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Autore: Psplik    13/03/2012    2 recensioni
-Te ne vai.-
-Me ne vado.-
Raffaele aveva sospirato, un sorriso triste che tirava le labbra pallide.
-Perché?- aveva chiesto Raffaele, l'angelo Raffaele, con la voce spenta che si può avere solo alla fine di qualcosa di meraviglioso.
-Lo sai il perché.-
-Ti ho amata così tanto che ho dimenticato tutto il resto. Tutte le risposte. Dimenticate. Non lo so, il perché.- una lacrima, l'ennesima, era scivolata giù per la guancia di lei, mentre raccattava la borsa da terra e usciva, chiudendosi la porta alle spalle.
Piangeva, l'angelo Raffaele, con le ali che richiuse sulla schiena e il capo appoggiato alle ginocchia. Piangeva per l'ennesima cosa persa che non avrebbe potuto riavere indietro.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei giorni perduti a rincorrere il vento'
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Things that will destroy us

(It's the love)

 

 

Arcano è tutto
Fuor che il nostro dolor

(G. Leopardi, Ultimo canto di Saffo)

 

 

Raffaele era il tipo di ragazzo che si incontra spesso e si crede di capire alla perfezione, e poi non lo capisci mai fino in fondo.
Il tipo figo, ridanciano e superficiale, per intenderci.
Uno di quei ragazzi di cui ti puoi innamorare, se ti piace il genere.
A tuo rischio e pericolo, comunque.
E si crede sempre di poterli cambiare, ma non cambieranno mai.
Non per te, non per altre. Nemmeno per se stessi.
Raffaele aveva occhi scuri, profondissimi e intensi come laghi di terra.
Occhi da lettore, occhi tristi d'abbandono, occhi da poeta.
Occhi che scrutavano e analizzavano, occhi che cercavano nella folla qualcosa di diverso.
Una novità che smuovesse il suo cuore da quel torpore in cui la gente lo aveva trascinato.
Qualcosa di meno triste e solitario dei soliti baci freddi e delle parole vuote sussurrate all'orecchio di fretta, prima di tornare in classe.
Prigionia. Psicologica e fisica.
E lui voleva la libertà.
Vittoria era libertà allo stato puro.


Vittoria con i capelli rossi tagliati corti che sembrava quasi un ragazzo.
Vittoria, occhi scuri anche lei, poetessa anche lei, amante delle cose abbandonate e abbandonata.
Dal filo spinato e dall'amore. Ci sono cose che è meglio se t'abbandonano.
Vittoria che non sapeva studiare e rideva a ogni brutto voto, mentre dentro l'ansia e l'inadeguatezza la consumavano. Troppo sensibile per un mondo di numeri.


-Dai per scontate un sacco di cose.-
Erano seduti ai lati opposti di una stessa panchina, fingendo di leggere ognuno il proprio libro.
Fingendo di non conoscersi e di parlare con il vuoto.
In poche parole, erano ridicoli.
-Tipo?- Raffaele era indisponente ai limiti del sopportabile.
-Tipo che io ti ami.-
Si era voltato allarmato, senza più badare alla messinscena dei libri.
-Ma tu mi ami, non è vero?-
Vittoria aveva sorriso, voltando pagina.
-Tutti i giorni.-
Raffaele aveva tirato un sospiro di sollievo, spostandosi di qualche millimetro nella sua direzione.
Diminuire le distanze non era esattamente il suo forte, ma a lei andava bene così.


Vittoria giocava con le parole e con i sentimenti, come fossero tessere del domino da mettere in fila, e se cadevano poi era tutto un casino. E cadevano, ogni volta.
Ma Vittoria era un gran casino, un groviglio di frasi fatte, sputate fuori dai denti nei momenti più impensati. Un ammasso di etimologie di termini bizzarri e informazioni inutili che tirava fuori quando la conversazione cominciava a farsi noiosa, peggiorandola ulteriormente.
E Raffaele, l'angelo Raffaele dagli occhi di fiamma e i capelli dorati, non riusciva a capire cosa c'era di sbagliato in lei. Non riusciva a capire come mai la sua originale bellezza fosse considerabile un errore. L'angelo Raffaele che non era angelo per niente ma nemmeno demone, eppure aveva le ali e volava via, ogni volta che il cielo glielo permetteva. Ogni volta che si apriva un varco azzurro tra le nuvole scure di obblighi e doveri e persone che non puoi non amare.
E Vittoria poteva non amarla benissimo, imperfetta com'era.


-Qual è il tuo problema?-
Le lacrime le rigavano il volto, senza un motivo apparente.
-Non lo so.-
Non l'aveva abbracciata, dicendole che sarebbe andato tutto bene.
Non l'aveva consolata, nascondendola dal mondo.
Perché Raffaele, l'angelo Raffaele, il mondo l'aveva visto dall'alto dei suoi diciassette anni e non sapeva mentire. Non voleva mentire.
Non poteva salvarla, ma del resto Vittoria non voleva essere salvata.
Del resto Vittoria, piegata in due da un pianto incontrollabile e immotivato, era troppo orgogliosa per chiedere qualsiasi tipo d'aiuto.
Troppo indipendente per poter sopportare anche la più piccola privazione di quella libertà a cui era così attaccata.
E Raffaele lo sapeva, sapeva ogni cosa di lei.


Il fatto è che non potevano salutarsi e basta.
Non potevano lasciarsi soli solo perché faceva troppo male.
Faceva male il freddo dei loro caratteri uguali e contrastanti al tempo stesso.
Avrebbero voluto riprendersi tutto quello che avevano dato e dimenticarsi.
Egoisti come era egoista il loro amore.
Egoisti come era stato egoista il tempo a legarli insieme per così tanto e poi a lasciarseli sfuggire in un attimo.


-Te ne vai.-
-Me ne vado.-
Raffaele aveva sospirato, un sorriso triste che tirava le labbra pallide.
-Perché?- aveva chiesto l'angelo, con la voce spenta che si può avere solo alla fine di qualcosa di meraviglioso.
-Lo sai il perché.-
-Ti ho amata così tanto che ho dimenticato tutto il resto. Tutte le risposte. Dimenticate. Non lo so, il perché.- una lacrima, l'ennesima, era scivolata giù per la guancia di lei, mentre raccattava la borsa da terra e usciva, chiudendosi la porta alle spalle.
Piangeva, l'angelo Raffaele, con le ali che richiuse sulla schiena e il capo appoggiato alle ginocchia. Piangeva per un'altra cosa persa che non avrebbe potuto riavere indietro.


Ed era stato tutto così meraviglioso che si erano scordati che le cose belle finiscono.
È l'amore che ci distruggerà, alla fine*.



Splik's corner

* Io amo gli Hefner e questa è una specie di citazione dalla loro canzone Love will destroy us in the end

Allora, eccomi qui, con l'ennesima stupidaggine  sdolcinata, con i miei personaggi psicotici privi di caratterizzazione, con le mie paranoie e le mie canzoni d'amore tristi. Insomma, almeno su queste cose non mi smentisco mai! :D
Comunque, tutta questa roba inutile e scritta in due notti (sì, perché per arrivare a produrre un orrore del genere mi ci vogliono addirittura due notti!) potrebbe essere solo l'inizio di una serie di quattro one-shoot (It's the love and the hope and the truth and the faith that will destroy us in the end.)
E questo mi terrorizza.
Arrivo alla fine del mio angolo autrice e mi accorgo che non avevo nulla di importante/interessante da dire...
Grazie per aver letto :)

Splik

 

  
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