NEVE
DI MARZO
Titolo:
Neve di Marzo
Pairing:
: ReitaxAoi (principale) ReitaxOC, AoixKai e Aoix.... (sorpresa)
Warning:I
contenuti della storia che vi apprestate a leggere sono a tematica
omosessuale, e presenta descrizioni esplicite di atti sessuali tra
maschi. Perciò, se vi fa schifo e dovete offendere.. non
leggete U.U Disclaimer:
I
personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati non
sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro
ma per puro e semplice divertimento!
Il buio mi accieca
e mi rende suo schiavo.
Corro, urlo e non
provo dolore.
Dio ti prego, fai
smettere tutto questo. Perché mi hai destinato al dolore
eterno?
<
Sai che giorno è oggi? > Mi chiese Yuu, voltandosi ad
osservare il cielo che si stendeva sereno sopra di noi. < No, che
giorno è? > Risposi, fissando il suo profilo sorridente <
Come che giorno è? Sono tre mesi, oggi! > Accompagnando
la sua frase da una sonora manata sulla mia testa scoppiò a
ridere dolcemente.
<
Sono già passati tre mesi? Ho battuto ogni record sai? >
Risposi sorridendo, mi piaceva farlo arrabbiare.
<
Ah si? Perciò io sono solo il tuo stupido record personale?
> Chiese mettendo un finto broncio, sbuffando.
<
Direi che sei il mio trofeo! > Ma ormai avevo imparato benissimo a
farmi perdonare nel giro di pochi secondi. Era diventata una specie
di gioco il nostro e come ogni volta ne uscivo vincitore.
Però
alla fine avevo detto la verità, non avevo mai avuto una
relazione così duratura. Tre mesi potevano sembrare un
traguardo poco rilevante per le altre persone, ma per noi quella era
una tappa a dir poco stupenda. In quei pochi mesi avevo imparato a
conoscere la maggior parte delle sue abitudini, cosa lo rendeva
felice e cosa un po' meno. < Però solitamente, quando
superi un record non dovresti passare ad un livello successivo? >
mi domandò, iniziando a giocare maliziosamente con la cerniera
della giacca che indossavo.
<
Beh, solitamente c'è il bonus livello, ma tutto dipende dal
gioco alla quale stai giocando. > Ammiccai, prendendo la sua mano
tra la mia dolcemente. < Però io sono pro bonus! >
Sorrisi prima di avvicinare il mio volto al suo. Fino a quel
momento non ci eravamo mai spinti oltre al bacio. Più che
altro non eravamo ancora pronti ad affrontare quel passo così
importante. Ma essendo entrambi ragazzi, poco più che
adolescenti, sentivamo un certo desiderio di spingerci oltre le
solite carezze. Lasciai che le mie labbra diventarono una cosa sola
con le sue, prima le sfiorai delicatamente, assaggiando quelle dolci
pesche mature e poi esplorai quella bocca con la mia lingua. La
nostra fu una danza tanto intima quanto intriasa di passione
pulsante, dapprima timida e lenta poi, con l'avanzare
dell'eccitazione, si è trasformata in un walzer di frenesia.
Il suo corpo fremeva sotto il mio tocco desideroso di superare quelle
stupide barriere quali erano i vestiti pesanti che indossava.
Ci
ritrovammo sdraiati, sul tetto di una casetta di cemento, in un parco
giochi. Nascosti dall'oscurità della notte pronti ad amarci.
Non che volessi davvero che la nostra prima volta si consumasse in un
posto tanto squallido ma almeno potevamo cercare di dare un pizzico
di pepe alla nostra relazione. Alla fine ripeto, storia omosessuale
o meno, ero comunque un uomo con delle voglie da soddisfare. Così
come lui, anche se in quel momento era avvinghiato a me come una
femminuccia.
Il
suo profumo dolciastro mi stava mandando all'altro mondo, ero così
su di giri che mi buttai quasi assetato sul suo corpo snello e
sensuale. < Ryo... > Mormorò. Ma nel suo tono di voce
c'era qualcosa che andava oltre l'eccitazione, era titubante, quasi
spaventato, ma io sciocco com'ero non ci feci nemmeno caso. Lo
sentivo fremere sotto di me, ma non nel modo in cui speravo. Pensai
che fosse solo paura di lasciarsi andare, di fare un passo troppo
avventato. Ma era solo un mio pensiero; poi un rumore lo fece
sobbalzare, un piccolo rumore di poco conto che sembrò
spaventarlo da morire. < Ryo, fermati! > Mi disse sussurrando,
dividendo i nostri corpi con le mani. < Hai sentito? >
Continuò poi, distogliendo lo sguardo dal mio volto per
osservare lo spazio vuoto che ci circondava. < Non ti preoccupare,
non è niente! > Cercai di calmarlo. Nei suoi occhi potevo
leggere chiaramente il terrore, la cosa che mi sfuggiva era il
motivo.
<
Si che è stato qualcosa! Era un passo! >
<
Saranno stati i gatti! > Poi ancora, questa volta il cigolio
delle altalente ai nostri piedi.
Yuu
si alzò di scatto, colpendomi in piena faccia con la propria
testa. Non sono mai stato una ragazzina, il dolore lo sopporto
piuttosto bene, ma ero sicuro che quella testata mi avrebbe causato
un bel mal di testa nelle ore successive.
<
Ma dico, sei impazzito? Volevi uccidermi? > Imprecai, sedendomi al
suo fianco, portandomi le mani sulla fronte; lui sembrava non essersi
nemmeno accordo di quello che mi aveva appena fatto. Continuava a
fissare quelle altalene che dondolavano piano nella notte come se da
un momento all'altro potessero trasformarsi in un lupo mannaro <
Hai visto? > Sembrava in procinto di una crisi isterica < Le
altalene! >
<
Yuu.. > Cercai di attirare la sua attenzione, fallendo
miseramente.
<
C'è qualcuno qui... lo so. > Tremava come una foglia.
<
Non c'è ne.. >
<
Ti dico di si! >
Non
gli credetti affatto quella sera, purtroppo. Yuu aveva sempre avuto
molta paura del buio, pensai solo che avesse frainteso ed
ingigantito il rumore di qualche gatto randagio che si aggirava per
il parchetto. Afferrai dolcemente la sua mano, aiutandolo a scendere
dalla costruzione per poi abbracciarlo forte a me. Sapevo che la mia
sola presenza non lo avrebbe per niente rassicurato così
decisi di portarlo via da lì e dirigerci verso il centro
città. Per sentirsi al sicuro doveva stare vicino a tante
altre persone.
Camminammo
per diversi minuti in silenzio, tenendoci stretti per mano. Anche se
le persone sembravano infastidite da questo nostro piccolo gesto
affettuoso cercai di non darci molto peso e Yuu , perso com'era nei
suoi pensieri, sembrava non accorgersene nemmeno. Era caduto in una
specie di trans post-traumatico, lo avrei potuto portare in qualsiasi
posto senza che lui se ne rendesse conto.
<
Che ne dici di una torta? > Gli chiesi, scuotendolo un po' per un
braccio.
<
Eh? > Mi chiese destandosi dai suoi pensieri.
<
Una torta, c'è una caffetteria qui a due passi, possiamo
andarci! > I suoi occhi si ravvivarono appena, accennando un
leggero sorriso d'assenso. < Fanno una torta alla pesca niente
male, sai? > Cercai di avviare una conversazione, attirandolo su
una cosa che lo interessava non poco, le torte.
<
Ah si? > Rispose, avvicinandosi al mio corpo chiedendo
silenziosamente un po' di protezione. Io non me lo feci ripetere e
avvolsi le sue spalle col braccio, eliminando così ogni
piccolo centimetro di distanza che lo separava da me. Sembrò
apprezzare molto quel mio gesto, dopo diversi minuti di totale
silenzio quello era il primo sorriso sincero che mi rivolgeva.
Non
appena fummo dentro ci sentimmo avvolti da un dolce profumo
zuccheroso. Trovammo posto in un tavolo poco distante dal bancone,
lontano dalle grandi vetrate che davano sulla strada affollata.
<
Senti Ryo, mi dispiace per prima! > Corrucciai un po' lo sguardo,
facendo finta di non capire a cosa si stesse riferendo. Come risposta
allungò semplicemente la mano sfiorando la parte lesa sulla
mia fronte. < Hai un bel bernoccolo! Però di dona... >
Finì la frase incominciando a ridere come un matto. Mi sentì
rallegrato nel vederlo così dopo l'accaduto ma decisi comunque
di fare l'offeso.
<
Cosa fai, mi prendi in giro? Guarda che è colpa tua eh...
Perciò stai attento!>
<
Beh, lo stile unicorno non si addice a tutti, ma devo dire che tu lo
porti bene! > Continuò a ridere, per una volta fui felice
che mi prendesse in giro. Il nostro discorso venne interrotto
dall'arrivo della cameriera e dalle ordinazioni, ma quando ci
ritrovammo nuovamente soli mi lasciai scappare una domanda.
<
Posso sapere che ti è successo prima? > Come al solito la
mia bocca si apre solo per prendere aria, in meno di un secondo il
sorriso scomparve sul suo volto, ritornano scuro e pensieroso.
<
Penso di essermi allarmato per niente, probabilmente erano i gatti e
mi sono spaventato! > Rispose sbrigativo, afferrando un tovagliolo
tra le mani.
<
Ah, allora sappi che da oggi in poi dichiaro guerra ai gatti! Per
colpa loro andrò in giro come un pagliaccio! >
Yuu
mi guardò cercando di rimanere serio, incrociando le mani al
petto < io non c'entro niente! >
<
Assolutamente! >
Restammo
per almeno un'oretta a chiaccherare del più e del meno in quel
locale, che poco a poco si svuotava. Restammo lì fino a quando
non fummo completamente soli . Parlammo davvero di tutto, del perchè
amassi le pesche e odiassi le fragole, del perchè della sua
piccola cicatrice vicino all'ombelico. Mi spiegò che da
piccolo, mentre giocava con il fratello maggiore sullo scivolo, nel
correre cadde su un bastoncino che gli provocò quella ferita.
Risi quasi fino alle lacrime quando mi raccontò i vari
anneddoti di famiglia, dovevano essere molto uniti. Un po' lo
invidiai.
<
Rimani da me questa notte? > E così all'improvviso tirò
fuori questa domanda, lasciandomi un po' basito < Non c'è
nessuno da me, non voglio dormire da solo! > Mi spiegò,
calcando sulla prima parte della frase. Accettai senza nemmeno
pensarci su due volte. Il ricordo delle sensazioni che avevo provato
poche ore prima soltanto nel baciare quelle sue labbra mi mandava
ancora su di giri, non osavo nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto
succedere in quella casa nelle ore successive.
Pochi
minuti prima dell'orario di chiusura decidemmo di alzarci ed uscire
da li. Nonostante fosse un fine settimana le strade erano quasi
deserte, o per lo meno quasi deserte per essere una grande metropoli.
Mi strinsi forte alla giacca, il contrasto tra il caldo che ci
cullava all'interno del locale e l'aria fredda della notte mi aveva
praticamente steso. Sono sempre stato un tipo freddoloso anche se
cerco di non darlo a vedere.
Senza
nemmeno rendermene conto avevamo cominciato a camminare da un bel
pezzo, mi facevo portare quasi come un cagnolino dal moro.
<
Neh, Ryo... Facciamo la strada verso la ferrovia? > Domandò,
fissando la strada sterrata che solitamente usavamo come scorciatoia
per raggiungere casa sua.
<
Ma così ci mettiamo almeno il doppio! > Risposi dubbioso,
con quel freddo non vedevo l'ora di arrivare a casa e gustarmi
finalmente il bonus relazione, ma qualcosa nel suo volto mi fece
ricredere e tenni i miei pensieri chiusi a chiave dentro il cervello.
< Va bene dai, solo perchè sei tu! > Sorrisi e gli
accarezzai il volto.
In
quei lunghi mesi mi ero stupito di me stesso per il cambiamento che
avevo fatto. Ero diventato paziente e dolce. Io che fino a poco tempo
fa non avevo nè sogni nè ambizioni e che mi alteravo
anche se qualcuno osava parlarmi. Scossi la testa, ridendo di me
stesso.
<
Secondo te, è una domanda stupida eh. Ma pensi che qualcuno
potrebbe spiarmi? > Mi chiese poi, sempre all'improvviso.
Probabilmente quella era la serata del “Vediamo se riesco a
traumatizzare il mio ragazzo”.
<
Perchè dovrebbero farlo? >
<
Non lo so, rispondimi! > Quel senso di inquetudine era ritornato.
Glielo si poteva leggere sul volto. < E' che.. sento perennemente
qualcosa alle spalle che mi guarda! >
<
Sarà che forse è buio e la mente ci gioca degli strani
scherzi quando attorno a noi è tutto scuro > Cercai di
dargli una spiegazione razionale a queste sue sensazioni. Se solo gli
avessi creduto quella sera probabilmente le cose sarebbero andate in
modo diverso.
<
Mi credi pazzo, vero? > Si staccò da me, fissandomi dritto
dritto negli occhi < Io sto avendo davvero paura, se no non ti
direi queste cose Ryo! > Mormorò piano, quasi avesse paura
che questo qualcuno potesse sentirlo e fargli del male.
<
Secondo me ti sbagli, ma se hai così paura possiamo andare
dalla polizia! > Grade cretinata.
<
E per dirgli cosa? Scusate mi sento spiato da qualcuno che non vedo e
che non so nemmeno se esiste? Tzk... > Mi rise in faccia e prese
a camminare più velocemente. < Non dico questo Yuu, ma
almeno possono fare dei controlli.. > Gli corsi incontro,
afferarndolo nuovamente per la mano.
<
Controlli per cosa esattamente? Per le paure di un ragazzino? Non
prendermi in giro! > Rispose stizzito, continuando a camminare
veloce.
Guardando
il suo corpo gracile muoversi davanti a me mi fece venir voglia di
mettermi ad urlare in mezzo alla strada a questo fantomatico “uomo”
che osava seguire il mio Yuu. Non lo feci solo per mantenere alta la
mia sanità mentale davanti al mondo, anche se non c'era
nessuno vicino a noi.
<
Io non dico questo, penso solo che tu stia esagerando! Se devi vivere
con l'angoscia che qualche tuo incubo notturno diventi reale non oso
immaginare che vita potrai condurre! > Dissi sinceramente. Pensai
che il moro avesse soltato bisogno di una spinta per rimanere nel
mondo reale e vivere una vita felice.
<
Lasciamo perdere va, entriamo! > Ma alla fine avevo solo perso la
sua fiducia, aveva capito che in realtà io non credevo al suo
racconto e così facendo non mi avrebbe più raccontato
nulla, per non passare per pazzo. Rimasi a fissare casa sua; in tre
mesi di relazione in realtà non ci ero mai entrato. O
aspettavo fuori oppure ci incontravamo direttamente nei posti scelti.
Ero
a dir poco curioso di vedere casa Shiroyama.
<
Che fai? Rimani fuori? > Urlò il moro già dentro.
<
Arrivo! > Mormorai tra me e me, non badando al fatto che lui non
potesse sentirmi da così lontano.
Venni
accolto da un calore familiare strabiliante. Le mura piene di foto di
famiglia, mensole con vari oggettini di taglio tradizionale
giapponese. Forse quelle erano le uniche cose davvero giapponesi che
c'erano in quella piccola casetta di periferia. Il resto del mobilio
era tutto in stile occidentale, tavoli con sedie posizionati al
centro della stanza, quadri e tappeti. Era così calda. Mi
sentii subito a mio agio. Ricordo alla perfezione ogni singolo
dettaglio di quella abitazione, potrei farne una descrizione molto
accurata. Per mia fortuna ho sempre avuto una memoria d'acciaio,
soprattutto per le cretinate.
Nel
frattempo Yuu era sparito dalla stanza, per poi riapparire dopo
svariati minuti con una tenuta più comoda per rilassarsi con
il sottoscritto.
<
Vuoi un thè? > Mi chiese poi, rompendo il silenzio che ci
circondava.
<
Magari più tardi! > Risposi tranquillamente, avvicinandomi
a lui.
<
Ci guardiamo un film? O sei stanco? > Il suo sbadiglio mi fece
tristemente pensare alla seconda opzione ma speravo ardentemente che
non volesse già dormire.
<
Direi film! Non ho voglia di andare a dormire ora > Mormorò,
afferrando uno dei dvd che c'erano sopra al mobile del soggiorno,
rallegrandomi. Non chiese nemmeno il mio parere, mi è sempre
piaciuta questa sua indole decisionale, agiva secondo il suo
personale pensiero. Alla fine, in qualsiasi situazione, lui decideva
cosa fare, o in questo caso, cosa guardare. Io mi stesi sul divano,
in attesa dell'inizio del film.
<
Ho messo “The wolfman”, mi piace! > Disse sedendosi
tra le mie gambe coprendoci entrambi con una coperta.
<
E se a me non dovesse piacere? >
<
A me importa qualcosa? > borbottò prima di schiacciare il
tasto play e accucciarsi comodamente sul sottoscritto. Lo strinsi
forte a me, appoggiando la testa sulla sua. Lo ammetto, come
posizione non era molto comoda per me ma averlo tra le mie braccia,
sentirlo così indifeso e piccolo, mi faceva ribollire il
sangue nelle vene.
All'improvviso
mi sentì un po' uno schifo per come lo avevo trattato poco
prima fuori casa. Ero stato crudele ed insensibile. Quel senso di
colpa mi portò ad abbracciarlo ancora più forte, quasi
implorando silenziosamente perdono, regalandogli dei piccoli baci
sulla nuca di tanto in tanto.
<
Cos'hai? > Mi chiese, senza distogliere lo sguardo dalla
televisione. Non risposi.
<
Ryo? > Chiamò il mio nome, voltandosi per guardarmi in
faccia < Che ti prende? >
Lasciai
la presa attorno al suo corpo quel tanto che bastava per farlo
voltare dalla mia parte.
<
Devo avere qualcosa per coccolarti? > Risposi, accarezzandogli il
volto.
<
Non necessariamente, ma sembrava un abbraccio strano.. non so >
Alzò le spalle, voltandosi per ritornare a guardare il film.
Ma non gli diedi il tempo, lo bloccai per il polso afferrando con
l'altra mano la sua testa, avvicinandola a me.
Lo
baciai profondamente, senza preavviso e senza gentilezze. La mia
lingua esplorava la sua bocca profonda. Nonostante la sorpresa
iniziale Yuu reagì bene a questa mia intrusione. Ricambiava
con foga, sistemandosi comodamente sul mio bacino. Al diavolo il
film, non avevo nemmeno fatto in tempo a capire di cosa parlasse che
già stavo avvinghiato al mio ragazzo. Ottima cosa direi.
Ci
baciammo per diversi minuti, rimanendo fissi in quella posizione
paradisiaca.
<
Ryo... > Mormorò, non appena infilai le mani sotto la felpa
< Hai le mani bollenti >
<
Colpa tua, cucciolo > Ridacchiai, tirandogli un pizzicotto sul
sedere < Questo è l'effetto che mi fai >
<
Beh, mi piace allora! > Rispose, sussurrandomelo dritto
nell'orecchio. Quel tono, così sensuale e sconosciuto, fu in
grado di accendere un fuoco dentro di me. In un'istante lo lanciai
sul divano e adagiandomi tra le sue gambe snelle gli baciai ogni
parte libera del corpo. Ero come in preda alla fame, lui era il mio
cibo. Volevo solo saziarmi fino a stare male.
In
men che non si dica mi trovai ad assaporargli il petto, slacciandogli
piano piano la felpa fino a lasciarlo completamente a dorso nudo. Non
sapevo esattamente come dare piacere ad un uomo, mi muovevo a
sentimento. Ma alla fine capii di fare bene il mio “lavoro”
quando arrivai vicino al cavallo dei pantaloni.
Mi
rialzai, ritornando a fissare quel viso ormai arrossato dal piacere.
<
Sei sicuro? > Mi lasciai scappare prima di arrivare ad
accarezzargli l'interno coscia. La mia voce risultava strana persino
a me. Bassa dall'eccitazione, risultava quasi grottesca.
<
Questa domanda è arrivata troppo tardi, oramai non si torna
indietro! > Non che la sua voce fosse messa meglio della mia.
Sorrisi come un cretino, nascondendomi nell'incavo del suo collo per
non farmi vedere.
Purtroppo
da quel momento in poi la mia memoria vacilla, non ricordo
esattamente cosa accadde successivamente. Ricordo solo che lo feci
mio nel modo più dolce possibile, gli feci provare la gioia di
fondersi con il proprio uomo e lì capii cosa volessi
esattamente dalla mia vita, proteggerlo. Forse prima di quella sera
non lo amavo veramente, oppure non così tanto. Ma da lì
in poi gli avrei dedicato ogni singolo minuto della mia esistenza.
I
tuoi movimenti, la tua voce, il tuo tutto.
Lo
bramo, sin dalle viscere. Ma non lo potrò riavere!
Per
te e anche per me stesso.
Note:
Il
fatto è che io mi lascio sempre scoraggiare dalla mancanza di
recensioni e finisco con il non postare più xD Poi mi prendono
gli schizzi e penso: “Massì, continua a scrivere...
prima poi poi qualcuno ti calcolerà” ed eccomi qui.
Con
un capitoletto di questo Remake qui!
Spero
che sia di vostro gradimento e soprattutto che riscuota un po' di
successo *^*
A
voi le critiche~
A
presto gente~♥
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