“Certamente. Quando eravamo adolescenti mi hai fatto una testa tanta su questo tuo vino.
Ricordo perfettamente quando l’hai portato a scuola al nostro quinto anno e me l’hai fatto bere dicendomi
“Oh, vedrai Moony, ti piacerà! È dolce. A te piacciono le cose dolci”. E ricordo chiaramente che poi sono stato male.” concluse con una nota divertita nella voce.

Remus fece un salto sul letto, lanciando un urlo abbastanza selvaggio per i suoi standard, raggiungibile solamente nelle notti di luna piena, e cercò di staccare la mano dalla presa della belva.

La stanza era completamente avvolta dall'oscurità, non si distingueva assolutamente niente [...] Non vedevano i loro occhi pieni di desiderio e lussuria [...] potevano solamente sentire...

Gabrielle camminava nella nebbia parigina, faceva freddo, tanto freddo quella mattina di ottobre.
“Chissà cosa si prova…” Raggiunse la stazione. Un’altra ordinaria giornata di lavoro.
Lavoro-casa-lavoro. Era così la sua vita, ordinaria, piatta e a lei non piaceva più.

Freddo…Buio…Sofferenza…

Era quello che c’era ad Azkaban…La prigione dei maghi.

Solo morte…Dolore e ancora morte…

Eccomi qui … Sei sicura? … Si… Non avrai rimpianti? … No…non ne avrò…