EFP Fanfiction, storie ricordate da EngelDreamer

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EngelDreamer

Membro dal: 10/09/15
Recensore Junior (198 recensioni)

Benvenuto nel cimitero dei libri dimenticati
-L'ombra del vento

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Ama leggere, scrivere, ascoltare la musica, disegnare, guardare Anime e leggere Manga, gli Otome game, i videogiochi, la filosofia, la psicologia, la letteratura (di qualsiasi paese o epoca), l'arte, i paesi nordici, il Giappone, l'Inverno, l'Autunno, la neve, la pioggia, le tempeste, il freddo, le giornate di sole primaverili, il fluff, l'angst, l’amore in tutte le sue forme e sfumature, le sue ship, i suoi husbandi, shippare se stessa con i suoi personaggi preferiti, la cioccolata calda e i dolci in generale, il caffé, le coperte di lana, le felpe, i maglioni, i jeans a vita alta, i colori pastello (specialmente il rosa), gli artisti, il cibo piccante, la solitudine, pensare, il romanticismo, il surrealismo, lo stile gotico, l'introspezione, dormire, mangiare, oziare, sognare ad occhi aperti, il camino acceso, il mare quando fa freddo, i suoi anfibi neri, i rossetti marroni, i ragazzi dagli occhi e i capelli neri e la pelle cadaverica, i ragazzi biondi con la pelle abbronzata, i capelli tinti, il Natale, le polaroid, la complessità, il vintage, le pozzanghere, gli stivali da pioggia, le volpi, le rane, i ricci, il profumo dei libri, i libri antichi e dalla copertina rigida, il macabro, i boschi, la magia, il fantasy, le biciclette, il suono delle campane a mezzogiorno, viaggiare in pullman guardando fuori dal finestrino, i peluche, i cestini in vimini, la mitologia greca, i miti e il folklore in generale, gli animali, il cinguettio degli uccelli al mattino, la libertà nell’esplorare tabù e situazioni problematiche nell’arte, il suo cagnolino di nome Deku, la sua camera con le pareti rosa confetto, i suoi taccuini lasciati a metà dove scrive tutto ciò che le passa per la testa.

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Odia la storia (quella insegnata a scuola per lo meno), la ginnastica, passare troppo tempo a studiare, le versioni, il caldo, l'Estate, i posti affollati, parlare in pubblico, la politica, sudare, i compiti, gli esami, le discoteche, le scimmie, la geografia, l'ansia, l’essere estremamente ipocondriaca, la censura, le persone che sbirciano mentre scrive.

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Engel fa parte di troppi fandom, ha troppe ship e troppi personaggi di cui è innamorata persa, quindi ha deciso di non fare nessun elenco infinito. Per il momento sappiate che è impegnata a giocare a Genshin Impact e Honkai Star Rail, ogni tanto passa a trovare Mammon in Obey me! Shall we date, sta aspettando di vedere come andrà a finire Boku no hero academia perché avrà sempre nel cuore i bakudeku e quel grosso pezzo di manzo di Endeavor ed è ossessionata dal webcomic Marionetta e la SaheJul.

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Potete trovare Engel su

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Doccia fredda

[KagamiKuroko, for Shichan (L)]
Provò un brivido, lungo e intenso, quando il getto dell'acqua gli colpì il corpo a livello del torace. Il giovane viso si contorse in una smorfia di disappunto, una di quelle che gli alterava l'espressione qualora si presentava un elemento di biasimo sufficiente a sradicarlo dalla sua solita apatica indifferenza – cosa che accadeva, in realtà, assai di frequente e con facilità. Era sul punto di dire un paio di frasi estremamente mordaci, capaci di arrivare a piantarsi ben dritte nell'orgoglio altrui e rimanere impiantate lì in eterno senza il minimo problema, quando però l'altro ragazzo entrò nel piccolo box e occupò il resto dello spazio disponibile, andando a schiacciarlo tra il muro e il proprio corpo.
No, neppure in quei momenti Taiga possedere la grazia necessaria a comprendere come doversi muovere e con quali elementi della propria persona poterlo fare, risultando come sempre il disarmonico elefante massiccio che era.

The call

[Per il compleanno della Milla, che diventa sempre più grande ogni giorno che passa (L)]
Gli tornò in mente un'immagine dolce, quasi tenera, in quel preciso momento: Norvegia che prendeva con la mano la fetta di crostata preparata dal suo ospite e reggendola per il cornicione duro gliela porgeva, perché la mordesse e quindi la mangiasse. Non era passata neppure un'ora – il tempo di finire il dolce di quello strano pic-nic in riva al lago, prendere quella barca e andare alla deriva lontano da ogni occhio indiscreto – eppure quel sapore dolce era ancora tutto lì, sui polpastrelli morbidi delle sue dita.

To smell good

[Kuroko no Basket - KagamiKuroko]
Con un braccio gli circondò la vita, stringendolo a sé in un abbraccio ruvido ma caldissimo – e sulla pelle liscia scivolò, appena di lato, quell'unico lenzuolo bianco che li copriva dall'aria fresca della prima estate.
Spirò dalla finestra aperta quel poco di vento leggero che fece smuovere le ciocche di capelli chiari mentre lui, con le dita, si appropinquava a scompigliarglieli in una carezza rude, con quel sorriso sereno e grezzo sulle labbra che a Kuroko tanto piaceva.

Chasing the light

«Ripetilo, Taiga…» Taiga, non “Kagami” «ripetilo.»
[50 frasi Kagami/Kuroko][Riferimenti al manga almeno fino al capitolo 145]

Next to me

[Kuroko no Basket - KagamiKuroko]
Qualcosa disturbò la sua vista in maniera insistente e fastidiosa tanto che, con il suo solito sguardo arcigno, si rivolse pieno di irritazione verso la grande finestra che aveva accanto. Non la vide né riuscì a sentirla a causa dell'anta di vetro chiusa ma Taiga poté immaginare la lieve brezza di quel che restava del mattino che scuoteva le assi sottili dell'oscurante, vibranti, artefici di quel gioco di luce e ombra che gli alternava proprio sulle palpebre.

Ogni singolo giorno

[Kuroko no Basket - KagamiKuroko]
Non guardò neppure il tabellone del menù, avendo imparato a memoria già da qualche tempo ogni singola sillaba che vi era scritta sopra. Prese in tutto quindici hamburger - tre con doppio formaggio, uno senza cetriolini, uno con la carne di manzo e le cipolle, due con il bacon e le patatine, i restanti standard - e due lattine di coca cola, giusto per non finire disidratato nel giro di mezzo boccone.

Numero due

[Kuroko no Basket - KagamiKuroko]
Un allegro abbaiare gli fa abbassare lo sguardo a terra, esattamente sulla lurida bestia che zampetta con ilarità davanti a lui. Numero Due non recepisce molto bene l'occhiata torva che Taiga gli rivolge o forse, cosa più probabile e che lo stesso ragazzo sospetta da sempre, la ignora volutamente nel restituirgli uno sguardo assolutamente insensibile, così continua nella sua attività per nulla turbato.
Kagami si volta quindi di lato, intento a dire qualcosa di incredibilmente cattivo al proprietario del cane – Kuroko, da canto suo, fa come il proprio animale: si mette tutto d'impegno per correre e correre e correre.

Stupido

Gli tirò i capelli, giusto per fargli un dispetto; la realtà era che non avrebbe retto un secondo di più, sotto quel suo sguardo tanto blu, tanto fisso, tanto stupido – ironico che avesse sempre un sacco di aggettivi in mente per descrivere quello che Francis era e mai la sola parola giusta.
Francis si lamentò, ancora fermo nel corpo, e portò indietro sia il busto sia la testa in un gesto evidente di stizza.
-Perché lo hai fatto?-

Home is where your heart is

A Tino piace accendere il ventilatore e rifugiarsi sotto le coperte, a volte. Gli piace chiudere gli occhi ed immaginare di essere in una tenda, di notte, in mezzo alla neve fresca.
Gli piace pensare di essere a casa.

Non sono parole mie, lo ha detto un tale -

Esita a lungo sulle tue labbra prima di staccarsi, strappandoti un sospiro, poi ti prende di nuovo per mano.
Alza lo sguardo verso il soffitto, e inizia a parlare a vanvera, snocciolando argomenti che mai avresti pensato potessero uscire dalla sua bocca.
"Dobbiamo essere anime gemelle. Gli uomini prima erano uniti assieme, però poi sono stati divisi, e allora cercano la loro anima gemella. Forse noi siamo così.”
--
Fubuki Atsuya x Fubuki Shirou | Incest, What if | scritta da Roby

Amare ed essere amati

Norvegia mugugnò qualcosa, in un ringhio rauco e anche piuttosto cattivo – Danimarca ghignò al pensiero che l'avesse appena insultato tra sé e sé con uno di quei epiteti decisamente coloriti che usava quando era molto, molto irritato. La situazione, d'altronde, l'avrebbe giustificato appieno così come l'avrebbero giustificato anche i gesti e i movimenti di Danimarca, che non faceva altro che solleticare il suo desiderio e il suo amor proprio.
Gli aveva appena sussurrato, direttamente nell'orecchio, cosa aveva intenzione di fargli, e aveva sottolineato la sua momentanea impotenza e costretta immobilità, al ché Norvegia aveva teso con una certa rabbia i muscoli delle spalle e delle braccia e aveva fatto tintinnare il ferro delle manette che lo tenevano prigioniero contro lo schienale del letto.
Lasciare il corpo così disponibile all'uomo non gli era parsa una buona idea fin dal principio e qualcosa di molto simile alla coscienza gli aveva suggerito di non fidarsi, di non permettergli di avere campo libero sulla sua persona. Norvegia si era fidato di lui, del suo sorriso dolce, del fatto che di norma tanto attivo non lo era mai stato e di certo ancor meno malizioso, quindi confidava in un'arida fantasia di fondo.
Lo aveva sottovalutato, davvero.
Dopo averlo ammanettato, si era seduto sopra il suo bacino e aveva cominciato a spogliarsi – lento, molto lento, guardandolo fisso in viso senza togliergli un solo istante gli occhi di dosso. Arrivato a petto nudo però si era fermato e abbassato sopra di lui, per aprirgli i primi bottoni della camicia scura che indossava; aveva fatto passare il palmo della mano sui muscoli del petto, con un sorriso in volto soddisfatto e compiaciuto.
-Sei bello, Norvegia.-

Dead Man Walking

Sul tavolino c’è un biglietto che non dovrebbe esserci e con mano tremante Ludwig se lo lascia scorrere tra le dita.
È scritto in italiano e lui non capisce una parola di italiano, non si è mai dato la pena di impararlo, nemmeno per amore di Feliciano. Forse è stata questa la sua colpa più grande, si dice mentre osserva quelle poche parole incomprensibili.

TECNOLOGIA: istruzioni per l'uso.

Perché se i saiyan sono grandiosi a combattere, non è detto (anzi, è scientificamente provato) che bravi lo siano anche per tutto il resto. Goku, Vegeta, e qualche ardua problematica con l'oscuro marchingegno detto "telefonino".
« Vegeta, non è trapanando la tastiera a ditate che riuscirai a far funzionare quel cellulare ».
« Taci, gallina! Ma cosa vuoi capirne tu! », berciò Vegeta, stizzito, « Io sono il principe dei saiyan, so benissimo come accendere questo cellu... cel... cella... ».
« Cellulare, Vegeta. Cellulare ».
« E io cosa ho detto?! ».
« Ah, signore ».

Di giornali e biscotti al burro

Lui stava leggendo il giornale, con la lemma di chi non bada troppo allo scorrere del tempo - Norvegia aveva sempre, d'altronde, un'apparenza indifferente con la quale si presentava al mondo. Ne sfogliava le pagine con lentezza e tranquillità, lasciando scivolare gli occhi da un articolo all'altro e ogni tanto tornando indietro quasi che il pensiero si fosse focalizzato proprio su una questione appena letta ma non più ricordata nel dettaglio: andava avanti così da almeno dieci minuti e, se quello era il ritmo, ne avrebbe impiegati almeno altrettanti prima di terminare la lettura.
[DanimarcaNorvegia, per Chyko (L)]

Brano in si bemolle

Era come ascoltare della musica, alla fin fine, anche senza le sue inseparabili cuffie nelle orecchie - perché l'uomo gliele aveva strappate con una certa violenza, prima.
[GirikoJustin - PwP]

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