Anime & Manga > Shugo Chara!
Segui la storia  |       
Autore: Meme06    19/03/2012    4 recensioni
Ed eccomi di nuovo? Vi ho stressati? Eccome se l'ho fatto! XD Comunque questa volta non sarà il solito cambiamento, ovvero personaggi in un luogo diverso e in un'ambientazione diversa. Bensì riscriverò tutta la storia di Shugo Chara dal mio punto di vista... 'leggermente' Dark. XD Spero che vi possa piacere!
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un ceffone le arrivò in pieno viso. Facendole uscire qualche lacrima a tradimento sul volto. Le sembrò infinito il tempo in cui quelle poche gocce salate percorsero tutta la sua guancia. Per poi cadere a terra.

- Ti avevo detto che non devi piangere! - esclamò di nuovo per poi schiaffeggiarla più forte sull'altra guancia.


- Shugo che? - domandò confusa la ragazza.

- Non fare la finta tonta che sei solo ridicola. - continuò quello. Cosa voleva da lei ancora non lo aveva capito con chiarezza. Insomma, chi è il malato mentale che ti viene lì a chiedere le tue uova colorate? Solo uno strambo come quel tipo.

- Sei tu il ridicolo qui. Mi stai davvero minacciando per darti delle uova di Pasqua? - gli domandò con gli occhi spalancati e il tono di voce che esprimeva derisione.

- Uova di Pasqua? Sciocca mocciosetta, non fare la furba con me… - continuò il ragazzo, sordo come un mulo, mentre le si avvicinava sempre di più.

Amu si mise in guardia, non si possono mai prevedere le mosse di uno che hai appena conosciuto e che sembra avere le scimmie ballerine al posto del cervello.

- Vuoi le mie uova? Va bene, tanto sai che me ne faccio di certi giocattoli che non so neanche a cosa servono… - disse con noncuranza, aprendo la borsa e tirando fuori tre uova di tre colori diversi e decorati in modo molto particolare con i semi delle carte da gioco. Cuori, picche e fiori.

Il ragazzo rimase sorpreso da quella mossa che probabilmente non si aspettava. Nonostante questo non poté fare a meno di sorridere soddisfatto e porgere la mano sinistra.

- Beh, dopo questo credo davvero che tu non abbia la minima idea di ciò che stai per fare… Ma poco importa, considerando che va tutto a mio vantaggio. - disse con un ghigno.

Amu aveva l'espressione neutra. In fin dei conti a lei che importava se si sbarazzava di quelle cianfrusaglie? Improvvisamente pensò che prima si erano mosse, nella sua cartella. Che stesse facendo una sciocchezza a consegnarle nelle mani di quel ragazzo? Di quello sconosciuto che non sembrava affatto avere buone intenzioni? Pensava… ma le mani erano sempre più vicine e stavano per sfiorare le uova. Mille emozioni la stavano attraversando improvvisamente. Quegli affari tutti colorati erano inutili… e allora perché lei li sentiva come di sua proprietà? Come se avessero un legame speciale con lei? Ma cosa andava dicendo? Non doveva pensarci e basta. Dopotutto certe cose si trovavano in ogni singolo negozio nei dintorni. Sembravano quasi oggetti da manga e anime per cui le Otaku facevano la fila per poterli comprare.

Improvvisamente le uova le vennero tolte di mano, ma non dal ragazzo dai capelli blu, bensì da uno che, nonostante avesse visto una volta, ricordava benissimo.

- Soma-kun? - domandò stranita fissando il ragazzo che stava reggendo quegli aggeggi come fossero gioielli da un estremo valore. - Che ci fai qui?

- Beh… diciamo che come guardiano è mio compito aiutare gli studenti in difficoltà.

Amu alzò un sopracciglio e lo guardo con la faccia di una che si aspettava tutto meno una risposta così banale.

- Me la so cavare benissimo da sola! - esclamò scontrosa.

Kukai si voltò a guardarla. Il volto serio non tradiva neanche un cenno di sarcasmo. Sembrava come arrabbiato. Con lei.

- Da quello che stavi per fare non si direbbe. - le disse mentre Amu non sapeva se arrabbiarsi oppure fare spallucce e andarsene da quella situazione assurda.

- Ehm… scusate se interrompo la vostra discussione, ma io sono ancora qua. - disse il ragazzo con fare canzonatorio, guardando quei due ragazzini litigare.

- Non l'ho affatto dimenticato. - disse Kukai guardandolo mentre si metteva di fronte ad Amu. Le restituì le uova, sicuro che sarebbe finita in combattimento. - Tienitele strette.

Lei non fece in tempo ad annuire che il ragazzo gridò una frase strana.

- Che cosa ha detto? Chancha Chein? - fece prima di vedere come i due aveva iniziato a scontrarsi.

Il ragazzo dai capelli blu aveva ora qualcosa di strano.

- Perché cacchio ha le orecchie e la coda da gatto?! - esclamò quasi sconvolta. Gli occhi due 'o' perfette. - Si muovono… che siano davvero le sue?

- Amu, scappa! - le gridò il King's Chair.

- E dove vuoi che vada? Non so nemmeno dove siamo! - esclamò a sua volta la ragazza per poi sbuffare e guardare l'ora sul display del suo cellulare grigio metallizzato.

Kukai e il ragazzo si battevano come se avessero in gioco la loro stessa vita. La ragazza non poteva far altro che scoppiare a ridere dentro di sé per la banalità della situazione.

- Che idioti… - guardò le uova. - Cos'avranno di così speciale questi cosi?

- Non siamo cosi…

- Ah? l'uovo… ha parlato.

Okay. Questa era proprio bella! Cos'erano, i sensi di colpa? Beh, considerando il fatto che le uova non parlano dovevano essere quelli.

- Certo che parlo!

L'uovo rosa e nero si mosse, facendo sobbalzare la nostra povera Amu. Quello poi si alzò a mezz'aria, all'altezza della sua faccia. Amu lo guardava con il viso che esprimeva l'incomprensione e l'incredulità più totali.

- Ma cos…

Prima che potesse continuare l'uovo si schiuse e ne uscì un esserino che di certo era tutto meno che umano.

- Che diavolo è 'sta cosa adesso?! - esclamò punzecchiandolo con il dito.

- Ehi! Un po' di rispetto! Io sono Ran e sono il tuo Shugo Chara. - si presentò l'esserino che sembrava essere la reincarnazione del rosa. A parte il cuore nero attaccato al cappellino con la visiera, rosa.

- Il mio cosa? - domandò Amu. - E cosa saresti?

- Ti sembra il momento adatto per le spiegazioni?! - esclamò allora Ran. - Quei due stanno combattendo!

- E allora? - domandò calma.

- E me lo chiedi? Dobbiamo intervenire!!! - disse tutta agitata.

Amu fece spallucce guardando verso i due. Sembrava che Kukai stesse avendo la peggio. Il suo viso e i graffi parlavano chiaro. Ma a lei non interessava.

- Non è affar mio. Per quel che m'importa possono anche scuoiarsi a vicenda. - disse tranquilla. Perché quel coso se ne preoccupava tanto?

L'affarino ci restò abbastanza male, ma nonostante questo non perse le speranze. Insistendo. Mossa sbagliata. Mai insistere con Amu. Alla ragazza bastò colpirla abbastanza forte con un dito sulla fronte, per farla allontanare da lei di qualche passo.

- Non hai capito? - le disse. Gli occhi cattivi, le labbra dritte. Neanche la rabbia sembrava provare in quel momento per quanto era neutra. - Non m'interessa.

- E allora perché sei ancora qui?

- Quel ragazzo mi ha seguita, posso sperare nel fatto che si ricordi la strada, almeno potrò tornare a casa. Inizio ad avere fame. - disse semplicemente.

Ran sembrava sconvolta dalla calma della sua portatrice. Abbassò il capo e dopo aver mormorato un 'come vuoi tu' ritornò nel suo uovo.

- Ahh, basta… mi sono stancato. - disse d'un tratto il ragazzo dai capelli blu, dando un ultimo calcio al corpo del ragazzo ormai a terra. Poi guardò verso Amu, la quale oltre all'indifferenza non gli trasmesse altro. - Ci vediamo piccola Amu!

Detto questo, con grandi balzi se ne andò. Degno di un gatto. La ragazza sbuffò mentre si avvicinava a Kukai. Il quale si stava già rimettendo in piedi.

Quasi controvoglia Amu gli porse la mano come per aiutarlo. Il ragazzo gliela schiaffeggiò alzandosi in piedi da solo.

- Lascia stare. - disse freddo. In quel momento lo notò. Dietro di lui. Lo stava seguendo qualcosa.

Preferì pensare che fosse frutto della sua immaginazione.

- Sapresti tornare a scuola? - gli chiese Amu.

- Si, perché?

- Mi sono persa, se mi porti a scuola almeno potrei orientarmi verso casa mia. - rispose.

Kukai annuì mentre tirava fuori un fazzoletto e si tamponava una ferita formata da tre graffi sul viso.

- Dai, vieni. - disse poi.

La ragazza lo seguì per un bel pezzo. Non le era sembrato di aver fatto tanta strada. Doveva proprio essere soprappensiero.

- Beh, ci si vede. - disse Kukai per poi dirigersi verso una strana struttura che aveva tutta l'aria di essere una serra.

Amu si voltò e tornò a casa. Lei era così. Non riusciva a portare una maschera. Era stata cresciuta con determinate regole. Regole che non poteva trasgredire. E una di queste parlava chiaro: Mai farsi amici.


Chiuse un attimo gli occhi per poi riaprirli e fissare il soffitto rosa pallido della sua stanza. Sua madre aveva pensato bene di fare le solite stronzate che fanno tanti genitori. Alla femmina il rosa e al maschio il blu. Di conseguenza, lei e suo fratello, si erano ritrovati: uno con la camera tutta sul blu e una con la camera tutta sul rosa.

In una parola? Terribile. A Zenko stava bene questo, ma a lei no. La sua stanza era troppo femminile. Per non parlare dei regali da parte dei parenti. Aveva un cassetto pieno di gonne che non metteva e un altro pieno di trucchi che non usava. Inutili cianfrusaglie. Solo perché era una femmina e aveva quel dannato colore di capelli - per l'appunto rosa - non significava mica che doveva essere l'incarnazione della femminilità. Già poi la scuola era contro di lei, facendole portare quella gonna striminzita. Purtroppo era contro le regole abbassare o alzare la gonna. L'unica cosa che finora non le avevano rimproverato era come aveva leggermente modificato la divisa scolastica, aggiungendovi accessori di cui non si sarebbe mai stancata. Una cintura con le borchie ad esempio. Anche per questo a volte veniva scambiata per una teppista, visto che la maggior parte dei liceali o degli studenti delle medie - come lei - che modificavano la divisa erano così. Sbuffò ripensando a quante rotture aveva subito per questo suo atteggiamento. Il fatto era che lei non poteva sopportare di essere - anche solo nel vestito - uguale agli altri. Lei era diversa. Diversa.

- Già… - mormorò voltandosi verso la sveglia sopra il comodino, dove accanto c'erano le sue tre uova. Dopo ieri Ran non si era più mostrata. - Mh? Sono già le dieci? Fortuna che è domenica.

Si alzò dal letto. Nonostante fosse ancora stanca non aveva affatto voglia di passare tutta la giornata a letto. Quindi meglio andarsi a fare un giro da qualche parte.

Si stiracchiò per bene e aprì l'armadio. Tirò fuori jeans e felpa neri per poi farsi una coda alta e scendere al piano di sotto.

- 'Giorno Amu! - la salutò felicemente un ragazzo dai capelli neri e gli occhi gialli.

- Buongiorno a te, Nii-san! - disse la ragazza sedendosi e facendo colazione.

- Vai da qualche parte? - le chiese notando che era vestita.

- Vado a fare quattro passi… giusto per sgranchirmi le gambe. - rispose portandosi alla bocca un cucchiaio di latte e cereali.

- Ah… Beh, lo sai chi arriverà oggi, no? - domandò il ragazzo enigmatico.

- Ah?

- Tua cugina sarà qui per il pomeriggio, non vorrai farla aspettare. Non vede l'ora di vederti.

Amu lo guardò a lungo, per poi annuire e avvicinarsi alla porta. Infilò le scarpe da tennis e dopo un breve 'ci vediamo' uscì.

- Mia cugina, ah? - si chiese mentre iniziava a camminare.

- Chi è tua cugina?

Istintivamente si voltò, nonostante la voce proveniva dalla sua spalla. Dalla sua spalla?

- E tu che ci fai qui? - domandò arrabbiata la ragazza. Ritrovandosi quell'affarino rosa davanti agli occhi. - Perché mi stai seguendo?

- Mi dispiace, ma non me ne posso andare. - le disse sorridendo. Cosa che stupì Amu. - Io sono il tuo Shugo Chara, devo restare con te.

- Mi spieghi una volta per tutte che diavolo significa Shugo Chara?

- Significa 'spirito guardiano'.

- Cioè… saresti una specie di angelo custode? - le chiese confusa.

- Ehm… veramente non è proprio così. Io sono ciò che tu vuoi diventare. Sono una personalità che desideri. Un desiderio che hai espresso in segreto. Nonostante non lo hai chiesto lo hai desiderato talmente forte che alla fine è nato.

- E che desiderio saresti? - domandò ancora più scocciata e leggermente sarcastica. Alzando un sopracciglio e incrociando le braccia.

- Il tuo desiderio di essere libera.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shugo Chara! / Vai alla pagina dell'autore: Meme06