Uffici
del JAG
Stessa mattina
Non
le era riuscito di bersi neppure un caffè quella mattina. Il nuovo capo
voleva
che tutto fosse finito prima della pausa natalizia, se non tutto almeno
le
pratiche che richiedevano solo qualche firma e l’archiviazione. E di
quelle
“scartoffie” ben presto il suo tavolo ne fu invaso. Non aveva fatto in
tempo a
sedersi alla sua postazione che il Generale Cresswell l’aveva
chiamata nel
suo ufficio per spiegarle ciò che avrebbe dovuto fare.
Erano
passate ormai quasi tre ore e per tutto quel tempo il Sottufficiale
Jennifer
Coates non aveva fatto altro che correre da una stanza all’altra,
consegnando i
documenti da firmare a chi di competenza, portando ad archiviare le
pratiche
completate, facendo fotocopie e rispondendo al telefono.
Era
talmente immersa in quella frenesia che non prestò attenzione
all’ultima
chiamata che inoltrò al suo superiore. Non fece neppure caso al tono
grave con
cui il Generale subito dopo le disse di convocare il Capitano Rabb
“immediatamente” nel suo studio.
Capì
che doveva essere successo qualcosa solo quando si scontrò con il viso
preoccupato del Capitano mentre si chiudeva la porta dell’ufficio alle
spalle.
“Tutto
bene, Signore?” si informò seguendolo, ansiosa di sapere cosa lo
turbasse.
“Non
lo so. Mac ha avuto un incidente, è stata ricoverata al Bethesda, sto
andando
là.” Rispose l’uomo quasi senza rendersene conto.
“Posso
fare qualcosa…”, non riuscì a finire la frase. Il Capitano non la stava
ascoltando, si diresse deciso nel suo ufficio, afferrò berretto e
cappotto e
poi svanì dietro le porte dell’ascensore, ignorando uno sbalordito
Capitano
Roberts che inutilmente gli aveva chiesto di aspettarlo e che si vide
chiudere
le porte in faccia.
Nonostante
ciò che aveva appena scoperto, la scena strappò un sorriso divertito
alle
labbra del Sottufficiale Coates.
“Ma
cosa gli è preso?”, la voce del Capitano Roberts la fece tornare alla
realtà.
“Il
Colonnello Mackenzie, Signore… ha avuto un incidente ed è ricoverata al
Bethesda.”
“E
come sta? E’ grave?”
“Non
lo so, Signore, ho passato una telefonata della polizia al Generale Cresswell
proprio pochi minuti fa, forse lui ha qualche notizia più precisa.”
Neppure
il loro superiore però seppe fornire informazioni più dettagliate,
aveva
chiesto al Capitano Rabb di andare sul posto proprio per accertarsi
delle
condizioni della loro collega.
Non
poteva scegliere persona migliore, pensò Jen, forse quell’uomo non era
poi così
male. E cominciò a sentirsi un po’ in colpa per aver inveito
mentalmente contro
di lui quella mattina, tra una corsa e l’altra. Non poteva farci nulla,
il
ricordo dell’Ammiraglio Chegwidden era ancora forte, ed anche se in
quell’ufficio era la persona che aveva lavorato con lui per minor
tempo, essere
la sua assistente le aveva dato carica, lavorare per lui l’aveva
stimolata,
voleva dare il meglio per non deluderlo. Il rispetto che quell’uomo
sapeva
infondere, il carisma che possedeva e quella sua aria severa ma al
contempo
attenta e dolce l’aveva profondamente colpita. Le mancava, avrebbe
voluto
rivederlo, semplicemente per sentirsi rassicurata dal suo sguardo
sapiente.
Aveva sempre la frase giusta, sapeva cos’era meglio per i suoi uomini e
soprattutto,
li conosceva bene, forse più di ciò che lasciava intendere. Capiva i
loro
sentimenti, ma non si era mai intromesso nelle loro faccende private, a
meno
che non intralciassero in qualche modo il lavoro. E, ne era sicura,
aveva
intuito il legame profondo che univa il Capitano Rabb ed il Colonnello
Mackenzie, per questo pensò che se ci fosse stato ancora lui a capo del
JAG si
sarebbe comportato esattamente come Cresswell, mandando Harm accanto a
Mac. In
più, però, avrebbe saputo cosa dirgli per rassicurarlo e per tenere a
bada il
fiume di emozioni che si sarebbero scatenate nel suo uomo migliore. Era
come un
papà attento ai suoi figli, che intuisce le loro preoccupazioni e sa
star loro
vicino senza fare pressioni, lasciandoli liberi di esprimersi,
intervenendo
solo laddove ne avvertisse il bisogno. In un momento come quello,
Jennifer
Coates, come il resto dello staff d’altronde, sentì proprio la mancanza
della
sua presenza rassicurante.
Ora
non si poteva far altro che aspettare notizie dal Capitano Rabb, e
tornare al
lavoro, come fece gentilmente notare il sostituto dell’Ammiraglio.