Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: dreamkath    21/03/2012    1 recensioni
Un istituto che nasconde un segreto. Otto ragazzi, due gruppi in lotta tra di loro, due obiettivi opposti: cambiare o preservare il passato. Smarriscono la memoria e si ritrovano a vivere una vita "quasi normale" e piena di guai nell'istituto più prestigioso di Roma. (Storia in revisione)
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Valentina F.     Anne Ali          Mary Valenti   Cris Zaccara   Alexander Baglietti




Giulia Maneri                   
Angelica Star         Jack De Santis

Per gli aspetti dei vari personaggi mi sono ispirata a questi personaggi degli anime/manga(i nomi scritti sotto sono dei personaggi della mia storia).

Due anni fa, Roma. Primo giorno di scuola.



Rumori e caos padroneggiano la città di Roma : i clacson risuonano in ogni suo angolo e i passi della gente sono molto frettolosi e ansiosi di raggiungere il posto di lavoro o le varie scuole, una coda lunga di auto intasa la Tiburtina e i marciapiedi sono colmi di persone. Le vie sono talmente intasate che sembravano essersi rimpicciolite in una sola ora. Anche gli odori degli scarichi delle auto e il profumo dei cibi appena sfornati dei bar della città non mancavano di certo,ma nessuno sembra farci caso, nemmeno il ragazzo dai capelli neri che scaccia dalla strada i ciottoli che gli sono d’intralcio e che cammina ad agio perché non si è accorto di essere in ritardo per l’inizio delle lezioni, né tantomeno la ragazza di circa diciassette anni dai capelli rossi con lo sguardo di chi è concentrato a ricordare un’informazione stradale data da una vecchietta mezza sorda.

Continuando dritto su questa strada agli occhi salta subito una struttura enorme che, se solo non ci fosse quella scritta: “Istituto Aldo Moro. College.”, la si potrebbe scambiare per una struttura che è adoperata da un organo del governo. È stata costruita con mattoncini rossi e rifinita con un po’ di marmo sui bordi, le finestre sono molto grandi e una tra queste è decorata con un mosaico molto colorato che la distingue dalle altre anche perché al suo interno c’è il temuto ufficio del preside della scuola, Valerio Russo. È un uomo di mezza età con sopracciglia troppo folte e il suo sguardo sembra severo,ma per chi lo conosce davvero sa che non è una persona fin troppo ostile a chi infrange le regole scolastiche e di solito è clemente, ma ha un’abilità innata quella di far riflettere sugli sbagli anche le persone più cocciute dell’istituto.
Tutto ciò gli studenti non ne sono a conoscenza e rispettano le regole e il preside perché intimoriti dal suo aspetto severo e autoritario.

Nel college ci sono vari corsi da frequentare, che sono molto vari, possono essere scelti dagli studenti stessi tranne che per le materie obbligatorie, come: Italiano, matematica, storia e Inglese. Le classi sono formate in base alle materie scelte e con i vari orari, dati dalla segreteria a ogni studente iscritto, lo studente si sposta nelle aule dove si tiene quella lezione; grazie a questo sistema gli studenti possono conoscersi un po’ tutti e la monotonia è spezzata. Questo è il primo giorno di scuola e gli studenti più anziani, che sono sotto il portico costruito in legno, per ammazzare il tempo chiacchierano del più e del meno,mentre quelli nuovi sono molto silenziosi e aspettano nervosamente il suono della campana che preannuncia l’inizio delle lezioni, altri avevano fatto già conoscenza con i nuovi arrivati e chiacchieravano allegramente o quasi. Infatti, due ragazzi di diciassette anni, sul lato destro della scuola, stanno litigando animatamente senza motivo apparente.
 
“Ei tu? Che cos’hai da guardare?” Dice un ragazzo dai capelli castani e dagli occhi marroni tendenti al verde scuro.

“Eh? Stai parlando con me? Io non ti sto guardando affatto! E poi, vorrei sapere chi ha il coraggio di guardarti con la faccia che ti ritrovi!”Risponde il ragazzo al fianco del primo.

“Cosa hai detto? Io sarei brutto? Allora non ti sei ancora guardato allo specchio, testa di rapa.”

“Questo è poco ,ma sicuro: mi sono guardato molte volte allo specchio e a differenza tua le ragazze svengono davanti alla mia bellezza e mi posso vantare del fatto che non sono io a correre dietro a loro.”

“Certo, al massimo corri dietro alle rane!”

“Hai ragione tu, capelli a spaghetto.”

“Grrrrr, Come osi, tutto muscoli e niente cervello!”
 
I due cominciano una lotta senza impegnarsi più di tanto, per non attirare troppo l’attenzione degli altri studenti,ma con scarso successo: infatti, una folla di curiosi si è avvicinata a loro per incitarli a combattere.
Nel frattempo una ragazza dai capelli lunghi e neri arriva di fronte all’enorme struttura dopo aver fatto colazione al bar,e anche lei non era passata inosservata. Quando era entrata in quel bar tutti i ragazzi le avevano puntato i loro occhi a dosso e i più tenaci avevano fatto a gara per offrirle da bere,ma lei li aveva ignorati e aveva pagato il conto con i sui soldi.

Anche questa ragazza è nuova in città,in quanto si era trasferita da poco a Roma; prima viveva a New York.
Continua a camminare fino all’ingresso dell’istituto e poi, mettendo la mano nella tasca della gonna, estrae un foglio con su disegnata la piantina della scuola. Dopo qualche minuto lo gira e controlla in quale aula si sarebbe tenuta la prima lezione: aula A2, Storia, primo piano.

I minuti scorrono lenti e per distrarsi si guarda in torno: tutto sembra normale, infatti i vari studenti chiacchierano tra di loro o litigano, ma dall’ala destra della scuola provengono della grida che sembrano incitare una lotta,così il suo sguardo viene attratto dalla folla che si era radunata in un unico punto creando un cerchio quasi perfetto. Alla ragazza non piacciono spettacoli del genere perciò resta a distanza senza nemmeno controllare cosa stia succedendo e con aria di superiorità si siede su una delle panchine sotto il portico guardando i ragazzi che chiacchierano tra di loro. Non sembrano tanto preoccupati per l’inizio delle lezione, così apparendo come un gruppo di persone che sono uscite per divertirsi, tranne che per un piccolo dettaglio: indossano la divisa scolastica della scuola. Non sembrano nemmeno curarsi delle regole,ma, come imparerà più tardi, all’arrivo di qualche professore si inchinano come dei burattini e mascherano facilmente le marachelle compiute. Il suono della campanella ferma il suo modo dettagliato di scrutare le persone e con decisione si alza da dove si era seduta e avanza nel corridoio scolastico senza far notare alcuna esitazione o insicurezza.

Il corridoio si fa sempre più affollato e la massa di studenti avanzava senza alcun entusiasmo verso le proprie aule. La mora non capisce il chiasso di alcuni studenti o le facce spaventate di altri, perciò decide di non sforzare la mente per cercare di riuscire a penetrare nei pensieri degli altri e aumentò il ritmo dei suoi passi in modo da arrivare prima del professore di storia. Alla fine del corridoio c’è una porta rossa sulla quale c’è scritto: “Corso di storia. Aula A2.” ,lei una volta letto il messaggio l’apre e sceglie un banco vicino alla porta in seconda fila. Fa scivolare lo zaino dalle spalle e lo poggia sul banco scelto e infine si avvia verso la finestra per poter osservare gli altri studenti e per poter assaporare una buona dose di aria fresca sul viso.

Ama guardare fuori dalla finestra per così perdersi nei suoi pensieri e problemi, non riesce a fare a meno di scavare nei suoi ricordi perché sono l’unica cosa che costituiscono la vita e che la fanno sentire viva e partecipe della sua storia. A volte riesce a mescolare per bene i sui pensieri e a far vagare la sua mente in una realtà che non esiste e che al suo risveglio la percepirà come vuota e morente, quasi senza significato o senso. Può sembrare troppo razionale, eppure riesce ad aprire la mente, anche se fino ad un certo punto, infatti non avrebbe mai immaginato di appartenere ad un’altra realtà. Man mano l’aula si riempie e una voce la riporta nell’aula A2 di storia.
Una ragazza dai capelli castani, indicando il suo zaino rosso, le chiede:

“è tuo quello zaino lì?”

“Si”

“Ti dispiace se mi siedo accanto a te? Ah, piacere di conoscerti. Mi chiamo Valentina.”

“Non mi dispiace affatto.” Risponde la mora con gentilezza. “Io sono Anne.”

Insieme si avviano verso i banchi e conversando del più e del meno attendono il professore di storia che è in ritardo per la lezione. Dopo cinque minuti buoni entra e tutti si alzano in piedi trattenendo a stento delle risate e tentando di nascondere il proprio sguardo divertito.

Sembrava che fosse appena uscito da uno scontro corpo a corpo: i suoi vestiti erano rattoppati qua e là e l’abbinamento non è del tutto appropriato, i colori erano totalmente differenti e stonavano tra di loro. Anne sorride come tutti,ma non dice nulla a proposito cercando di non esprimere il suo parere come invece stanno facendo i vicini di banco.

La voce autoritaria del professore interrompe le loro chiacchiere e richiama su di sé l’attenzione di tutti gli studenti tranne del moro nell’ultima fila che sta guardando fuori dalla finestra come per scacciare la noia di una lezione non ancora cominciata. Il ragazzo, infatti, non ha la minima voglia di prestare attenzione alle parole del professore e svogliato com’è non avrebbe mai frequentato i corsi di quella scuola se non fosse stato per sua madre che lo aveva costretto.

“Signori e signorine, io sono il vostro insegnante di storia,Yest. Il vostro è il primo giorno nell’accademia e come è solito fare… Signor De Santis, perché non mi presta la sua attenzione?” Silenzio, il ragazzo sembra non averlo sentito.

“Ripeto, presta la tua attenzione per lo meno alla mia lezione. Questi comportamenti non sono tollerati nell’ambito scolastico, sono stato abbastanza chiaro o devo essere più esplicito? Partiamo con il piede sbagliato.”

“Uhm? Ah,mi scusi professore ero distratto… Non che…”

La sua frase viene fortunatamente interrotta, (perché si sarebbe conclusa con “ me ne importi molto della sua presentazione e della sua materia”), dalla porta che è stata aperta in modo brusco da una ragazza dai capelli rossi che ansima a causa del fiatone accumulato durante la corsa per arrivare il prima possibile nell’aula.

“ Mi scusi professore, sono in ritardo. Ho chiesto informazioni a una stu… cioè gentile vecchietta che mi ha dato la via sbagliata e mi sono persa per la città.”

“Non importa, siediti lì, tu devi essere Valenti Mary. C’è un posto vuoto in seconda fila vicino a Valentina, la ragazza dai capelli castani.” Risponde il professore di storia.

“Gra…”

La frase le muore in gola perché due ragazzi, anch’essi in ritardo, sono arrivati in aula correndo e sono inciampati su Mary facendola finire sul pavimento bianco e freddo.

“Calma, che cos’è tutta questa furia? Cosa siete, un branco di tori scatenati ad un rodeo? Aiutatela immediatamente ad alzarsi e chiedetele scusa. Che modi sono mai questi? Mai in vita mia ho avuto degli alunni così indisciplinati e maldestri.”

Il più basso dei due si precipita dalla ragazza e le chiede scusa aiutandola ad alzarsi,mentre il secondo passa d’avanti a loro e dopo essersi rivolto a lui in tono poco amichevole, si siede in uno dei banchi vuoti.

“È tutta colpa tua! Non sarei arrivato in ritardo se tu non avresti cominciato ad importunarmi!”

“Brutto scemo dalla testa piena di segatura! Prima o poi ti distruggerò, contaci.” Sussurrato ciò, anche lui si avvia verso un posto vuoto insieme alla rossa che si siede in seconda fila davanti al ragazzo svogliato.

“Bene” dice il professore “adesso credo di poter cominciare la lezione. Facciamo l’appello signori... e signorine. Abate Davide,Ali Anne,Allen Arianna, Barnes Giorgia, Baglietti Alexander, Balsari Jeanne Mary, Banni Fabio, Cabrini Giulio, De Luca Emily, De Santis Jack, Delfini Luca, Elias Marco, Falbo Elena, Fortuna Valentina, Maneri Giulia, Valenti Mary, Zaccara Cris. Ecco… Bene…”

“È già la seconda volta che dice bene… già mi sto annoiando.”dice sotto voce il ragazzo seduto in ultima fila di nome Delfini Luca al suo compagno di banco che molto evidentemente non lo sta ascoltando. È troppo attento alla lezione?
Ma che! Guarda fuori dalla finestra e la sua mente si è già persa,non a caso alla scuola che aveva frequentato precedentemente i compagni di classe lo chiamavano il “pensieroso”. Il suo vero nome è De Santis Jack.

“Di che cosa vi parlerò oggi? Avete qualche idea?”

La classe senza tanto entusiasmo mette in moto (si fa per dire) i loro cervelli nel cercare di individuare la risposta esatta. Si alzano delle mani,ma il professore le ignora perché forse vuole che un po’ tutti abbiano il coraggio di alzare le mani.

“No, giù le mani. Tu Baglietti quale risposta ci proponi?”

“Inizierà da dove eravamo rimasti in storia…”

“Si certo,ma devo verificare le vostre competenze: quindi vi darò adesso un test al quale dovete rispondere.”

“Adesso, prof?” Dice con stupore Giulia.

“Si Maneri, adesso. Se no quando lo vuoi fare? Vi preparate i bigliettini e poi rispondete?”

“Ufffff. Dicevano che era pazzo,ma non sapevo che potesse arrivare fino a questo punto. Mi toccherà impegnarmi: che seccatura!”. Dice non curante Jack.

“Ma profe, abbiamo perso tempo! Ci manca solo quaranta minuti alla fine dell’ora!” Obbiettò Anne.

“Non vi preoccupate saprete risolverlo prima dello scadere del tempo, ovviamente se le cose le sapete e se siete una vera classe.”Ribatte lo scaltro professore finendo di consegnare le verifiche.
Tutti quanti questa volta si concentrano sul compito e qualcuno mentalmente maledice il caro e vecchio professore di storia o semplicemente se stesso per aver deciso di trasferirsi in quel college.
 
Solo la campanella riesce a ristabilire la calma e la serenità nell’aula A2 e gli studenti dopo aver consegnato i compiti escono dall’aula per dirigersi alla prossima lezione. Le prime sono: Ali Anne, Valenti Mary e Fortuna Valentina che dopo essersi presentate si chiedono rispettivamente le soluzioni del compito. Durante la conversazione si viene a sapere che sia Anne che Mary sono nuove in quell’istituto perché si sono trasferite poche settimane prima.

“Lo sapete che dovete andare in segreteria durante una delle vostre ore libere per ritirare le chiavi delle vostre camere? Se ci andate insieme è probabile che vi diano la stessa stanza.” Dice Valentina ad Anne e a Mary.

“Davvero? Meglio così! Che ora hai di buca?” Dice Mary a Anne.

“Fammi controllare…è l'ora di pranzo. La tua?”

“Anche io! Fa vedere il foglio. Probabilmente abbiamo lo stesso orario!”

Anne porge il foglio a Mary che lo confronta con il suo: sono molto simili tranne che per alcune materie. Infatti Anne ha scelto Chimica, scienze umane e scherma,mentre Mary geografia, tennis e diritto; per il resto sono le stesse.

“Devi andare a filosofia, Valentina?” Chiede Anne.

“No, adesso ho lingue. E da quanto vedo non ci vedremo fino all’ora di pranzo… Be’ se non ci incontriamo nemmeno lì la mia stanza è la 111.”

“Contaci. Ci vediamo di fronte alla porta della mensa! Noi dobbiamo svoltare a destra per andare al corso di matematica. A più tardi.”Dice allegramente Mary. Anne la saluta con un cenno e segue la rossa all’aula di matematica forse già cosciente del fatto che sarebbe nata un’amicizia sincera.

A pochi passi da loro c’è un gruppetto maschile che si dirige come loro verso quell’aula e due di loro hanno ripreso a litigare per futili motivi,mentre l’altro guarda incredulo i due per poi successivamente girare la testa verso la finestra visibilmente annoiato.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: dreamkath