In questa storia ho provato a ricostruire il passato di Christian Grey, lasciato troppo ai margini dall’autrice nell’intera trilogia…
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'Mi sveglio in ospedale, tutti vanno di corsa. Una dottoressa mi avvicina dolce e mi sorride. Sembra un angelo, ma forse non lo è. La guardo spaventato e cerco di capire se devo ringhiare per difendermi, ma non mi picchia, quindi decido di non mordere. Si avvicina a me e fa per toccarmi ma mi ritraggo, non voglio, mi dà fastidio, ho paura.'
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'...Quei maschietti noiosi, sempre a giocare con le loro macchinine o a schiccherar le biglie di vetro colorato lungo il pavimento, diventavano di colpo soldatini obbedienti ai miei comandi, mentre le femminucce, che per qualche ignota ragione mi attraevano, da petulanti chiacchierone divenivano come la mamma, mute ed arrendevoli, pronte a cedere ad ogni mio capriccio…'
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'< Bravo ragazzo > mi dice voltandosi lentamente ed allontanandosi da me.
Una smorfia di dolore mi serra la bocca, ho bisogno di raggiungere quel momento di pace che lei non mi concede e resto imprigionato in quella pesante sensazione di inadeguatezza...`

Credevo che si fosse spento...
Che non ci fosse più...
O che comunque, fosse rimasto solo come una figura rossa da ricalcare su qualche foglio bianco quando si dice ti amo...
E invece no, è ancora vivo...
E' lì che batte...

Le parole non sono mai solo parole...
Sono soffi di vento con una consistenza...una forma...un dimensione...vivono di vita propria...

La storia è ambientata tra il 1 ed il 2 libro, quando Anastasia lascia Christian....riavvicinarsi non sarà così facile...come anche restare lontani...
...Ed in pochi istanti senza capire, senza pensare, le nostre labbra sono le une sulle altre, le une dentro le altre, le une schiacciate pesantemente sulle altre, come per appartenersi....Lui si spinge contro il mio corpo con tutto il suo peso, pressandomi contro la parete. I respiri affannati rompono il silenzio, il bacio si fa sempre più intenso, violento, e cosi dannatamente necessario...