“Hai fatto cadere il mio pranzo.” C’era un’altra persona al bancone che non avevo notato, un bel ragazzo coi capelli verdi e degli orecchini d’oro.
Detto questo si chinò per raccogliere quello che rimaneva dell’onigiri calpestato e se lo portò alla bocca.
“Mmmh, delizioso” disse facendo sorridere Rica.
Dopodichè si alzò e mise il piatto con l’altro onigiri sul bancone “Ora mangiane uno tu. E chiedi scusa alla ragazza”.
Dopo aver provato disgusto per la scena che aveva appena visto, il viso di Helmeppo si contorse in una risata senza freni per poi chiedergli “Tu lo sai chi sono?”.
Il ragazzo coi capelli verdi lo guardò dalla testa ai piedi e disse “Un marine di mer*a con un brutto taglio di capelli”. In un’occasione del genere sono sicura che mi sarei messa a ridere, ma la realtà è che l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era quanto fosse sexy quel ragazzo sconosciuto.

Ero una liceale innamorata di un mio compagno di classe.
Non so bene cosa volessi ottenere visto che Kyle era fidanzato a quel tempo... come quando ti tuffi in mare pur sapendo di non essere capace di nuotare. Poco mi importava in quel momento, seguivo gli impulsi come facevo sempre. Forse avrei dovuto dar retta per una volta al cervello, sempre premettendo che ne avessi uno. Dopo quel giorno credetti di no.

"Cioccolato bianco" bisbigliò Jon e si avvicinò per imboccarmi. Esitai un secondo, poi aprii la bocca. Quel piccolo pezzo bianco di dolcezza si sciolse all'istante, lasciando un sapore leggero sulla lingua.
"Cioccolato al latte" continuò poi, prendendo fra il pollice e l'indice della mano un cubetto più scuro per imboccarmi di nuovo.
"Cioccolato fondente" concluse ripetendo per l'ultima volta quel gesto. Stavolta non era un cubetto, bensì aveva la forma di una farfalla che svolazzò fino al mio palato.
"Profondo proprio come i tuoi occhi" aggiunse Jon, gelandomi il sangue.

La luna era ormai l'unica fonte di luce nella notte. Quella stanza mi sembrava di giorno in giorno sempre più piccola ed il cibo che mi destinava sempre meno. Per quanto tempo ancora avrei dovuto rivestire il ruolo dell'ostaggio? Ezio sarebbe mai caduto nella trappola dei Borgia? Loro ne erano sicuri, ma io no. Rapire una vecchia fiamma non avrebbe di certo riacceso il suo animo da eroe, ormai estinto.

"Sei in ritardo..." disse con voce imperiosa. Ecco, sarebbe stata la fine per me! Mi voltai lentamente: lui stava seduto sul letto, con una le gambe accavallate e le braccia incrociate. Regnò il silenzio per mezzo minuto e di certo non avrei voluto sconfiggere la sua potenza, perciò quasi senza respirare rimasi al mio posto.
"Jade..." mi invocò, con voce roca, poi con la lingua percorse uno dei suoi artigli affilati, procurandomi brividi per tutto il corpo.

"Madame, deve mantenere la calma." Disse, senza tradire nessuna emozione "Si fidi, sono un professionista". Dopo una pausa continuò "Se desiderate potete liberarmi... Ma a vostro rischio e pericolo" e detto ciò si morse il labbro inferiore. Quel sorriso maledettamente bastardo impediva ogni mia resistenza e quegli occhi scuri mi avevano catturata.

"Oh mio Dio! Stanno venendo verso di noi! E ora che facciamo?" si agitò Audrey.
"Buonasera signorine, cosa fate più tardi?" chiese quello più vecchio.
"Ti piacerebbe saperlo eh?" ridacchiò Abril, che aveva già alzato un po' troppo il gomito.
"Certo che mi piacerebbe, anzi mi farebbe piacere se poteste passare per un saluto" e dicendo questo porse un volantino con il logo di Xquisite "Questo serve per saltare la fila all'ingresso".
"Dici davvero?!" Audrey era entusiasta.
"Vi aspettiamo!" Magic Mike e il suo amico le salutarono con una strizzatina d'occhio.

“Ecco fatto! Che ne dici adesso?” concluse lei a lavoro terminato. Dopo aver piegato più volte il braccio per valutarne lo stato, Edward disse: “Mi stupisco ogni volta sempre di più, grazie mille è come prima” al che la ragazza assunse un’aria soddisfatta.
“Che ne dici adesso di provare la forza?” chiese lui sorridendo maleficamente. Prima ancora di rispondere la ragazza aveva già compreso che il suo, era stato un ottimo lavoro.