The thin and blurred line
between
friendship and love
2. You’re in my veins
…Oh you’re
in my veins
And I cannot get you out
Oh you’re all I taste
At night inside of my mouth
Oh you run away
Cause I am not what you found
Oh you’re in my veins
And I cannot get you out…
…con quella dolce melodia
in sottofondo finii per
svegliarmi, girandomi a pancia in su nel mio amato letto a una piazza e
mezzo..aprii
gli occhi, un po’ irritati da tutta la luce che inondava la
mia camera, e mi
toccai le orecchie, circospetta.
Come immaginavo, mi ero addormentata
con gli auricolari
dell’ipod nelle orecchie!
Mi rotolai beata nel mio lettone con
le coperte blu come il
mare che facevano coppia con le pareti azzurre e….incontrai
resistenza!
Ovviamente non ero sola…il
gatto Tora e il bulldog frencese
Hugo dovevano essere sgusciati dentro dalla mia porta socchiusa e ora
se la
dormivano alla grande rannicchiati nel lato sinistro del letto!
Si poteva dire che fossimo una
famiglia numerosa e piuttosto
particolare per gli standard medi, e Tora ed Hector ne facevano
pienamente
parte da anni.
Erano praticamente figli e fratelli ad honorem.
Mi stesi di nuovo rilassando ogni
muscolo, e quando lo
sguardo mi cadde sul comodino osservai la foto di me e Kaede
l’anno prima
durante le vacanze che ci si trovava sopra, racchiusa in una bella
cornice di
legno.
L’aveva fatta la mamma di
Kaede, Natsuko, mentre noi ci
mangiavamo un gelato sul loro portico.
Era troppo bella e non avevo
resistito, avevo dovuto
incorniciarla.
Kaede.
Ormai era passato quasi un mese
dall’inizio della scuola, e
con Kaede ci eravamo visti veramente poco per i nostri standard, solo
la sera
quando ormai eravamo stracotti tutti e due e ci addormentavamo insieme
sul
letto/divano davanti a un film, almeno finchè le nostre
madri a turno non ci
svegliavano e spedivano uno a letto e l’altro a casa
sua…quel malefico nano di
Ryo infatti, preso dalle manie di onnipotenza proprie del capitano,
aveva
praticamente sigillato le entrate della palestra con i giocatori ben
chiusi
dentro, così che si allenassero a tempo pieno, e il poco
tempo libero che
restava ai giocatori del club di basket l’avevo passato per
forza maggiore con
Mitsui, Ryo e Aya, per la ricerca di fisica.
Che tra l’altro ormai per
fortuna era pronta per essere
consegnata.
In quel mesetto scarso avevo capito
alcune cose: che Mitsui
era anche molto simpatico(oltre ad avere un gran bel sedere!)e gentile,
e che
poteva sembrare burbero ma con gli amici era sempre disponibile.
Avevamo legato parecchio, avendo
scoperto di avere alcune
cose in comune era venuto spontaneo chiacchierare e conoscersi meglio.
Ayako ovviamente era partita per la
tangente…aveva notato
come era gentile Mitsui con me e si era fatta una dose di trip mentali
che
nemmeno un hippie!
Mentre pensavo con un sospiro alla
mia amica mi tolsi le
cuffie del’ipod, che cominciavano a darmi fastidio premute
contro l’orecchio,spegnendo
la musica…per un attimo sentii solo il discreto ronfare dei
miei due animaletti
domestici accanto a me, poi avvertii un rumore al piano di sotto, come
se
qualcuno avesse urtato qualcosa…e poi più niente!
Inutile dirlo, ero una terribile
paranoica, e inveii
mentalmente contro la mia famiglia..al momento i miei genitori erano al
lavoro
e una delle mie sorelle maggiori in università,
l’altra a casa sua: accidenti,
quando volevo un po’ di privacy erano sempre tutti attorno a
far casino, adesso
che c’era qualcuno o qualcosa in casa mia ovviamente ero
sola!!!
D’altra parte, pensai, era
anche possibile che fosse il
gatto di Kaede, Bernie, che come al solito si infilava in casa mia per
venire a
far baruffa con Tora…decisi che era meglio controllare.
Nel dubbio che potesse essere un qualcuno e non un qualcosa decisi di
portare con me un oggetto
contundente qualsiasi, peccato che tutto quello che trovai fu un
appendiabiti.
Ma andare per il sottile non mi
avrebbe portata da nessuna
parte, quindi afferrai ciò che la provvidenza mi dava.
In maglietta del pigiama e shorts
elasticizzati scesi al
piano di sotto, quatta quatta, brandendo l’appendiabiti.
Se era un ladro sarebbe dovuto
passare sul mio cadavere
impigiamato.
Stavo per svoltare l’angolo
della cucina con circospezione,
quando qualcuno mi afferrò per le spalle da dietro.
“IIIIIIIIIIIIKKKKKKKKKKKK!!!”
Dopo questo coraggioso grido di
guerra riuscii a voltarmi e
mi resi conto che era…Kaede!
“Kae mi hai fatto perdere
dieci anni di vita come minimo!!”
sbuffai tutta rossa in faccia per lo spavento, colpendolo leggermente
sul petto
con l’appendiabiti.
Cercai di ricompormi…ok
che ci conoscevamo da una vita e
avevamo portato il pannolino nello stesso periodo, però
proprio apparirgli come
la strega di Benevento non mi andava!
Così sganciai
l’appendiabiti sul bancone della cucina e mi
ravvivai i capelli che erano raccolti in uno chignon che doveva essere
ormai
tutto disfatto.
Kaede mi guardo con un mezzo
sorrisetto, quello che riuscivo
a strappargli ogni tanto, e mi rassicurò “Stai
benissimo tranquilla..”
“Che ci fai qui
così presto Kae?” gli chiesi contenta di vederlo
“Sei
riuscito a sfuggire alla dittatura di Ryo in palestra??”
Lui fece spallucce “Ayako
gli ha chiesto di accompagnarla in
biblioteca per finire delle cose per una ricerca e lui ci ha dato il
pomeriggio
libero. Se eri libera potevamo fare qualcosa…”
Io ghignai tra me e me…il
magico potere di Ayako, ovvero
quello di trasformare Ryota in un cucciolo obbediente e trasportarlo
qua e là a
suo piacimento.
Abbracciai felice il mio amico
alzandomi sulle punte dei
piedi e inspirando il suo profumo…era davvero troppo che non
passavamo un bel
pomeriggio insieme!
Dopo poco sentii anche le sue braccia
forti stringermi con
affetto, come avevano sempre fatto.
Quando sciogliemmo
l’abbraccio lo guardai sorridendo
“Allora, cosa preferisci per oggi pomeriggio?Uscire per un
gelato o un film di
zombie a casa??”
“Dài,
usciamo…farò questo sforzo!” rispose
lui, con una vena
di ironia nella voce.
Infatti non si poteva dire che il mio
adorato Kaede fosse un
gran viveur..anzi generalmente era
piuttosto schivo, per la disperazione delle sue invasatissime fan che
avrebbero
dato di tutto per poterlo incontrare & pedinare, e preferiva
starsene a
casa a guardare film, per poi addormentarsi regolarmente a
metà e farsi
raccontare il finale dalla sottoscritta!
“Ok!mi rendo presentabile,
dammi dieci minuti e sono da
te!!” urlai, già a metà strada verso la
scala, mentre lui si andava ad allungare
comodamente sul divano davanti alla tv.
Ridacchiando salii i gradini, poi
frugai nell’armadio alla
ricerca di qualcosa di decente e mi infilai in bagno per darmi una
bella
rinfrescata post-dormita…e mi vidi allo specchio!
Cavolo, mi ero presentata a Kaede così?!?
Lo chignon, esattamente come
immaginavo, era sfatto e avevo
capelli che spuntavano ovunque, come fossi appena uscita da una gita di
trekking nel sottobosco, avevo una guancia arrossata li dove ero stata
appoggiata mentre dormivo e gli occhi lievemente gonfi di chi si
è appena
svegliato.
< Oddiomio!!! > fu
l’unico pensiero
che riuscii a formulare mentre mi guardavo a bocca aperta.
Cos’avevo detto Kaede, che
stavo “benissimo, tranquilla”?
Doveva essere proprio pazzo quel
ragazzo.
Oppure volermi proprio tanto bene.
Dieci minuti dopo ero presentabile,
con un extreme makeover
ultra rapido.
Avevo sistemato la chioma ribelle con
un pochino di olio
disciplinante, e ora i capelli castani e ondulati mi scendevano fino a
metà
schiena, con le punte schiarite dal mio adorato shatush!
Per gli occhietti gonfi e porcini da
sonno il rimedio
possibile era uno solo, ovvero una bella secchiata d’acqua
gelida in faccia!
Inoltre avevo pescato dal mio armadio
dei vestiti casual ma
carini: maglietta a maniche corte grigia con inserti in pizzo avorio,
jeans
skinny chiari e ballerine nere…visto che uscivo con Kaede
volevo presentarmi al
meglio!
Quando eravamo per strada insieme
infatti tutte le donne del
creato prima guardavano lui col bavino alla bocca e gli occhi a forma
di cuore,
poi inevitabilmente guardavano la sua accompagnatrice, ovverosia me, e
cercavano tutti i difetti possibili e immaginabili per consolarsi della
mia(indesiderata)presenza al suo fianco!
Scesi al piano di sotto e trovai Kae
nella stessa posizione
in cui l’avevo lasciato, intento a squadrarmi da sopra il
bordo del divano..
“Si va?” gli
domandai sorridendo e afferrando la borsa dalla
sedia accanto alla porta.
Due
minuti dopo
eravamo sul marciapiede, a goderci il sole sulla pelle e la reciproca
compagnia.
Appena arrivammo in centro ovviamente
accadde quello che
succedeva sempre: ogni essere femminile sulla nostra strada rimaneva
shockato
dalla sua bellezza…e dico io, facevano anche bene!
Di ragazzi belli come Kae non ce
n’erano in giro!
Trascinai il mio bel migliore amico
in un negozio di
abbigliamento sia maschile che femminile dove andavo spesso a fare
shopping
compulsivo, non potevo resistere alla tentazione di fare shopping e
usare come
stampella umana un bel fustone come lui!
Agguantai un po’ di vestiti
e mi infilai in un camerino…dopo
una serie di magliette, shorts e gonne piuttosto anonime provai un
bellissimo
vestito nero il cui aggettivo poteva sicuramente essere…succinto..infatti era una specie di
tubino nero aderente che di
lunghezza arrivava poco sotto le mutande, ad essere onesti, e con un
profondo
scollo che precipitava in mezzo al seno.
Mi ci infilai dentro al millimetro,
sentendomi un po’ un
wurstel umano così tutta inguainata, poi quando fui certa di
avere le mutande
al sicuro e le tette assicurate nel reggiseno spalancai la tenda con un
trionfale “TA-DAAAA!!”.
Sapevo che scalza non potevo rendere
come se avessi avuto
dei tacchi assassini però speravo di fare comunque la mia
porca figuretta!
Kaede si era appoggiato allo stand
dei pigiami accanto al
mio camerino e, beatamente incurante delle commesse che gli ronzavano
attorno
sperando, ne ero sicura!!, che lui chiedesse loro di poter provare dei
boxer,
mi stava aspettando, con in mano una bracciata di vestiti che avevo
già
provato.
Appena posò lo sguardo su di me vidi i suoi occhi
felini blu come il
mare, di solito socchiusi in un atteggiamento che i ragazzi
consideravano
arrogante e spocchioso e le ragazze sexy da morire, che si sgranavano
lentamente, lasciando posto sul suo viso per un’espressione
stupefatta che
poche volte gli avevo visto.
Poteva darsi che mi fossi sbagliata
ma ero abbastanza sicura
di aver visto anche un’ombra di rossore leggera sulle sue
guance.
Lo fissai interrogativa, sempre con
le mani aggrappate alla
tenda del camerino, e non feci in tempo a dire “ah”
che Kaede aveva mollato i
vestiti e si era parato come una montagna davanti a me impedendo la
visuale a
tutti gli altri avventori del negozio.
“Mika, dove cavolo vorresti
andare con questo coso addosso?Hai
intenzione di provocare tutta Kanagawa a saltarti addosso?”
mi chiese con voce
seria, a pochi centimetri da me.
Per un attimo mi fece una strana
impressione, quella
situazione, quel vestito, lui così vicino a me e quei suoi
occhi blu tornati
alla loro forma felina e circospetta piantati nei miei < Statti
buona Mika sono gli ormoni che stanno impazzendo! E’ troppo
che non esci con
qualcuno, ecco cosa! > pensai, scuotendomi
di dosso quella strana
sensazione.
Fissai quindi con affetto il mio
amico ridacchiando “Tranquillo
Kae..ti sembro il tipo da andare in giro con un vestito del
genere?” gli
lanciai un’occhiata sorniona “Pensavo sapessi qual
è il mio stile..” e poi puntai
con gli indici verso il vestito che mi copriva come una seconda pelle
“..e
decisamente non è questo!Volevo solo un tuo parere, sai!Per
divertimento!”
Vidi il suo petto abbassarsi in un
sospiro…si era
preoccupato davvero quello scemo, come se potessi davvero andare in
giro
vestita così o fossi una tipa da night club tutte le sere!!
Con una risatina mentale pensai che
anche se eravamo
cresciuti e non ero più una bambina, anzi a dirla tutta ero
pure più grande di
lui, Kaede era ancora possessivo e protettivo proprio come quando
eravamo più
piccoli e mi difendeva da chiunque mi desse fastidio.
Un po’ come se fossi
talmente delicata da dovermi tenere
sempre sott’occhio!
Magari altre ragazze gli avrebbero
detto di farsi gli affari
suoi(anche se dubitavo che qualcuna avrebbe detto una cosa simile a
Kaede,
visto come gli cadevano tutte ai piedi!), che loro uscivano vestite
come
volevano, ma a me in fondo, e anche non tanto in fondo, aveva sempre
fatto e
faceva tutt’ora piacere che lui fosse così attento
a me.
Gli posai una mano sul petto
spingendolo lievemente fuori
dal camerino “Prima che ti venga una sincope e io stronchi la
tua promettente
carriera di basket per uno stupido vestito, esci che mi
cambio!” poi alzai le
mani in uno scherzoso segno di resa, col sorriso sulle labbra
“Tranquillo,
tranquillo non lo compro questo!”
Lui arretrò lentamente
senza voltarsi, e prima di tirare la
tendina mi diede un’ultima occhiata “Meglio. Non
avrei più avuto tempo di
allenarmi per pestare la gente che guardava te!” e prima di
chiudere la tenda
cremisi e sparire fuori aggiunse “Volevi un parere. Stai
benissimo.”
Risi di gusto mentre tiravo
giù la cerniera del vestito.
Poteva non sembrare, ma Kaede Rukawa
aveva un senso dell’umorismo
tutto suo molto spiccato…e se lo conoscevi bene sapeva anche
far ridere!
E inoltre mi aveva fatto un
complimento, cosa che non
accadeva sempre…i complimenti di Kaede arrivavano col
contagocce, e io
conservavo gelosamente nella mia memoria tutti quelli che mi aveva
rivolto
negli anni.
Finito lo shopping, con i sacchetti
degli acquisti in mano
ci comprammo un gelato, e ci sedemmo tranquilli su una panchina al
sole, nel
parco.
“Davvero, come hai potuto
seriamente pensare che mi sarei
messa quell’affarino striminzito?!” gli domandai
ridendo “Mi conosci da 17 anni!”
Infatti, con una mamma stilista avevo
sempre avuto un senso
marcato per l’abbigliamento, fin da bambina, ed ora che ero
cresciuta mi piaceva
sempre sentirmi femminile e elegante, insomma non un maschiaccio
scalmanato, ma
non ero comunque il tipo da mezzo chilometro di coscia fuori e tacchi
altissimi!
Quando finii il mio cono mi stirai
felice, a contatto col
legno caldo della panchina e la maglia morbida del mio amico
“Sono proprio
contenta Kae che il nanetto malefico vi abbia dato il pomeriggio
libero…dovrei
dire ad Aya di intrattenerlo più spesso!!” mi
girai verso di lui e lo guardai
negli occhi “Mi manca non poter passare tanto tempo con te
come prima, con il mio terzo
anno e gli esami, il tuo basket..”
In tutta risposta Kaede, che fin da
quando eravamo bambini
si era sempre espresso meglio con i gesti che con le parole, mi cinse
le spalle
in un abbraccio caldo e protettivo che se lo conoscevo bene significava
“E’ mancato anche a me”.
A quel punto il pomeriggio era
praticamente perfetto!
Mi rilassai completamente finendo per
appoggiarmi a lui, con
la testa riversa verso il sole e gli occhi chiusi.
POV
KAEDE
Kaede sentiva la testa di Mika sulla
sua spalla, e il suo
respiro regolare…probabilmente si era addormentata al sole,
come le succedeva
sempre!
Quella ragazza quasi lo batteva
nell’addormentarsi ovunque
appena si presentava l’occasione, anche se poi
quand’era sveglia sprizzava
energia da tutti i pori ed era peggio di un vulcano in piena
attività…tutto il
contrario di lui insomma, ma questo non li aveva mai allontanati, anzi
casomai
si poteva dire che nella storia della loro amicizia le loro differenze
erano
quelle che li avevano uniti di più.
Si erano sempre compensati a vicenda.
Guardò la figura sottile
di Mika appoggiata contro di lui.
Incredibile come in una ragazza che
poteva sembrare così
fragile ci fosse tanta voglia di fare e determinazione.
La strinse un pochino di
più e inclinò la spalla, per
evitare che la testa della sua amica scivolasse giù.
Già….amica e amico.
Era già dal suo primo anno
alle superiori, quando era
arrivato allo Shohoku e Mika era in seconda, che quel termine gli
andava un po’
stretto.
Sospirò
impercettibilmente, godendosi pure lui il sole sulla
pelle chiara.
Quella scema gli aveva fatto prendere
un colpo secco prima,
con quel vestito addosso…quando aveva aperto la tenda
scorrevole del camerino e
lui se l’era trovata davanti con il suo fisico perfetto
fasciato da quell’accidenti
di vestito nero che lasciava ben poco
all’immaginazione, scalza e sorridente, con i capelli sciolti
e selvaggi sulle
spalle…aveva pensato di rimanerci stecchito.
Non aveva nessun bisogno che lei si
sforzasse di ricordargli
quanto era bella, lo sapeva già benissimo da solo.
Non ci poteva fare niente, nessuna
ragazza gli faceva l’effetto
assurdo che gli faceva lei…aveva provato a guardarsi
intorno, guardare le
ragazze che venivano agli allenamenti, quelle che gli portavano lettere
d’amore,
le sue compagne di classe…ma non c’era niente da
fare.
Quando guardava Mika era come se
tutto intorno a lui
sparisse e ci fosse solo lei, con quei suoi occhi verde scuro pieni di
vita e
di gioia, che emanava una luce immensa.
La cosa triste era che ogni mattina
quando apriva l’armadietto
delle scarpe gli crollava a terra un tale mucchio di carta sotto forma
di
lettere d’amore appassionate che avrebbe potuto farci
svariati quaderni
riciclandolo, e si era pure attirato l’odio e
l’invidia di buona parte degli uomini
dello Shohoku perché piaceva a tutte le ragazze, ma si era
innamorato
ciecamente e perdutamente dell’unica con cui non era proprio
il caso di
provarci.
Pensò tra se e se che i
motivi erano svariati.
I più importanti?
Era sia la sua migliore amica da
quando aveva memoria, sia la
sua vicina di casa.
Era praticamente la persona
più importante della sua vita, e
se facendole capire cosa provava avesse rovinato il loro rapporto non
se lo
sarebbe mai perdonato.
In un modo o nell’altro,
anche come amica, lei restava la
sua metà, e perderla non era un’opzione.
Per ora la sua strategia era quella
di accontentarsi di quello
che poteva avere, perché l’idea di esporsi e poi
dover vivere senza di lei non
sembrava proprio sopportabile.
Come avrebbe fatto a vivere senza
quella pazza che si
agitava sulla canna della sua bicicletta e rischiava di farli cadere,
che lo
schiaffeggiava o gli tirava i capelli per farlo restare sveglio, che
aspettava
con gioia Halloween solo per potergli impiastricciare la faccia di
trucco stile
goth, che veniva a strepitare alle sue partite fregandosene di
rischiare la
morte per mano delle sue fan e gli urlava di muovere il culo e
cominciare a
fare gioco di squadra, e riusciva a capire il suo sense of humor che
sfuggiva a
tutti gli altri, i suoi stessi genitori compresi?
La verità,
pensò, era che lei l’aveva sempre reso migliore.
L’aveva sempre stimolato a
dare di più, e meglio, ed a
cambiare quando sbagliava, e gli era stata accanto.
Sempre.
A volte si sentiva soffocare dai suoi
sentimenti, ma con
molta calma e il suo solito atteggiamento distaccato e tranquillo li
ricacciava
dentro.
Si era sempre detto che se Mika
dentro di sé provava gli
stessi sentimenti per lui, doveva solo darle il tempo che le serviva e
sarebbero venuti fuori, come era successo a lui..inoltre lei in tutti
quei tre
anni non aveva dimostrato interesse per nessuno sebbene Kaede sapesse,
perché ok
che era riservato ma non era sordo ne tantomeno cieco, che era tra le
ragazze
più carine e popolari dello Shohoku..e questo, anche se era
restio ad
ammetterlo, gli aveva dato speranza.
La speranza che la sua migliore amica
si accorgesse di lui
anche come ragazzo, come uomo.
Che in fondo non avesse mai sentito
il bisogno di uscire veramente
con qualcuno perché anche lei, senza saperlo, era innamorata
di lui.
Che si accorgesse che lui non
riusciva a guardare nessun’altra
perché aveva occhi solo per lei.
I profondi pensieri del bel moro
furono interrotti da una
voce nota che lo salutava, con un tono sorpreso.
“Ehi Rukawa!”
..era Mitsui che si stava avvicinando a loro
con le mani in tasca.
Aveva lo sguardo stupito,
probabilmente perché non si
sarebbe mai aspettato di trovare il suo compagno di squadra noto come
“volpe artica” e
“polaretto” su
una panchina del centro che teneva abbracciata una
ragazza.
Evidentemente non aveva ancora notato
che la ragazza in
questione, la bell’addormentata, la conosceva pure lui, ed
era nientemeno che
la sua nuova compagna di classe e di ricerca di fisica, Mika Murakami.
Insomma, la sua compagna di classe
che gli piaceva.
Kaede salutò con un cenno
del capo il compagno di squadra,
rivolgendogli un pacato “Come va?”, ma non gli
sfuggì lo sguardo di
sbigottimento e delusione che passò sul volto del suo amico
quando riconobbe
Mika, la quale tra l’altro si era svegliata di botto sentendo
le loro voci.
E quello sguardo non gli piacque
proprio per niente.
Capitolo 2 -
End
Eccomi
di nuovo qui ^^ stavolta a pochissimi giorni di distanza ma,
ehehe, sono ispirata XD sigh, invece di farmi portare
dall’ispirazione dovrei
studiare per l’esame imminente che mi aspetta in uni T_T ma
quando mi vengono
le idee non riesco a contenterle ne a concentrarmi su altro XD e devo
assolutamente
metterle nero su bianco, anche se a volte sono solo stupidaggini!
Quindi
ecco il secondo capitolo…l’ultima parte
è un POV di Kaede perché
volevo che si potesse capire più chiaramente la situazione
tra lui e Mika dal
suo punto di vista.
Povero
cucciolo lui si che è innamorato…ed essere la
corteggiata di uno
come lui…ammazzale XD
By
the way, la canzone con cui si apre il capitolo e da cui viene il
titolo è “In my veins” di Andrew Belle,
una stupenda canzone che consiglio a
tutti di ascoltare per intero…aggiungo il testo in fondo!
Se
chi ha avuto la voglia di leggerla avesse voglia di commentarla, per
farmi sapere che ne pensate…mi farebbe davvero felice!^^
Vedere
che ci sono persone che leggono quello che scrivo è davvero
bello e mette voglia di andare avanti.^^
Grazie
a tutti quindi, e mi raccomando se avete voglia commentate e
rendetemi un fiocco di neve felicissimo eheheh!!^^
A
prestissimo!
<3
Snow_Flake
In
my veins – Andrew Belle
Nothing goes as planned
Everything will break
People say goodbye
In their own special way
All that you rely on
And all that you could fake
Will leave you in the morning
Come find you in the day
Oh, you’re in my veins, and I cannot get you out
Oh, you’re all I taste, at night inside of my mouth
Oh, you run away, cause I am not what you found
Oh, you’re in my veins, and I cannot get you out
Everything will change
Nothing stays the same
Nobody is perfect
Oh, but everyone is to blame
All that you rely on
And all that you can save
Will leave you in the morning
Will find you in the day
Oh, you’re in my veins, and I cannot get you out
Oh, you’re all I taste, at night inside of my mouth
Oh, you run away, cause I am not what you found
Oh, you’re in my veins, and I cannot get you out
No I cannot get you out
No I cannot get you out
Oh no, I cannot get you out
No I cannot get you out
Everything is dark
It’s more than you could take
But you catch a glimpse of sunlight
Shining
Shining down on your face
Your face
On your face
Oh, you’re in my veins, and I cannot get you out
Oh, you’re all I taste, at night inside of my mouth
Oh, you run away, cause I am not what you found
Oh, you’re in my veins, and I cannot get you out
No, i cannot get you out
No, i cannot get you out...
Oh no, I
cannot get you...
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