Crossover
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Autore: moira78    14/10/2006    2 recensioni
La Shikon no Tama è di nuovo in pezzi, e Naraku trama nell'ombra qualcosa di nuovo e terribile. Ma stavolta ad aiutare Inuyasha e i suoi amici ci saràla più scatenata banda di arti marziali di Nerima!
Genere: Azione, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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LA PARTENZA DI RANMA

 

 

Mousse imprecò quando un maialino nero a lui noto gli sfrecciò trai piedi grugnendo e squittendo. “Dannato Ryoga, stavi quasi per farmi cadere! Ma aspetta che ti prenda e…” Non proseguì, perché andò a sbattere contro un albero; quando si rialzò vide Ranma e Ryoga parlare animatamente tra loro, e decise che, dopotutto, poteva anche spiare…

 

 

Le mani rugose si mossero lentamente sulla fronte nivea di Kagome, manovrando la Kokoro tounan con lenta consapevolezza. Sentiva l’anima della ragazza vibrarle tra le dita nodose, e provò un misto di timore e rispetto; pregò che tutto andasse per il verso giusto.

 

Shampoo la osservava curiosa dalla finestra (magari posso trarre qualche insegnamento per togliere di mezzo quel maschiaccio di Akane!) pensò in un baleno.

“Shampoo che fai? Spii?” La voce nota la fece sobbalzare, e l’amazzone provò una remota punta d’imbarazzo. “Stai zitta spatolaccia, magari riesco a fare fuori Akane con la Kokoro Tounan!”

Ukyo sospirò alle sue spalle “Shampoo ma tu non hai sentito niente?” Domandò lentamente. La ragazza dai capelli viola si voltò, distratta dalle sue parole “Cosa…?!”
”Nella grotta. Non hai sentito…i pensieri?” Shampoo smise di stringere le ante della finestra, e si sedette accanto a lei “Vuoi dire…che quello stupido di Mousse…stava pensando?” Ukyo la guardò interrogativamente.
”Sì, ecco – spiegò lei arrossendo – stava dicendomi una delle sue solite sciocchezze. Ma in effetti non ho visto la sua bocca muoversi”
Ukyo si strinse le ginocchia tra le braccia, e vi poggiò la fronte “Credo che fosse una specie di magìa dovuta ai poteri di Midoriko. Un fenomeno incredibile. Io ho sentito…i pensieri di Ranma, sai…mentre Akane faceva quella magie…con i demoni”
Shampoo fece un gesto di diffidenza  “E’ tutto merito di quella Midoriko, che ha preso il suo corpo e l’ha manovrata. Da sola non avrebbe mai potuto fare nulla”
”Ti sbagli. Akane è uno spirito forte, ed è la reincarnazione di Midoriko; non è stata scelta a caso”
Shampoo si voltò indignata “Ukyo Kuonji, da quando parli bene di Akane Tendo?!” Sibilò sottolineando nomi e cognomi.

“Da quando ho scoperto che Ranchan la ama”
Shampoo rimase zitta, incassando il colpo con gli occhi spalancati.

“E’ quello il pensiero di Ranma che ho udito; lui temeva che morisse subito dopo aver rinchiuso i demoni nel Vaso, e temeva di non avere più tempo per dirle quanto lui….”
”ZITTA!!! STAI ZITTA BUGIARDA!!!” Gridò l’amazzone tappandosi le orecchie “TU…TU SEI UNA…BUGIARDA!!!” Ribadì strillando come una bimbetta capricciosa prima di correre via, lontana da quell’affermazione folle. Ukyo rimase in silenzio, guardandola allontanarsi, chiedendosi, e forse sperando, di essersi davvero immaginata tutto.

 

 


Akane sedeva sotto un albero guardando la pallida luna. Una lacrima silente le rigò il volto; Ranma l’aveva lasciata, quel BAKA aveva rotto il fidanzamento di sua spontanea volontà! Voleva odiarlo, ma non poteva. Era stata così vicina a dirgli ciò che per lei significava, e lui…se n’era andato, sopraffatto dal rimorso e dal senso di colpa.

Una sagoma nera comparve nel buio, protendendo il musetto roseo verso di lei. Ryoga correva a perdifiato per mettere le mani addosso a Ranma dopo che LUI aveva lasciato morire Akane in quella grotta, quando una sorgente ben nascosta nei cespugli lo aveva fatto rimpicciolire trai vestiti…

“Oh P-chan” mormorò Akane prendendolo fra le braccia e cullandolo contro la sua guancia. Ryoga alzò lo sguardo, sentendo che era umida: Akane stava piangendo, e credeva di sapere anche per colpa di chi…

“Quel…quell’idiota ha rotto il nostro fidanzamento perché si sentiva in colpa!” P-chan grugnì; aveva ben donde di sentirsi in colpa! Aveva lasciato che la sua fidanzata fosse artigliata da quell’essere mostruoso!

“La verità – continuò lei piangente – è che in quella caverna eravamo tanti, ma i demoni erano di più. Kikyo mi ha persino tolto la voce per non gridare, e poi…e poi uno dei demoni mi ha colpita e io…” Akane s’interruppe, sopraffatta dai singhiozzi. P-chan abbassò le orecchie, costernato.

“Quando mi sono svegliata era già finito tutto – proseguì asciugandosi il viso con il dorso della mano - non ricordo nulla di quello che è successo in quella grotta. Non è colpa di Ranma se mi è accaduto tutto ciò, lui…lui ha sempre fatto tanto per me…”

 

P-chan si divincolò nel suo abbraccio e corse via “Ehi! – lo chiamò Akane – te ne vai anche tu?!”. Ryoga vide Ranma allontanarsi con lo zaino in spalla, e gli saltò sul braccio azzannandolo con i canini aguzzi.

“AHIA! Brutto maiale, che cavolo vuoi??!!” Gridò versandogli addosso dell’acqua calda. Ryoga non tentò nemmeno di rivestirsi, ed afferrò Ranma per il bavero “Razza di animale, come puoi lasciare Akane in questo modo?! Dopo quello che le hai fatto per giunta!!!!” Ranma si accigliò, fissandolo “E’proprio per quello che le ho fatto…che me ne vado. E rivestiti idiota”
Ryoga indossò i vestiti in fretta, e con i pantaloni ancora a metà prese a saltellare verso il ragazzo col codino, che già se ne andava di nuovo “Dove…dove credi di andare idiota!” Gridò incespicando nell’orlo dei calzoni. Ranma si girò furente “Che diavolo pensi che possa fare per lei dopo averla praticamente uccisa???!!!”
Ryoga gli diede un pugno su volto, e il labbro di Ranma cominciò a sanguinare; il ragazzo si girò infuriato “Vuoi combattere??!”
”Non con uno stupido come te” Sentenziò Ryoga voltandosi e sistemandosi la cintura.

Ranma si asciugò il labbro, fissando la scia di sangue come istupidito “Che…che vuoi dire?”

“Che stai facendo soffrire Akane!! L’hai mollata nonostante lei…”

“Nonostante lei…cosa?”
Ryoga realizzò quello che stava per dire, e arrossì “Bè, essere P-chan mi ha fatto scoprire un mucchio di cose, per esempio che Akane non riesce a starti lontana, e che tu sei un essere umano e puoi anche non riuscire a salvare il mondo da solo”
Ranma fissò l’amico con curiosità “Che dici Ryoga, stai bene?”

“No!” Fece lui in un gesto esasperato “Perché Akane soffre, e sempre per causa tua! Torna da lei, sii uomo, diavolo!!”

Lui fece un sorrisetto storto “Ma come P-chan, non sei contento che Akane ora sia tutta tua? Magari con me lontano potresti anche conquistarla” Disse senza pensarci.

Ryoga aprì la bocca in un’espressione beota, immaginandola singhiozzare tra le sue braccia e poi alzare il viso verso di lui pregandolo di baciarla, perché si sentiva sola e abbandonata…

Ranma gli schioccò le dita sotto il naso “Non sognare idiota” Gli disse. La faccia dell’amico tornò seria “Ti capisco Ranma. Ora vai per la tua strada, ad Akane ci penso io, la proteggerò come se fosse la mia fidanzgghghhh!!!” L’artista marziale gli aveva mollato un calcione sul viso lasciando un’impronta “Non è la tua fidanzata, ricordalo. Io voglio allenarmi per un po’ di tempo per migliorare e poterla proteggere sempre – disse arrossendo – per cui non ti avvicinare troppo a lei. Tornerò…prima o poi, quando sarò davvero degno di considerarmi il suo fidanzato” Senza aspettare risposta, imbarazzato e triste, Ranma voltò la schiena e andò via davvero.

 

 

Mormorò il suo nome molto piano, quasi temendo che potesse scomparire al minimo rumore. Riprovò. E due occhi scuri si aprirono illuminati di una luce nuova.

 

“Inuyasha” La sua voce era un pigolìo, debole e provata, ma il mezzodemone ne fu quasi commosso. Era il primo nome che pronunciava da quando era stata quasi sul punto di morire, e l’hanyou sentì la minaccia delle lacrime salirgli agli occhi ambrati. Così si voltò rudemente, borbottando seccato.

 

“Cosa? Che hai detto Inu….” Altro mormorio rotto.

 

Lui si voltò come una furia “HO DETTO CHE SEI UNA STUPIDA!! TI SEI FATTA FREGARE DA KIKYO E PER POCO NON CI SEI RIMASTA!! SAI QUANTO TEMPO SEI RIMASTA SENZA…SENZA…CONO….CONOSCEN….” Inuyasha si alzò di scatto, interrompendosi sulla minaccia di un singhiozzo e corse via.

 

Kagome rimase a bocca aperta, e a malapena si accorse di Kaede che si era accostata a lei, visibilmente provata dalla notte insonne ma incuriosita dalle urla di Inuyasha “Che diavolo gli è preso?” Chiese.

“Io…credo…che stesse per piangere” La vecchia miko alzò le sopracciglia stupita, e Kagome le domandò quanti giorni fosse rimasta senza conoscenza. La donna abbassò il capo mostrandole la Kokoro tounan. Le spiegò di come Kikyo avesse imprigionato la sua anima in quella perlina ormai inservibile, e di come intendesse servirsi di Akane/Midoriko per riprendersela.

“Sei rimasta tra la vita e la morte per quasi due settimane, per questo sei così debole. Adesso come adesso devi solo mangiare e ripos…cosa?” Kaede si interruppe vedendo le labbra pallide della ragazza muoversi impercettibilmente. Quando le udì pronunciare il nome di sua sorella ebbe una stretta al cuore.

“I demoni l’hanno sconfitta. Inuyasha…l’ha lasciata andare con loro, pur di salvare te”
Kagome tacque, gli occhi le brillarono e si inumidirono “Mi…dispiace…” Kaede scosse la testa “E’giusto così. Kikyo si sarebbe venduta al male pur di rubarti l’anima. Era divenuta troppo simile a quei demoni maledetti, ma ora grazie a Midoriko spero riposi in pace per sempre”

Kagome fu tentata di chiederle cosa avesse fatto Midoriko in quella grotta, ma il sonno la colse di sorpresa, e con l’immagine di Inuyasha nel cuore si addormentò quasi felice.

 

 

“Dannazione!!” Imprecò strofinandosi gli occhi “Che diavolo mi è preso?!”
”Non devi vergognarti di piangere per lei” Sentenziò una voce alle sue spalle.

“E chi ti ha detto che sto piangen…ah, sei tu”
Mousse sedette accanto a lui con un grugnito “Credimi, so come ci si sente. Shampoo mi ha spezzato il cuore qualcosa come un migliaio di volte”

“IO non ho il cuore spezzato!! Chiaro papero??!!”
Ma lui parve non ascoltarlo. Rimase seduto, il viso alzato al cielo da troppo tempo negato alla sua seppur pessima vista, le mani appoggiate dietro alla schiena, sull’erba “Ranma se n’è andato”
Inuyasha alzò un sopracciglio “Il mezzo uomo? E’tornato a casa senza la sua fidanzata?!
Mousse scosse la testa  “E’qui, nel Sengoku. L’ha lasciata. Si sentiva in colpa per la sua morte…temporanea”
”Tsè! Che vigliacco!”
Il ragazzo cinese assunse un’espressione grave. L’hanyou se ne accorse nonostante i suoi occhiali spessi “Se avessi involontariamente ucciso Shampoo…anch’io credo che sarei fuggito. Anzi, forse sarei morto. Devi ammettere che l’avvento di tuo fratello è stato un miracolo. Se non ci fosse stato lui….Credo che Ranma si sarebbe ucciso”
L’hanyou tacque. Che avrebbe fatto LUI se Kagome fosse morta per mano di Kikyo? Sentiva di capire profondamente i sentimenti di Ranma, ma non l’avrebbe mai ammesso davanti a quello strano ragazzo per metà papero, anche se nutriva una certa fiducia, e forse simpatia nei suoi confronti. Sorrise a metà “E tutti gli altri?”
Mousse alzò le spalle “Ukyo si è messa in cerca del suo Ranchan, Akane se n’è tornata a casa maledicendolo. In quanto a Shampoo e Ryoga sperano di trovare la Shikon da qualche parte ora che i demoni sono scomparsi. Io ho appena rinunciato”
”E perché?”
Il ragazzo si alzò spazzolandosi la lunga tunica dai fili d’erba “Bè. In realtà credevo che tu sapessi che fine aveva fatto. E’qui che è nata quella sfera, no?”
L’hanyou riflettè per un attimo “Se devo essere sincero non ho idea di che fine faccia dopo essere stata usata, anche se suppongo che, una volta trovata, vada purificata da capo da una miko. E’stata pur sempre utilizzata per scopi empi”
Mousse annuì lentamente “Già. Proverò a chiedere a Kaede-san, e al limite a quella ragazza acchiappa – spettri…”
”Sango”
”Già. Lei.” Gli tese una mano “E’stato un incontro strano ma pur sempre un buon allenamento. Addio Inuyasha”
Il mezzodemone si alzò sorridendo un poco “Sei l’unico di tutti quegli strampalati ad avermi chiamato per nome. Addio Mousse” Strinse la mano umana nella sua e lo vide allontanarsi. Pensò che, dopotutto, quella strana banda di artisti marziali del futuro gli sarebbe mancata.
Ancora sorridendo, si diresse verso la capanna di Kaede a vegliare sul sonno della sua Kagome, e magari a chiederle scusa per aver alzato la voce con lei.

 

 

Miroku si fissò ancora una volta la mano priva del Kazahana. Udiva delle voci dietro di sé; il ragazzo che si trasformava in papero stava chiedendo a Sango se sapeva dove potesse finire la Shikon  no Tama una volta utilizzata. La sentì rispondere che no, non ne aveva idea, ma forse Kaede avrebbe avuto una risposta. Niente da fare, aveva già chiesto e la miko non ne era a conoscenza. Sarebbe tornato a casa, e poi….

 

“Un momento” Esclamò più a se stesso. Sango e Mousse si volsero verso di lui.

“Voi lo sapete Houshi –sama?” Domandò lei speranzosa.

Miroku si accostò a loro “No ma…hai detto che la tua amica è tornata a casa, vero?”
”Si…Akane ha attraversato il pozzo ieri sera…”
Il monaco annuì più volte, riflettendo “Bè, magari Midoriko saprebbe darvi una risposta…ammesso che sia ancora in lei…”

Mousse si sistemò gli occhiali sul naso “Hai ragione – mormorò stringendo i pugni – lei potrebbe dirmi dove si trova ora la Shikon no Tama, io potrei usarla per tornare un ragazzo normale e Shampoo forse mi accetterebbe. Oppure potrei regalargliela come dono di nozze…ma ceeeertooo!” Esclamò come se il suo ragionamento non facesse una piega. Eccitato dall’idea, il ragazzo cinese si precipitò verso il pozzo.

 

Sango e Miroku si guardarono per un istante, fissarono diritto davanti a loro e poi scoppiarono a ridere: avevano notato,  in lontananza dietro a Mousse, una ragazza dai capelli viola, una con una spatola gigante sulla schiena, e un ragazzo con una bandana tigrata seguirlo a ruota, di nascosto.

 

 

Akane calciò violentemente il fantoccio col codino finto, facendolo volare dalla parte opposta della palestra “BAKA!!” Gridò alla stanza vuota; corse verso il suo ‘avversario’ e lo scosse violentemente, inchiodandolo poi con una presa “Non sei stato tu ad uccidermi!! MI HAI SENTITO RANMA??!! NON SEI STATO TUUU!!!” Il pupazzo si ruppe in due parti, e lei rimase immobile a fissarlo, versando lacrime calde sui suoi resti martoriati di paglia. “Stupido…baka…”
Soun Tendo si era profuso in pianti e minacce quando aveva saputo della ‘fuga’ di Ranma (Akane aveva evitato accuratamente di parlargli della sua ‘morte’, raccontandogli invece di un’aggressione da parte dei demoni), poi se l’era presa con Genma che, per tutta risposta si era trasformato in panda estraendo un cartello con la laconica frase “Io non ho figli!”. Happosay aveva aspirato la sua pipa dichiarando che Ranma era stato sconfitto da se stesso, e doveva allenarsi per un po’ lontano da casa, e Kuno, accertatosi che non ci fossero più demoni in giro, si era allontanato dichiarando che andava ad organizzare le sfarzose nozze che si sarebbero tenute finalmente tra lui ed Akane.

 

Akane invece era arrabbiata, molto arrabbiata. E amareggiata. Non aveva neanche salutato i suoi nuovi amici. Proprio quando le cose tra lui e Ranma sembravano essersi risolte, il baka se l’era data a gambe sopraffatto dai sensi di colpa! Come se avesse potuto sconfiggere da solo un’orda di demoni!! Lo odiava…Kami se lo odiava…! e lo amava…oh, se lo amava…

Aveva il cuore in mille pezzi, se solo avesse potuto l’avrebbe seguito. Ma sapeva che lui l’avrebbe rifiutata di nuovo; l’avrebbe aspettato per un po’, poi si sarebbe rituffata in quel dannato pozzo e si sarebbe ripresa il SUO fidanzato. Sì, avrebbe fatto proprio così, si disse rientrando in casa per farsi un bagno rilassante; se Ranma non fosse tornato entro un mese o due sarebbe tornata nell’era Sengoku, lo avrebbe afferrato per il codino e….

 

“AKANE TENDOOOOOOO!!!” Per un attimo temette che fosse quel pazzo di Kuno con smoking e fedi nuziali pronte, poi vide Mousse, Shampoo, Ukyo e Ryoga che correvano nella sua direzione come se avessero un….demone alle calcagna

(Che diavolo vorranno da me adesso?! Non ci sarà qualche altro mostro…!)

Quando si fermarono avevano un fiatone tale che riuscirono a parlare solo dopo qualche minuto “Insomma, si può sapere che vi prende??!! E’…è successo qualcosa a Ranma…?” Per un attimo la probabilità le parve così plausibile che il suo cuore accelerò i battiti.

“Lanma? A proposito dov’è il mio Lanma…?” Domandò Shampoo come svegliandosi da un sogno.

Akane si portò un indice alla fronte, come riflettendo “Shampoo, non credo che ti farebbe piacere saperlo…” Ma prima che l’amazzone potesse ribattere, Ryoga le piantò senza tanti complimenti un gomito sulla testa facendosi avanti “Akane, tu sai dov’è finita la Shikon no Tama?”

Lei lo fissò per un attimo senza capire. Poi ricordò a cosa si riferiva, e scosse la testa “Ma tu non sei la reincarnazione di Midoriko??!” Strepitò Shampoo spintonando Ryoga alle sue spalle.

“Sì ma…lei ora non è più…in me” Il sospiro di disappunto fu unanime “Però – tentò Mousse – magari se tu volessi potrebbe tornare…”
Akane fece spallucce “Proprio non so. La volete per annullare la maledizione delle Sorgenti di Jusen, vero?”

“Già” Fece Ukyo incrociando le braccia.

“E a te a che serve?” Domandò Akane sospettosa.

“Semplice! Voglio…regalarla a Ranma per avvicinarlo a me” (Anche se ormai…forse…) Pensò poi sconsolatamente.

La più giovane delle Tendo le volse le spalle, colpita sul vivo, e Ryoga e Mousse si guardarono complici. Le altre due pretendenti colsero l’espressione di intesa, e si affrettarono a chiedere se sapessero dove fosse.

“Bè…ecco… - cominciò il ragazzo con la bandana – io credo che sia rimasto nel passato per allenarsi”
”Già” Gli fece eco Mousse. E Akane capì. Capì che loro sapevano e preferivano, per ovvi motivi, tacere il vero motivo a Shampoo ed Ukyo. Il sorriso di gratitudine gratificò soprattutto Ryoga, a malapena resosi conto del fatto che Akane non avesse chiesto anche a lui perché volesse la Shikon.

“E non avete paura che Lanma la stia cercando nel Sengoku per poterla usare tutto da solo?!” Domandò stupita Shampoo. I due balbettarono qualcosa, ma non riuscirono ad impedire che l’amazzone e la chef di okonomiyaki si lanciassero di nuovo in direzione del pozzo mangiaossa chiamando il nome di Ranma a gran voce. Solo Ryoga rimase indietro (e infatti di lì a poco si sarebbe perso) per dare un altro sguardo alla sua Akane.

“Sei…stai bene?” Domandò impacciato.

Lei sorrise triste “A parte il fatto che il mio fidanzato mi ha appena mollata…sì, sto bene”
Ryoga scosse la testa “E’stato brutto quello che ti è accaduto, mi sono davvero…davvero spaventato. Ma so una cosa. Ranma non è del tutto colpevole; quei demoni erano troppo persino per tutti noi messi insieme, figurarsi per lui da solo”
Lei lo fissò con un’espressione di stupore “Ryoga! Ti fa molto onore parlare così di Ranma; significa che in fondo in fondo siete dei veri amici” Il ragazzo balbettò qualcosa di incomprensibile, nell’imbarazzo totale per le parole di ammirazione di Akane. Poi si decise a seguire gli altri prima che lei gli facesse altre domande “Bè… a presto Akane-chan”
”A presto Ryoga, e buona fortuna. A proposito, perché tu…”
”Oh, diavolo è quasi notte, è meglio che mi metta subito in marcia prima che diventi troppo buio…ciaoooo!”
Akane lo guardò allontanarsi perplessa (Che fretta!) Pensò. Stava già voltandosi per andare a fare quel bagno che si era prefissata, preparata ad una notte insonne a maledire Ranma, quando Ryoga la richiamò.

“Cosa?”

Lui sorrise, enigmatico e un po’ imbarazzato, poi disse solamente “Tornerà”, quindi si volse e sparì nel tramonto. Akane rimase per una mezz’ora buona a fissare l’orizzonte dove Ryoga era sparito, il cuore in tumulto. Poi si chiuse il cancello dell’entrata alle spalle e rientrò in casa.

 

FINE

 

 

   
 
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