Rivelazioni che fanno male
Quando i due Card Captor si
incontreranno,
fra loro sarà odio,
lei cercherà amicizia
e
lui si innamorerà.
E quando verrà il momento
i due saranno
destinati a rimanere insieme.
Fra loro sarà amore,
lei non lo
capirà subito,
e a lui mancherà il coraggio di
dichiararsi.
Solo grazie a delle difficoltà
capiranno i loro
sentimenti.
Quando calerà la 48° luna piena
Dal loro primo
incontro,
se non si saranno dichiarati entrambi
i loro
sentimenti d’amore verranno cancellati,
per sempre.
Sakura
era in ritardo, un’altra volta.
Quella mattina non aveva sentito
la sveglia, come sempre d’altronde.
Stava correndo a perdi fiato
verso la scuola, la cartella in spalla. Aveva
dimenticato il
pranzo e, come se non bastasse, non aveva fatto colazione.
Era
quasi arrivata, vedeva la torre dell’orologio da lontano.
Davanti
a lei c’era un semaforo, era giallo. Diede più forza alle gambe e
riuscì ad attraversare la strada per il rotto della
cuffia.
Tomoyo la stava aspettando al cancello della scuola,
rallentò la corsa e si
fermò davanti alla
ragazza.
-Buongiorno Sakura!-
-‘giorno Tomoyo!-
-Hai visto
Li per caso?-
-No, perché?-
-Niente… dovevamo solo parlare di
una cosa…-
-Credo di non capire…-
-Beh, non importa-
Le due
amiche si avviarono verso l’interno dell’edificio.
Shaoran vide
Sakura.
-Sakura !-
La ragazza si voltò di scatto : -Oh, ciao
Shaoran !-
-Ciao Tomoyo!-
-Ciao Li! Ah, ti volevo parlare…-
prese il cinese in disparte.
-Ehi! E io che
faccio?-
-Aspettaci in aula! Noi arriviamo fra poco!-
-…Ma
…-
-Niente ma! Vai in classe!-
-Ok…-
-Di che volevi
parlarmi?- chiese, anche se sapeva già la risposta.
-Sakura-
infatti.
-Che ho fatto stavolta?-
-Niente di male, ma insomma,
vi conoscete da tre anni a te lei piace
da ormai… aspetta, da
quanto? Ah, si! Ti piace da un anno e non le hai
ancora detto
niente!-
-Ma non è colpa mia se quando la vedo tutto il mio
coraggio va a farsi
benedire! Lo sai che quando cammina, quando
parla, quando mi guarda… io …-
-Si, lo so. Ma dovrai parlarle!
Non hai visto che da quando Yukito
l’ha rifiutata sta male,
anche se cerca di nascondere la verità-
-Si, l’ho notato, e
questo mi fa stare male…-
-E allora perché non glielo
dici?!-
-Ci proverò…-
Sakura era seduta in classe, da
sola. Senza Tomoyo e Li si sentiva veramente
sola. Sola. E’
questo che sarebbe stata tutta la vita… si, da quando Yukito
l’aveva rifiutata non era più riuscita ad amare nessuno. Tomoyo
le aveva
detto più di una volta di guardarsi in giro, che
c’erano altri ragazzi, ma
il suo cuore era morto con la speranza
di una vita vicino a Yukito.
Ricordava ancora quel giorno, e
quel pensiero la intristiva ancora di più.
Appoggiò la testa sul
banco e si crogiolò nel suo dolore. Delle lacrime
iniziarono a
rigarle il volto ma le asciugò subito, aveva paura che qualcuno
la vedesse.
In quel momento entrarono in classe Tomoyo e Li.
Quando la ragazza vide
l’amica che piangeva le si avvicinò e si
inginocchiò a terra.
-Ancora?-
-Si! Non riesco a non pensare a
lui!- e scoppiò in un pianto
disperato sulla spalla
dell’amica.
-Dai Sakura, non piangere…- disse allora il
giovane
-… Non… Non ci riesco!-
Dopo un po’ Tomoyo riuscì
a tranquillizzare l’amica.
-Ora ti senti meglio?-
-Si, grazie.
Era da un po’ che non mi sfogavo così-
-Buongiorno ragazzi!-
-Buongiorno
Professore!-
La lezione di giapponese trascorse senza nessuna
novità.
-Ragazzi, voglio presentarvi il nuovo insegnante di
educazione fisica.
Accogliete la signorina
Mizuki!-
-Buongiorno ragazzi, forse qualcuno di voi mi conosce
già. Due anni
fa ho insegnato matematica in questa
scuola-
-Beh, ora io vado! Vi lascio, la mia ora è finita-
Il
professor Terada uscì dall’aula lanciando uno sguardo speciale a
Rika.
-Ora ragazzi andiamo in giardino, una volta là decideremo
che cosa
fare-
Tutti gli alunni si alzarono di scatto e
uscirono dalla classe in fila
ordinata (al contrario della mia
di classe!!! Ndio).
Una volta in giardino, i ragazzi iniziarono a
rifilare alla professoressa
una decina di sport:
-Potremmo
giocare a calcio!-
-No, giochiamo a pallavolo-
-Macché
pallavolo! Facciamo Basket!-
-Noi vogliamo giocare a palla
prigioniera!-
-No! Giochiamo a palla base!-
-Facciamo la corsa
ad ostacoli!-
-Staffetta!-
-No, no… Salto in
alto!-
-Facciamo una mini gara di resistenza-
-No la
resistenza, facciamo i 100 m!-
-E se facessimo salto in
lungo?-
-Useremo gli ostacoli- disse infine la nuova
professoressa
Un lieve brusio si diffuse fra gli alunni.
La
donna preparò la pista e, facendo scorrere l’elenco, lì chiamò
uno ad uno.
-Li Shaoran!-
Il ragazzo si fece avanti e
senza troppa difficoltà, fece l’intero percorso
in mezzo
minuto.
-Bravo Li! Ora tocca a Kinomoto Sakura!-
Sakura fece
un passo avanti e si sentì le gambe cedere, ma non lo dette a
vedere: non voleva che i suoi amici si preoccupassero per lei,
ma era dalla
sera precedente che non si sentiva molto
bene.
Prese la rincorsa e saltò il primo ostacolo. Sorrise. Ci
era riuscita! Non
che in passato non ne fosse stata capace, ma
si sentiva molto debole.
Il secondo ostacolo era innanzi a lei,
l’immagine le si presentava sfuocata.
Alzò la gamba, pronta a
saltare ma andò a picchiarla dolorosamente contro
l’asta.
La
ragazza capitolò a terra, svenuta.
La professoressa Mizuki corse
da lei, seguita a ruota dall’intera classe.
-Sakura!- la ragazza
a terra non si mosse.
-Li, portala in infermeria. Rimani là,
ormai la lezione è finita- ordinò l’insegnante
Il ragazzo la
prese in braccio e si avviò verso l’edificio.
Infermiera:
-Mettila sul letto-
-Questo?-
-Si…- la donna prese un
termometro e misurò la temperatura della ragazza
stesa nel letto
con le candide lenzuola.
-Ha la febbre?-
-No, sembrerebbe solo
denutrita-
-Vado a prenderle qualcosa da mangiare-
-No. Tu
stai qui. Vado io-
Li rimase tutto il giorno accanto a
Sakura.
La ragazza aprì gli occhi solo un’ora prima della fine
delle lezioni.
-Dove sono?- chiese alzandosi lentamente dal
letto.
-Sei in infermeria. Durante l’ora di fisica sei svenuta e
la
professoressa Mizuki ti ha fatto portare qui-
-Da quanto
sono qui?-
-Tre ore-
-Ma ho perso quasi tutto il giorno di
scuola! Devo tornare in
classe-
-No, ora mangia- le porse un
vassoio contenente della pasta e un po’ di
pane.
-Non ho
fame…-
-Ma devi mangiare, è per questo che sei stata
male-
-Oh, Shaoran! Sei sempre così gentile a preoccuparti
per me- prese
in mano la forchetta e l’affondò nel
piatto.
-Sakura…-
-Eh?- aveva la bocca piena.
-Vedi, io
volevo dirti una cosa-
-Dimmi-
-
Sakuraiosonoinnamoraotoditedallaprimavoltachetihovistomanonhomaiavutoilcoraggiodidirtel!-
-Che
hai detto?- la forchetta le era caduta di mano.
-Io… ho… beh, ho
detto che … insomma … io ho detto che tu…-
-Sakura, come
stai?-
-Sto bene ora, grazie-
-Ho temuto per te quando ti ho vista a terra-
-E
dai, ti ho detto che ora sto bene!-
Tomoyo si accorse in
quell’istante che Li la stava guardando. Più che
guardando la
stava fulminando con lo sguardo.
-Ho interrotto qualcosa senza
saperlo?- gli mormorò all’orecchio.
-Veramente si-
-Posso
sapere che cosa?-
-Stavo per dirglielo…- era arrossito talmente
tanto che da lontano
poteva sembrare un peperone.
-No! Se lo
sapevo prima non vi avrei interrotto! Scusa Li!-
-Non fa niente…
forse non sono destinato a fargli conoscere i miei
sentimenti…-
-Basta vedervi per capire che siete fatti uno
per l’altra-
-Forse…-
I due amici insistettero a lungo per
accompagnarla a casa.
-Vi ho detto di non preoccuparvi!-
-Dai
Sakura, vogliamo solo darti una mano-
-No, davvero. Non mi serve
aiuto-
-Sakura, devi capirci. Siamo preoccupati per te, non
vogliamo che ti
succeda niente-
-Ok…- guardò l’amico con
tenerezza e lui distolse lo sguardo.
-Che stupida! Mi sono
ricordata solo ora che devo fare delle
commissioni per mia
madre!-
-Ma Tomo…- era già andata.
-Beh, andiamo?-
Sakura:
-Si-
Li iniziò a camminare a mo di robot, era in
imbarazzo.
-Che hai?-
-Niente-
-Se lo dici tu… a proposito,
cosa mi stavi per dire questa mattina,
in infermeria?-
-Beh,
ti stavo dicendo che…-
-Che…?-
-Ti stavo dicendo che io,
insomma… io…-
-Tu..?-
-Io… beh, io… Sakura, io… volevo dirti
che…-
-Dillo dai!-
-Sakura, io…-
-Guarda! Siamo arrivati a
casa mia!-
-Ah, si…-
Sakura: -Cosa stavi dicendo?-
-Ah!
Sakura io… io… io ti… ti volevo dire che… che… volevo dirti che io
ti amo!-
Sakura lo guardò un attimo sorpresa. Nella sua mente
iniziarono ad
affollarsi molte immagini confuse. Vide il primo
incontro che aveva avuto
con Li, vide il giorno di natale,
quando lui andò al luna park con Meilin,
quando la confortò dopo
che Yukito la rifiutò. –"Quello che mi ha detto…
l’amore non è
lontano, presto lo troverai anche tu"-
No, quelle non erano
parole da amico, erano qualcosa di più, era parole
cariche di
desiderio. Le vennero in mente gli sguardi di Li e allora capì
che quello che le aveva detto non era menzogna.
La ragazza lo
fissò un attimo. Aveva il capo chino, probabilmente non aveva
il
coraggio di guardarla. Sakura lo fissò ancora, doveva ammettere che
era
un bel ragazzo, e poi le era sempre stato accanto quando era
in difficoltà.
Sakura non sapeva che cosa dire al ragazzo, lei
non lo amava! –"O forse
si?"-
-"Ma che dico?"-
-"Forse è
la verità!"-
-"No, io non amo Li…"-
-"E se invece fosse
così?"- la ragazza arrossì in viso –"Vidi! Arrossisco
pure!"-
-"No, non è vero!"-
-"E allora perché sono ancora
qui e arrossisco?"-
-"Basta! Non voglio più sentirne parlare di
questa storia!"-
La ragazza diede le spalle al cinese e corse
verso casa, senza sapere perché
lo faceva.
Li l’aveva
osservata mentre correva e sbatteva la porta.
-"Perché l’ha
fatto?"-
Rimase un attimo a fissare l’uscio della casa e poi se
ne andò a testa
bassa. Pensava che Sakura non l’avrebbe presa
bene, ma in quella maniera!
–"Forse non avrei dovuto
dirglielo…"-
Sakura sbatté la porta alle sue spalle, si
accasciò a terra e scoppiò in un
pianto silenzioso.
Tuoya,
che era in cucina, corse nell’ingresso, per vedere chi aveva
provocato quel rumore, quando trovò la sorella che piangeva
vicino alla
porta.
-Sakura… che hai?-
-Tuoya…!- corse in
contro al fratello e pianse sulla sua spalla,
ancora senza
sapere il motivo di quel pianto.
Tuoya accompagnò la sorella
in camera e poi uscì, senza chiedere
spiegazioni.
Sakura
pianse a lungo, per Yukito e per Shaoran. –"Shaoran…"-
Pensare il
nome di quei ragazzi le faceva male.
Kero-chan se ne stette nel
suo cassetto e non disse niente alla padrona.
Quando Sakura
si calmò un po’, prese il telefono in mano e chiamò
Tomoyo.
-Pronto?-
-Tomoyo? Sono Sakura…-
-Sakura… hai la
voce strana… sembra che tu abbia pianto…-
-Si, beh, è di questo
che i volevo parlare…-
-Va avanti…-
-Oggi, Li mi ha detto che…
mi ha detto che…- non riusciva a dirlo.
-Ti ha detto che ti ama?-
Chiese a brucia pelo.
-Si, come fai a saperlo?-
-E’ da un anno
quasi che gli piaci. E io lo sapevo-
-Perché non me l’hai detto
prima?-
-Era Li che doveva dirtelo…-
-E l’ha fatto- nella sua
voce ora c’era una nota di tristezza.
-Mi sembri triste… c’è
qualcosa che non va?-
-Si Tomoyo, io non so…-
-Sakura, tu non
sai ancora se lo ami. Pensaci su, non affrettare i
tempi. Magari
potresti scoprire che il sentimento è reciproco-
-Tomoyo…-
-No
Sakura, non dire niente. Ciao ora devo andare!- e
riattaccò.
Sakura rimase a lungo con la cornetta del telefono
alzata, a pensare alle
parole dell’amica. Fu Kero-chan che la
scosse dai suoi pensieri e la
riaccompagnò in
camera.
La ragazza si lasciò cadere sul letto e delle
lacrime silenziose iniziarono
a solcarle il viso.
-Sakura,
perché piangi?-
-Non lo so! Ma non riesco a farne a
meno!-
-Cosa è successo? Non ti ho mai vista in questo
stato!-
-Non mi va di parlarne!-
-Ok, ma scusa, non vai a
mangiare stasera?-
-Non ne ho voglia!-
-Dovresti mangiare. Lo
sai che rischi di ammalarti?-
-Non mi importa…-
Poco dopo si addormentò e Kero-chan le fece da
guardia per tutta la notte.
Allo scoccare della mezzanotte il
piccolo guardiano si diresse alla finestra
e guardò la luna
piena che illuminava il cielo notturno di Tomoeda.
-Questa è la
37° luna piena…la profezia…-