#War
is not Over
Le riunioni straordinarie
del Gabinetto del Primo Ministro voleva dire solo una cosa: nuovo
attacco.
Nonostante la sconfitta del
Signore Oscuro, l'incarcerazione della maggior parte dei Mangiamorte,
i processi in corso e l'intero mondo magico ormai in piedi e pronto a
difendersi; in tutta Europa erano nati gruppi analoghi che stavano
devastando intere comunità magiche.
Percy si sedette
pesantemente alla destra di Kingsley Shacklebolt e fissò le diverse
cartellette colorate poste al centro del tavolo di legno scuro.
Kingsley sembrava a dir poco
agitato mentre scribacchiava velocemente una breve lettera su un
foglietto di pergamena. Appena ebbe finito la diede a uno dei giovani
assistenti che subito si precipitò fuori dalla stanza.
-Mia moglie mi ucciderà
appena tornerò a casa, le avevo promesso che sarei tornato presto.-
sussurrò Kingsley a Percy, sorridendo amaramente.
Come ormai da tempo
capitava, il giovane Weasley non rispose, si limitò a stiracchiare
il viso in una smorfia che doveva essere un sorriso di comprensione e
si voltò immediatamente, infilando naso e occhi nelle cartellette
aprendole di scatto e ignorando completamente il Ministro.
Shacklebolt, dal canto suo,
si passò la mano sul volto e cercò di passare oltre, ancora una
volta.
Ormai si era arreso di
fronte ai fatti.
Il suo amico non sarebbe mai
più tornato quello di una volta.
Niente discorsi pomposi.
Nessuna lunga chiacchierata
sui trattati firmati nel 1889 e via dicendo.
Non appena l'intero
Gabinetto prese posto e cominciò ad analizzare le diverse
cartellette, il Primo Ministro prese parola.
-Signori, vi ho riunito in
tutta fretta perché c'è giunta voce di un violento attacco da parte
di un gruppo di Mangiamorte tedeschi, nei confronti della comunità
magica francese.-
L'annunciò mise
sull'attenti la maggior parte delle persone.
-Qual'è il bilancio?-
domandò uno dei Capi Auror.
-Una trentina di morti fra i
maghi non- Auror, almeno una decina di Babbani trovati uccisi pochi
minuti fa e non c'è ancora un bilancio sui feriti.- rispose
Kingsley. -Quello che mi preme far sapere è che la Francia ha deciso
di chiudere a tempo indeterminato le frontiere. Abbiamo solo
ventiquattr'ore per far espatriare i maghi e le streghe inglesi
residenti in Francia, compresa quello che è rimasto della squadra
Auror internazionale.-
Percy ruotò la testa verso
il Primo Ministro. -Ma...Ma non possiamo farlo senza il consenso
degli altri stati membri? Verremmo … -
-Espulsi, sì Weasley me ne
rendo conto, ma l'attacco in Francia non è l'unica brutta notizia.
Il mondo Babbano sembra sul piede di guerra e il mio collega, il
Primo Ministro Britannico Hogers sembra in una brutta situazione. Nel
pomeriggio c'è stata una violenta manifestazione ed è probabile che
nei prossimi giorni ci sia un attentato contro le istituzioni
Babbane.-
-E quindi?- incalzò nervoso
Percy.
-Quindi siamo costretti a
ripensare a tutta la struttura delle nostre istituzioni. Non possiamo
più occuparci dei processi, dobbiamo difendere i nostri confini e
quello dei Babbani. La situazione sta peggiorando sempre di più e
ora abbiamo perso persino la Francia.-
Qualcuno dal fondo della
sala sbuffò, altri sussurravano.
-Ne è sicuro?- domandò il
Ministro delle Finanze, Williams. -Perderemo credibilità all'estero.
Potrebbe essere la mossa sbagliata.-
Kingsley annuì lentamente.
-E' l'unica mossa che ho. L'unica.
Non siamo ancora usciti da questa
crisi. La guerra ha decimato la forza militare magica e i nostri
Babbani si stanno armando per uccidersi fra loro, dobbiamo pensare
prima al nostro paese e richiamare tutti gli Auror inglesi che
servono all'estero.-
Percy si tolse gli occhiali
e li pulì con un lembo del maglione scuro.
-Per il rimpatrio come ci
muoveremo?- chiese ormai stanco e adirato per la faccenda degli
Auror.
Il Primo Ministro spiegò
velocemente come l'Ambasciata stesse lavorando alla creazione di
Passaporte che già dall'alba avrebbero portato diversi cittadini
inglesi a casa.
Raccontò inoltre che gli studenti di magia francesi
sarebbe tutti espatriati nella lontana scuola australiana, paese non
interessato dagli scontri, per evitare ciò che era successo ad
Hogwarts.
Sciolse la riunione quando
l'orologio nella segnò le due di notte, ma chiese a Percy di
fermarsi un attimo.
-Di che si tratta?- chiese
Percy appoggiandosi al muro, quasi incapace di reggere altre notizie.
Kingsley aspettò qualche
secondo prima di parlare. -Vorrei che venissi con me in Francia. Ora,
intendo.-
Percy aggrottò la fronte,
stupito dalla richiesta. -Certo, va bene. Prendo la giacca e ritorno
qui ...- borbottò il giovane sistemando nervosamente gli occhiali al
naso.
-Percy, in realtà si tratta
dei genitori di tua cognata, i signori Delacour sono nella lista dei
dispersi.-
La gola del Weasley si seccò
immediatamente e un leggero tremolio sconvolse le sue mani.
-Sei … Sei sicuro che
fossero lì? In quella città?- domandò non accettando quella
possibilità.
-Assolutamente. Il Signor
Delacour era lì per affari con la moglie, mentre la figlia minore
era già in viaggio per l'Australia, li hanno visti entrare in uno
degli edifici crollati. Fin'ora non li abbiamo trovati.-
Percy chiuse gli occhi per
qualche secondo e poi li riaprì bruscamente, spaventando per un
attimo Kingsley.
-Devo avvertire mio fratello
… - sussurrò. -Devo.-
-Di questo, purtroppo, non
ti devi preoccupare. Il Ministero degli Esteri francese ha già
avvertito tutti, ci vediamo fra dieci minuti all'entrata.-
In meno di quindici minuti
si ritrovarono nel bel mezzo di quella che doveva essere una serena
città di campagna, fatta di negozietti, strade, case colorate e
gente perbene.
Ora i palazzi si erano
accartocciati su sé stessi, bruciati all'interno e ancora fumanti.
Dei negozi non c'era più la
minima traccia.
Percy si girò e notò un
gruppo di Medimaghi che coprivano con dei teli bianchi e blu, corpi
dilaniati dalla fuliggine e dalle maledizioni.
Sentì una mano appoggiarsi
sulla sua spalla e intimargli di non guardare.
Kingsley lo fissò severo e
Percy intuì cosa volesse dirgli in realtà, ma non riuscì comunque
a reprimere quel senso di nausea che gli opprimeva lo stomaco e gli
rendeva difficile persino respirare.
Il Capo degli Auror, Peter
Sartos, indicò una figura scura che si stava avvicinando,
incespicando fra le macerie della città.
Quando si avvicinò, Percy
notò con stupore che si trattava di una ragazza, o meglio, uno dei
migliori Auror ancora in vita era una ragazza.
Kingsley le venne incontro
spiegando che erano venuti lì per vedere il Ministro francese, ma la
ragazza lo interruppe e si sedette su un grosso masso che un tempo
era un balcone.
Non era particolarmente alta
o muscolosa, aveva una di quelle corporature insignificanti a primo
sguardo, capelli biondi raccolti in una treccia ormai sfatta e piena
di polvere e occhi chiari.
Parte del volto era
ricoperto dal sangue a causa di una ferita che percorreva la fronte,
gli abiti scuri erano sgualciti mentre le mani erano coperte dai
guanti che tenevano nervosamente una di quegli affari di ferro che i
Babbani usavano per difendersi.
La ragazza indicò
l'orecchio. -Non sento. Esplosioni.- disse accennando a uno strano
sorriso.
Effettivamente l'orecchio
era pieno di sangue grumoso ed era arrossato fino all'inverosimile.
-Vi porto io dal Primo
Ministro, seguitemi.- si rialzò immediatamente, scattando
improvvisamente.
Camminarono lentamente
finché la strada fu sgombra da ogni maceria.
La ragazza indicò un
palazzo ancora in piedi e parzialmente bruciato.
-E' lì.- disse solamente,
riprendendo a camminare.
Fu lei ad aprire la porta
con un incantesimo non verbale e poi li fece passare.
Una volta entrati, Kingsley
si rivolse a Percy. -Tu vai con lei, chiedile se riesce ad entrare
nell'ospedale Babbano dove alcuni maghi potrebbero essere stati
erroneamente
portati. Forse i genitori di Fleur sono lì.-
Il Weasley aprì la bocca,
non sapendo cosa dire o proporre e la richiuse.
Qualcosa gli diceva che
intrufolarsi negli ospedali era considerato un reato da quelle parti.
-Senti, ci possiamo muovere
ed andare in questo ospedale Babbano?- domandò irritato, scandendo
bene le parole.
La ragazza alzò un sopracciglio leggermente
infastidita, strinse le spalle e gli indicò una porta.
-Andiamo lì.- disse
solamente. -Comunque, sono Audrey Rivers.- disse ricordandosi delle
buone maniere e tendendo la mano.
-Percy Weasley.- rispose
velocemente, stringendo brevemente la sua mano.
Non si guardarono negli
occhi, né parlarono molto, eppure nessuno dei due riuscì a
scrollarsi di dosso una strana
sensazione.
[Ringrazio
tutti coloro
che hanno letto il Prologo e lo hanno anche commentato, non sapete
quanto mi abbiate resa felice.
Cercherò
di aggiornare
almeno una volta a settimana, forse anche due salvo complicazioni.
Spero vi
sia piaciuto
questo primo capitolo!]
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