17 Marzo
Si
è suicidata una ragazza a
Vezzano Ligure, si è buttata sotto un Intecity in piena
corsa.
Sara
non la conosceva nemmeno di
vista, le mille voci su di lei le sono arrivate a scuola.
Non
se lo aspettava nessuno dichiarano,
sorrideva sempre.
“Lei diceva”, “lei
pensava”, “lei mi ha
promesso”.
Sono
le parole della gente
quelle, di persone che le volevano bene.
Sara
percorre il secondo binario
da sola, con un fiore in mano.
Sono
le nove di mattino della
domenica, c'è poca gente in stazione.
Non
sa spiegare come, né perché,
ma Sara la capisce.
Per
questo ha taciuto mentre
tutti parlavano di lei, per questo ora è lì.
Comprende
molto più degli altri,
crede, ma dirlo sembrerebbe stupido, o forse crudele.
Sara
parla a quella ragazza,
sussurrando appena, fissando dritto il punto da cui si è
lanciata.
Porge
a quei binari una
margherita, che il vento le strappa di mano.
Forse
finirà sulle rotaie, forse
no.
Proprio
com'è arrivata, Sara
torna sui suoi passi, rivolge il suo sguardo indietro solo una volta.
Per
un attimo nella sua testa riecheggiano
tutte le supposizioni che la massa sta formulando.
“Era
incinta”, “si drogava”, “era
depressa”.
Poi
volta le spalle e se ne va.
I
morti non parlano.
E’
strana, lo so, ma dovevo
scriverla, e dovevo condividerla con gente a cui forse non
importerà nulla.
Si, te la dedico.