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Autore: faith15    21/04/2012    0 recensioni
In un modo o nell'altro eravamo diventati una coppia. Senza sapere niente l'uno dell'altro, avremmo imparato a conoscerci con il passare dei giorni e degli anni.
Avrei imparato ad amarlo e ad odiarlo, a trattarlo da re e a capire le sue dolci menzogne; avrei imparato a dipendere totalmente da lui, avrei anche capito in seguito che una persona può sopravvivere, e non vivere, senza il proprio cuore. Mi promisi che non lo avrei mai lasciato andare, ma come ogni promessa che si rispetti nemmeno la mia era destinata a durare in eterno; il mio cuore troppo giovane e inesperto si stava promettendo cose troppo grandi, l'avrei perso.. ma in quel momento non me ne curai.
Genere: Dark, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aoi, Kai, Reita, Ruki, Uruha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NEVE DI MARZO








Titolo: Neve di Marzo

Pairing: : ReitaxAoi (principale) ReitaxOC, AoixKai e Aoix.... (sorpresa)


Warning:I contenuti della storia che vi apprestate a leggere sono a tematica omosessuale, e presenta descrizioni esplicite di atti sessuali tra maschi. Perciò, se vi fa schifo e dovete offendere.. non leggete U.U
Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati non sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro ma per puro e semplice divertimento!












Il buio mi accieca e mi rende suo schiavo.

Corro, urlo e non provo dolore.

Dio ti prego, fai smettere tutto questo. Perché mi hai destinato al dolore eterno?




< Sai che giorno è oggi? > Mi chiese Yuu, voltandosi ad osservare il cielo che si stendeva sereno sopra di noi. < No, che giorno è? > Risposi, fissando il suo profilo sorridente < Come che giorno è? Sono tre mesi, oggi! >
Accompagnando la sua frase da una sonora manata sulla mia testa scoppiò a ridere dolcemente.

< Sono già passati tre mesi? Ho battuto ogni record sai? > Risposi sorridendo, mi piaceva farlo arrabbiare.

< Ah si? Perciò io sono solo il tuo stupido record personale? > Chiese mettendo un finto broncio, sbuffando.

< Direi che sei il mio trofeo! > Ma ormai avevo imparato benissimo a farmi perdonare nel giro di pochi secondi. Era diventata una specie di gioco il nostro e come ogni volta ne uscivo vincitore.

Però alla fine avevo detto la verità, non avevo mai avuto una relazione così duratura. Tre mesi potevano sembrare un traguardo poco rilevante per le altre persone, ma per noi quella era una tappa a dir poco stupenda. In quei pochi mesi avevo imparato a conoscere la maggior parte delle sue abitudini, cosa lo rendeva felice e cosa un po' meno. < Però solitamente, quando superi un record non dovresti passare ad un livello successivo? > mi domandò, iniziando a giocare maliziosamente con la cerniera della giacca che indossavo.

< Beh, solitamente c'è il bonus livello, ma tutto dipende dal gioco alla quale stai giocando. > Ammiccai, prendendo la sua mano tra la mia dolcemente. < Però io sono pro bonus! > Sorrisi prima di avvicinare il mio volto al suo.
Fino a quel momento non ci eravamo mai spinti oltre al bacio. Più che altro non eravamo ancora pronti ad affrontare quel passo così importante. Ma essendo entrambi ragazzi, poco più che adolescenti, sentivamo un certo desiderio di spingerci oltre le solite carezze. Lasciai che le mie labbra diventarono una cosa sola con le sue, prima le sfiorai delicatamente, assaggiando quelle dolci pesche mature e poi esplorai quella bocca con la mia lingua. La nostra fu una danza tanto intima quanto intriasa di passione pulsante, dapprima timida e lenta poi, con l'avanzare dell'eccitazione, si è trasformata in un walzer di frenesia. Il suo corpo fremeva sotto il mio tocco desideroso di superare quelle stupide barriere quali erano i vestiti pesanti che indossava.

Ci ritrovammo sdraiati, sul tetto di una casetta di cemento, in un parco giochi. Nascosti dall'oscurità della notte pronti ad amarci. Non che volessi davvero che la nostra prima volta si consumasse in un posto tanto squallido ma almeno potevamo cercare di dare un pizzico di pepe alla nostra relazione. Alla fine ripeto, storia omosessuale o meno, ero comunque un uomo con delle voglie da soddisfare. Così come lui, anche se in quel momento era avvinghiato a me come una femminuccia.

Il suo profumo dolciastro mi stava mandando all'altro mondo, ero così su di giri che mi buttai quasi assetato sul suo corpo snello e sensuale. < Ryo... > Mormorò. Ma nel suo tono di voce c'era qualcosa che andava oltre l'eccitazione, era titubante, quasi spaventato, ma io sciocco com'ero non ci feci nemmeno caso. Lo sentivo fremere sotto di me, ma non nel modo in cui speravo. Pensai che fosse solo paura di lasciarsi andare, di fare un passo troppo avventato. Ma era solo un mio pensiero; poi un rumore lo fece sobbalzare, un piccolo rumore di poco conto che sembrò spaventarlo da morire. < Ryo, fermati! > Mi disse sussurrando, dividendo i nostri corpi con le mani. < Hai sentito? > Continuò poi, distogliendo lo sguardo dal mio volto per osservare lo spazio vuoto che ci circondava. < Non ti preoccupare, non è niente! > Cercai di calmarlo. Nei suoi occhi potevo leggere chiaramente il terrore, la cosa che mi sfuggiva era il motivo.

< Si che è stato qualcosa! Era un passo! >

< Saranno stati i gatti! > Poi ancora, questa volta il cigolio delle altalente ai nostri piedi.

Yuu si alzò di scatto, colpendomi in piena faccia con la propria testa. Non sono mai stato una ragazzina, il dolore lo sopporto piuttosto bene, ma ero sicuro che quella testata mi avrebbe causato un bel mal di testa nelle ore successive.

< Ma dico, sei impazzito? Volevi uccidermi? > Imprecai, sedendomi al suo fianco, portandomi le mani sulla fronte; lui sembrava non essersi nemmeno accordo di quello che mi aveva appena fatto. Continuava a fissare quelle altalene che dondolavano piano nella notte come se da un momento all'altro potessero trasformarsi in un lupo mannaro < Hai visto? > Sembrava in procinto di una crisi isterica < Le altalene! >

< Yuu.. > Cercai di attirare la sua attenzione, fallendo miseramente.

< C'è qualcuno qui... lo so. > Tremava come una foglia.

< Non c'è ne.. >

< Ti dico di si! >

Non gli credetti affatto quella sera, purtroppo. Yuu aveva sempre avuto molta paura del buio, pensai solo che avesse frainteso ed ingigantito il rumore di qualche gatto randagio che si aggirava per il parchetto. Afferrai dolcemente la sua mano, aiutandolo a scendere dalla costruzione per poi abbracciarlo forte a me. Sapevo che la mia sola presenza non lo avrebbe per niente rassicurato così decisi di portarlo via da lì e dirigerci verso il centro città. Per sentirsi al sicuro doveva stare vicino a tante altre persone.

Camminammo per diversi minuti in silenzio, tenendoci stretti per mano. Anche se le persone sembravano infastidite da questo nostro piccolo gesto affettuoso cercai di non darci molto peso e Yuu , perso com'era nei suoi pensieri, sembrava non accorgersene nemmeno. Era caduto in una specie di trans post-traumatico, lo avrei potuto portare in qualsiasi posto senza che lui se ne rendesse conto.

< Che ne dici di una torta? > Gli chiesi, scuotendolo un po' per un braccio.

< Eh? > Mi chiese destandosi dai suoi pensieri.

< Una torta, c'è una caffetteria qui a due passi, possiamo andarci! > I suoi occhi si ravvivarono appena, accennando un leggero sorriso d'assenso. < Fanno una torta alla pesca niente male, sai? > Cercai di avviare una conversazione, attirandolo su una cosa che lo interessava non poco, le torte.

< Ah si? > Rispose, avvicinandosi al mio corpo chiedendo silenziosamente un po' di protezione. Io non me lo feci ripetere e avvolsi le sue spalle col braccio, eliminando così ogni piccolo centimetro di distanza che lo separava da me. Sembrò apprezzare molto quel mio gesto, dopo diversi minuti di totale silenzio quello era il primo sorriso sincero che mi rivolgeva.


Non appena fummo dentro ci sentimmo avvolti da un dolce profumo zuccheroso. Trovammo posto in un tavolo poco distante dal bancone, lontano dalle grandi vetrate che davano sulla strada affollata.

< Senti Ryo, mi dispiace per prima! > Corrucciai un po' lo sguardo, facendo finta di non capire a cosa si stesse riferendo. Come risposta allungò semplicemente la mano sfiorando la parte lesa sulla mia fronte. < Hai un bel bernoccolo! Però di dona... > Finì la frase incominciando a ridere come un matto. Mi sentì rallegrato nel vederlo così dopo l'accaduto ma decisi comunque di fare l'offeso.

< Cosa fai, mi prendi in giro? Guarda che è colpa tua eh... Perciò stai attento!>

< Beh, lo stile unicorno non si addice a tutti, ma devo dire che tu lo porti bene! > Continuò a ridere, per una volta fui felice che mi prendesse in giro. Il nostro discorso venne interrotto dall'arrivo della cameriera e dalle ordinazioni, ma quando ci ritrovammo nuovamente soli mi lasciai scappare una domanda.

< Posso sapere che ti è successo prima? > Come al solito la mia bocca si apre solo per prendere aria, in meno di un secondo il sorriso scomparve sul suo volto, ritornano scuro e pensieroso.

< Penso di essermi allarmato per niente, probabilmente erano i gatti e mi sono spaventato! > Rispose sbrigativo, afferrando un tovagliolo tra le mani.

< Ah, allora sappi che da oggi in poi dichiaro guerra ai gatti! Per colpa loro andrò in giro come un pagliaccio! >

Yuu mi guardò cercando di rimanere serio, incrociando le mani al petto < io non c'entro niente! >

< Assolutamente! >

Restammo per almeno un'oretta a chiaccherare del più e del meno in quel locale, che poco a poco si svuotava. Restammo lì fino a quando non fummo completamente soli . Parlammo davvero di tutto, del perchè amassi le pesche e odiassi le fragole, del perchè della sua piccola cicatrice vicino all'ombelico. Mi spiegò che da piccolo, mentre giocava con il fratello maggiore sullo scivolo, nel correre cadde su un bastoncino che gli provocò quella ferita. Risi quasi fino alle lacrime quando mi raccontò i vari anneddoti di famiglia, dovevano essere molto uniti. Un po' lo invidiai.

< Rimani da me questa notte? > E così all'improvviso tirò fuori questa domanda, lasciandomi un po' basito < Non c'è nessuno da me, non voglio dormire da solo! > Mi spiegò, calcando sulla prima parte della frase. Accettai senza nemmeno pensarci su due volte. Il ricordo delle sensazioni che avevo provato poche ore prima soltanto nel baciare quelle sue labbra mi mandava ancora su di giri, non osavo nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto succedere in quella casa nelle ore successive.

Pochi minuti prima dell'orario di chiusura decidemmo di alzarci ed uscire da li. Nonostante fosse un fine settimana le strade erano quasi deserte, o per lo meno quasi deserte per essere una grande metropoli. Mi strinsi forte alla giacca, il contrasto tra il caldo che ci cullava all'interno del locale e l'aria fredda della notte mi aveva praticamente steso. Sono sempre stato un tipo freddoloso anche se cerco di non darlo a vedere.

Senza nemmeno rendermene conto avevamo cominciato a camminare da un bel pezzo, mi facevo portare quasi come un cagnolino dal moro.

< Neh, Ryo... Facciamo la strada verso la ferrovia? > Domandò, fissando la strada sterrata che solitamente usavamo come scorciatoia per raggiungere casa sua.

< Ma così ci mettiamo almeno il doppio! > Risposi dubbioso, con quel freddo non vedevo l'ora di arrivare a casa e gustarmi finalmente il bonus relazione, ma qualcosa nel suo volto mi fece ricredere e tenni i miei pensieri chiusi a chiave dentro il cervello. < Va bene dai, solo perchè sei tu! > Sorrisi e gli accarezzai il volto.

In quei lunghi mesi mi ero stupito di me stesso per il cambiamento che avevo fatto. Ero diventato paziente e dolce. Io che fino a poco tempo fa non avevo nè sogni nè ambizioni e che mi alteravo anche se qualcuno osava parlarmi. Scossi la testa, ridendo di me stesso.

< Secondo te, è una domanda stupida eh. Ma pensi che qualcuno potrebbe spiarmi? > Mi chiese poi, sempre all'improvviso. Probabilmente quella era la serata del “Vediamo se riesco a traumatizzare il mio ragazzo”.

< Perchè dovrebbero farlo? >

< Non lo so, rispondimi! > Quel senso di inquetudine era ritornato. Glielo si poteva leggere sul volto. < E' che.. sento perennemente qualcosa alle spalle che mi guarda! >

< Sarà che forse è buio e la mente ci gioca degli strani scherzi quando attorno a noi è tutto scuro > Cercai di dargli una spiegazione razionale a queste sue sensazioni. Se solo gli avessi creduto quella sera probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso.

< Mi credi pazzo, vero? > Si staccò da me, fissandomi dritto dritto negli occhi < Io sto avendo davvero paura, se no non ti direi queste cose Ryo! > Mormorò piano, quasi avesse paura che questo qualcuno potesse sentirlo e fargli del male.

< Secondo me ti sbagli, ma se hai così paura possiamo andare dalla polizia! > Grade cretinata.

< E per dirgli cosa? Scusate mi sento spiato da qualcuno che non vedo e che non so nemmeno se esiste? Tzk... > Mi rise in faccia e prese a camminare più velocemente.
< Non dico questo Yuu, ma almeno possono fare dei controlli.. > Gli corsi incontro, afferarndolo nuovamente per la mano.

< Controlli per cosa esattamente? Per le paure di un ragazzino? Non prendermi in giro! > Rispose stizzito, continuando a camminare veloce.

Guardando il suo corpo gracile muoversi davanti a me mi fece venir voglia di mettermi ad urlare in mezzo alla strada a questo fantomatico “uomo” che osava seguire il mio Yuu. Non lo feci solo per mantenere alta la mia sanità mentale davanti al mondo, anche se non c'era nessuno vicino a noi.

< Io non dico questo, penso solo che tu stia esagerando! Se devi vivere con l'angoscia che qualche tuo incubo notturno diventi reale non oso immaginare che vita potrai condurre! > Dissi sinceramente. Pensai che il moro avesse soltato bisogno di una spinta per rimanere nel mondo reale e vivere una vita felice.

< Lasciamo perdere va, entriamo! > Ma alla fine avevo solo perso la sua fiducia, aveva capito che in realtà io non credevo al suo racconto e così facendo non mi avrebbe più raccontato nulla, per non passare per pazzo. Rimasi a fissare casa sua; in tre mesi di relazione in realtà non ci ero mai entrato. O aspettavo fuori oppure ci incontravamo direttamente nei posti scelti.

Ero a dir poco curioso di vedere casa Shiroyama.

< Che fai? Rimani fuori? > Urlò il moro già dentro.

< Arrivo! > Mormorai tra me e me, non badando al fatto che lui non potesse sentirmi da così lontano.


Venni accolto da un calore familiare strabiliante. Le mura piene di foto di famiglia, mensole con vari oggettini di taglio tradizionale giapponese. Forse quelle erano le uniche cose davvero giapponesi che c'erano in quella piccola casetta di periferia. Il resto del mobilio era tutto in stile occidentale, tavoli con sedie posizionati al centro della stanza, quadri e tappeti. Era così calda. Mi sentii subito a mio agio. Ricordo alla perfezione ogni singolo dettaglio di quella abitazione, potrei farne una descrizione molto accurata. Per mia fortuna ho sempre avuto una memoria d'acciaio, soprattutto per le cretinate.


Nel frattempo Yuu era sparito dalla stanza, per poi riapparire dopo svariati minuti con una tenuta più comoda per rilassarsi con il sottoscritto.

< Vuoi un thè? > Mi chiese poi, rompendo il silenzio che ci circondava.

< Magari più tardi! > Risposi tranquillamente, avvicinandomi a lui.

< Ci guardiamo un film? O sei stanco? > Il suo sbadiglio mi fece tristemente pensare alla seconda opzione ma speravo ardentemente che non volesse già dormire.

< Direi film! Non ho voglia di andare a dormire ora > Mormorò, afferrando uno dei dvd che c'erano sopra al mobile del soggiorno, rallegrandomi. Non chiese nemmeno il mio parere, mi è sempre piaciuta questa sua indole decisionale, agiva secondo il suo personale pensiero. Alla fine, in qualsiasi situazione, lui decideva cosa fare, o in questo caso, cosa guardare. Io mi stesi sul divano, in attesa dell'inizio del film.

< Ho messo “The wolfman”, mi piace! > Disse sedendosi tra le mie gambe coprendoci entrambi con una coperta.

< E se a me non dovesse piacere? >

< A me importa qualcosa? > borbottò prima di schiacciare il tasto play e accucciarsi comodamente sul sottoscritto. Lo strinsi forte a me, appoggiando la testa sulla sua. Lo ammetto, come posizione non era molto comoda per me ma averlo tra le mie braccia, sentirlo così indifeso e piccolo, mi faceva ribollire il sangue nelle vene.

All'improvviso mi sentì un po' uno schifo per come lo avevo trattato poco prima fuori casa. Ero stato crudele ed insensibile. Quel senso di colpa mi portò ad abbracciarlo ancora più forte, quasi implorando silenziosamente perdono, regalandogli dei piccoli baci sulla nuca di tanto in tanto.

< Cos'hai? > Mi chiese, senza distogliere lo sguardo dalla televisione. Non risposi.

< Ryo? > Chiamò il mio nome, voltandosi per guardarmi in faccia < Che ti prende? >

Lasciai la presa attorno al suo corpo quel tanto che bastava per farlo voltare dalla mia parte.

< Devo avere qualcosa per coccolarti? > Risposi, accarezzandogli il volto.

< Non necessariamente, ma sembrava un abbraccio strano.. non so > Alzò le spalle, voltandosi per ritornare a guardare il film. Ma non gli diedi il tempo, lo bloccai per il polso afferrando con l'altra mano la sua testa, avvicinandola a me.


Lo baciai profondamente, senza preavviso e senza gentilezze. La mia lingua esplorava la sua bocca profonda. Nonostante la sorpresa iniziale Yuu reagì bene a questa mia intrusione. Ricambiava con foga, sistemandosi comodamente sul mio bacino. Al diavolo il film, non avevo nemmeno fatto in tempo a capire di cosa parlasse che già stavo avvinghiato al mio ragazzo. Ottima cosa direi.

Ci baciammo per diversi minuti, rimanendo fissi in quella posizione paradisiaca.

< Ryo... > Mormorò, non appena infilai le mani sotto la felpa < Hai le mani bollenti >

< Colpa tua, cucciolo > Ridacchiai, tirandogli un pizzicotto sul sedere < Questo è l'effetto che mi fai >

< Beh, mi piace allora! > Rispose, sussurrandomelo dritto nell'orecchio. Quel tono, così sensuale e sconosciuto, fu in grado di accendere un fuoco dentro di me. In un'istante lo lanciai sul divano e adagiandomi tra le sue gambe snelle gli baciai ogni parte libera del corpo. Ero come in preda alla fame, lui era il mio cibo. Volevo solo saziarmi fino a stare male.

In men che non si dica mi trovai ad assaporargli il petto, slacciandogli piano piano la felpa fino a lasciarlo completamente a dorso nudo. Non sapevo esattamente come dare piacere ad un uomo, mi muovevo a sentimento. Ma alla fine capii di fare bene il mio “lavoro” quando arrivai vicino al cavallo dei pantaloni.

Mi rialzai, ritornando a fissare quel viso ormai arrossato dal piacere.

< Sei sicuro? > Mi lasciai scappare prima di arrivare ad accarezzargli l'interno coscia. La mia voce risultava strana persino a me. Bassa dall'eccitazione, risultava quasi grottesca.

< Questa domanda è arrivata troppo tardi, oramai non si torna indietro! > Non che la sua voce fosse messa meglio della mia. Sorrisi come un cretino, nascondendomi nell'incavo del suo collo per non farmi vedere.


Purtroppo da quel momento in poi la mia memoria vacilla, non ricordo esattamente cosa accadde successivamente. Ricordo solo che lo feci mio nel modo più dolce possibile, gli feci provare la gioia di fondersi con il proprio uomo e lì capii cosa volessi esattamente dalla mia vita, proteggerlo. Forse prima di quella sera non lo amavo veramente, oppure non così tanto. Ma da lì in poi gli avrei dedicato ogni singolo minuto della mia esistenza.





I tuoi movimenti, la tua voce, il tuo tutto.

Lo bramo, sin dalle viscere. Ma non lo potrò riavere!

Per te e anche per me stesso.











Note:

Il fatto è che io mi lascio sempre scoraggiare dalla mancanza di recensioni e finisco con il non postare più xD Poi mi prendono gli schizzi e penso: “Massì, continua a scrivere... prima poi poi qualcuno ti calcolerà” ed eccomi qui.

Con un capitoletto di questo Remake qui!

Spero che sia di vostro gradimento e soprattutto che riscuota un po' di successo *^*

A voi le critiche~


A presto gente~♥

   
 
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