L’unica nota stonata in tutto questo è…
“Vuoi vedere le sue stanze?”
Ecco, appunto, l’americano!
E poi c’è ancora chi dice che sono pregiudizi… no maledizione, non lo sono! Gli americani sono sguaiati e privi di classe, non si sanno comportare e soprattutto, come ha ben dimostrato il qui presente… come ha detto di chiamarsi?! Robbie?... ah, no, Robert! Si chiama Robert! Non ti lasciano un secondo in pace.

Mordred. Piccolo druido, mai considerato da nessuno nel grande regno di Camelot.
Mordred pedina di Morgana o alleato di Merlin?
Buono o malvagio?
Che cosa avrà pensato della sua vita? Della sua magia e del destino di Albion?
Sarà solo un semplice druido o qualcosa di più?
Pensieri di un bambino cresciuto che è diventato un qualcuno che mai nessuno avrebbe potuto immaginare.
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Questa è la prima fanfiction che pubblico su efp spero che qualcuno abbia il coraggio di leggere e darmi la possibilità di migliorare.
Solo una piccola precisazione ci sono dei piccoli spoiler sul personaggio di Mordred, alcuni avvenimenti che accadranno nella 5 season che sto guardando in inglese. :)

In una terra di miti vivevano due maghi: Merlino e Morgana. Loro erano destinati ad amarsi, condannati a combattere.
Un saggio drago una volta disse: “I vostri destini sono uniti per sempre”.
(Modern AU)

I pensieri di Merlin su Morgana e il suo cambiamento, ambientato durante la terza stagione.

Il tragico 700' , secolo determinante per le sorti dell'Europa. In modo particolare per Londra, divenuta ormai scenario di sangue e violenza. Ma che cos'era la guerra in confronto alla spietatezza di Angelus e alla perversione di Darla? La vita travagliata dei due vampiri, legati dall'amore e dalla morte.

[Questo racconto, scritto alcuni anni fa, è poi diventato il prologo di un romanzo che sto scrivendo. Ve lo propongo come One-Shot]
Molto tempo fa: Un prete siede nel suo confessionale, in preda a qualche brutto presentimento. Una giovane donna entra in chiesa.. in cerca di perdono o forse di una punizione. Nemmeno lei lo sa..
Citazione:
“Ho paura...”.
Nessun rumore in chiesa. Nessuno. Non udiva più neanche i bisbigli dell’ultima donna che era venuta da lui per confessarsi.
(...)
Ho paura”.
No, non era paura.
Era molto, molto peggio. Terrore. Un terrore viscerale, che si dimenava nel suo corpo come un serpente velenoso, stringendo lo stomaco in una morsa e accelerando i battiti del suo vecchio cuore. Un terrore mai provato prima.