dal testo "...Prima ancora delle risposte, mi interrogo sulle sensazioni, desidero provare qualcosa e dentro, lucida, percepisco il nulla, tutto il vuoto che mi circonda, il ricordo e la dura ostinazione.
Ho costruito un muro di altezzosa freddezza per sopravvivere, i sogni dimenticati, cammino senza meta, solo a me stessa devo rendere conto, ieri e oggi sono sola con le mie paure.. almeno in questo momento, non oso provare la colpa di avere compassione .. il tuo sorriso scioglieva il cuore, non riesco a dimenticare e rincominciare."

Aveva lottato strenuamente affinché non accadesse. Aveva chiamato in causa la logica, il buon senso e la lealtà. Aveva maltrattato quell'amore molesto in tutti i modi possibili, mentre, imperterrito, gli si faceva strada nel cervello e gli infiammava il corpo, ma alla fine si era arreso e aveva lasciato, con un senso di liberazione misto a rassegnazione, che gli scoppiasse anche dentro al cuore...
Dopo tanto tempo, torno a parlare dell'amore di Alain per Oscar, tema a me caro. La storia è ambientata dopo la morte del nostro caro André e anche se non so ancora dove mi porterà spero di renderla godibile. Attendo con piacere le vostre recensioni.
Buona lettura da Montblanc.
N.B. Le splendide illustrazioni, che troverete via via nel corso della storia, sono opera della bravissima Sabre che ringrazio di cuore.

Tutti coloro che amano questo splendido anime conoscono le difficoltà da parte di Oscar di esternare i suoi sentimenti. Ho pensato di darle l’opportunità di fermare su carta i suoi pensieri, di scrivere in pratica una lettera d’amore per il suo André, ben prima della famosa notte delle lucciole, in modo che anche lei prendesse coscienza di ciò che l’ha sempre legata all’altra metà della sua anima. Il periodo preso in considerazione è quello dove entrambi militavano nella Guardia Metropolitana di Parigi.
Spero di non essere andata fuori tema. A voi la lettura e se vorrete un commento.

La sera dello strappo è stata raccontata sotto molte sfaccettatura, e resta sempre un "must".
Questo piccolo racconto narra la mia visione...

In fondo, non era che l'alba del 13 Luglio 1789...

Siamo nel 1775, rispetto alla storia originale Rosalie manca (manca?), il conte di Fersen è ancora in Svezia e le giornate scorrono monotone in quel di Versailles tra un brutto tiro e l’altro della Polignac e i capricci di Maria Antonietta.
E se Oscar avesse avuto un’amica?
Questo, signori, è il folle tentativo di innestare un po’ di frivolezza nella stoica esistenza di madamigella Oscar.
Ad aiutarmi nell’impresa ci sarà una tizia bizzarra inventata di sana pianta, naturalmente André, un viaggio nella profumata Provenza, delle illustrazioni ad acquerello e probabilmente degli scivoloni fuori personaggio perché questa sarà una storia (insostenibilmente) leggera.
Forse.

Mi sono sempre chiesta come avessero affrontato i Nostri la via del ritorno, dopo essere passati in casa di Alain nel momento delirante della tragedia di Diane.
Poche righe raccontano la mia versione, prendendo spunto non solo dall'anime, ma soprattutto dall'ultimo capitolo di Cuore di burro di Madame Grandier, che mi ha stimolato in tal senso a procedere con la scrittura e che ringrazio dal profondo per questo spunto in odore di spin off...

Leggendo l'ultimo capitolo di "Cuore di burro" di Madam Grandier ho avuto come una folgorazione e così, dopo aver chiesto il permesso all'Autrice, mi sono permesso di scrivere una storia vista dal punto di vista di Oscar che riguarda proprio il giorno citato nell'ultimo capitolo di "Cuore di burro".
Ho trattato la storia come se fosse una one shot.

Un'insolita accoppiata di personaggi si confronta - senza peli sulla lingua - nell'ufficio di Oscar, sorseggiando tè.
Ne verranno fuori una scommessa e una scoperta...

Una giovane donne ha deciso di allargare i propri orizzonti,dedicandosi ad un nuovo hobby, forse addirittura una professione. Il fidanzato decide di aiutarla con i dettagli.

Questo è il mio piccolo tributo ad una grande storia: pensieri sparsi ed emozioni, raccolti come fossero istantanee, qualche tempo prima del mitico 12 luglio ed in un luogo caro ai Nostri, la Normandia, il cui limite estremo (Mont Saint Michel) serba un'energia particolare. Perchè non è giusto vivere di rimpianti, e lo strazio di Oscar a poche ore dalla scomparsa del suo uomo, lacerata dal senso di colpa di aver sprecato il "loro" tempo, mi ha condotto fin qui, nel tentativo di regalare loro la possibilità di avere anche un presente.
Per chi vorrà, buona lettura...

"Il giorno in cui il consigliere Kirita le aveva presentato Harlock, Namino era rimasta imbambolata per qualche istante con la mano nella sua.
Un uomo decisamente interessante, questo pirata. Il viso segnato era quello di un guerriero, come lo era il suo fisico prestante fasciato da abiti scuri. E quel mantello poi, amplificava la sua imponenza dovuta alla notevole altezza.
Un "fusto".
Pensò subito di "adescarlo" per accattivarsi la sua fiducia.
- Stendi un uomo sopra o sotto di te, dagli quello di cui ha bisogno e ti racconterà un sacco di cosette interessanti -"
La mia Namino, è una peperina! E dal piccolo estratto che avete appena letto, credo che questo si intenda. Lei ci prova davvero ad essere una spia all'altezza di tale compito.
Ma si ritrova davanti un avversario non comune, che farà vacillare tutte le sue sicurezze iniziali (e forse anche il suo cuore..). Il capitano non è un tipo così semplice da "sbottonare" in tutti i sensi, e Namino dovrà dare fondo a tutte le sue idee per poter portare a termine il suo incarico. Ci riuscirà? Lo vedremo lungo il percorso di questa mia spy-story, tragicomica, introspettiva e...lievemente bollente...

Ciao a tutti. Originariamente questa poesia era diversa e descriveva i miei sentimenti quando ho una certa fase di tristezza. Ma ho cambiato alcune frasi e ora questi sono i sentimenti di André per Oscar. Spero che vi piaccia e vi auguro una piacevole lettura. :-)
Tanti saluti
Lady Irene

Un uomo in fuga, saluta qualcuno che gli era molto caro.

“Scusami…” mormorò, muovendo un passo per riprendere il libro da terra.
Ma lui si chinò per primo e lo raccolse senza parlare, senza riuscire a smettere di guardarla, continuando a studiare i suoi occhi con ostinata insistenza. Come se in quell'azzurro sgranato cercasse qualcosa, come se inseguisse il filo di strani pensieri che un attimo prima l'avevano travolto e poi erano fuggiti via dalla mente, qualcosa di così simile a certi sogni che sembrano vivi e reali e invece scompaiono appena ci si sveglia. Scompaiono, si dissolvono, e di loro non resta niente tranne una strana inquietudine, e la certezza di avere qualcosa di importante da ricordare senza riuscirci.