Lo chiamavo stress psicologico quello che i miei genitori a parer mio mi procuravano, ma mi davano anche un dispiacere immenso.
Da piccolo desideravo che tornassero presto dai loro continui viaggi e che mi dessero un pò di affetto o che avrebbero giocato un po' con me, ma non succedeva mai.
La casa dove vivevo era diventata per me sinonimo di solitudine, non avevo un volto affettivo che riconoscevo in quei lunghi periodi trascorsi da solo.
***
Dal capitolo uno:
Ritornai all'auto lì dove la mora era in lacrime. -"Mi dispiace.." Le dissi allora e lei parlò, alzando il tono di voce. -"Io non sono la tua sporca puttana.." Disse. -"Non voglio passare per quella che non sono." Continuò. -"Hai capito?" Aveva urlato forte, mentre io l'abbracciavo e lei tirava su col naso. -"A chi appartengono questi vestiti?" Allora dopo mi chiese e io diventai improvvisamente triste. -"Grace." Non le diedi il tempo di parlare che continuai. -"Ex ragazza di Zayn.." Dissi sottovoce. -"Nonché mia sorella.." Conclusi tra le lacrime.