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Autore: Alexandra_ph    11/03/2012    1 recensioni
Questo racconto natalizio è stato scritto a quattro mani nel dicembre 2004. Lo pubblico sotto il mio nick su richiesta della mia socia, ma è firmato ALEX e DESI.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Jennifer Coates, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers   : Il marchio Jag e tutti i suoi personaggi appartengono alla Bellisarius Production. 
  In questo racconto sono stati usati senza alcuno scopo di lucro.


Vorremmo dedicare questo racconto a tutti coloro che amano la magia del Natale e che sanno ritrovare ogni volta l’eterno “bambino” che c’è in ognuno di noi.

Buon Natale a tutti!

ALEX e DESI


White Christmas


Georgetown
21 dicembre

Le note di White Christmas nella versione del 24 dicembre 1944, cantata da Bing Crosby accompagnato dalla Paul Whiteman Orchestra, risuonarono nell’abitacolo dell’auto del colonnello Mackenzie. L’ufficiale del Jag mise in moto, non prima d’aver alzato il volume della radio per sentire meglio una delle sue canzoni natalizie preferite.
La mattina era fredda e il cielo sereno della settimana precedente aveva lasciato il posto a nuvole grigie e lattiginose, presagio di tempo brutto. I meteorologi avevano addirittura previsto un bianco Natale… chissà, forse avrebbe davvero nevicato!

Prima di andare in ufficio doveva passare a Leavenworth per interrogare un teste e avrebbe fatto il viaggio accompagnata dalle note musicali che sempre, in quel periodo dell’anno, sapevano risollevarle il morale e ritemprarle lo spirito.
Sempre. Tranne quell’anno.

Mentre era incolonnata nel traffico mattutino, diretta verso l’uscita della città, Sarah Mackenzie lasciò vagare i suoi pensieri all’anno appena trascorso. Molte cose erano accadute da quando, solo il Natale precedente, l’Ammiraglio Chegwidden aveva salutato tutti e aveva lasciato il Jag.

Clayton Webb, l’uomo che aveva amato per un certo periodo era dapprima stato dato per morto e poi ricomparso all’improvviso, facendole capire quanto poco per lui contasse la fiducia nel loro rapporto. D’accordo! Clay era un agente della CIA e il suo lavoro era top-secret. Ma lei era pur sempre un avvocato e, soprattutto, un militare! Avrebbe saputo mantenere un segreto, se solo lui si fosse fidato. Da allora aveva rotto i ponti con il suo ex-amante e non aveva più neppure voluto rivederlo.

In ufficio aveva dovuto affrontare, come tutti, l’arrivo del nuovo capo, il Generale dei Marine Gordon Cresswell. Tra l’altro il superiore già la conosceva da Okinawa e quel fatto, sebbene potesse sembrare a prima vista qualcosa che avrebbe potuto agevolarla, in realtà non era ben sicura che lo fosse, visti i suoi precedenti con Farrow.

Nel frattempo aveva anche dovuto occuparsi della sua salute. A causa di seri problemi aveva subito un intervento e ancora ora non era certa se avrebbe mai potuto avere figli.
Non che questo fosse nei suoi piani immediati! O meglio… a lei sarebbe anche piaciuto che un progetto simile potesse rientrare nei suoi piani, ma… come si suol dire, mancava la “materia prima”.

Ecco. Anche questo non era del tutto esatto! Se solo avesse voluto, la “materia prima” l’avrebbe anche avuta. E che “materia prima”!
Sarah sorrise all’idea di considerare il Capitano Harmon Rabb come “materia prima”, alla stregua di un semplice insieme di cellule riproduttive! Doveva ammettere che non molte cellule sarebbero state di così alto livello, ma… chissà la faccia che avrebbe fatto Harm se gli avesse detto i pensieri che stavano transitando nella sua mente in quel momento! Di certo l’avrebbe guardata come una specie di alieno, strabuzzando i suoi occhioni chiari che sempre l’avevano fatta impazzire; avrebbe piegato le sue labbra anziché in uno dei suoi affascinati sorrisi in una smorfia disgustata e avrebbe scosso il capo, per poi voltarsi e andarsene…

Sì, non c’erano dubbi che avrebbe reagito così. E a ragione.

Considerare Harmon Rabb jr solo una specie di stallone da riproduzione era certamente riduttivo! Meglio prenderlo in considerazione come la fantasia segreta che aveva sempre popolato i suoi sogni, fin dalla prima volta che lo aveva incontrato, ormai quasi dieci anni prima.
Decisamente molto meglio…
Abbandonando quelle fantasie, Sarah tornò a pensieri più concreti.
Harm si era anche proposto come possibile padre dei suoi figli, ribadendo il patto che avevano stretto anni prima, in occasione della nascita di AJ Roberts. Ma lei aveva rifiutato: la presunta morte di Clayton l’aveva spiazzata. In più i suoi problemi di salute avevano fatto diventare il sogno di una maternità un progetto irrealizzabile, o quasi.
E poi lei non voleva da Harm solo un padre per i suoi figli, ma un uomo che l’amasse come lei amava lui e che volesse condividere con lei la sua vita.

Harm le aveva dimostrato parecchie volte di volerle bene, ma Sarah nutriva ancora dei dubbi sul fatto che lui fosse in grado di considerarla più di un’amica. E quindi, quando le aveva detto che poteva far conto su di lui, lei aveva risposto “No, grazie”.

D’accordo, era stata una stupida! Avrebbe potuto anche accontentarsi, no? Ma erano già state tante le delusioni sul piano affettivo, nella sua vita… Non voleva correre il rischio di perdere anche l’amicizia di Harm. E sarebbe successo, se si fosse legata a lui senza che Harm ricambiasse davvero il suo amore. Meglio lasciar perdere…

E così il suo umore, proprio in quei giorni che di solito adorava, era a terra… Non riusciva neppure a sentire l’atmosfera natalizia che la circondava e questo le spiaceva moltissimo.

Per questo aveva deciso, proprio il giorno precedente, di invitare i suoi colleghi a casa sua per la cena di Natale. Di solito si ritrovavano tutti da Bud e Harriet, ma ora l’amica aspettava due gemelli e non si era offesa quando Sarah le aveva detto che avrebbero atteso l’ora della funzione di mezzanotte a casa sua, anziché a villa Roberts. La casa era molto più piccola, ma lei non avrebbe offerto una cena: si sarebbe limitata ad un rinfresco, con tartine e dolci, del punch e dell’egg-nog caldi e tutto quello che serviva per ingannare l’attesa e passare una serata tra amici. E, soprattutto, non sentirsi troppo sola.

Sì, aveva preso la decisione giusta. Certo, aveva ancora del lavoro da sbrigare e parecchio, ma domani sarebbe stato il suo ultimo giorno in ufficio e avrebbe avuto due giorni interi per addobbare al meglio la casa e preparare tutto… Ce l’avrebbe fatta. Era un Marine, dopotutto!

Immersa in quei pensieri, non si accorse della lastra di ghiaccio che ricopriva parte della strada che stava percorrendo.
L’auto sbandò all’improvviso e andò a sbattere contro un albero: il colpo fu violento e Sarah Mackenzie perse conoscenza mentre, nell’abitacolo, le note di I’ll be home for Christmas continuavano a risuonare struggenti… eppure mai, come in quel momento, erano sembrate tanto stonate.




  
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