Luhan nemmeno si rende conto di essersi incantato. E’ bellissimo, sembra arte pura. Il suo respiro si fa pesante, e non può affermare che sia per la paura.
Il ragazzo ha un’espressione tra il divertito e il sadico, e Luhan si risveglia dai suoi pensieri solo quando gli soffia sulle labbra. Il suo alito sa di arnica montana.
“Mettila così…” mormora, la voce suadente, roca ma dolce.
Un centimetro li divide.
“Tu sei il bello…” il suo respiro gli solletica il labbro superiore, facendogli socchiudere gli occhi come se fosse perso in un luogo che non esiste, dove ci sono solo lui e il ragazzo che ha di fronte, “e io sono la bestia.”
[In revisione. Primi 4 capitoli modificati]

[NUOVA VERSIONE ONLINE SU AMAZON]
Danielle trascorre il viaggio quotidiano in autobus fissando il paesaggio sempre uguale, con poca voglia di tornare a una casa dove si sente solo ospite. Peter resta sempre in piedi vicino all’uscita, isolato da tutti e protetto dal cappuccio sempre alzato.
Sulla linea 97, il destino dà appuntamento a due vite all’apparenza diverse, ma gravate entrambe da troppi addii e sogni infranti.
Riusciranno a vedersi, pur avendo ormai rinunciato a guardare davvero il mondo, e ad arrendersi al bisogno disperato del calore di un abbraccio, per lenire anni di solitudine?
Questa non è solo una storia d’amore, è un inno alla speranza che non deve mai scomparire, alle seconde opportunità che la vita ci offre, perché l’autobus, presto o tardi, percorre la strada di ognuno di noi.

Due gruppi rivali. Uniti. Costretti a stare insieme. Intrecci,bugie,passione.
-Dimmi solo perché l'hai fatto.-chiesi sottovoce.
-Ho avuto le mie buone ragioni.-mi rispose con una calma spiazzante.
-Buone ragioni?!-esclamai-Ci sono buone ragioni per cui picchiare un ragazzo che non ti ha fatto nulla?
-Era troppo vicino a te.-continuò senza guardarmi.
-Io e te non siamo niente. Posso fare quello che voglio con chi voglio.-mormorai sprezzante.-E se mi avesse baciato mi sarebbe anche piaciuto.
-Tu ami me.
-Ti odio.
-Ed io ti amo.
Rimasi muta,incredula.
Era sempre stato antipatico, spaccone,presuntuoso e menefreghista,petulante,impulsivo e.. Ed io mi resi conto che ne ero innamorata come tante.
-A quante lo hai detto?-sorrisi.
-Sei la prima.
-Sono l'ennesima.
Lo vidi tornare a guardarmi. Era bellissimo. Nella sua imperfezione era tutto ciò che oltre mezza scuola voleva. Mi si avvicinò,cingendomi i fianchi con le sue mani lunghe e magre e poggió la sua fronte sulla mia.
-Ti amo..-ripeté con la sua voce roca e sensuale.
Lo guardai persa. Doveva essere un sogno.
-Anche io..-riuscii a mormorare.

Sembrare non è essere.
Il sorriso di Yutaka occulta la realtà. Così apparentemente sincero, pare rapire tutti, quando dietro c’è una sofferenza e un dolore implacabile. Pensare che dietro ad un’alba speranzosa si nasconda il tramonto, il morir del sole per la luna, per la notte, per le stelle… il disperato e l’effimero sperare in un’eclissi, un incontro dove sole e luna possano amarsi e unirsi.
– RukixReitaxKai, AoixUruha –

Un KyungSoo che non ha nulla da perdere e un JongIn che ha già perso tutto.
[ KaiSoo. ]

{Kaisoo}
-La vita di Kim JongIn è fatta di porte che si chiudono e biforcazioni ingannevoli. È il cammino degli intrepidi, a cui non è concesso voltarsi e tornare indietro per riflettere.-
[Quinta classificata al contest K-POP: THE ULTIMATE REVOLUTION indetto da eos_92, MoCo, Orient_Express e taemotional]

Si aggrappò alla camicia rossa del ragazzo, abbassandolo alla sua altezza: “Ubriaca e fatta, sì, ma sono me stessa”.
Lo sguardo lucido di Maka stonò magnificamente in quello scrosciare di droga, e Soul le strinse la vita, portandola contro il suo petto.
“Non qui”, le sussurrò allora, e lasciò che fosse lei a trascinarlo.
Inciampò nei suoi stessi piedi, tanto che Maka fu costretta a togliersi le scarpe, ed aprì la porta di uno sgabuzzino buio in mezzo ad un corridoio silenzioso.
Cancellate il mondo creato da Ohkubo per immergervi nell'oscurità di una Death City sconosciuta, dove vigono le regole della violenza, della droga e del sesso.
[Fic scritta a quattro mani, di Mimi18 & Aki_Penn]

[EunHae]
E' il tramonto, e il Sole sta per andarsene, eppure eccola la Luna, che ogni volta torna, persistente, per fermare il suo Sole, per vederlo anche solo per pochi attimi. E' il tramonto e sia il Sole che la Luna sono presenti e si amano, anche ora che il Sole sta tramontando, la Luna aspetta paziente di ritrovarlo.

Penso sia facile da intuire, anche dal nick della sottoscritta, di che cosa tratta questa ff.
Ebbene sì, signore e signori (sempre che ce ne siano), questa qui è una JONGKEY (non ve l'aspettavate, lo so).
A causa della mia gioia di vivere che spruzza da tutti i pori (?!), questa ff sarà, molto probabilmente, la più deprimente; demotivante; triste; che abbiate mai letto. Perchè lo dico? Be', non di certo per farvi scappare (non sono così stupida); ma per darvi l'idea di quello che vi aspetterà: ovvero una ff un po' pesante; non di quelle "Jonghyun, ti devo confessare una cosa: io ti amo." "Oh, Kibum, ti amo anch'io." Detto questo, se siete ancora intenzionati a leggerla (cosa che dubito fortemente), be'... buona lettura!
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Sussurra il mio nome, Jonghyun.
Sussurralo ancora.
Sussurralo e non aggiungere altro, non ti servono grandi parole per farmi venire i brividi.

Taemin aveva sbuffato, indicando a Minho, che aveva fatto tutto quel discorso sul loro essere simili a quei morti, le strade dove erano presenti gli zombie che un tempo vivevano a Seoul come esseri umani e non come bestie assassine.
Quei due poliziotti dovevano essere davvero idioti per non aver capito cosa stava succedendo, con tutti i film che avevano girato negli anni non avevano ancora capito che si trattava di zombie? Veri e propri zombie.
“Sono degli zombie, dei non-morti, non ve ne siete accorti?” [JongKey]

Tentare di descriverlo senza sembrare banali o offensivi nei suoi confronti sarebbe stato molto difficile, quindi Minho si limitò ad osservarlo senza affibbiargli aggettivi come ‘carino’, nonostante lo fosse, anche dalla sua del tutto eterosessuale prospettiva, né ‘dolce’ nonostante avesse un sorriso da carie, né bello perché… Perché sarebbe stato ‘troppo gay’ dalla sua eterosessuale prospettiva.
Sul petto aveva una targhetta con il suo nome sopra, si chiamava… .
“Taemin-ah!” Key salutò il ragazzino con uno dei suoi migliori sorrisi.
c'è un Minho indeciso, un Taemin che è una caramella mou, un Kibum che è più di quello che sembra, un Jonghyun canterino e un Onew sbadatamente se stesso, tutti alle prese con le proprie vite, tra caffè alla canella e scelte che cambieranno per sempre la loro vita.

"Jungmo hyung mi aveva detto che sai già suonare la chitarra acustica e che stavi imparando da lui a suonare quella elettrica. Loro per me rappresentano la tua dualità, quella dolce e romantica e quella forte e graffiante che sa trascinarti con sé.”[jongkey con accenno 2min che probabilmente avrà un suo missing moment]

Mi avvicino al divano, senza fare rumore.
La osservo.
Anche nel buio di questa stanza, il colore della sua pelle mi ferisce gli occhi.
Il colore dei suoi capelli sparsi contro il bianco della fodera, brucia.

2min!
Sarà solo amicizia?

Una volta concluse le lezioni, quando uscii dall'edificio, la pioggia era talmente fitta e tagliente che percepirne le gocce d'acqua era praticamente impossibile. Così corsi verso l'albero cui eravamo soliti ripararci e Taemin era già lì. Senza ombrello né cappotto.
“Ma sei impazzito? Vorrai mica prenderti un malanno?! Vieni subito qui!”
“No Minho... scusa, non volevo farti preoccupare!”
“Stai già tremando... vieni qui da me.”, così si avvicinò a me per ripararsi dalla pioggia.
“Minho, non abbiamo molto tempo ma c'è una cosa di cui devo parlarti...”
“Avanti, sono qui.”
“Non so come la prenderai, se mi vorrai ancora al tuo fianco, e se sarai pronto ad accettarmi ma...”
“Ma?”
“Iomisonoinnamoratodite...” disse tutto d'un fiato.
“C-come?”
“Io ti amo Minho... non ti obbligherò a fare né a dire nulla... tranquillo.”, e se ne andò via senza neanche darmi il tempo di rispondere.