«Hai problemi ad accettare i rifiuti, Naruto, te l'ho sempre detto».

Non è la versione Disney. È una favola moderna (?).
SasuNaru (Ovviamente)... Accenni: GaaNaru e SasuSaku.
***
Naruto non era mai riuscito a vedere la fine del film “La Bella e la Bestia” e non lo fece mai. Affermando con certezza che il miglior finale, di qualsiasi film romantico... Era il suo.

«Il piccolo cosa?» riesce solo ad esalare Sasuke, la testa che pulsa. Lui non avrà un figlio di nome Jiraiya, è fuori discussione! Lui non avrà un figlio in generale, ma se mai dovesse averne uno non si chiamerà Jiraiya!
Fa per esternare il pensiero a voce alta, ma Naruto se l'è di nuovo tirato vicino, il braccio attorno al suo collo troppo sottile.
«E guarda, quello è Itachi! E poi c'è la piccola Kumiko!»
«Chi?» soffia Sasuke, sconfortato. Non che sia particolarmente importante: non rispetto alla constatazione che la sua pancia si sia trasformata in un dannato condominio, almeno.
[Non riesco a capire se sia anche OOC, oltre che perdutamente demenziale, quindi nel dubbio ho messo l'avvertimento. So solo che non è mpreg, anche se lo è. Chiaro, no? *fissa l'orizzonte* Intanto è per il compleanno di quella santa di annamariz, questo lo so per certo XD]

Kurama lo risvegliò sospirandogli diritto in faccia, assumendo una smorfia di tristezza. " E' stata una mia creazione. Era un modo per evitare che Sasuke ti uccidesse, non potevo sapere che avrebbe cambiato idea! " Naruto non capiva un sacco di cose, ma questa la capiva anche meno delle altre. Come poteva una bolla fermare la sete omicida di Sasuke?
La volpe non rispose alla domanda tacita, il ninja aveva già capito.
[Sasunaru][Mpreg][spero-non-tanto-OOC]

- La sua attenzione, rapita per un minuto da pensieri effimeri e troppo vaghi per prendere forma, fu catturata nuovamente quando si ritrovò a fissare direttamente il viso del ragazzo dieci anni più giovane, quegli occhi verdi che luccicavano tenui nell'oscurità e che avevano sempre la capacità di ancorarlo al presente e farlo al contempo librare nel cielo... -

Quarta classificata al 'Naruto Blooby Contest: Come suonano le tue ossa?' + premio per il miglior detective.
-
Questa è la storia di quando una promessa non può essere dimenticata. Anche se gli altri non capiranno, tu la manterrai incurante di tutto, sino a che la fredda terra non t'accoglierà tra le sue braccia, vero?
"[...] mi raccomando, è una promessa.”
[...] La vista le si era ormai del tutto sfocata, mentre quella voce fredda e calma le giunse alle orecchie.
-È una promessa.- ripeté mentalmente solo quelle ultime tre parole, mentre vedeva il nero sostituire il rosso.
[...]"Ricordati, è una promessa.” “ tu a chi l’hai fatta?”
[...]L’aveva promesso, ma non credeva che qualcuno lo riuscisse realmente a capire.
[P.S.coppia presente, anche se non approfondita Sasu/Naru]

''E mi sento colpevole, proprio per quelle parole che nascondi dietro la mia spalla quando mi abbracci, così tenui che pare tu non voglia farmele ascoltare, e allo stesso tempo così vicine...''
I vividi pensieri di Misaki durante una delle notti con Usami.
Buona lettura!

Chiudi gli occhi e fissa il vuoto...
Quand'era bambino se lo ripeteva spesso.
Chiuso in quel vecchio e logoro appartamento non riusciva a chiudere occhio a causa degli incubi, così reali da terrorizzarlo. Mani invisibili, artigliate ed evanescenti, superavano la barriera delle palpebre serrate, mani che lo ghermivano e soffocavano senza pietà. Le voci sussurrate di chi lo odiava senza una ragione, ringhi e parole cariche di cattiveria gli penetravano le orecchie con dolore.
E lui si raggomitolava su se stesso, si stringeva forte le braccia e immaginava la sua mamma abbracciarlo con amore, quella madre che non aveva mai conosciuto fino ai suoi sedici anni.
Ormai era passato tanto tempo da quegli anni e di incubi non ne faceva più, eppure non riusciva a riposare comunque.
Chiudi gli occhi e fissa il vuoto...

Abbozzò un sorriso e abbracciò la figlia,prendendo sia il marito che il pupazzo si avviò in camera loro,seguito dalle proteste di Misaki-kun
“Ok,non voglio sapere che cosa volete fare voi due” mormorò Erin tra sé mentre guardava fuori dalla finestra
“Amo questa famiglia”

Un colpo. Un gemito. Un urlo.
Ancora.
Un colpo. Un gemito. Un urlo.
Di nuovo.
Un colpo. Un gemito. Un urlo.
Sempre.
Un colpo. Un gemito. Un urlo.
All'infinito.
Molteplici sono le forme in cui l'uomo ne può distruggere un altro.
Qual è la peggiore?

SasuNaru. AU. Lievemente OOC (Almeno spero lievemente).
Dal testo:
«Non ti facevo un tipo per uomini».
«Eh perché?» Domandò Naruto, sbattendo le palpebre bionde in modo confuso.
«Perché gli omosessuali sono tutti carini! E si mettono con uomini altrettanto carini»

Attenzione: rosso. Profondo. Così profondo che diventa nero. Per cortesia, non apritela neppure se siete anime innocenti.
La trama...
"Era un cedimento, quella che la fece esitare e le incrinò leggermente il tono fermo? – Premi a fondo sul palloncino contando lentamente fino a quattro. Ok?
Annuì. Non voleva sentire di nuovo la propria voce.
Premi. 1 2 3 4. Svuota la mente.
Premi. 1 2 3 4. Non pensare.
Premi. 1 2 3 4. Solo respira.
Premi. 1 2 3 4. Lento.
Premi. 1 2 Respira. Premi. Ti prego 3 4. Premi. Non farmi questo. Premi. 1 2 3 4."

“Come ti chiami?” gli domando, avvicinandomi a lui. Il suo odore mi fa venire l’acquolina in bocca, mi raggiunge dentro, richiamando il bisogno di stringere, mordere e controllare.
[Scritta per il P0rnfest#6] [Attenzione: Omegaverse. Maggiori info all'interno!]

– Io qua dentro sarò anche solo un numero, signor Holmes, – disse l'Alpha alzando i pugni chiusi davanti a lui – ma non ho le mani legate. –
Abbassò infine le braccia e rilasciò un lungo sospiro. Sherlock non trovò niente d'intelligente da dire e così, per una volta in vita sua, tacque.
– Adesso le è chiaro perché non condivido gli obbiettivi dei miei compagni? – gli fece il verso con amara ironia.
Sherlock voltò la testa, lo sguardo perso nella nebbia mattutina che s'intravedeva oltre le sbarre della finestra.
Non aveva mai voluto questo e quella chiacchierata non faceva che alimentare il suo rifiuto nei confronti di quell'istituzione sociale imposta da un governo distopico. Ma non era certo arrivato fin lì senza calcolare i rischi. E se doveva andare fino in fondo, l'avrebbe fatto solo con quell'uomo, quell'Alpha che gli mostrava con fierezza i suoi dolori e le sue paure e rifiutava la finta libertà impostagli.
Sherlock se ne rese conto chiaramente in quel momento: sapeva non poteva esserci nessun altro se non Alpha 221B dell'Istituto Baskerville.

Alpha/Omegaverse.
In un mondo fantascientifico dominato dagli alfa e fatto di leggi impietose e coercitive verso gli omega, Sherlock disprezza e occulta da sempre, e con ogni mezzo, la sua vera natura: nessuno può dominarlo, nessuno può reclamarlo.
Fino all'arrivo di un alfa diverso dagli altri, uno con gli occhi mansueti e un cuore luminoso che non può appartenere a nessun altro.