Quello che mi circondava era qualcosa che non riuscivo a definire bene. C’erano spazi bui, angoli illuminati, improvvisi lampi di fuoco.
Ma, alla fine, sei figure scure mi salvavano.

Magnus sospirò piano, pronto a dire qualcosa, ma poi non si espresse. Rimase solo a contemplare, con sguardo stanco, il sole che si faceva più vicino, e che inverosimilmente avrebbe fatto allontanare la sua amata Camille.

E quando quella notte, Magnus si svegliò urlando il nome di Alec e piangendo, quella volta fu Tessa ad abbracciarlo forte.

E’ questo quel che mi merito, alla fine, no? Finire come ho iniziato.
Cenere alla cenere, polvere alla polvere.
Non penso che gli abitanti del posto mi ricorderanno con affetto, anzi. Appena sarà loro possibile, raderanno al suolo il mio negozio, la mia abitazione.
Sono consapevole di aver avuto quello che merito.
Volevo delle marionette speciali e sono stato accontentato.
Ora ballerò per l’eternità.

Così, spenta la candela,
la solitudine ritorna allegra
tra le braccia di Colui
che tutto collega.

Change everithing you are.

Niente più importante della musica.

Immagina..

«Ciao, Sam.» La sua voce era ancora dolce come la ricordavo.
La seconda prova porterà Sam a incontrare qualcuno di speciale.

Si impara soffrendo.

La parola ‘solitudine’, ora, senza di lei, aveva davvero significato, e riusciva a ferirlo dentro in un modo in cui non si sarebbe mai aspettato prima.

«Chi.. chi sei?» la voce dell’uomo era rotta dall’inquietudine. «Che cosa vuoi?» Ma la figura non sembrava voler rispondere.
«Non.. non.. farmi del male.»
Non riuscirai a sfuggirmi, Whitman

«Clarence, sei tu?» Aprì lentamente i miei occhi e quello che vidi e percepì mi rassicurò in un modo inimmaginabile.