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Autore: DadaOttantotto    25/03/2012    2 recensioni
Isabella è una ragazza che, per lavoro, si trova a dover passare 48 lunghe ore con i Simple Plan... cosa sucederà? Buona lettura!
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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48 hours cap8
- Pierre, io...
- No, non dire niente - la interrompe lui, alzandosi di scatto dal divano - Non ce n'è bisogno. Ho capito.
- Hai capito... cosa?
- Sono stato troppo precipitoso. Chissà cosa speravo di ottenere presentandomi a casa tua a quest'ora!
- Pierre...
Ma il ragazzo nemmeno l'ascolta, troppo impegnato nel suo discorso. Sottolinea ogni parola con vari movimenti delle braccia, quasi ad evidenziare l'importanza del suo monologo.
- Oh, ma non ti devi  preoccupare! La colpa è mia, sono un caso patologico. Finisco sempre per innamorarmi di chi non mi ricambia. Sono un emerito cretino.
- Pierre...
- Che poi certe figure potrei anche evitarmele. Voglio dire... mi rendo conto che mi piace una ragazza? Bene, me ne sto buono e zitto al mio posto. Così non corro nemmeno il rischio di essere rifiutato.
Niente, non c'è modo di fermarlo. Qualsiasi tentativo di intromettersi in quella marea di parole che è riuscito a tirar fuori nel giro di una manciata di minuti si rivela vano. Isabella sbuffa, ascoltando la fine dell'ennesima frase.
Basta, bisogna che faccia qualcosa, si dice.
Titubante, allunga la mano fino a raggiungere il petto del ragazzo. Poi, afferrando con forza la sua maglietta, lo avvicina a sè e preme le labbra sulle sue.
Di certo questo fa effetto, riuscendo a farlo stare zitto per qualche secondo. Ma riesce anche a mandargli in corto circuito il cervello. Pierre cerca di pensare, di formulare un pensiero di senso compiuto, ma in quel momento gli sembra tutto fuorché possibile.
Poggiando le mani sulla spalliera del divano e reggendosi sulle braccia per non rischiare di caderle addosso, inizia a ricambiare il bacio con delicatezza, mordicchiandole di tanto in tanto il labbro inferiore.
- Quindi volevi dirmi che eri d'accordo con me - mormora il cantante quando si separano per riprendere fiato.
-Esattamente - replica la ragazza. - Ma interromperti è una vera impresa!
Pierre si lascia cadere sul sofà vicino a lei e le passa un braccio intorno alle spalle.
- Ti chiedo scusa. E' che quando sono nervoso parlo più del solito.
Rimangono lì, stretti l'uno all'altra, parlando del più e del meno. Lui le racconta delle sue origini, del gruppo, di com'è essere famoso, di suo fratello. Lei, invece, gli parla del suo lavoro, di Marco, dell'amicizia che la la lega a Carlotta.
- Charlie è una tosta, l'ho capito subito - commenta Pierre.
- Sì, lo è. Non hai idea dell'aiuto che mi ha dato quando stavo male per quel bastardo del mio ex.
Automaticamente, Pierre digrigna i denti. Reagisce sempre male quando sente parlare di quel Marco, non ci può fare niente.
- Come hai fatto a innamorarti di me, Bouvier?
Sposta lo sguardo sulla ragazza che tiene tra le braccia, perdendosi per un attimo nei suoi occhi verdi.
- Non ne ho idea - ammette. - So solo che prima non eri altro che la nostra accompagnatrice, e un attimo dopo... ti vedevo con occhi diversi.
- Così, improvvisamente?
- Sì. E tu? Cosa ti è piaciuto di me? A parte il mio irresistibile fascino, ovviamente.
- Proprio questo.
- Il mio irresistibile fascino?
- No, scemo - esclama Isabella, tirandogli un leggero pugno sul braccio. - Il fatto che riesci sempre a farmi ridere, che mi ascolti e sai come consolarmi, che sei gentile e simpatico.
- E che sono bello.
- E che sei bello, sì. Oh, che sei modesto, soprattutto!
- Scherzi? Quello è il mio pregio più grande - ribatte il cantante sorridendo. - Sono bello, bravo, simpatico, gentile e modesto.Cosa potresti volere di più?
Izzie si lascia andare a una risata prima di sporgersi verso di lui e baciarlo un'altra volta.
- Niente - risponde. - Assolutamente niente.

- Chiamala, Chuck.
- La sto chiamando, David.
- Allora perché non risponde?
- Non lo so perché non risponde.
- Ma deve rispondere, perché...
- Vedi di darti una calmata, ok? Qui di agitato ci sono già io.
Il batterista compone il medesimo numero per la decima volta nel giro di dieci minuti, lanciando di tanto in tanto occhiate preoccupate all'uomo che sta appoggiato al muro a braccia conserte.
Di certo non è lui che si aspettavano sarebbe arrivato all'hotel quella mattina. Quando si erano svegliati, per prima cosa si erano accorti che ne mancava uno. Si sono chiesti dove fosse Pierre, lo hanno chiamato, ma niente. Il cantante sembrava sparito nel nulla.
- Pronto?
Chuck trattiene a stento un sospiro di sollievo.
- Izzie! Finalmente!
- Che succede? - gli chiede lei con voce assonnata.
- Pierre è da te?
- Sì, è qui.
- Cristo, ci ha fatto venire un infarto!
- Ma non vi aveva avvertito? Lui mi ha detto che...
- No, non sapevamo niente. Ma ora dovete venire immediatamente all'hotel.
- Perché?
Rivolge un ultimo sguardo all'uomo, soppesando al meglio le parole da usare.
- Perché qui c'è qualcuno a cui non sta bene che Pierre sia con te e non con noi.

*controlla la data dell'ultimo aggiornamento e corre a nascondersi*
Eccomi qui! Quella che aveva promesso di aggiornare al più presto è tornata! Dai, in fondo quanto è passato... un anno e mezzo? Che volete che sia?
Ok, mi scuso. Davvero.
Devo darvi una notizia: la storia è quasi finita. Uno o due capitoli al massimo. Spero di non farvi aspettare tanto! :)
Lasciatemi ringraziare Marish_The Moron, BurberryFendy93, _Selene e Calimon per le recensioni allo scorso capitolo! Spero di ritrovarvi anche in questo!
Bon, non mi resta altro da dire se non "Alla prossima!"
Un baci8!
   
 
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