NOTE:
Sono in
spaventoso ritardo (ma tanto so che farete finta di non averlo notato)
e piena
di scadenze da rispettare e concorsi da organizzare. Questo capitolo,
ad
esempio, partecipa al contest di Pasqua indetto dalla sottoscritta su
Facebook,
Let’s
ship Again, con il prompt del Sabato Contenzioso.
Siamo
arrivati alla (preannunciata) fine di Imprevisti:
il merito è tutto vostro,
lettori silenziosi e partecipi, che avete insistito perché
la one-shot
originaria continuasse. Io non ci avrei scommesso cinquanta centesimi,
ma voi
mi avete dato fiducia e supportata. E’ quindi con tanto
ammmòòòre che vi
ringrazio e vi auguro…
Buona
lettura!
Era
tutto un equivoco. Un enorme, gigantesco e colossale
equivoco. John tentò di spiegarlo a Sherlock, ma
l’altro fece orecchie da mercante
e si intestardì su quell’assurda accusa di
infedeltà.
Pazzesco.
Inaudito. Inconcepibile. Quattro anni di
convivenza, due e mezzo di relazione (erano finiti a letto insieme poco
dopo l’affaire Irene
Adler) e tre figli non
contavano nulla, dunque? Come osava anche solo pensare, quel
sociopatico da
strapazzo, che John potesse ancora nutrire un qualsivoglia interesse
per il
genere femminile o, in generale, per una persona che non fosse Sherlock?
“John,
tu hai un’altra” ribadì Holmes
rivolgendogli uno
sguardo inquisitorio.
“Oh,
picchio pacchio” alzò gli occhi al cielo.
“Probabilmente
è una storia iniziata da poco, se non
addirittura oggi stesso; il che spiegherebbe la toccata e fuga in
ambulatorio,
nonostante tu sia in congedo di paternità. E’ una
tua paziente, non è così?”
incalzò, dando prova delle sue mirabolanti
abilità deduttive.
“Ok,
Mr. Detective dell’Anno, stoppati un attimo. Harry, per
cortesia, porteresti di là i bambini? Non vorrei che
assistessero alla scena di
me che prendo selvaggiamente a schiaffi il loro
papà” il dottore si voltò verso
sua sorella, gli occhi animati da una luce battagliera.
“Stavo
per proporlo io” sospirò sollevata lei.
Prese
in braccio Boswell e con la mano libera spinse la
carrozzina in direzione del corridoio che portava alle camere da letto.
“Non
ammazzatevi, però. Avete tre pargoli a carico,
ricordatelo” aggiunse, per poi eclissarsi.
“Tu”
ringhiò John, l’indice puntato contro il moro.
“Idiot savant che non sei
altro. Se tieni
all’incolumità del tuo bel faccino mi farai il
favore di tacere e di ascoltare
quello che ho da dirti, prima di saltare a conclusioni affrettate e
totalmente irrealistiche”.
Sherlock
trasalì, portando istintivamente una mano agli
zigomi scolpiti –erano uno dei suoi pochi vanti, che diamine.
Annuì, cedendo la
parola al dottore.
“Benone”
sbuffò quegli dal naso, come un torello
soddisfatto. Incrociò le braccia sul petto e
divaricò un poco le gambe,
assumendo una posa da boss.
Si
guardarono per lunghi istanti di silenzio.
Lunghi.
Istanti.
Di.
Silenzio.
Sherlock
si schiarì la gola. “Uhm, John?”
“Sì?”
“Non
dovevi darmi la tua versione dei fatti?”
“Uh-oh”
batté le palpebre lui. “Hai ragione, scusa. Mi
sono
distratto” borbottò, arrossendo.
“Figurati,
può capitare” il detective soffocò sul
nascere un
sorrisetto ironico.
“Dicevo”,
riprese John dandosi un contegno, “che hai
travisato tutto, mio caro. Hai preso una cantonata coi fiocchi.
Perché vedi, io
non ho nessuna
relazione extraconiugale” affermò fissando
l’altro dritto
negli occhi.
“Basandomi
sull’analisi del linguaggio del corpo sarei
propenso a crederti” ammise Sherlock quasi mugugnando.
“Sguardo fermo e
diretto, spalle rilassate, piedi ben piantati al suolo, nessun tremito.
Sembri
sincero. C’è un particolare che non mi convince,
però: il profumo”.
“Oh,
quello” sospirò l’altro. “Una
paziente ci ha provato
con me. Mi ha fatto precipitare in ambulatorio con la scusa di uno
scompenso
cardiaco e dei dolori intercostali inspiegabili e appena l’ho
ricevuta nel mio
studio ha cercato di baciarmi, ma io l’ho respinta. Ecco
tutto”.
“Non
ci credo” replicò il compagno, lapidario.
“Non
ci credi?” ripeté, incredulo.
“Non
credo affatto che la tua paziente abbia preso bene il
rifiuto. Sei sicuro di non aver omesso nulla, John?”
“Sono
sicuro, Sherlock.
Sono troppo giovane per soffrire di memoria a breve termine”.
“Non
ne sono del tutto persuaso. Voglio che mi riporti il
vostro scambio di battute, parola per parola”.
“Ah,
vuoi? Tu vuoi? E
va bene, ti accontento” sbottò con voce
pericolosamente stridula. “Allora
sappi, genio dei miei stivali, che ho chiarito a Miss Morstan che non
potevo
ricambiarla perché sono omosessuale”
strepitò. “Sono più gay di Rupert
Everett,
Boy George ed Elton John messi insieme. Sono talmente frocio che la sola idea di tornare a scoparmi
una donna mi fa venire i brufoli e la cellulite, nonché una
gran voglia di
lanciarmi in una sessione di shopping selvaggio!”
“John,
tesoro”.
“Cosa?”
“Stai
scheccando di brutto”.
“Lo
so, ed è tutta colpa tua, Sherlock! Un’altra
donna? Un
altro uomo? Tutte cazzate, per me esisti solo tu”.
“John”
esclamò il detective con voce appassionata.
“Sherlock”
rispose il dottore altrettanto impetuosamente.
Si
avvinghiarono l’uno all’altro come polpi dai mille
e uno
tentacoli, scambiandosi un bacio hollywoodiano per durata ed enfasi (ma
con
molta più lingua e saliva e gemiti inarticolati).
“Sarei
perduto senza il mio blogger” mormorò Holmes non
appena si staccarono per riprendere fiato.
“E’
la frase più romantica che tu mi abbia mai
dedicato”,
osservò John ansimante, “nonché
l’unica”.
“Sposami”.
“C-Cosa?”
“Sposami.
Voglio legarti per sempre a me, portare una fede
pacchiana e ingombrante al dito, crescere i nostri figli e invecchiare
insieme
a te. Voglio diventare tuo marito, John. Sposami”.
The blog of Dr. John H. Watson
London, 10/10/2012
Oggi
Sherlock mi ha chiesto di sposarlo.
Che
il Cielo mi aiuti, gli ho risposto di sì.
Tutta
colpa di quegli zigomi, il bavero del cappotto alzato
(ok, quando mi ha fatto la proposta era in vestaglia, ma il succo non
cambia),
gli occhi così azzurri e penetranti.
Lo
amo.
P.S.
Harry è praticamente più elettrizzata di me
–sempre che
sia possibile.
P.P.S.
Mycroft si è autonominato wedding planner ufficiale.
Devo preoccuparmi?
_____________________________________________________________________
Non
si può dire addio ad una storia senza ringraziare per
bene le persone che ti hanno sostenuto. Un bacio grandissimo alle 23
persone
che hanno recensito (LudusVenenum,
Meramadia94, Naco, TAKeRu_ECHY, NomenOmen, Princess_Perona, Taila,
Grinpow,
Campanellino86, Sevvina, Rory_Argentine, kiba91, Angelica Barbanera,
Tanyah,
Cloud Ribbon, Maia in Wonderland, crazy_k, griffoncina2009,
chibisaru81,
Wren07, Selenina, Emrys___, Ehrien) e alle 14 che hanno
inserito
‘Imprevisti’ tra le Preferite (almosthero,
Angelica Barbanera, Campanellino86, Echelon90, EileenSH, ermete,
isteria,
latore, Lola_Teme91, Maia in Wonderland, Sabry93, SweetBlackDream98,
Taila,
Tanyah). Un abbraccio stritolante alle 7 che hanno voluto
Ricordarla (Court, khika liz, Nerween,
NomenOmen, Sam
Holmes, Vietnam Glam, White Mask) ed infine ai miei 36
lettori (BlackCobra, Campanellino86, Ciulla,
crofty,
Didolatan, dodo, draco potter, elsa, fliflai, Grace98, HexRose 110,
irelin,
katia cullen, kscrewy, latore, Lrig_w, Miku Mercury, Naco, NemesiS_,
NomenOmen,
PepperP, Prez_Silverrope, Princess_Perona, rora17, Rory_Argentine,
Rumy,
Sabry93, Selvy, senny, Sevvina, Sherlocked, Shinku Rozen Maiden,
Stella_Oscura,
Susannatuttapanna, TAKeRu_ECHY, teno).
Grazie
di cuore a tutti. Ci rivedremo, forse, con il
seguito.
Bye
bye! <3
|