-Ehy- mi giro di scatto, spaventata -Non dire nulla di me, potrei venire a trovarti la notte- mi fa un occhiolino.
Ed è con quel gesto che decido di darmela a gambe, come una codarda.
Perchè a me? Che ho fatto di male per essere messa in certe situazioni?
STORIA SCRITTA A QUATTRO MANI :)

''Lo stringeva a sé, cercando di far aderire ogni parte del suo corpo a quello di lui, cercando di non far fuggire quel mix di emozioni che avevano provato fino a poco prima.
-Luca?-
-Mmm-
Martina si girò fino a poterlo guardare negli occhi -Qual è il punto tre della lista?-
Luca la guardò sorridendo e la baciò sulla fronte, sentendo l'intenso profumo che i suoi capelli emanavano.
-Non posso dirtelo-
Continuò a fissarlo mentre lo vedeva sorridere sornione poi, scattando in piedi, lo mise sotto di sé.
Luca rimase stupito per quella reazione così improvvisa. La guardò inclinando la testa: i capelli lunghi, biondi e spettinati arrivavano a nasconderle il seno e poche altre parti del corpo. Aveva la faccia stravolta e felice, come ogni volta in cui facevano l'amore.
-Ok- disse risoluta
Ok? No, Martina non si sarebbe mai arresa così facilmente. Cosa gli sfuggiva? La vide avvicinarsi pericolosamente alla sua bocca risvegliando la sua reazione.
-Ok, non dirmelo- ripetè -Ma non faremo più sesso-
Questa volta era lei a sorridere vittoriosa.
Ecco cosa gli sfuggiva.
Quanto avrebbe potuto resistere? Poco, pochissimo.
Dannazione.''
***
Questa era Martina, e lui ne era assuefatto.

Due ragazzi inglesi, strappati alla loro terra e impiantati in Italia:
Alyson, maledettamente complicata, cinica e apatica. Con un grande sogno, l'Africa.
Matt, maledettamente in crisi per un passato difficile.
Rivali, sempre e comunque.

Camminavo, o meglio correvo. In quel momento non ci facevo caso, seguivo solo le mie gambe. Gli occhi mi bruciavano dal piangere, mi girava la testa. Come aveva potuto? Non ci potevo credere. Poche ore prima mi sentivo quello che non ero mai stata, felice. Pochi secondi dopo mi ritrovai davanti alla sua porta, ero sicura che mi avrebbe aiutato. Bussai. Mi venne ad aprire lui, con il suo solito sorriso che sparì, appena mi vide in quelle condizioni. Non chiese niente, mi abbracciò. Volevo fare lo stesso ma non avevo le forze per farlo.
Quello che pochi minuti prima i miei occhi avevano visto continuava a ripetersi in testa, come un film senza fine.
Avevo perso la cosa più bella che la vita mi aveva donato.

Mi chiamo Federica ho 16 anni,sono una ragazza italiana,rinchiusa in un collegio di Londra.I miei genitori sono morti in un incendio quando avevo 3 anni.Mi avevano lasciato a mia nonna, che per problemi economici non poteva mantenermi e quindi mi rinchiuse in questo "carcere"come la chiamavo io,all'età di 6 anni.Non si è ma fatta sentire,non una lettera,non una visita.Pur avendo avuto un passato triste sono una ragazza solare, forte e molto dolce,con un sorriso sempre stampato in faccia.
----------------------------- capitolo 7---------------------------
Amare qualcuno che non ti ama, è come aspettare una barca in aereoporto (?)..Mi sentivo una schifezza. Io tenevo davvero a quel ragazzo, quando lo vedevo, il mio cuore batteva all'impazzata... forse non era quello giusto. Ci sono ragazzi migliori di lui..