Disclaimers
: Il marchio Jag
e
tutti i suoi personaggi appartengono alla Bellisarius Production. In questo
racconto sono stati usati senza
alcuno scopo di lucro.
Vorrei
dedicare questo breve racconto a Caterina,
una carissima amica che ha reso divertenti, spensierate e uniche molte
delle
mie giornate estive e non solo quelle.
L’ho scritto pensando ad alcune delle nostre
battute con cui spesso, di sera, ci salutiamo. Quando leggerai, capirai
il
perché.
Un grazie per la tua amicizia e per tutto quanto,
in particolar modo per “quel regalo di compleanno” che tu ben sai:
senza il mio
studio sarebbe molto più vuoto e io sorriderei di meno.
Alex
Indiscrezioni
Era
terminato il caffè. Chissà se ce n’era ancora in dispensa?
Decise
di controllare subito e s’infilò dietro la pesante tenda blu che
nascondeva
alla vista la scorta di generi alimentari che Harriett si era assunta
il
compito di tenere sempre ben rifornita.
Voleva
fare una sorpresa a Mac e prepararle un caffè degno di quel nome, nero
e forte proprio
come piaceva a lei.
Quella
mattina l’aveva trattenuta a letto più del solito e lei lo aveva
accusato di
averla costretta ad andar in ufficio senza la sua irrinunciabile prima
tazza della
giornata.
A
dire il vero non sembrava particolarmente irritata, come quando la
stessa cosa
le era accaduta prima che iniziassero a trascorrere le notti assieme,
ma era
meglio non sfidare troppo la sorte. A volte Mac era imprevedibile!
Era
appena riuscito a scovare quello che stava cercando tra un’infinità di
scatole
e scatolette e stava per uscire, quando delle voci lo colsero di
sorpresa e lo
bloccarono dove si trovava.
“Devi
dirci una cosa, Harriett: come fai a lavorare con un uomo del genere e
non
avere voglia di strappagli gli abiti in ogni momento?”
“Io
non mi limiterei a spogliarlo…”
“Harriett,
lo hai mai visto in borghese?”
“Sì,
certamente.”
Ecco
la voce di Harriett. Chissà di chi stavano parlando?
“E
com’è?”
“Bè…
cosa vi posso dire? In tenuta da jogging non è proprio niente male! Ma
anche in
jeans fa la sua discreta figura…”
“Vuoi
dirci che lo hai visto anche in calzoncini e canottiera? Darei non so
cosa per
poterlo vedere così…”
“Non
sai quanto darei io, invece, per poterlo vedere come mamma lo ha fatto!”
“Ragazze!
Un po’ di rispetto! In fondo è un nostro superiore. Un minimo di
contegno, per
favore…” sentì rispondere dalla voce di Harriet. Ma era evidente dal
tono che
tratteneva a stento un sorriso. “E poi sono una donna sposata. E per di
più
molto incinta!”.
“Oh,
non venirci a raccontare che non hai mai fatto un pensierino sul
Comandante
Rabb! Non ti crederemmo.”.
Accidenti!
Stavano parlando di lui. Che doveva fare, ora? Uscire e metterle in
imbarazzo,
oppure restarsene lì, ad ascoltare tutto quanto?
E
poi chi erano quelle due assatanate mangiatrici di uomini che ponevano
simili
domande alla dolce Harriett?
Era
lì lì per fare un rumore qualsiasi che facesse capire che alle loro
spalle, in
dispensa, c’era qualcuno, e togliere così Harriett dall’imbarazzo di
dover
rispondere a quella domanda, quando sentì proprio la sua voce:
“Che
vi posso dire? Certo che un pensierino sul Comandante Rabb l’ho fatto
anch’io.
E forse più di uno. Ah… era davvero sexy quando venne a casa mia ad
aiutarmi
col frigorifero, mentre Bud era in missione… Se non fossi tanto
innamorata di
mio marito…”
Oh
questa poi! Davvero non se l’aspettava!
Harriett.
Non
avrebbe mai detto che proprio lei potesse confessare pensieri simili.
“Se
fosse venuto a casa mia per il frigorifero, non lo avrei lasciato
andare tanto
facilmente”, sentì dire ad una.
“Quando
sorride potrei rinchiuderlo in uno sgabuzzino e buttar via la chiave.
Ed io,
naturalmente, dentro assieme a lui!” puntualizzò l’altra.
“L’altro
giorno l’ho visto all’opera in tribunale: starei ad ascoltarlo per ore.
Ha una
voce così dannatamente sexy…”.
Ma chi erano quelle due?
Spostando di poco la tenda, sbirciò fuori, con aria perplessa. Anche se si trovava alle loro spalle, riconobbe due dei quattro nuovi P.O. che da circa una settimana circolavano negli uffici. Erano arrivati in prestito su richiesta dell’Ammiraglio, per aiutare in quel periodo di particolare lavoro amministrativo. Tre donne ed un uomo.“Io,
invece, non smetterei mai di guardargli il fondoschiena!”
Caspita!
Con quelle due c’era da stare davvero attenti! Meglio non farsi trovare
con
loro in ascensore…
Se
anche la terza era della stessa pasta, c’era d’augurarsi che all’uomo
non piacessero i maschi...
Ritirò
rapidamente la testa, tornando a nascondersi in dispensa. Meglio
attendere che
se ne andassero.
Chissà
cos’avrebbero potuto fargli sapendolo solo là dentro?
L’immagine
di una Harriett, la dolce moglie del suo migliore amico, che lo
assaliva
durante un improvviso attacco di libidine, lo fece sorridere:
divertito, scosse
la testa come a voler scacciare un’immagine inquietante e fece per
afferrare
una barretta di cioccolato che lo stava tentando da cinque minuti - e
al
diavolo per una volta i cibi sani, se si fosse trovato da solo con
quelle due
avrebbe avuto bisogno di tutte le sue energie –
quando sentì che riprendevano il discorso.
Decise
di lasciar perdere il cioccolato e di ascoltare.
“Mi
domando come faccia il Colonnello Mackenzie a lavorarci assieme ed
essergli
solo amica”.
“Sono
anni che si conoscono e che lavorano in coppia” rispose Harriett.
“E
non hanno mai avuto una storia?”
“Che
sappia io no, anche se tutti quanti ci siamo spesso domandati perché
non sia
mai accaduto”.
“Non
dirmi che uno dei due è gay… Non lui, per favore!”
Era
una fortuna che avesse deciso di non mangiare quella barretta,
altrimenti in
quel preciso istante avrebbe corso il serio rischio di morire soffocato.
“Oh,
no. Non lo credo proprio!” Harriett, a quanto pareva, si stava
divertendo
parecchio.
“Allora
davvero non capisco come faccia il Colonnello…”
“Come
faccio a fare cosa?”
La
voce di Mac, appena entrata in cucina, gli arrivò improvvisa e lo fece
sorridere
di nuovo. Ora sì che sarebbe arrivato il bello! Era proprio curioso di
ascoltare
le sue risposte.
“Salve,
Colonnello”, sentì che la salutavano.
“Buongiorno
a voi” rispose Mac. “Allora? Come faccio a fare cosa?” chiese di nuovo,
prima
di mettersi qualcosa in bocca.
Ecco
il suo Marine! Non mollava mai e non lo avrebbe fatto neanche stavolta.
“Ci
stavamo domandando, Signora, come faccia a lavorare ogni giorno con il
Comandante Rabb senza aver voglia di saltargli addosso”.
Anche
lei lo vide, mentre sorrideva sornione e subito dopo scompariva dietro
la
tenda. Quando capì che si stava divertendo un mondo, decise di fare
altrettanto.
Riprendendo
fiato rispose:
“E
perché mai dovrei volergli saltare addosso?”
“Ma
come, Signora, non mi dica che non lo trova un gran bel pezzo d’uomo?”
chiese
una.
“E’
talmente sexy che, solo a guardarlo, fa venire voglia a qualunque donna
di
rotolarsi in un letto con lui…” disse l’altra, più sfacciata. Poi,
quasi a
precisare ulteriormente il concetto, ci tenne ad aggiungere: “E non
solo in un
letto…”.
“Dite?
Io non ci trovo nulla di particolare”, rispose serafica lei.
“Mac!”
sentì Harriett che riprendeva l’amica “Sei sicura di sentirti bene?
Credevo che
avessi un debole per Harm”.
“Oh,
quello! Altri tempi. Harmon Rabb non è l’unico uomo affascinante e sexy
sulla
faccia della terra”, rispose volutamente evasiva.
“Non
dirmi che esci con qualcuno!” Harriett aveva abboccato.
“Mhmm…”.
“Non
mi hai detto nulla. Chi è? Lo conosciamo?”
“Quante
domande! Tornando a voi e al Comandante Rabb… mi sembra di capire che
vi
piaccia”.
“Piacerci
è dire poco”.
“Quell’uomo
è da infarto!”.
“Mi
basterebbe una notte con lui…” aggiunse una delle due, con un sospiro
sognante.
“Parla
per te. A te una notte, a me il resto…” puntualizzò l’altra, divertita.
“Bè,
potreste sempre provarci. Il Comandante Rabb, per come lo conosco, non
disdegna
affatto delle belle ragazze come voi”.
Ma
che stava dicendo?
“Lei
dice, Signora? Vuol dire che non ha nessuna, in questo momento?” chiese
una
delle due, molto interessata.
“Mhmm,
non che io sappia. Però non mi racconta ogni cosa, potrei sbagliarmi.”.
“Com’è
possibile che un uomo simile non abbia, in ogni momento, almeno una
donna ai
suoi piedi?” chiese ancora la prima.
“O
nel suo letto” aggiunse l’altra.
“Lei
non lo ha mai desiderato, Colonnello?”
“Desiderato
cosa?” chiese Mac, facendo la finta ingenua.
“Di
andarci a letto”.
“Mhmm…
“ rispose lei, di nuovo evasiva.
La
risposta di Mac lo divertì parecchio: era davvero tremenda con quelle
due
ragazze! Le stava tenendo sulla corda, incuriosendole e al tempo stesso
non
raccontando proprio nulla.
Fu
quasi tentato di uscire allo scoperto e spiegare com’era stata la loro
prima
volta assieme: e lui che credeva d’essere quello smanioso di far
l’amore con
lei! Mac era stata travolgente e sensuale, molto più di quanto si era
aspettato. Dopo che si erano reciprocamente soddisfatti, l’aveva presa
teneramente
in giro, dicendole era stato piacevolmente sorpreso nello scoprire un
vulcano
sotto quella scorza da duro Marine. Lei, appagata e felice, gli aveva
confessato che era da una vita che fantasticava su una notte come
quella, a far
l’amore per ore con lui.
E
ora fingeva di non averci mai pensato neppure una volta.
“Coraggio,
Colonnello. Manterremo il segreto”.
“Concordo
che il Comandante sia bello. E non discuto che sia intrigante, sexy e
che possa
far sognare ogni donna… ma
ha un
caratteraccio! Un gran pessimo carattere. Credetemi sulla parola”,
rispose Mac.
E
così aveva un caratteraccio?
A
casa, quella sera, gliel’avrebbe fatta pagare! Se voleva la guerra,
l’avrebbe
accontentata.
“Lei
non pensa, Colonnello, che un uomo simile a letto possa essere
fantastico? Un
uomo che solo a vederlo sorridere ti fa venire immediatamente voglia di
spogliarlo, deve per forza essere spettacolare a letto…”
“Oh,
non so…” sentì rispondere a Mac.
Non
la stava guardando, ma poteva scommettere l’intero stipendio di un mese
sulla
sua espressione: angelica
e totalmente
indifferente.
Avrebbe
potuto fare l’attrice.
“Non
può dirci questo! Deluderebbe tutte le fantasie segrete di ogni donna…”
“Non
mi azzardo a dire proprio nulla. Non so che tipo di amante possa essere
un uomo
come il Comandante. Dico soltanto che ha davvero un gran brutto
carattere…”
disse, divertita dai commenti delle due ragazze e ancora di più
nell’immaginare
Harm che ascoltava le sue risposte, nascosto dietro alla tenda.
Se
solo avessero saputo!
Lui
era davvero fantastico, molto più di quanto la sua fervida
immaginazione si era
spinta a fantasticare: appassionato, tenero, fantasioso e molto attento
ai suoi
desideri; amava prendersi del tempo e indugiare su dettagli che ogni
volta le
regalavano nuove sensazioni.
Un
uomo davvero speciale, dentro e fuori del letto.
“A
dire il vero, Colonnello, a me non interessa molto il suo carattere…”
disse divertita
la prima, risvegliandola dai suoi sogni ad occhi aperti.
“Ciò
che ci interessa maggiormente del Comandante Rabb è il suo corpo… e
tutto
quello che quel corpo favoloso ci ispira…”aggiunse la seconda, per
specificare
meglio.
Harriett
rise a quell’ulteriore chiarimento:
“Credo
che il Colonnello abbia afferrato il concetto!”.
“Sì,
sì, tranquille. Ho capito perfettamente cosa vi interessa del
Comandante! A
questo punto che posso dirvi? Tentar non nuoce”, continuò Mac con tono
indifferente, mentre finalmente si apprestavano tutte e quattro ad
uscire dalla
cucina.
Poco
prima che chiudessero la porta, la sentì aggiungere:
“E
se una di voi due dovesse riuscirci, promettete che mi farete sapere
com’è a
letto!”.
La
risata delle altre gli arrivò anche attraverso la porta chiusa.
E
così la spiritosa era curiosa di sapere com’era lui a letto? Bene,
gliene
avrebbe data un’ottima dimostrazione quella sera stessa.
Attese
ancora qualche minuto e poi, finalmente, riuscì a tornare nel suo
ufficio, dove
si barricò dentro per tutta la giornata.
Meglio
non farsi vedere troppo in giro, con quelle due sul sentiero di guerra,
o
sarebbe stato sbattuto in galera per atti osceni in luogo pubblico.
Difficilmente qualcuno avrebbe creduto che stavano abusando di lui.
Però
in fondo avrebbe dovuto sentirsi lusingato: quanti uomini sarebbero
stati ben
felici di essere al suo posto, oggetto di tanta attenzione femminile?
Certo
che le donne, quando si trovavano a parlare di elementi del sesso
opposto,
erano davvero terribili! Per non dire temibili. C’era di che aver
paura. Peggio
dei discorsi tra uomini.
Sorridendo
divertito si mise al lavoro.
Impegnato
come fu per tutta la giornata a preparare la difesa del tenente May,
quasi non
si accorse che l’ora di andarsene era arrivata: aveva promesso a Mac
una
cenetta speciale e, sapendola impegnata fino alle 7.00 PM, decise di
uscire
prima e aspettarla a casa, per avere il tempo di passare a fare un po’
di
spesa.
Uscendo
dall’ufficio la vide che stava entrando di nuovo in cucina,
accompagnata sempre
da Harriett e dalle due giovani P.O..
A
quanto pareva non l’avrebbero mollata tanto facilmente, ora che la
credevano
loro alleata per conquistarlo.
Durante
la giornata Mac gli aveva telefonato alcune volte, divertendosi a
prenderlo in
giro per ciò che era accaduto quella mattina: aveva fatto un po’ la
gelosa, poi
lo aveva stuzzicato con frasi audaci ed infine si era offerta persino
di
procurargli il numero di telefono delle due ragazze.
Lui
era stato al gioco, pregustando il momento in cui, a casa,
gliel’avrebbe fatta
pagare.
Ma
perché non divertirsi un po’ anche ora, mettendola in imbarazzo davanti
ad
Harriett e a quelle due?
Si
soffermò per un attimo sulle conseguenze di ciò che aveva in mente di
fare, ma
poi si disse che, prima o poi, sarebbe stato inevitabile che la loro
storia
venisse alla luce. Ormai erano due mesi che dormivano assieme ogni
notte.
Presa
la decisione si diresse verso la cucina; non appena aprì la porta,
tutte e
quattro lo osservarono e poi cominciarono a ridacchiare tra loro.
Fece
finta di nulla e, mentre Mac lo scrutava come solo lei sapeva fare, le
si
avvicinò, senza proferire parola.
Nei
suoi occhi apparve una muta domanda, alla quale egli non rispose.
Salutò invece
galante Harriett, che ricambiò affabile come sempre, e
le due ragazze, le quali invece rimasero
senza parole ad osservarlo come se volessero spogliarlo seduta stante.
Quando
l’ebbe raggiunta, con studiata lentezza la prese tra le braccia, le
sollevò il
volto e cominciò a baciarla, un bacio appassionato, al quale sapeva che
non
sarebbe stata capace di resistere. Infatti, superata la sorpresa
iniziale, lei
si rilassò e, stringendosi maggiormente a lui, ricambiò il bacio con
molta
partecipazione.
Lo
fece durare più a lungo possibile, finché non rimasero entrambi senza
fiato. Quando
finalmente la lasciò andare, la guardò negli occhi con uno sguardo tale
da far
sciogliere qualunque donna e, con una tenera carezza e il tono più
provocante
che gli riuscì di usare, le disse:
“Ci
vediamo più tardi a casa, amore”.
Quindi,
stampatosi in faccia uno dei suoi sorrisi per cui correva il rischio di
essere
rinchiuso a vita in un ripostiglio, girò sui tacchi e uscì dalla
cucina, ben
consapevole di lasciarla in pasto a quelle belve feroci le quali,
nonostante
fossero rimaste senza parole ad assistere alla scena, l’avrebbero
certamente subissata
di domande non appena fossero rimaste sole con lei.
Prese
l’ascensore e uscì dal palazzo.
Prima
di salire in macchina, compose il numero del suo cellulare. Dopo
qualche istante
lei rispose.
“Ciao…
come te la stai cavando?”
“Sono
un Marine, lo sai”.
“Ti
hanno messa sotto torchio?”
“Non
si sono ancora riprese dalla tua esibizione”, rispose sorridendo.
“Le
ho sconvolte?”.
“Più
che altro hai infranto i loro sogni”.
“Poverette…
credi che dovrò rimediare? Potrei invitarle fuori a cena…”.
“Non
pensarci neppure”.
“Gelosa?”
“Puoi
giurarci, marinaio”.
“Eppure,
questa mattina, mi era sembrato che ci tenessi particolarmente a farmi
finire
nelle grinfie di quelle due scatenate…”.
“Stavo
scherzando”.
“Davvero?”
“Davvero.
Sai che voglio essere la sola a poterti mettere le mani addosso”.
“Colonnello!
Si ricordi che è ancora in ufficio. E alla presenza di subalterni, per
di più”
la prese in giro bonariamente lui.
“Voglio
che sia ben chiaro il concetto” rispose lei.
“Credo
abbiano capito”.
“Mhmm…
sì, lo credo anch’io. Il tuo show è stato istruttivo”.
“Mi
è sembrato che piacesse anche a te…” disse lui, provocante.
“Oh,
lo sai bene che mi
è piaciuto! E anche
ad Harriett. Alle due ragazze un po’ meno, credo.”
“Mi
spiace per loro… Anche a me è piaciuto molto”, aggiunse, ricordandole
il bacio
appassionato.
“Sei
impossibile!”
“Ma
tu mi adori proprio per questo, vero?” chiese lui, già sicuro della
risposta.
“Mi
riservo il diritto di non rispondere, avvocato”.
“Non
vedo l’ora che arrivi a casa”, cambiò discorso, seducendola abilmente
con
l’allusione a quello che l’aspettava al suo rientro.
“Anch’io…”
capitolò lei, con un sospiro.
“Ti
aspetto”.
“Farò
prima possibile” disse a ‘mo di commiato, pronta a chiudere la
conversazione.
“Mac?”
la chiamò lui, impedendole di riattaccare.
“Dimmi…”
domandò seria, credendo che dovesse aggiungere qualcosa
che riguardava il lavoro.
Ma
lui aveva ben altro in mente.
“Sono
ancora lì con te. E ti sto ancora baciando…” la provocò di nuovo,
parlandole
con voce sexy, lo stesso tono intimo che usava ogni volta che facevano
l’amore.
“Tu
sei tutto matto…” gli rispose lei, mentre sorrideva felice.
“Lo
so. Sono pazzo di te”.