5.
- Non ne posso più!
- urlò Ron gettando via il piatto con la cena. Del pesce
secco
e del pane mezzo andato a male - Sono giorni che siamo chiusi dentro
questa stiva puzzolente in compagnia di topi e scarafaggi - poi
tirò
fuori la bacchetta ed iniziò a rotearla per qualche
incantesimo.
- Fermati! - lo bloccò
Harry afferrandogli il polso e torcendoglielo per fargli lasciare la
bacchetta che, con un tonfo leggero cadde a terra - nessuno sa che
siamo maghi qui a bordo e, anche se siamo abbastanza lontani
dall'Inghilterra è meglio non mettersi a fare magie che
potrebbero richiamare l'attenzione degli auror -
- Dannazione - sbuffò
districandosi dalla presa dell'amico e massaggiandosi poi il polso -
Harry, da quando ci siamo rivisti non stai combinando altro che guai
a me e ad Hermione! -
- Come ai vecchi tempi -
accennò un sorriso subito ricacciato indietro dallo sguardo
freddo di Ron.
La sua non era stata una
battuta, ma una semplice constatazione.
Gli aveva voluto dire,
senza troppi giri di parole, che sarebbe stato molto meglio se non si
fossero rivisti mai più.
- Piuttosto, per quale
motivo hai mandato Hermione a chiedere al capitano di questa
bagnarola quando arriveremo a destinazione? - gli domandò -
Non potevi andarci tu, o io? -
- Se Hermione saprà
giocare bene le sue carte, quando sarà il momento di
scendere
da questa barca il prezzo che dovremo pagare sarà
più
basso di quanto stabilito - gli rispose semplicemente sottintendendo
svariate cose che Ron afferrò al volo diventando dapprima
rosso poi nero di rabbia.
Nonostante tutto quello
che era accaduto in quei cinque anni non era ancora riuscito a
togliersela dalla mente.
- Brutto figlio di
puttana! - sbraitò saltando in piedi ed allungando le mani
per
afferrarlo al collo venendo però fermato dalla voce della
ragazza che irruppe all'improvviso nella stiva.
- Allora? - le domandò
Harry.
- Tra un paio di giorni
saremo al porto - gli rispose sedendosi su di uno sgabello - per il
resto niente da fare, credo che preferirebbe di più il culo
di
uno di voi due al mio -
- Hermione? - la guardo
inebetito Ron.
- Cosa c'è? - gli
si rivoltò contro con una faccia che non lasciava molto
adito
a dubbi. Non voleva essere ripresa da lui - Siamo fuggiaschi, te ne
sei dimenticato? E nessuno di noi può accedere al proprio
conto alla Gringott senza venire arrestati, se è possibile
risparmiare dell'oro bisogna cogliere la palla al balzo! -
- Già - abbassò
lo sguardo - ma chi può essere stato a... -
- Indovina - lo
interruppe Harry - chi altro c'era in quella casa oltre a noi tre e
all'ormai defunto Severus Piton? -
- Draco Malfoy! - esclamò
quasi avesse fatto una scoperta sensazionale. Hermione si
limitò
solo ad alzare un sopracciglio guardandolo di sfuggita. Come aveva
fatto una volta ad essere innamorato di quell'idiota dai capelli
rossi e dal cervello di uno schiopodo ritardato non lo sapeva neanche
lei, ma per fortuna adesso le cose erano diverse.
Forse.
- Dove diavolo sono
finiti! - urlò Draco camminando ansiosamente nel suo studio
nella sua villa babbana. Da quando aveva fatto irruzione nella casa
di Weasley solo per vederseli sfuggire a causa di quella puttana
della Granger erano trascorsi parecchi giorni e dalle sue fonti al
ministero non era ancora giunto nulla.
Per la rabbia di
esserseli fatti sfuggire aveva ucciso a sangue freddo l'ormai inutile
Piton con una maledizione senza perdono. Per fortuna era abituato a
portarsi dietro sempre una bacchetta di riserva. Quando poi erano
giunti gli auror aveva detto loro che era stato Ronald Weasley ad
uccidere il suo vecchio insegnante dei tempi di Hogwarts
scatenandogli cosi contro una caccia all'uomo di come non si vedeva
dai tempi di Sirius Black.
Purtroppo però
tutte le ricerche avevano dato fino a quel momento esito negativo.
Nessuno li aveva visti e
gli auror specializzati nel seguire le tracce magiche non avevano
rilevato nessun uso di magia da parte di bacchette non registrate, e
tantomeno da parte delle bacchette dei tre fuggiaschi.
Se erano andati via
dall'Inghilterra dovevano averlo fatto come dei babbani e questo
metteva Draco ancor più di cattivo umore.
Non aveva nessun'indizio
di dove si stavano dirigendo e, se non avessero usato la magia
rintracciarli sarebbe stato alquanto difficile senza un colpo di
fortuna.
- Signor Malfoy! -
esclamò all'improvviso Tiger precipitandosi dentro lo
studio.
Per farlo senza farsi annunciare o bussare doveva trattarsi davvero
di una cosa importante.
- Cosa diavolo c'è?
- sbraitò afferrando la bacchetta e preparandosi a lanciare
una cruciatus. I suoi ordini erano chiari. Nessuno doveva entrare
dentro quello studio se non veniva invitato da lui in persona a
farlo.
- Sappiamo dove sono
Potter ed i suoi amici! - alzò le mani preparandosi per
ricevere la maledizione.
- Cosa stai dicendo testa
di zucca? Sai dove si trovano quei tre figli di puttana? -
abbassò
di colpo la bacchetta.
- Li hanno visti al porto
di Trujillo, in Honduras, mentre scendevano da una nave porta
container babbana - gli rispose rilassandosi.
- Honduras? - mormorò
voltandosi verso un mappamondo che troneggiava sulla scrivania -
Mostra!- gridò poi puntandogli la bacchetta contro.
Immediatamente il
mappamondo iniziò a vorticare fermandosi poi di scatto
mentre
un punto su di lui iniziava a brillare.
- Cosa cazzo sono andati
a fare in quel buco di posto! - sbraitò infine voltandosi di
nuovo verso Tiger che, intanto, convinto di averla scampata si era
rilassato e si stava sedendo su di una sedia per riprendere fiato -
Cruciatus! - un lampo di luce scaturì dalla bacchetta
colpendo
lo scagnozzo che inarcò la schiena cacciando un urlo
animalesco mentre un'odore pestilenziale iniziava a diffondersi nello
studio. A causa del dolore aveva perso il controllo degli sfinteri e
si era defecato addosso.
- Nessuno deve entrare
qui dentro senza il mio permesso! - ghignò poi facendo cenno
al suo uomo di andarsene - E questo sempre! -
- E adesso? - domandò
il rosso guardando Harry mentre si facevano strada a fatica tra la
gente che affollava il porto di quella cittadina onduregna. Il tanfo
di sudore, di pesce e di motori surriscaldati permeava l'aria
rendendola quasi irrespirabile.
- Adesso dobbiamo trovare
un mezzo di trasporto per l'entroterra - gli rispose Harry senza
badare alla gente che spintonava - dobbiamo raggiungere un posto, una
comunità magica di queste terre, sono loro che custodiscono
l'artefatto che stiamo cercando -
- Sai già dove
procuratelo? - gli domandò poi Hermione dando una gomitata
nell'addome prominente di un pescatore che aveva approfittato della
calca per darle una palpata.
- Quando sono stato qui
la prima volta ero in contatto con un trafficante locale di manufatti
magici - le rispose riuscendo ad uscire finalmente dalla folla, a
gesti indicò ai suoi due compagni un locale piuttosto
scalcinato dall'altra parte della strada - Juan Pedro, mi deve
qualche favore e potrà procurarci sia un mezzo di trasporto
che delle bacchette magiche -
- Cos'hanno le nostre che
non vanno? - gli chiese Ron beccandosi un'occhiataccia da parte di
Hermione che poi alzò lo sguardo al cielo.
- Secondo te per quale
motivo abbiamo viaggiato stipati come bestiame dentro quella nave
babbana rischiando di prenderci chissà quali malattie,
oppure
per quale motivo per potermi fare una doccia sono stata costretta a
dare spettacolo a sei marinai? - lo affrontò poi la ragazza
-
Non possiamo usare le nostre bacchette senza farci scoprire dagli
auror! -
- E cos'hanno queste
bacchette di questo Juan Pedro di diverso dalle nostre? -
domandò
poi il rosso voltandosi verso Harry.
- Semplicemente non sono
nostre! - gli rispose entrando nel locale - E quindi nessuno
potrà
collegare le magie di quelle bacchette a noi! - poi facendogli un
cenno piuttosto eloquente con la mano lo esortò a stare
zitto
- Una sola parola sbagliata e ci ritroviamo fatti a pezzi -
Sia Ron che Hermione
avevano avuto qualche contatto con i babbani. La ragazza era figlia
di babbani e per una parte della sua vita aveva vissuto proprio come
loro, mentre Ron era solito frequentare i locali e le discoteche
più
di moda nel mondo babbano per rimorchiare, ma queste loro esperienze
non li avevano assolutati preparati a quel locale.
Da dietro un bancone
lurido un gigantesco negro calvo riempiva bicchieri o distribuiva
bottiglie agli avventori fermandosi di tanto in tanto a scambiare
qualche parola con qualcuno di loro, mentre ai tavoli era seduta la
più eterogenea genia che si potesse incontrare.
Uomini di tutte le razze,
dai bianchi ai neri, ai gialli, chi ben vestito, chi con indosso solo
qualche straccio, quasi tutti comunque dall'aspetto poco
raccomandabile.
All'ingresso dei tre
quasi tutti si voltarono a guardarli per qualche secondo, poi erano
tornati alle loro occupazioni senza più degnarli di uno
sguardo ad eccezione di un'uomo che si alzò dal suo posto e
si
incamminò barcollando verso di loro mettendo in mostra un
sorrise sdentato.
- Potter! - biascicò
- Sei tornato finalmente! - poi lo abbracciò amichevolmente
-
Hai qualcosa per il tuo vecchio amico Juan Pedro? -
- Questa volta no -
sorrise cercando di non mostrarsi troppo schifato dall'alito mefitico
dell'uomo e dalla puzza che usciva dai vestiti - ma sono pronto per
quello che tu sai, ho portato degli amici che mi aiuteranno - poi gli
indicò Ron ed Hermione che, messo da parte l'astio che
avevano
l'uno nei confronti dell'altro, si erano stretti tra di loro.
- Vuoi fare il colpo
grosso allora! - rise sguaiatamente dandogli una violenta pacca sulla
spalla - E cosa ne viene al vecchio Juan Pedro se aiuta il suo
vecchio amico Potter a fare questo colpo grosso?-
- A me interessa solo un
manufatto, il resto lo puoi tenere tu - gli rispose - in cambio di un
mezzo di trasporto e di tre bacchette -
- Mi sembra un'offerta
anche troppo generosa - mormorò fattosi improvvisamente
più
guardingo e sospettoso. Harry si pentì di quella sua
proposta.
In quel mondo se eri troppo generoso era o perché eri un
pazzo
o perché avevi intenzione di fregare qualcuno.
- Ma al vecchio Juan
Pedro va bene anche cosi! - sorrise poi di nuovo tornando allegro - E
ci mette anche un'aggiunta - e facendo un cenno ad un'altra persona
la invitò ad unirsi al gruppo - mio nipote Drigo,
verrà
con voi per aiutarvi! -
Altro che aiuto, mormorò
tra se Harry vedendo l'onduregno alto e massiccio che lo guardava
dall'alto verso il basso con uno sguardo poco amichevole. Quella era
l'assicurazione che la parte che spettava a Juan Pedro non prendesse
altre strade ed era pronto a scommettere che le bacchette avrebbero
avuto un qualche incanto che avrebbe impedito loro di funzionare
contro quel bestione.
- Non vi preoccupate,
Drigo sa che siete maghi - continuò poi Juan Pedro - e
conosce
le strade che dovrete percorrere, sarà davvero un valido
aiuto
-
- Non lo dubito - si
costrinse a sorridere Harry mentre Drigo si voltava e se ne tornava a
bere seduto ad uno sgabello vicino al bancone.
- Ma venite adesso -
continuò a mettere i mostra i pochi denti marci che gli
erano
rimasti in bocca, in quella parodia di sorriso - vi offro da bere,
non sarà il whisky incendiario che bevete voi in
Inghilterra,
ma vi assicuro che il nostro stracciabudella non è da meno -
Ci ho messo un po'
più di tempo questa volta, ma spero che il capitolo vi
piaccia.
Grazie, grazie, grazie ancora per i commenti.
VivianaRossa, era Piton che non aveva più i poteri
perché glieli hanno tolti come punizione.
Grazie ancora a tutti per le recensioni e continuate...
Lipstick
|