cui è a Jump City e poi inizierà il vero divertimento. (?)
Tutti: Ma tu stai male.
Me: lo sho owo
Tutti: *indietreggiano*
Come ultima cosa, ringrazio chi ha recensito o anche solo letto. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate di questo capitolo e avvisatemi se trovate qualche errore o imprecisione.
Sono parecchio fusa in questi giorni e non ho il tempo –né la testa- per ricontrollare come si deve ciò che scrivo.
Peace, Love and lots of candies,
Alicchan ~
   
 
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