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Autore: STAILIST    22/03/2012    5 recensioni
Il mondo di Elvard è in grave pericolo.
Le condizioni climatiche negli ultimi anni sono instabili e gira molta tensione nei villaggi.
Gente che sparisce... Ragazzi da gli strani poteri...
Che un' antica profezia si stia per avverare una seconda volta?
Che LUI stia tornando nuovamente per riportare il Caos in quella terra un tempo pacifica?
Solo alcuni si salveranno e potranno sottrarre quel mondo dal suo destino, che lo condurrebbe nella catastrofe.
Si potranno cambiare le sorti di questo futuro infame?
LEGGETE E LO SCOPRIRETE!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5
 

IL PALAZZO IN FIAMME

 
Camminava da giorni... Senza cibo nè acqua, ma la cosa di cui aveva un disperato b isogno era lei, l’acqua fresca, limpida e pura.
Ormai non poteva andare avanti ancora per molto in queste condizioni, ma doveva continuare, perchè doveva portare a termine la missione.  Dopo una decina di metri cadde a terra e non si rialzò più.
Sentiva i carri che passavano vicino la sua testa, respirava la polvere che alzavano le ruote e gli zoccoli dei cavalli. Nessuno si degnava di fermarsi per soccorlerlo. Le carrozze passavano e percorrevano le strade polverose della Vena, che era la strada principale che collegava tutte le città del Regno  della Luce con la capitale, Lucius.
Una carrozza andava velocissima e inchiodò all’improvviso. Il corpo quasi inanime cercò di aprire gli occhi, ma vedeva tutto sfuocato. L’unica cosa che i suoi occhi riusvirono a distinguere fu il volto di una donna che scendeva da una vettura dorata e lussureggiante. < Oh! Povero ragazzo! Guarda come è  conciato! La gente meschina di oggi non ha una minima pietà per le persone in difficoltà! > La donna misteriosa fece una pausa per riflettere. < Non possiamo lasciarlo quì in mezzo alla polvere, ma se lo porto con me cosa penserà il  popolo di me? Al diavolo quello che pensa la gente! Oreste prendi il ragazzo e caricalo immediatamente in carrozza.> < Come desidera mia signora! > La donna salì a bordo della vettura e fece mettere il corpo del ragazzo affianco a lei e  fece appoggiare la testa sopra le sue gambe. < Sprona i cavalli e vai il più veloce possibile verso Lucius, torniamo immediatamente a palazzo! > < Certo mia regina! > E la carrozza partì verso la capitale.
 
Intanto...
Cleofe era terrorizzata dopo lo scenario al quale aveva assistito nella radura. Solo una domanda vagava per la sua mente, “ Ma perchè mi voglio uccidere per forza, chi è quell’ uomo che ha tanta sete del mio sangue e perchè propio io dovevo avere il dono di questo potere?”
Il sole iniziava a tramontare.
Cleofe iniziava ad avere freddo. Nonostante fosse ormai quasi finita la primavera.
Nella regione del Giorno, il clima da qualche tempo era un po’ stano.
Non esistevano più, ormai, quattro stagioni, ma solo due: L’estate e l’inverno. L’autunno era sempre con giornate fredde e non miti, e la primavera calda come le giornate piene di sole d’ estate, ma non era finita qui.
Durante l’estate e la primavera, di sera la temperatura si abbassava fino ad arrivare addirittura allo zero.
Di questi fenomeni non ne risentiva solo questa regione, ma tutta Elvard! Per questo adesso nei villaggi, nelle città e nei borghi c’era tensione.
Cosa che molti studiosi non riuscivano a comprendere.
Alcuni veggenti narrano l’inizio di un’era buia, altri di periodo di rifioritura.
In poche parole se questo fenomeno avesse  continuato a verificarsi e a peggiorare, sarebbe stata la fine! La flora e la fauna sarebbero sparite e di conseguenza il popolo di Elvard.
Cleofe tremava, non aveva fuoco per riscalarsi, e in quel momento era la cosa di cui aveva il più disperato bisogno, calore. Riuscì a farsi un piccolo giaciglio con delle foglie, ma non la teneva abbastanza calda. Con dolore pensò ai bei momenti passati al villaggio con i suoi amici e con nostalgia ricordò la sua casa che le dava calore e conforto. Con le lacrime agli occhi e pensando a ricordi ormai lontani Cleofe si addormentò.
Il mattino dopo, quando si svegliò, le bruciavano gli occhi per il tanto pianto e si sentiva il viso tutto appiccicoso. Se lo sciaquò e mangiò qualche bacca che trovò in un cespulio sperando che non fossero velenose, poi si rimise in cammino: Lucius non doveva essere ancora distante.
La carrozza entrò di corsa in città.
 La gente che si trovava su quella via si scansava per non essere investita dalla vettura che si dirigeva verso l ‘acropoli dove sorgeva il maestoso palazzo regale.
< Dottore come stà, la prego me lo dica > chise la sovrana preoccupata. < Non si preoccupi è fuori pericolo basterà che stia a riposo, ha solo avuto una mancanza di sali minerali e nutrimento, se avrà le giuste cure si rimetterà presto.>
< Grazie prer tutto quello che fa per noi > < E’ solo il mio dovere, Maestà !> Disse l’uomo e se ne andò.
< Perchè hai portato questo ragazzo a palazzo? > Chiese una voce all’improvviso  < Non so precisamente il perchè caro, ma è solo che mi manca  nostro figlio e questo ragazzo gli assomiglia molto e quando l’ ho visto per strada nella polvere della Vena mi è venuta una stretta al cuore.> Confessò la regina. < Sì, anche a me manca, ma lo sai meglio di me che non può restare a palazzo, altrimenti cosa penserà la gente di noi, i loro sovrani? > Disse l’ uomo con una nota di dispiacere nei confronti di sua moglie e del ragazzo che giaceva nel letto. < Ma...> riprese il re < Troveremo una soluzione, stanne pure certa amore mio> < Grazie, caro> Una lacrima rigò il viso della donna, che cadde sul pavimento di marmo cerato.
 
Verso pomeriggio Cleofe arrivò davanti alle porte della città di Lucius.
Le mura circondavano tutta la città ed erano fatte di blocchi di marmo bianco. Le porte erano d’oro e imponenti con su incisi dei basso rilievi che rappresentavano un’antica battaglia.
Sulle mura candide, vicino alle porte era situata una bacheca, sulla quale erano appesi i volantini dei ricercati e naturalmente c’era anche la faccia di Cleofe.
< Diamine! Adesso come faccio ad entrare in città? Mi prenderanno sicuramente!> Vicino alle porte c’era una bancarella che vendeva dei mantelli: forse se ne avesse preso uno avrebbe potuto entrare indisturbata! Ma come poteva poteva riuscire a non farsi vedere da nessuno?
Proprio in quel momento passò un carro che trasportava fieno, avrebbe potuto nascondersi lì per entrare in città!
Cleofe corse a perdifiato verso il carro e ci saltò su appena in tempo.
La vettura passò davanti alla bancarella dei mantelli e Cleofe ne approffittò per rubarne uno e poi superò le porte ed entrò nella maestosa città.
Era molto trafficata, c’era un via vai di gente. Le case non erano delle capannette di paglia e legno, ma altissimi palazzi di marmo bianco.
Sembravano grattacieli che splendevano alla luce del sole.
Il carretto svoltò in una strada laterale e Cleofe sfruttò l’occasione per scendere da esso senza essere notata.
Si mise il mantello,  si calò il cappuccio sul volto e sparì in mezzo alla gente della via principale.
 
< Dov’è il dottore? Chiamatelo subito! Il ragazzo scotta da morire!> Disse la regina in preda al panico. < Mia signora, il dottore arriva subito!> Disse la serva per calmarla. < Ma non vede che il ragazzo stà malissimo?> < Si calmi ! Andrà tutto bene!> Il medico arrivò e si rinchiuse nella stanza del ragazzo per un’ora e mezza, poi uscì con il volto impregnato di sudore.
< Mia signora... Non credo che il ragazzo ce la farà... Io... Non avevo mai misurato una temperatura così alta da quando ho iniziato la mia carriera da medico... mi  spiace.> Il medico se ne andò e la sovrana scoppiò in lacrime e si rifugiò nella sua camera dove si addormentò due ore dopo per il troppo dolore.
 
Più tardi...
Cleofe camminava per le strade di Lucius cercando una bancarella che vendesse alimenti a poco prezzo.
Ad un certo punto, la gente iniziò a correre da tutte le parti come se fosse impazzita. La ragazza non capiva cosa stesse succedendo, cercava di chiedere a qualcuno, ma nessuno le dava retta. Poi qualcuno iniziò ad urlare e a gridare  < A fuoco! Il palazzo reale va a fuoco!> e Cleofe finalmente capì cosa stava succedendo.
Cosa doveva fare? Correre pure lei e mettersi in salvo o aiutare a spegnere le fiamme? Ma come poteva spegnere delle fiamme, lei era solo una bambina... Speciale! Con il potere dell’acqua! Cleofe iniziò a correre in direzione del palazzo.
La regina era ancora addormentata quando il calore delle fiamme la destò dal sonno. Rimase stupita e allo stesso tempo terrorizzata quando finalmente si accorse della situazione.
Iniziò ad invocare aiuto, ma il palazzo era già stato evaquato: nessuno si era accorto della sua assenza!
Poco dopo  iniziò a sentire delle lamentele e un lampo si accese nella sua mente.
Nessuno si era preoccupato di metterlo in salvo, allora lei corse verso la camera da cui provenivano i laementi. Quando vi entrò, restò esterefatta. Il ragazzo era avvolto dalle fiamme! La cosa ancora più straordinaria e che il corpo del ragazzo non si bruciava, ma produceva e alimentava le fiamme! La donna rimase paralizzata e il ragazzo non sembrava soffrire. Si sentì il rumore  di passi veloci , una voce che urlava e una porta che si apriva sbattendo contro il muro. In seguito apparve una ragazzina sulla porta che indossava un  lungo mantello nero con la fronte madida di sudore e la faccia stravolta dalla fatica, ma non appena vide la persona che giaceva nel letto, un sorriso di felicità le si scolpi sul volto. L’amato ragazzo della sovrana aprì gli occhi e non appena fece questo, una fiammata potentissima divampò nella camera e la regina perse i sensi. L’ultima cosa che riuscì a percepire fu una grande sensazione di freschezza, ma allo stesso tempo di calore e una felicità infinita. Poi tutto si perse nella confusione più totale.
 
 
 
Chi è il misterioso ragazzo?
E perchè Cleofe era felice di vederlo?
Si conoscevano già?
 
 

Scusatemi tanto per il grande ritardo, spero ne sia valsa la pena per curare maggiormente la stesura del testo.
Ringrazio tutti quelli che mi seguono e che hanno messo la mia storia tra le preferite.
 
STAILIST
   
 
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