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Autore: AmazingFreedom    20/03/2012    2 recensioni
“Vieni avanti Codaliscia.”
Un brivido percorse la schiena di Severus: Codaliscia, l’amico di Potter, che cosa ci faceva lì?
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Peter Minus, Severus Piton, Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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TRADIMENTO
 
Bruciava. Il braccio bruciava come non aveva mai fatto negli ultimi due anni. Questo poteva significare solo due cose: un moto improvviso di gioia del Signore Oscuro oppure uno di rabbia irrefrenabile. Severus sperava che la causa del richiamo del suo padrone non fosse l’ultima ipotesi.
Il cancello di Villa Malfoy gli bloccò il passo, fino a quando l’uomo non mostrò, con un gesto pigro, il Marchio Nero che contrastava con la sua pelle pallida.
Severus avanzò lungo il viale di ghiaia, costeggiato da imperiose querce che gettavano tremule e inquietanti ombre sotto la luce della luna argentea.
Arrivato davanti al portone, il giovane Mangiamorte bussò tre volte, poi il piccolo e rugoso viso di un elfo domestico si materializzò di fronte a lui.
“Parola d’ordine?” domandò la creatura con voce tremante.
“Harry Potter” rispose Severus, celando un brivido che gli percorse la schiena.
Da quando aveva riferito la profezia della Cooman al suo Signore, non aveva fatto altro che domandarsi se quella fosse stata la scelta giusta, se con quel gesto non avesse firmato la condanna di Lily.
Camminando lungo i bui corridoi per raggiungere la sala centrale del maniero, il mago scosse vigorosamente la testa. Il Signore Oscuro aveva promesso, aveva giurato! Lui era il suo pupillo! Voldemort non avrebbe mai mancato alla parola data, eppure un tetro presentimento aleggiava nel suo spirito e nel suo cuore.
“Non è ancora riuscito a trovare i Potter. Forse c’è ancora una speranza…” meditò il giovane, nel tentativo di tranquillizzarsi.
“Siamo arrivati, signor Piton.”
La voce metallica dell’elfo lo distolse dai propri pensieri. Con un gesto brusco della mano, congedò la piccola creatura e, non appena fu solo, aprì la porta di ebano per raggiungere i suo compagni e il suo Signore.
“Severus! Finalmente! Che cosa sta succedendo?”
Lucius Malfoy gli si avvicinò velocemente, mentre stringeva tra le braccia il piccolo Draco, che allungava le mani per toccare il volto del padrino.
“Perché hai portato Draco qui? È pericoloso!”
“Lo so. Doholov l’ha trovato che girovagava per i corridoi. Deve essere scappato da Dobby. Non sa neanche che cosa lo aspetta, quell’elfo insolente!”
Il padrone di casa chiamò un elfo domestico a cui affidò il figlio e poi si rivolse nuovamente al compagno.
“Perché bruciava così forte?”
“Il Signore Oscuro è molto arrabbiato oppure molto felice. Spero in quest’ultima ipotesi, ma ho un brutto presentimento.”
“Non sai niente?”
Severus lo guardò con fare interrogativo.
“Cosa dovrei sapere, esattamente?”
Lucius sbuffò, passandosi una mano tra i capelli biondi, stranamente spettinati: sembrava non dormisse da giorni.
“Sei il suo pupillo, Severus! Se non ti ha riferito niente, è davvero qualcosa d’importante… e di molto pericoloso…”
Il chiacchiericcio nella sala si spense all’improvviso: una figura alta e avvolta in un mantello da viaggio nero aveva fatto la su comparsa, seguita da un uomo basso e malridotto.
“Buonasera signori. Sono molto soddisfatto di vedervi tutti qui, al mio cospetto.”
Voldemort avanzò con passo lento, fino a raggiungere il centro esatto del salone. Fece comparire delle sedie che si posizionarono attorno a lui e sulle quali si sedettero i Mangiamorte.
“Questa sera si unisce a noi una persona che si è rivelata, inaspettatamente, d’inestimabile importanza.”
Gli occhi del Signore Oscuro scintillarono di una luce sadica e maligna, che fece accapponare la pelle alla maggior parte dei presenti: non lo avevano mai visto così euforico ed impaziente.
“Vieni avanti Codaliscia.
Un brivido percorse la schiena di Severus: Codaliscia, l’amico di Potter, che cosa ci faceva lì?
L’ometto tremante raggiunse Voldemort e si inginocchio davanti a lui.
“Perché hai voluto vedermi, Codaliscia? Cosa penserebbero i membri dell’Ordine della Fenice se sapessero con chi stai parlando ora? Cosa penserebbero di te i tuoi amici? Black? Lupin? Potter?”
A quel nome, Peter fu scosso da un singhiozzo: si coprì gli occhi con una mano ma non rispose.
“Crucio!” sibilò il mago e subito le urla di dolore di Peter Minus riempirono la stanza.
“M-M Mio S-Signore” balbettò l’uomo, una volta libero dalla tortura.
“Devi dirmi qualcosa, Codaliscia?”
“So dove si trovano… io sono il custode segreto…”
“Chi?”
Peter non rispose, ma lanciò un’occhiata in direzione di Severus, che lo guardava nel modo più distaccato possibile, anche se dentro di lui, il suo cuore continuava ad accelerare.
Nuove urla di dolore squarciarono il silenzio.
“Di chi sei il custode segreto, piccolo inutile topo?”
“D-Dei Potter!” esclamò Codaliscia, cadendo su un fianco.
Severus strinse convulsamente i braccioli della propria sedia: erano perduti, praticamente dei morti che camminavano! Il loro destino era stato segnato! Tutto per colpa sua!
“Sei tu il custode segreto? Perché avrebbero dovuto riporre la loro fiducia in te? Chi sei tu per loro? Perché non hanno scelto qualcuno di più coraggioso? Perché non Black? Sarebbe stato decisamente più interessante ricavare informazioni da lui.”
I Mangiamorte risero un po’ divertiti e un po’ sollevati: nessuno di loro sarebbe stato punito quella sera.
“Dove sono? Dimmi dove sono!”
Peter posò nuovamente gli occhi sul volto di Severus, che si era fatto ancora più pallido: sapeva che subito dopo la pronuncia del luogo, l’incanto Fidelius si sarebbe spezzato.
“Sono a… a… Godric’s Hollow!”
Piton lasciò i braccioli della sedia e il suo sguardo si fece vitreo: non c’era più niente che lui potesse fare.
Voldemort stirò le labbra in una smorfia che doveva essere una specie di sorriso e con un colpo di bacchetta fece levitare il corpo di Codaliscia.
“Dovrei ucciderti. Ma grazie a te sconfiggerò il mio nemico, quindi mi sento misericordioso. Puoi andare se lo desideri, oppure puoi unirti a noi ed affrontare i tuoi amici.”
Peter tremò lievemente e si trasformò in un topo, che non appena toccò terra, zampettò via a tutta velocità.
“Codardo!” sussurrano Severus e il Signore Oscuro all’unisono, anche se per due motivi ben distinti.
Voldemort osservò il suo pupillo con uno sguardo carico di approvazione e rispetto, mentre la sua voce serpentina risuonò nella stanza.
“Non c’è tempo da perdere. Prima che quel ratto cambi idea e si affidi a Silente, il piccolo Harry Potter deve essere morto. Attaccheremo domani, al calar della notte.”
I Mangiamorte annuirono con fare deciso, mentre Severus sgranò gli occhi.
Forse aveva trovato la soluzione al problema, forse sarebbe riuscito a salvare i Potter, a salvare Lily! Forse non tutto era perduto, non tutto era destinato a finire.
La risposta risiedeva in una unica persona: Albus Silente.
 

NOTA DELL’AUTRICE:
Salve gente! Mi sono sempre immaginata questa scena e spero di averla resa una cosa credibile.
Lascio il finale aperto: vorrei sapere se secondo voi debba continuarla oppure no. Sono un po’ indecisa.
Allora buona lettura.
 
 
 
 

  
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