Anime & Manga > Black Lagoon
Segui la storia  |       
Autore: MissyHarry    15/03/2012    2 recensioni
Una vecchia conoscenza di Revy, una nuova associazione che tenta di prendere il sopravvento sull'Hotel Moscow e i soliti fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge.
Perché in fondo un traditore, anche se passa dalla tua parte, rimane pur sempre un traditore.
RevyxRock, accenni... O forse qualcosa di più di semplici accenni, hmmm...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 7.

Let's get ready to rumble!





"Cazzo, cretino!" Mark alzò nuovamente il pugno sopra il giapponese, pronto a sferrargliene un altro. Rock era steso a terra con un occhio nero, e aveva sputato un grumo di sangue che gli aveva impregnato la camicia. "Non chiamarmi cretino!" sibilò, scagliandosi nuovamente contro l'inglese. Era riuscito a difendersi, dopotutto: anche il biondo presentava parecchi lividi, e non sarebbe stato facile determinare chi fosse messo meglio. Il moro alzò una gamba, mollandogli un calcio alla bocca dello stomaco e facendolo cadere all'indietro. Si alzò sui gomiti, tossendo e strizzando l'occhio colpito. Non perse nemmeno tempo a chiedersi perché si stessero picchiando; fosse stato solo per Revy, probabilmente dopo qualche pugno avrebbe cercato di calmarlo; ma evidentemente aveva solo una gran voglia di sfogare la tensione accumulata da giorni, e quest'opportunità di picchiare lo spocchioso e prepotente inglese era proprio capitata a pennello.

 

Improvvisamente un boato echeggiò dietro di loro, e Mark si alzò, il pugno a mezz'aria. "Che diavolo…?" Il giapponese voltò lo sguardo oltre le spalle dell'altro, lo sguardo concentrandosi. "Sembrava provenire da là dietro…" I due si guardarono, sgranando gli occhi. "Ma là non è dove dovevamo andare…?"

Mark gli lasciò il bavero, facendolo barcollare all'indietro e voltandosi con le mani nei capelli. "Cazzo… Cazzo!" Si mise a correre verso l'angolo della strada, seguito a ruota da Rock. "Porca puttana…" Mugugnò gemendo, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Il moro fece cautamente capolino dall'angolo, sporgendosi verso la fonte del rumore, e scorse da lontano un'auto che si stava dirigendo a tutta velocità verso il locale, seguita da quella che sembrava essere una moto. Da come sbandava, quella vettura aveva probabilmente qualche problema al motore. "Ma che diavolo…" la sua domanda venne interrotta da un doloroso pugno che si abbatté sulla sua spalla. Lanciò un'occhiata stizzita verso l'inglese, che si stava massaggiando le nocche furente. Aprì la bocca per protestare ma fu interrotto tempestivamente: "Dutch ci ucciderà!!" si stava lagnando il biondo, con tono lamentoso. "Se tu non avessi cominciato a…" 

'Ah, santo cielo' pensò Rock. Chiuse gli occhi, smettendo di ascoltarlo, e prese un profondo respiro, facendo appello a tutta la sopportazione che aveva pazientemente esercitato nei lunghi anni passati da colletto bianco. Con estrema calma poggiò una mano sulla spalla di Mark, tenendo gli occhi esasperati ben serrati. "Mi sembra proprio il caso" proruppe, interrompendo il suo sproloquio "di soprassedere, ora". Aprì gli occhi e si volse nuovamente verso l'auto: ora che si erano più avvicinati, riusciva a distinguere chiaramente due figure a cavallo della moto che la inseguiva. Aguzzò lo sguardo. "Mh…" 

L'altro allungò il collo, scrollandosi di dosso con stizza la mano di Rock. "Ma cazzo! È Revy!" strepitò, riconoscendo la pistolera. Si sbottonò teatralmente la giacca, lasciandola cadere a terra come un improvvisato paladino della giustizia, e corse verso di loro.

 

Il giapponese deglutì, allentandosi la cravatta e raccogliendogli la giacca. Gli lanciò un'occhiata seccata - che schifo, sotto ha sempre la stessa maglietta, ma si laverà mai quel punk…? - e si diresse velocemente verso la più vicina cabina telefonica.

 

 

Revy stava cambiando il caricatore della beretta ed aveva abbassato la guardia, quando il guidatore, approfittando della breve pausa, voltò lo sguardo verso il compagno ferito, mettendogli una mano sul braccio che si stava muovendo in direzione della pistola. Quest'ultimo lo fulminò con lo sguardo, smarrito.

"Rispondere al fuoco è una stronzata, ci rallenta e basta!" si giustificò, riportando con uno scatto entrambe le mani sul volante. "e poi hai un braccio a fanculo e…" sterzò, interrompendosi "…La mira a puttane… Risparmia i proiettili!" L'europeo a suo fianco lasciò perdere rassegnato, ammettendo la logica del suo discorso e afferrò la maniglia della portiera. "Ecco, bravo…" biascicò il primo, facendo del suo meglio per uscire dalla traiettoria della rossa "tieniti pronto, che ora scendiamo". 

Appena sbucati nella via del nightclub, frenarono di botto e scesero precipitosamente verso l'ormai vicina entrata del locale. 

 

Eda sgranò gli occhi, colta alla sprovvista, e fu costretta a frenare di botto. Sterzò violentemente, e Revy perse l'equilibrio per un attimo aggrappandosi alle spalle della bionda per non cadere. Aprì la bocca per sibilare un'imprecazione, ma la ricacciò indietro poco dopo quando li vide precipitarsi fuori dall'auto. Tirò una gomitata all'amica che stava frugando freneticamente nella fondina alla ricerca delle sue pistole, e scesa dalla moto si lanciò all'inseguimento.

La suora indugiò un momento, sentendo un rumore alle sue spalle. Appena prima di voltarsi, sentì un colpo secco alla nuca, e senza che riuscisse ad emettere qualsiasi suono la sua vista cominciò lentamente a rabbuiarsi, la figura sfocata dell'amica che oramai era già lontana.

 

"Eda, cazzo! Coprimi!" Gridò la rossa al vento, incurante di ciò che stava succedendo alle sue spalle. Continuando a correre, seguì i due uomini verso il bar, stupendosi che non stessero minimamente rispondendo al fuoco. Lanciò un'occhiata nervosa intorno, temendo di essere caduta in una trappola, ma non notando nessuno si limitò ad addossarsi al muro di un edificio vicino e apprendere di mira con più cura la porta principale del locale dove i due uomini erano diretti.

 

"Dov'è finita quella puttana??" L'uomo ferito si stava freneticamente stringendo la pistola al petto, correndo ed ansimando. La ferita non stava certo migliorando.

Maledisse gli anni di fumo che stavano certamente contribuendo a rallentarlo, invidiando il fisico atletico dell'altro, prima di vederlo sparire oltre la soglia spalancando i battenti della porta. Sentì un vociare concitato avvolgerlo ed inghiottirlo; tese un braccio come a chiedere aiuto, ma un colpo della pistola di Revy lo freddò, facendolo cadere bocconi a terra. 

La rossa lo raggiunse correndo, dandogli un calcio per accertarsi della sua morte e poggiando una mano sulla porta del locale. Alzò le pistole e la aprì con un calcio.

 

 

 

"Rispondi… Rispondi…" bisbigliava Rock, tamburellando impaziente le dita sulla cabina telefonica. Sembrò risollevarsi leggermente quando sentì la voce roca e seccata di Dutch sbraitare un "Chi cazzo è?!" di risposta.

"Oh, buonasera, Dutch!" tentò di indorare il giapponese, con tono forzatamente allegro. "…Eh, no, veramente non abbiamo…" deglutì, sentendolo sbuffare incazzato nero. Lo sapeva, il boss sospettava fin dall'inizio che mandare loro due insieme in missione sarebbe stato controproducente. "Come dire…" scrollò le spalle, come se l'interlocutore potesse vederlo. "Diciamo che è arrivata Revy sparando. No!" Si affrettò ad aggiungere "non ci hanno ancora visto. Cioè, lui sì, è entrato…" si sporse leggermente verso il locale "non lo vedo più, sarà dentro con lei". La sua voce assunse una sfumatura di stizza che non passò inosservata dall'altra parte del filo. "Ah, già! C'era pure Eda, ma non… Sì, Ok, cazzo te ne frega". Roteò gli occhi, sospirando fra sé e sé. "Sì, mi spiace se stavi dormendo, però… Eh… Certo, anche Benny…" Si rigirò fra le mani il colletto della giacca di Mark. "Ecco, mi chiedevo se potete… Sì, diciamo, venire qua in macchina…" si passò una mano fra i capelli, la cornetta incastrata fra l'orecchio e la spalla. Perché toccava sempre a lui la parte più antipatica? Strizzò gli occhi, precipitandosi ad afferrare il telefono e ad allontanarlo dall'orecchio. La voce incazzata di Dutch gli stava trapanando il cranio. Improvvisamente, un'ondata di odio lo pervase; staccò il cervello e smise di ascoltare le imprecazioni dell'uomo, stringendo convulsamente la giacca del biondo e gettandola in un cassonetto dell'immondizia poco distante.

 

 

 

Benny aprì lentamente la porta della sua camera con una flemma indescrivibile, strofinandosi gli occhi. "Ehi, Dutch…?" Si era infilato una camicia al contrario nel buio della stanza, e a quanto pareva non era riuscito a trovare gli occhiali. "Chi era? È successo qualcosa di… Dutch…?" tentò di aguzzare la scarsa vista, tanto da distinguere un'informe massa nera seduta su uno sgabello e china su se stessa. 

"Ehi, capo, tutto bene…" Si avvicinò, ma fu respinto in malo modo. "No, niente va bene!" Sbraitò il nero, alzandosi di scatto ed afferrando il gilet. "Prendi le chiavi dell'auto e muoviti, dobbiamo andare. Qui nessuno sa fare un cazzo da solo!"


---


Angolo autrice~

Sì, sì, è una vita che non aggiorno. Devo comunque ringraziare le due gentilissime ragazze che, nonostante tutto, mi hanno seguita comunque: siete state davvero gentili!
Ho avuto un periodo orribile, pieno di esami - universitari e non - che mi hanno letteralmente succhiato la vita... Spero di avere più tempo ora!
Non mi dilungo troppo in scuse, dato che sarebbero piuttosto inutili comunque... Sappiate che d'ora in poi gli aggiornamenti saranno sicuramente più frequenti!

Grazie a Queen of Dragons e  nana21guns ! Baci a tutti!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Black Lagoon / Vai alla pagina dell'autore: MissyHarry