“Brillano di luce artificiale, tutte quelle persone che mi gravitano attorno come satelliti vaganti. Ed io non sono altro che un punto lontano che ammira le loro danze frenetiche ma decise, in pace nel loro vagare. Ogni tanto entrano in collisione, ed io prendo un respiro, perché ogni scoppio crea un fuoco brillante e pieno, che riempie il cielo, ed esso non porta ad altro che ad una voragine che allontana di un altro passo loro dalla mia traiettoria, infinitamente solitaria. “
Una storia che parla del vicolo cieco di una ragazza e del suo rapporto con l'amore. L'apatia che invade la vita e la riscoperta che la "petit mort" può risvegliarti, ovunque tu abbia dimenticato te stessa.

La mia vita è solo una grande, dannata beffa.
Non è altro che un giocattolo nelle mani di un eterno bambino capriccioso e viziato che dopo averne rotto uno lo sostituisce con un altro, a cui il destino riserverà la stessa, identica fine. Ma questa è la fine della mia storia.
Partiamo dalle banalità, come ad esempio il mio nome: Mihael.
...
Durante il tragitto per tornare a casa non parlammo, ma nella mia mente continuava a riecheggiare un solo nome: Near. Non sapevo chi fosse e non lo avevo mai sentito nominare prima, eppure, in una parte remota del mio essere, avevo la sensazione che quel misterioso individuo fosse da sempre stato parte della mia vita.
Quel giorno non potevo sapere quanto vicino alla verità fosse arrivato il mio inconscio.
{Near x Mello} L'ordine con cui sono scritti i nomi non è casuale