Ecco finalmente l’ultimo capitolo di questa storia. Spero vi piacerà.
Ringrazio tutte le persone
che l’hanno letta fino alla fine, mettendola tra le preferite,
ricordate e seguite, e soprattutto chi l’ha commentata
sostenendola. E’ grazie a voi se sono arrivata alla conclusione
in tempi relativamente brevi per cui ve la dedico di tutto cuore.
Ringrazio ovviamente
soprattutto Hibari Kyoite, Dead Master, Milli Milk e lightdragon 91
perché hanno commentato lo scorso capitolo. Grazie ragazze!
I personaggi come al solito non sono miei. Scusate se ci saranno degli errori.
Un bacione.
Rebychan
CAPITOLO 9
Gokudera aveva provato
l’impulso di scappare quando si era accorto che il bacio di prova
con Yamamoto lo aveva sconvolto più di quanto avesse mai creduto
fosse possibile. Dentro di sé aveva pensato che baciarlo gli
avrebbe fatto capire che lo considerava solo un amico. Non era pronto,
infatti, ad ammettere che invece tra loro e da entrambe le parti
c’era qualcosa di più.
Yamamoto però gli aveva impedito di andarsene, e lo aveva obbligato a spiegarsi.
Gli aveva sbattuto
di nuovo in faccia i suoi sentimenti sapendolo sveglio, aveva frainteso
la situazione pensando che quel suo comportamento fosse dipeso dal suo
“amore” per il Decimo e senza accorgersene Hayato si era
ritrovato a mettersi a nudo.
Non poteva però dire a Takeshi che lo amava sul serio, semplicemente perché non sapeva cosa significasse amare.
E poi Yamamoto lo
aveva baciato dicendogli che avrebbero scoperto insieme il significato
di quel sentimento, gli aveva chiesto di non obbligarsi a pensare di
doverlo capire, ma di lasciarsi andare, perché l’amore si
vive, non si può spiegare.
E Hayato aveva obbedito.
Quando le labbra di Takeshi si erano posate di nuovo sulle sue, aveva smesso di pensare.
Aveva lasciato parlare il suo istinto che gli gridava di corrispondere l’impeto dell’altro.
Le loro lingue
avevano cominciato a giocare con sempre più passione, mentre il
sapore della bocca di Yamamoto lo inebriava fin nel profondo.
Gli aveva afferrato i capelli per obbligarlo a non staccarsi.
Non che Takeshi
pensasse di farlo visto come lo stringeva contro di sé, ma
così era più sicuro che non gli sfuggisse.
Yamamoto era notevolmente eccitato, e, infatti, Gokudera sentiva la sua virilità ingrossata sbattergli contro una gamba.
Il suo corpo si
riempì di un calore e di una frenesia incredibili capendo di
essere lui quello che aveva tutto quel potere sull’altro.
Il suo cuore batteva
forte nel petto, si sentiva leggero e a posto con il mondo, lo stomaco
era avvolto da una piacevole sensazione, le gambe molli erano sorrette
dalle braccia forti dell’altro.
Era tutto così perfetto.
E fu allora che si rese conto che il calore soffocante che lo avvolgeva si stava concentrando in un unico punto.
E gemette sulle labbra di Yamamoto.
Il suo sesso cominciò a vibrare e ben presto anche la sua eccitazione divenne palese.
Takeshi gli sorrise tra le labbra, mentre faceva entrare in contatto le due virilità.
Gemettero entrambi e separarono le loro bocche per guardarsi intensamente negli occhi.
Gli occhi di Hayato erano arrossati, sembrava febbricitante.
Takeshi gli scompigliò i capelli, accarezzandogli la fronte.
“Stai bene?”, chiese.
“Sì.”,
fu l’unica risposta decente che riuscì a dare il ragazzo
dai capelli d’argento, mentre istintivamente schiacciava il suo
bacino con più forza contro quello dell’altro.
Entrambi furono attraversati da un brivido.
Tremarono, ma non si staccarono.
Era bello stare così.
Si scambiarono un altro lieve bacio e poi ritornarono a guardarsi.
Yamamoto aveva
capito che a Gokudera stare tra le sue braccia piaceva, ma il ragazzo
sentiva il bisogno di rassicurazioni anche verbali visto che
l’altro gli aveva detto di non sapere se lo amava.
Aveva cambiato idea?
Sorrise, un sorriso tirato ma pieno di aspettativa.
“Allora hai capito cosa provi per me?”
Gli occhi di Hayato
fino a quel momento velati dal piacere, ripresero coscienza del mondo
che lo circondava. Fino a quel momento aveva fatto agire solo
l’istinto, non aveva più fatto pensare il cervello.
“No.”, fu costretto a dire.
Sul volto di Yamamoto passò un’ombra.
Hayato tornò
a baciarlo per rassicurarlo prima di aggiungere: “Di solito sono
bravo a scuola ma credo che in questo caso una sola lezione non mi
basti. Hai detto che dobbiamo scoprire insieme cosa significhi amare,
no? Allora continuiamo a scoprirlo.”
Dopo quell’affermazione, sul viso di entrambi nacque spontaneo un sorriso.
“E di quante
lezioni avrai ancora bisogno?”, chiese Yamamoto, pregustandosi la
risposta che sperava l’altro gli disse.
E Hayato, infatti, lo accontentò.
“Non lo
so.”, disse fingendo di pensarci su. “Ma se sono tutte
così piacevoli, beh potremmo andare avanti anche per tutta la
vita.”
Yamamoto rise spensierato.
Gokudera non era
riuscito a dire all’altro che lo amava, perché sul serio
non sapeva se ciò che provava era amore.
Di sicuro visto i
segnali del suo corpo era un sentimento simile, ma non avendo grandi
esperienze in proposito, se non si considerava il grosso abbaglio preso
con il Decimo, non poteva saperlo. Stavolta inoltre reduce della sua
esperienza passata sentiva il bisogno di andarci con i piedi di piombo.
E poi diciamocela tutti lui non era tipo da dichiarazioni eclatanti.
Già affermare di aver bisogno di imparare, e di volerlo fare per tutta la vita, era per lui una grande ammissione.
Yamamoto sarebbe stato costretto ad accontentarsi.
Più di così non riusciva a essere espansivo.
Non riusciva a
dirgli come aveva fatto l’altro, ti amo. Non era da lui,
soprattutto perché era ancora pieno di dubbi.
Yamamoto ovviamente
si accontentò. Anzi prese quelle parole decisamente bene,
perché erano esattamente quelle che desiderava sentire per
sperare di condividere una vita intera insieme con l’altro
ragazzo.
Da quando aveva
iniziato a diventare avido, e a sperare che forse Gokudera potesse
ricambiarlo, era diventato quello il suo sogno.
Fu allora che compì quel piccolo gesto, che fece battere di nuovo forte il cuore di Gokudera.
Appoggiò la
bocca su quella dell’altro ragazzo e soffiò dentro il suo
caldo alito, Hayato fu colto alla sprovvista, ma dopo qualche istante
ricambiò il gesto.
Quando si
separarono, il ragazzo dai capelli argentati chiese:
“Perché hai voluto terminare ora il rito mafioso?”
“Perché
era il momento giusto. Ho sempre desiderato condividere la mia anima
con te e Tsuna. Solo che non potevo baciarti durante il rito,
perché un bacio con te per me avrebbe avuto una valenza diversa
da quella concordata. Avrei sporcato il rituale con dei sentimenti
libidinosi.”
A quelle parole,
Gokudera arrossì imbarazzato, rendendosi conto che lui quei
pensieri libidinosi li aveva avuti eccome, che lui quel rituale lo
aveva sporcato sul serio, desiderando baciare Tsuna per sordidi motivi
personali.
Il fatto che non
avesse provato niente, lo aveva in fin dei conti salvato
dall’aver usato quel rituale per motivi seri sì, ma non
adatti al momento.
Takeshi si dimostrava sempre più profondo di quello che appariva.
Riusciva sempre a stupirlo, e forse era per quello che gli piaceva.
Sì, era
inutile negarlo. Gli piaceva. Forse non lo amava, non del tutto almeno,
ma gli piaceva da morire, altrimenti non si spiegava l’erezione
che aveva in mezzo alle gambe ancora unita a quella dell’altro
che gli provocava brividi piacevoli lungo il corpo e quel desiderio
impellente di continuare a baciarlo che sentiva.
Il corpo di Yamamoto era qualcosa che lo stimolava tantissimo.
Ma non era solo quello era tutta l’anima dell’altro ragazzo a sconvolgerlo.
Lo desiderava tutto.
Era il suo opposto complementare.
Era l’unico
che si sforzava di conoscerlo per davvero, rimproverandolo quando agiva
in modo sbagliato, e tentando di aiutarlo a cambiare per far sì
che fosse felice.
Era l’unico che aveva sempre dimostrato di considerarlo più di qualsiasi altra persona.
Era grazie a lui se
era diventato braccio destro. Sì, se non ci fosse stato non
avrebbe mai smussato certi lati del suo carattere, e nessuno degli
altri guardiani lo avrebbe mai considerato un buon comandante in
seconda.
Addirittura forse nemmeno il Decimo lo avrebbe mai preso sul serio.
Era sempre stato così servile nei suoi confronti, che alla lunga avrebbe potuto annoiarlo.
Era stato Yamamoto a
permettergli di realizzare i suoi sogni con la sua calda presenza che
non aveva mai chiesto niente in cambio.
Non lo aveva obbligato infatti ad amarlo.
Il suo cuore si era
aperto a lui in modo naturale, dopo che lo aveva rimproverato di non
riuscire a fidarsi di nessuno, a parte il Decimo, facendogli capire che
quello era sbagliato.
Gli aveva sul serio raddrizzato il carattere, e con una dedizione che rasentava il stoicismo.
Se era diventato quello che era, era anche grazie all’altro.
E quindi era giusto dirgli: “Grazie.”
Quella parola che per Gokudera era sempre stato difficile dire, uscì dalle sue labbra con facilità.
Yamamoto lo guardò sorpreso, non capendo perché in quel momento lo ringraziasse.
Hayato non diede spiegazioni, si rannicchiò più forte contro di lui.
Takeshi capì
che doveva ricevere quei ringraziamenti così senza chiedere
spiegazioni. L’altro non era pronto a dargliele. Sapeva che non
l’aveva ringraziato solo per aver terminato il rituale e averlo
così accettato come braccio destro, quel grazie racchiudeva
molto altro, ma era un altro che Hayato non riusciva a esprimere, non
per il momento almeno.
Gokudera era passionale, ma trovava sempre difficoltà a comunicare con gli altri come si deve.
E a Takeshi andava bene così.
Ancora una volta il ragazzo dai capelli neri si accontentò di quanto aveva ottenuto.
Sì, perché non poteva chiedere di meglio che avere Hayato tra le sue braccia.
Con la mano sollevò il mento di Gokudera e lo baciò di nuovo.
Un bacio dolce e tenero. Non si sarebbe mai stufato di quelle labbra.
“Andiamo di sopra?”, poi suggerì. Si era fatto tardi ed era inutile continuare a stare nel ristorante.
Hayato strabuzzò gli occhi colto da un leggero panico.
Takeshi capì immediatamente cosa aveva pensato gli stesse proponendo.
E ridacchiò dicendo: “Sei un maialino, Hayato. Non l’avrei mai creduto.”
“Ma come?”
“Stavi pensando a quello, no?”
Gokudera scosse il capo. “Sei tu che fai proposte indecenti.”
“Non è
vero. Io ti ho chiesto di venire di sopra, mica di venire a letto con
me. Sei tu che hai pensato al resto.”
“Perché tu non lo pensavi?”
“Mentirei se
dicessi che non mi piacerebbe fare l’amore con te, ma abbiamo
appena trovato un equilibrio, tu non hai ancora deciso se mi ami o no,
sarebbe prematuro. Voglio solo passare la notte con te tra baci e
carezze. Non voglio altro.”
Gokudera
arrossì. Come al solito la sincerità di Yamamoto era
disarmante. Sospirò e capitolò. “Se è
così mi sta bene. Non credo di essere pronto per il resto.”
Yamamoto sorrise e baciò di nuovo le labbra imbronciate di Gokudera.
“Ti ho già detto che ti amo?”, gli disse tutto allegro.
“Sì, è la terza volta.”, affermò Hayato rasserenandosi.
Se le prime due
volte quella dichiarazione lo aveva schiacciato con il suo peso, ora
Hayato riusciva ad assaporarla serenamente, perché lui e
Yamamoto erano insieme.
Sì,
perché visto tutte le ammissioni di quel giorno, anche se a lui
non erano ancora chiari del tutto i suoi sentimenti, loro due ormai si
potevano considerare una coppia senza ombra di dubbio.
O almeno stavano provando a esserlo costruendo un noi.
“Vedrai molto
presto diventeranno di più.”, esclamò Yamamoto
felice. ”Te lo dirò fino a quando non mi risponderai con
un anch’io.”
“Allora
aspetterai anni.”, tentò di riportarlo con i piedi per
terra Gokudera, visto che gli sembrava stesse volando ebbro di
felicità.
Yamamoto non fece
caso a quelle parole, continuò la sua frase precedente dicendo:
“E poi continuerò a dirtelo ancora, per tutta la
vita.”
Hayato
abbassò lo sguardo pensando che tutto sommato forse un po’
sognare non era male. Quelle romanticherie di Yamamoto stavano
cominciando a fare effetto anche su di lui. Non gli sarebbe infatti
spiaciuto avere intorno Takeshi per molto tempo atto a riempirlo di
premure, sussurrandogli parole dolci all’orecchio.
Si ritrovò a immaginare una vita intera con lui e arrossì.
Non era da lui perdersi in tale fantasie, ma qualche volta non era male indugiarci.
Ancora una volta nel vedere le sue guance imporporate, Takeshi chiese: “Allora andiamo di sopra?”
Hayato non rispose.
Si staccò da Yamamoto e s’incamminò. Sembrava voler
dire: ‘Ti precedo. Conosco la strada.’
Quante volte infatti era stato nella camera dell’altro? Tante!
Era un covo piacevole dove studiare, mangiare a sbaffo, o semplicemente cazzeggiare.
Takeshi gli fu subito accanto.
Lo prese a braccetto, gli baciò una guancia e poi le labbra.
Gli sussurrò all’orecchio. “Sai? Anche questi baci potrebbero ritenersi un rituale.”
“Quale?”,
fu la risposta di Gokudera. Poi però gli sovvenne qualcosa.
“E poi dicevi a me che sono un maialino, tu sei peggiore.”
Takeshi lo guardò dubbioso. Non era una cima ma capì subito cosa stava intendendo l’altro.
Ridacchiò per
l’ennesima volta. “Sei proprio buffo, Gokudera.”,
disse, facendo strabuzzare gli occhi dell’altro. “Oltre che
un autentico maialino. Io non pensavo minimamente al rituale di
accoppiamento se intendevi quello. Pensavo a quello che viene prima. Il
rituale di corteggiamento. Ti sto ancora corteggiando visto che non
vuoi ammettere che mi ami. E con i baci ti faccio sentire il mio
amore.”
Hayato arrossì dall’imbarazzo, rendendosi conto di essere stato preso per l’ennesima volta in castagna.
Non ci poteva credere, ma sembrava sul serio che fosse lui quello pieno di pensieri impuri.
Takeshi lo stava rispettando e lui invece pensava solo a quello. Era un caso senza speranza.
Takeshi continuava a ridere della sua uscita.
Hayato sbuffò
perdendosi nei suoi pensieri, per dimostrargli il suo sdegno. Yamamoto
aveva chiamato il bacio rituale di corteggiamento? A lui sinceramente
sembrava che fosse già di un livello superiore. Ma se non era un
rituale di corteggiamento né di accoppiamento, cos’era?
Semplicemente un rituale per conto suo, che univa non solo due anime, ma anche due corpi e due cuori in modo molto profondo.
E a lui quel rituale piaceva da morire. Concluse usando la logica perfetta che lo caratterizzava.
Guardò di sottecchi Yamamoto e decise di fermare le sue risate con quel rituale.
Era stanco di sentirlo ridere di lui, preferiva che la sua bocca fosse occupata con qualcos’altro.
Lo baciò d’impeto e così entrarono nella camera di Takeshi avvinghiati.
Si distesero sul letto non staccandosi nemmeno un attimo.
E per tutta la notte
solo sospiri, baci, ansimi e carezze riempirono quelle quattro mura,
fino a un nuovo mattino che trovò uniti quei due ragazzi come
mai nella vita.
FINE CAPITOLO 9
FINE IL BACIO! UN RITUALE?
ULTIME CONSIDERAZIONI + AVVISI:
Così si conclude
questa storia. Come avevo precisato nello scorso capitolo, è un
finale “semplice” perché volevo che la fic rimanesse
proprio così. Era nata infatti per essere breve e tenera.
Mi erano venute altre idee per infittire l’intreccio della trama ma ho preferito non usarle per non appesantirla.
Vorrà dire che le sfrutterò per un’altra storia.
Come qualcuno avrà
notato, ultimamente ho dilatato i miei tempi di aggiornamento. Questo
però non significa che non stia scrivendo, anzi è tutto
il contrario.
Ho solo preferito prendermi una piccola pausa da EFP. Tutto qui!
Per chi è
interessato saperlo, infatti, ho già finito di scrivere sempre
per il fandom di Reborn pure gli ultimi due capitoli di “Futuri
incerti (grigio) – Ritrovarsi. Ho predisposto la fic per il
compleanno di Yamamoto che è in aprile. Ed improntato il primo
capitolo di una nuova storia, un AU ispirata al manga Sei il mio
cucciolo. E’ sempre una Yamagoku, ma saranno presenti anche altre
coppie.
Non so però quando
posterò tutto quanto. Probabilmente quando mi sarò presa
un po’ avanti con la scrittura. Vediamo!
Questo è quanto riguarda il fandom di Reborn.
Per quanto riguarda il
resto, in aggiornamento questa settimana c’è di sicuro
domenica una fic su Slam Dunk. E’ la fic di compleanno di
Hanamichi Sakuragi per la raccolta Corona di Fiori.
Spero di riuscire inoltre a
postare qualcosa anche sabato ovvero il nuovo capitolo di Ritornare ad
amare, per il fandom Loveless.
Altre notizie su di me non mi sembra ci siano.
D’ora in poi vorrei
usare lo spazio dopo la fic per dare della anticipazioni su quello che
sto scrivendo o su quello che aggiornerò se farà piacere,
altrimenti lo lascerò in bianco. Fatemi sapere.
Vi saluto. Spero di ritrovarvi presto in un’altra storia.
Un bacione
Rebychan
L’ANGOLO DEI RINGRAZIAMENTI:
Essendo l’ultimo
capitolo volevo lasciarvi ringraziando le sei persone che hanno messo
la storia tra le preferite (Amy Uzumaki, Fuiuki, Hibari Kyoite,
kaguravampire, kury e Willow), le due che l’hanno messa tra le
ricordate (kaguravampire e Willow) e le quindici che l’hanno
messa tra le seguite (Dead Master, DeathNote4Ever96, Fania_Carriedo,
Hibari Kyoite, ImPhenomeNiall, lightdragon91, lyrin, manga_darling,
MaRmOtTeLlA, Milli Milk, Nothing, OhMiracle, Queen of Dragons,
shizuka89, _PectusInane_).
Vorrei abbracciarvi tutti virtualmente.
Un bacio di ringraziamento
invece lo riservo per coloro che hanno commentato chi assiduamente, chi
invece anche un solo capitolo ovvero, Dead Master, lightdragon91, Milli
Milk, Willow, Hibari Kyoite, kuri, Scribak, Kiyomi.
Spero che anche questo
ultimo capitolo vi sia piaciuto. Spero di sapere le vostre impressioni,
così come spero di ritrovarvi al più presto in qualche
altra mia storia.
A presto (spero).
Rebychan
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