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Autore: Midori_    25/04/2012    2 recensioni
Percy e Audrey sono due rette parallele.
Viaggiano su due binari identici, ma con storie e passati differenti.
Da una parte il dolore della perdita di un fratello e i sensi di colpa.
Dall'altra, un velo di tristezza che sembra permanente nei suoi occhi.
Diversi ma allo stesso tempo identici.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti di vita'
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#War is not Over


Le riunioni straordinarie del Gabinetto del Primo Ministro voleva dire solo una cosa: nuovo attacco.
Nonostante la sconfitta del Signore Oscuro, l'incarcerazione della maggior parte dei Mangiamorte, i processi in corso e l'intero mondo magico ormai in piedi e pronto a difendersi; in tutta Europa erano nati gruppi analoghi che stavano devastando intere comunità magiche.
Percy si sedette pesantemente alla destra di Kingsley Shacklebolt e fissò le diverse cartellette colorate poste al centro del tavolo di legno scuro.
Kingsley sembrava a dir poco agitato mentre scribacchiava velocemente una breve lettera su un foglietto di pergamena. Appena ebbe finito la diede a uno dei giovani assistenti che subito si precipitò fuori dalla stanza.
-Mia moglie mi ucciderà appena tornerò a casa, le avevo promesso che sarei tornato presto.- sussurrò Kingsley a Percy, sorridendo amaramente.
Come ormai da tempo capitava, il giovane Weasley non rispose, si limitò a stiracchiare il viso in una smorfia che doveva essere un sorriso di comprensione e si voltò immediatamente, infilando naso e occhi nelle cartellette aprendole di scatto e ignorando completamente il Ministro.
Shacklebolt, dal canto suo, si passò la mano sul volto e cercò di passare oltre, ancora una volta.

Ormai si era arreso di fronte ai fatti.
Il suo amico non sarebbe mai più tornato quello di una volta.
Niente discorsi pomposi.
Nessuna lunga chiacchierata sui trattati firmati nel 1889 e via dicendo.

Non appena l'intero Gabinetto prese posto e cominciò ad analizzare le diverse cartellette, il Primo Ministro prese parola.
-Signori, vi ho riunito in tutta fretta perché c'è giunta voce di un violento attacco da parte di un gruppo di Mangiamorte tedeschi, nei confronti della comunità magica francese.-
L'annunciò mise sull'attenti la maggior parte delle persone.
-Qual'è il bilancio?- domandò uno dei Capi Auror.
-Una trentina di morti fra i maghi non- Auror, almeno una decina di Babbani trovati uccisi pochi minuti fa e non c'è ancora un bilancio sui feriti.- rispose Kingsley. -Quello che mi preme far sapere è che la Francia ha deciso di chiudere a tempo indeterminato le frontiere. Abbiamo solo ventiquattr'ore per far espatriare i maghi e le streghe inglesi residenti in Francia, compresa quello che è rimasto della squadra Auror internazionale.-
Percy ruotò la testa verso il Primo Ministro. -Ma...Ma non possiamo farlo senza il consenso degli altri stati membri? Verremmo … -
-Espulsi, sì Weasley me ne rendo conto, ma l'attacco in Francia non è l'unica brutta notizia. Il mondo Babbano sembra sul piede di guerra e il mio collega, il Primo Ministro Britannico Hogers sembra in una brutta situazione. Nel pomeriggio c'è stata una violenta manifestazione ed è probabile che nei prossimi giorni ci sia un attentato contro le istituzioni Babbane.-
-E quindi?- incalzò nervoso Percy.
-Quindi siamo costretti a ripensare a tutta la struttura delle nostre istituzioni. Non possiamo più occuparci dei processi, dobbiamo difendere i nostri confini e quello dei Babbani. La situazione sta peggiorando sempre di più e ora abbiamo perso persino la Francia.-
Qualcuno dal fondo della sala sbuffò, altri sussurravano.
-Ne è sicuro?- domandò il Ministro delle Finanze, Williams. -Perderemo credibilità all'estero. Potrebbe essere la mossa sbagliata.-
Kingsley annuì lentamente. -E' l'unica mossa che ho. L'unica. Non siamo ancora usciti da questa crisi. La guerra ha decimato la forza militare magica e i nostri Babbani si stanno armando per uccidersi fra loro, dobbiamo pensare prima al nostro paese e richiamare tutti gli Auror inglesi che servono all'estero.-
Percy si tolse gli occhiali e li pulì con un lembo del maglione scuro.
-Per il rimpatrio come ci muoveremo?- chiese ormai stanco e adirato per la faccenda degli Auror.
Il Primo Ministro spiegò velocemente come l'Ambasciata stesse lavorando alla creazione di Passaporte che già dall'alba avrebbero portato diversi cittadini inglesi a casa.
Raccontò inoltre che gli studenti di magia francesi sarebbe tutti espatriati nella lontana scuola australiana, paese non interessato dagli scontri, per evitare ciò che era successo ad Hogwarts.
Sciolse la riunione quando l'orologio nella segnò le due di notte, ma chiese a Percy di fermarsi un attimo.
-Di che si tratta?- chiese Percy appoggiandosi al muro, quasi incapace di reggere altre notizie.
Kingsley aspettò qualche secondo prima di parlare. -Vorrei che venissi con me in Francia. Ora, intendo.-
Percy aggrottò la fronte, stupito dalla richiesta. -Certo, va bene. Prendo la giacca e ritorno qui ...- borbottò il giovane sistemando nervosamente gli occhiali al naso.
-Percy, in realtà si tratta dei genitori di tua cognata, i signori Delacour sono nella lista dei dispersi.-
La gola del Weasley si seccò immediatamente e un leggero tremolio sconvolse le sue mani.
-Sei … Sei sicuro che fossero lì? In quella città?- domandò non accettando quella possibilità.
-Assolutamente. Il Signor Delacour era lì per affari con la moglie, mentre la figlia minore era già in viaggio per l'Australia, li hanno visti entrare in uno degli edifici crollati. Fin'ora non li abbiamo trovati.-
Percy chiuse gli occhi per qualche secondo e poi li riaprì bruscamente, spaventando per un attimo Kingsley.
-Devo avvertire mio fratello … - sussurrò. -Devo.-
-Di questo, purtroppo, non ti devi preoccupare. Il Ministero degli Esteri francese ha già avvertito tutti, ci vediamo fra dieci minuti all'entrata.-


In meno di quindici minuti si ritrovarono nel bel mezzo di quella che doveva essere una serena città di campagna, fatta di negozietti, strade, case colorate e gente perbene.
Ora i palazzi si erano accartocciati su sé stessi, bruciati all'interno e ancora fumanti.
Dei negozi non c'era più la minima traccia.
Percy si girò e notò un gruppo di Medimaghi che coprivano con dei teli bianchi e blu, corpi dilaniati dalla fuliggine e dalle maledizioni.
Sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla e intimargli di non guardare.
Kingsley lo fissò severo e Percy intuì cosa volesse dirgli in realtà, ma non riuscì comunque a reprimere quel senso di nausea che gli opprimeva lo stomaco e gli rendeva difficile persino respirare.
Il Capo degli Auror, Peter Sartos, indicò una figura scura che si stava avvicinando, incespicando fra le macerie della città.
Quando si avvicinò, Percy notò con stupore che si trattava di una ragazza, o meglio, uno dei migliori Auror ancora in vita era una ragazza.
Kingsley le venne incontro spiegando che erano venuti lì per vedere il Ministro francese, ma la ragazza lo interruppe e si sedette su un grosso masso che un tempo era un balcone.
Non era particolarmente alta o muscolosa, aveva una di quelle corporature insignificanti a primo sguardo, capelli biondi raccolti in una treccia ormai sfatta e piena di polvere e occhi chiari.
Parte del volto era ricoperto dal sangue a causa di una ferita che percorreva la fronte, gli abiti scuri erano sgualciti mentre le mani erano coperte dai guanti che tenevano nervosamente una di quegli affari di ferro che i Babbani usavano per difendersi.
La ragazza indicò l'orecchio. -Non sento. Esplosioni.- disse accennando a uno strano sorriso.
Effettivamente l'orecchio era pieno di sangue grumoso ed era arrossato fino all'inverosimile.
-Vi porto io dal Primo Ministro, seguitemi.- si rialzò immediatamente, scattando improvvisamente.
Camminarono lentamente finché la strada fu sgombra da ogni maceria.
La ragazza indicò un palazzo ancora in piedi e parzialmente bruciato.
-E' lì.- disse solamente, riprendendo a camminare.
Fu lei ad aprire la porta con un incantesimo non verbale e poi li fece passare.
Una volta entrati, Kingsley si rivolse a Percy. -Tu vai con lei, chiedile se riesce ad entrare nell'ospedale Babbano dove alcuni maghi potrebbero essere stati erroneamente portati. Forse i genitori di Fleur sono lì.-
Il Weasley aprì la bocca, non sapendo cosa dire o proporre e la richiuse.
Qualcosa gli diceva che intrufolarsi negli ospedali era considerato un reato da quelle parti.
-Senti, ci possiamo muovere ed andare in questo ospedale Babbano?- domandò irritato, scandendo bene le parole.
La ragazza alzò un sopracciglio leggermente infastidita, strinse le spalle e gli indicò una porta.
-Andiamo lì.- disse solamente. -Comunque, sono Audrey Rivers.- disse ricordandosi delle buone maniere e tendendo la mano.
-Percy Weasley.- rispose velocemente, stringendo brevemente la sua mano.
Non si guardarono negli occhi, né parlarono molto, eppure nessuno dei due riuscì a scrollarsi di dosso una strana sensazione.










[Ringrazio tutti coloro che hanno letto il Prologo e lo hanno anche commentato, non sapete quanto mi abbiate resa felice.
Cercherò di aggiornare almeno una volta a settimana, forse anche due salvo complicazioni.
Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo!]

   
 
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