Lullaby
for Emily è una
storia che – è innegabile – colpisce sin
dalla sinossi, scritta con una perizia
davvero ammirevole. L’autrice parte da un dato quasi abusato,
quale un concerto
dei Tokio Hotel per dipanare una vicenda dai risvolti commoventi ma
spiritosi.
[...] Viene affrontato poi il – ahimé classico
– tema dell’amore, ma l’autrice
riesce inaspettatamente a dargli tutta un’altra luce,
facendone percepire tutte
le sfumature. Si tratta di amore vissuto, ma anche di amore non
corrisposto, di
amore sofferto, di semplice amore per un’adorabile bambina di
quattro anni.
The truth beneath the Rose è il naturale seguito di Lullaby
for Emily, e qui
campeggia il nordico personaggio di Vibeke Wølner, sorella
di un noto deejay di
Amburgo nonché amico di Benji. Per un bizzarro – e
ben orchestrato, occorre
ammetterlo – gioco di coincidenze la vita di Vibeke e di suo
fratello Björn
viene ad intrecciarsi con quella dei Tokio Hotel e – in parte
– anche di
Nicole. Sarà poi l’incontro tra Vibeke e Tom
Kaulitz – strafottente, gradasso,
donnaiolo ma irresistibile – a creare i primi problemi di
“convivenza” tra due
ecosistemi che non possono però fare a meno di collidere.
Un’ulteriore nota di colore – che personalmente ho
trovato oltremodo gradevole
– è la perfetta padronanza dell’autrice
per quanto concerne la lingua
norvegese. Infatti, la maggior parte dei dialoghi che animano la
famiglia
Wølner sono redatti in questa lingua (e tradotti in nota) e
questo piccolo
preziosismo contribuisce a dare alla storia una ventata di couleur che
davvero
sembra la ciliegina su una torta particolarmente riuscita.
Delle molte - moltissime ragioni - per cui credo _Princess_ sia un'autrice da leggere, da amare e da sfogliare, l'estrema delicatezza con cui sa pennellare le sue storie a tematica sentimentale è senz'altro tra queste. Benché apprezzi nei fatti autrici dalla prosa potente, spesso provocatoria (o violentemente provocatoria), in _Princess_ amo invece la sensibilità e la dolcezza con cui avvicina alle emozioni senza cercare ostinatamente il sensazionale, il morboso o il torbido. Le sue pagine sono pastelli adatti a qualunque lettore, che si ritrova avvinto e conquistato dal piacere di una storia raccontata ogni volta con cura estrema e grande attenzione al dettaglio. Sotto questo profilo, Beyond Our Disguises è una classica commedia sentimentale alla _Princess_, dove, si noti bene, l'etichetta serve ad assicurare una qualità d'intreccio data proprio da alcuni degli elementi topici della nostra: un personaggio femminile di rottura, che innesca una situazione di crisi e di crescita in uno dei componenti della band, un'ambientazione curatissima e dettagliata, con concreti rimandi alla cronistoria del gruppo, uno stile ricco senza essere inutilmente ricercato, che raggiunge picchi di autentica bellezza nei serratissimi dialoghi. Beyond Our Disguises è la storia di due mondi che, di punto in bianco, si trovano a collidere: da un lato Norja, autrice gotica e schiva, irrisolta tra insicurezze ancora tutte adolescenziali e un disincantato, spesso cinico realismo; dall'altro Tom Kaulitz, bellissimo, famosissimo, issimo e gonfio dell'arroganza che gli deriva dalla pretesa invincibilità di un ruolo. Non è amore a prima vista, tra i due: l'attrazione anzi innegabile che la timida scrittrice prova nei confronti del chitarrista la rende sovente respingente e gelidamente caustica, innescando quelle splendide e tese schermaglie dialogiche che sono anche una delle ragioni per cui adoro questa autrice. _Princess_ ha, a mio avviso, un talento raro per le scene di conflitto: nei momenti di maggior stress emotivo, i suoi personaggi esplodono con una carica di umanità che trafigge chi legge dritto al cuore e che li rende davvero indimenticabili. Benché poi la trama si concentri soprattutto su Tom, l'autrice ha saputo ricostruire in brevi inserti la chimica complessiva del gruppo, la loro formula di band-famiglia, restituendoli alla pagina come ogni fan si aspetta. Una storia, dunque, da inserire nell'albo d'oro dei tributi, accanto alle mille altre pagine con cui la felicissima penna di _Princess_ nutre i sogni dei suoi fortunati lettori.
Questa recensione va inaugurata con un motto che mi riprometto sempre di tenere ben presente quando sto per cedere all'arrogante pretesa di dire come sia effettivamente un autore - perché, ovviamente, so già pure quasi per certo che quell'autore mi smentirà.
Non credere mai di aver compreso un'autrice senza averla letta tutta, senza aver sfiorato tutte le sue corde e, soprattutto, senza aver sondato fino in fondo la profondità dell'arpeggio.
Con
questa storia _Princess_
mi ha dato una bella lezione di umiltà: mi ha irretita
definitivamente,
strabiliata e anche ulteriormente convinta della ricchezza autentica
della sua
vena. Perché? Perché si è del tutto
reinventata nello stile, nei temi, nelle
scelte compositive, costruendo una pagina che si colloca agli antipodi
della
sue ben note commedie. Se poi il coraggio di una scelta così
poco convenzionale
(siamo seri! Un nome come il suo potrebbe vivere di rendita, no?) non
risultasse abbastanza per tributarle le lodi che merita, resta il
valore
intrinseco di una storia che può riassumersi in un pugno di
parole, ma che
regala un oceano di emozioni. Tutto si gioca sui poli opposti di una
calamita
chiamata fama: lei, Val, è una Lady GaGa tedesca. Lui, Tom
Kaulitz, un vecchio
feticcio per adolescenti che in una storia rabbiosa, violenta, spesso
persino
degradante, si perde e cresce. Si amano? Io direi piuttosto che si
possiedono,
perché la violenza dei loro incontri-scontri sfiora una
selvaggia ossessione.
E' una pagina ruvidissima, che non indulge mai nella ricerca della
perfezione
formale, ma esaspera piuttosto le dissonanze, costruendo un plot
potente che
esplode - e qui ritroviamo la solita, bravissima _Princess_ - nelle
serrate
sequenze dialogiche. Nei loro scambi, spesso legati ad amplessi
furibondi, Tom
e Val inghiottono chiodi e se li vomitano addosso con una ferocia che
rende
perfettamente la misura della sensualità e della
sessualità del loro
coinvolgimento.
Insomma: un'altra pagina magistrale di un'autrice che sembra proprio
incapace
di deludere.