48 hours cap8
- Pierre, io...
- No, non dire
niente - la interrompe lui, alzandosi di scatto dal divano - Non ce
n'è bisogno. Ho capito.
- Hai capito...
cosa?
- Sono stato
troppo precipitoso. Chissà cosa speravo di ottenere
presentandomi a casa tua a quest'ora!
- Pierre...
Ma il ragazzo
nemmeno l'ascolta, troppo impegnato nel suo discorso. Sottolinea ogni
parola con vari movimenti delle braccia, quasi ad evidenziare
l'importanza del suo monologo.
- Oh, ma non ti
devi preoccupare! La colpa è mia, sono un caso
patologico. Finisco sempre per innamorarmi di chi non mi ricambia. Sono
un emerito cretino.
- Pierre...
- Che poi certe
figure potrei anche evitarmele. Voglio dire... mi rendo conto che mi
piace una ragazza? Bene, me ne sto buono e zitto al mio posto.
Così non corro nemmeno il rischio di essere rifiutato.
Niente, non
c'è modo di fermarlo. Qualsiasi tentativo di intromettersi
in quella marea di parole che è riuscito a tirar fuori nel
giro di una manciata di minuti si rivela vano. Isabella sbuffa,
ascoltando la fine dell'ennesima frase.
Basta, bisogna
che faccia qualcosa, si dice.
Titubante,
allunga la mano fino a raggiungere il petto del ragazzo. Poi,
afferrando con forza la sua maglietta, lo avvicina a sè e
preme le labbra sulle sue.
Di certo questo
fa effetto, riuscendo a farlo stare zitto per qualche secondo. Ma
riesce anche a mandargli in corto circuito il cervello. Pierre cerca di
pensare, di formulare un pensiero di senso compiuto, ma in quel momento
gli sembra tutto fuorché possibile.
Poggiando le
mani sulla spalliera del divano e reggendosi sulle braccia per non
rischiare di caderle addosso, inizia a ricambiare il bacio con
delicatezza, mordicchiandole di tanto in tanto il labbro inferiore.
- Quindi volevi
dirmi che eri d'accordo con me - mormora il cantante quando si separano
per riprendere fiato.
-Esattamente -
replica la ragazza. - Ma interromperti è una vera impresa!
Pierre si
lascia cadere sul sofà vicino a lei e le passa un braccio
intorno alle spalle.
- Ti chiedo
scusa. E' che quando sono nervoso parlo più del solito.
Rimangono
lì, stretti l'uno all'altra, parlando del più e
del meno. Lui le racconta delle sue origini, del gruppo, di
com'è essere famoso, di suo fratello. Lei, invece, gli parla
del suo lavoro, di Marco, dell'amicizia che la la lega a Carlotta.
- Charlie
è una tosta, l'ho capito subito - commenta Pierre.
-
Sì, lo è. Non hai idea dell'aiuto che mi ha dato
quando stavo male per quel bastardo del mio ex.
Automaticamente,
Pierre digrigna i denti. Reagisce sempre male quando sente parlare di
quel Marco, non ci può fare niente.
- Come hai
fatto a innamorarti di me, Bouvier?
Sposta lo
sguardo sulla ragazza che tiene tra le braccia, perdendosi per un
attimo nei suoi occhi verdi.
- Non ne ho
idea - ammette. - So solo che prima non eri altro che la nostra
accompagnatrice, e un attimo dopo... ti vedevo con occhi diversi.
-
Così, improvvisamente?
-
Sì. E tu? Cosa ti è piaciuto di me? A parte il
mio irresistibile fascino, ovviamente.
- Proprio
questo.
- Il mio
irresistibile fascino?
- No, scemo -
esclama Isabella, tirandogli un leggero pugno sul braccio. - Il fatto
che riesci sempre a farmi ridere, che mi ascolti e sai come consolarmi,
che sei gentile e simpatico.
- E che sono
bello.
- E che sei
bello, sì. Oh, che sei modesto, soprattutto!
- Scherzi?
Quello è il mio pregio più grande - ribatte il
cantante sorridendo. - Sono bello, bravo, simpatico, gentile e
modesto.Cosa potresti volere di più?
Izzie si lascia
andare a una risata prima di sporgersi verso di lui e baciarlo un'altra
volta.
- Niente -
risponde. - Assolutamente niente.
- Chiamala,
Chuck.
- La sto
chiamando, David.
- Allora
perché non risponde?
- Non lo so
perché non risponde.
- Ma deve
rispondere, perché...
- Vedi di darti
una calmata, ok? Qui di agitato ci sono già io.
Il batterista
compone il medesimo numero per la decima volta nel giro di dieci
minuti, lanciando di tanto in tanto occhiate preoccupate all'uomo che
sta appoggiato al muro a braccia conserte.
Di certo non
è lui che si aspettavano sarebbe arrivato all'hotel quella
mattina. Quando si erano svegliati, per prima cosa si erano accorti che
ne mancava uno. Si sono chiesti dove fosse Pierre, lo hanno chiamato,
ma niente. Il cantante sembrava sparito nel nulla.
- Pronto?
Chuck trattiene
a stento un sospiro di sollievo.
- Izzie!
Finalmente!
- Che succede?
- gli chiede lei con voce assonnata.
- Pierre
è da te?
-
Sì, è qui.
- Cristo, ci ha
fatto venire un infarto!
- Ma non vi
aveva avvertito? Lui mi ha detto che...
- No, non
sapevamo niente. Ma ora dovete venire immediatamente all'hotel.
-
Perché?
Rivolge un
ultimo sguardo all'uomo, soppesando al meglio le parole da usare.
-
Perché qui c'è qualcuno a cui non sta bene che
Pierre sia con te e non con noi.
*controlla la data
dell'ultimo aggiornamento e corre a nascondersi*
Eccomi qui! Quella che aveva promesso di aggiornare al più
presto è tornata! Dai, in fondo quanto è
passato... un anno e mezzo? Che volete che sia?
Ok, mi scuso. Davvero.
Devo darvi una notizia: la storia è quasi finita. Uno o due
capitoli al massimo. Spero di non farvi aspettare tanto! :)
Lasciatemi ringraziare Marish_The
Moron, BurberryFendy93,
_Selene
e Calimon per le recensioni allo scorso
capitolo! Spero di ritrovarvi anche in questo!
Bon, non mi resta altro da dire se non "Alla prossima!"
Un baci8!
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