Domenica 23 Marzo, nel
pomeriggio
Infido di natura
Ciel si sistemò la giacca un ultima volta,
controllò se i pantaloni cadevano bene, si diede una
rassettata generale, infine fece segno a Sebastian di procedere. Il
maggiordomo si sporse oltre a lui e bussò tre volte alla
porta della magione Middleford. Un cameriere li fece accomodare e li
condusse fino al giardino dove, seduta dando loro le spalle, immersa
nella contemplazione dei fiori, c’era Elizabeth, sola. Ciel
stava per schiarirsi la voce, poi ci ripensò.
Strappò di mano a Sebastian il mazzo di rose e la scatola di
cioccolatini che il maggiordomo portava e infine segnalò la
sua presenza. Elizabeth si volse con uno scatto. «Oh,
Ciel.» I suoi occhi si fecero come guardinghi.
«Vieni a sederti qui con me.» Sorrise leggermente,
ma non era uno dei suoi soliti sorrisi radiosi e spontanei.
«Va’ via Sebastian»,
mormorò il ragazzo a mezza voce prima di dirigersi verso il
tavolino immerso nel verde. Prima di sedersi il ragazzo porse a Lizzy
il mazzo di rose e la scatola di cioccolatini. «Per
te.»
Consiglio numero uno –
farle dei regali.
Elizabeth osservò i fiori meravigliata.
«Oh, grazie Ciel.» Sorrise di nuovo, ma questa
volta con tenerezza sincera. «E questo
cos’è?» Aprì la scatola e vi
trovò dentro i cioccolatini a forma di cuore. Il suo sorriso
si allargò. Prese un dolce e lo mangiò,
sorridendo all’indirizzo di Ciel.
Il ragazzo sorrise compiaciuto. «Cos’hai
fatto oggi?»
«Be’, io e Alois siamo andati a fare un
giro a cavallo, ma lui non era affatto abituato ad andarci.»
La ragazza ridacchiò. «Credo che non avesse mai
visto un cavallo in vita sua, è stato davvero divertente
vederlo provare a cavalcare.»
«E che altro mi racconti?»,
domandò Ciel incoraggiante. «Posso?»,
chiese poi allungando la mano verso i cioccolatini.
«Ma certo tieni.» Lizzy glieli porse e lo
guardò mangiare sorridendo. «Be’,
pensavo che in futuro potrei dedicarmi a creare abiti. Mi piacciono
tanto, ma penso che anche io potrei farne di meravigliosi. Mi hanno
insegnato a cucire, quindi non dovrebbe essere difficile.»
«Sembra proprio adatto a te, sono sicuro che farai degli
abiti bellissimi.» Ciel accompagnò le ultime
parole passando un indice sulla guancia della ragazza, e la sua pelle
gli parve della consistenza della seta. Era meglio di qualunque altro
vestito che avrebbe mai potuto indossare, e certe volte Ciel fremeva
anche solo per toccarla e baciarla. Il ragazzo arrossì
violentemente a quel pensiero e ritrasse la mano veloce, distogliendo
lo sguardo. Il suo comportamento non sfuggì a Lizzy, che si
rabbuiò un poco. «Quindi… Avvisami
quando la tua prima creazione sarà terminata. Hai
già delle idee al riguardo?»
Elizabeth,
senza farselo ripetere due volte, si lanciò in una
spiegazione dettagliata di un abito che le sarebbe piaciuto molto
realizzare, al quale pensava da settimane. Ciel sorrise soddisfatto e
spuntò dalla lista un altro punto.
Consiglio numero due –
interessarsi a lei.
Dopo qualche minuto, una volta che ebbero esaurito il tema
moda, Alois arrivò, splendente nel suo completo bianco.
Pareva un angelo, accidenti a lui! «Alois, vedo con piacere
che si è ripreso. Quella cavalcata deve averla scombussolata
parecchio, non è così?»,
domandò Lizzy con un risolino.
Per un attimo il ragazzo parve arrabbiato, ma alla fine rise
di una risata finta. «Ha proprio ragione Lizzy, sono un vero
disastro con queste cose. Nemmeno da ragazzino ho mai apprezzato i
cavalli, l’equitazione o qualsiasi altra cosa che vi si
avvicinasse. In compenso, credo di cavarmela nella scherma, e non
sarebbe meraviglioso poter tirare di scherma assieme ogni volta che
vogliamo?», così dicendo si sedette affianco a
Elizabeth e le posò una mano sulla spalla.
«Certo che sì. Dovreste venire a
trovarmi più spesso.»
«O potreste farmi visita voi. Le lascerò
il mio indirizzo, immagino che le vostre lettere debbano essere
entusiasmanti. Ci vuole una certa abilità per scrivere
lettere gradevoli, e lei Lizzy, ha mille e una capacità, non
è così?»
Ciel
borbottava giocherellando con un cioccolatino, che alla fine
mangiò cercando di trasferirgli tutta la violenza che voleva
riversare su Alois e le sue rivoltanti avances. Infine prese parola.
«Alois, raccontami della tua clamorosa caduta da cavallo, mi
spiace molto di non avervi potuto assistere.»
Il biondo fece una brutta smorfia. «Qualcuno ha
bisogno di rimanere al suo posto, Ciel. Chiediamo alla signorina che
cosa ha deciso in merito alla questione per cui oggi siamo
qui.» Si risvolse a Elizabeth e le strinse la spalla
più forte. Lizzy tentò di liberarsi dalla sua
presa, che le stava dando fastidio alla spalla, ma Alois non voleva
lasciarla. Continuarono quel silenzioso teatrino per qualche secondo,
mentre Ciel si domandava come mai Lizzy si agitasse tanto sulla sedia.
Probabilmente per l’annuncio da fare. A quel pensiero il
cuore del ragazzo cominciò a battere impercettibilmente
più forte.
«A-Alois», mormorò Elizabeth
con l’espressione tirata.
«Mi perdoni.» Il conte Trancy si
ricompose, lasciò la presa e osservò Ciel
malevolo.
Lizzy, ancora un po’ sconvolta, si
schiarì la voce e ricominciò a parlare.
«Ho riflettuto molto sulle vostre proposte, e ho preso una
decisione. Conte Trancy, la sua proposta mi lusinga moltissimo, ma
credo che potrei trascorrere con lei tutte le giornate senza trovarvi
la scintilla che caratterizza il mio rapporto con Ciel. Certo, lui non
è il più romantico degli uomini, quello che io
sogno fin da bambina, ma è quello adatto a me, ne sono
certa. Mi dispiace di doverla lasciare andare così, spero
che in futuro potremmo ancora…»
Elizabeth si chinò verso Alois, ma non si accorse
che il ragazzo, dopo un iniziale momento di stupore, tremava di rabbia.
Con un gesto di stizza scacciò la mano di Elizabeth e si
alzò dalla sedia, facendola cadere a terra. Inizialmente
parve volersi trattenere, ma poi ci ripensò.
Afferrò Lizzy per entrambi i polsi e prese a scuoterla con
rabbia. «Tu! Insulsa bambina viziata! Non sai nemmeno cosa
significhi avere un rapporto con una persona. Amore è solo
una parola come un’altra nel tuo
vocabolario…!»
Senza pensare Ciel si alzò fulmineo, e con il
volto deformato dalla rabbia si avventò su Alois, con il
tavolino che si frapponeva in mezzo a loro, e lo spinse puntandogli le
mani addosso. Alois lasciò andare Lizzy, che si
allontanò fino a raggiungere l’uscita del
giardino, ma non perse di vista i due ragazzi.
Alois sorrise amaramente. «Che cosa vuoi fare,
conte Phantomhive? Adesso che vieni minacciato hai deciso di
reagire?»
«Non sono stato io ad essere minacciato. Tu hai
minacciato Elizabeth! Non permetterti più di toccarla in
quel modo irrispettoso!»
«Oh, perché? Perché solo tu
lo puoi fare?»
«No», Ciel sputava odio da tutti i pori,
«Nessuno può farlo, per nessuna
ragione.» Il ragazzo fece due ampi passi per girare attorno
al tavolo e raggiungere Alois. Del tutto inaspettatamente,
caricò il braccio e gli sferrò un pugno che
andò a finire nello stomaco. Dal suo angolo Elizabeth
squittì di paura. Ciel, il volto cinereo e
l’espressione tanto folle da far paura, si chinò
su Alois, che stava piegato in due, e gli sussurrò:
«Se ti avvicini di nuovo a lei dirò a Sebastian di
ucciderti.»
Alois alzò gli occhi su Ciel, e comprese che si
era sbagliato di grosso. Ciel Phantomhive non era più
desiderabile per gli affetti che aveva intrecciato a suo vantaggio, per
il dolore che si sarebbe lasciato dopo alle spalle, ma per quello che
provava. Alois sentiva nel cuore solamente rabbia cieca, impazzita e
indirizzata ovunque, senza controllo. Quella di Ciel invece era
incanalata, e frenata dagli affetti – dall’amore
– che lui provava verso gli altri. Era il suo cuore a
renderlo così appetitoso, a renderlo effimero e forte come
solo un uomo può essere.
«C-Claude…», chiamò
flebilmente Alois appoggiandosi al tavolino per alzarsi.
Ciel alzò lo sguardo, ma Elizabeth era scomparsa.
«Lizzy?» Il ragazzo si guardò intorno,
per essere sicuro che non si fosse rifugiata altrove, magari per paura
che combinassero qualcosa. Quando non la vide corse via.
«Lizzy!», chiamò una volta dentro casa.
Corse verso le scale, fino al piano superiore, diretto al corridoio
dove c’era la stanza di Elizabeth. Corse così
veloce per così tanta strada che quando arrivò e
spalancò la porta era letteralmente senza fiato. Ciel
ansimava di fatica e la corsa gli aveva fatto venire caldo.
«Elizabeth?», mormorò quando vide la
ragazza seduta su una sedia accanto alla finestra, che lo guardava con
un velo di tristezza.
Bene, a
questo punto anche il consiglio di Finnian, di proteggere Lizzy, era
stato portato a compimento. Tuttavia gli occhi tristi, che non le si
addicevano affatto, erano ancora lì che troneggiavano sul
suo volto e la facevano apparire più stanca. Ciel decise
che, data la situazione, per una volta – solo per quella
volta – avrebbe anche potuto fare come gli aveva suggerito
Snake, e rivelare i suoi sentimenti alla ragazza con parole
più chiare dei gesti.
«Lizzy…»
«Ciel, com’è possibile?» La
ragazza volse gli occhi alla finestra. «Questa è
l’ennesima riprova del fatto che solo quando succede qualcosa
tu reagisci e mi rivendichi come tua fidanzata. Ma quando mi hai
toccata, giù in cortile, quando Alois non c’era,
ti sei ritratto subito, come se la mia pelle bruciasse, come se non ti
piacesse affatto neanche sfiorarla con un dito.» Gli occhi di
Lizzy si velarono di lacrime, ma la ragazza si impose di non piangere.
Aveva promesso a sé stessa di non farlo più, a
causa di Ciel. «E’ vero che non ha alcun senso
avere un marito che non ti desidera, ma io non ce la faccio a pensare a
un futuro con qualcuno che non sei tu.»
Ciel
ascoltava a bocca aperta e occhi spalancati. Si passò i
palmi sul viso, più volte, sospirando forte.
«Lizzy», disse infine, «sei proprio una
sciocchina, lo sai?» Ciel si avvicinò alla ragazza
e s’inginocchiò accanto a lei, prendendole il
mento con una mano e sollevandoglielo, perché lo guardasse.
«Tu credi che io sia un grande oratore, non è
così?» Pur senza capire dove volesse andare a
parare, la ragazza annuì. «Be’, non
è affatto vero. Io, con te, non riesco mai a parlare,
perché tutto ciò che vorrei dire mi si confonde
in testa. E finisco per dire cose stupide, o cose non vere. Per questo
preferisco starmene in silenzio la maggior parte delle
volte.» Ciel sorrise, e si stupì che
quell’effluvio di parole fosse così facile da
pronunciare, forse perché erano parole vere. «Tu
credi che io non ti desideri? Questo…», il ragazzo
abbassò la testa per un secondo, scuotendola,
«questo è davvero imbarazzante da dire.»
Quando tornò a guardarla Elizabeth si stupì nel
vedere Ciel di un vago colorito roseo. «Ma io ti desidero
così tanto che solo toccarti mi provoca dei brividi, e
vederti muoverti mi procura una scossa. L’altro giorno, alla
festa, ti sei arrabbiata perché credevi che avere dei figli
con te mi disgustasse, ma non è affatto così.
E’ che l’idea di una simile intimità con
te mi… mi imbarazza molto, e ho preferito che tu non lo
notassi.» Ciel fece un sorrisino e prese un respiro profondo.
Ma dopotutto, lui era Ciel, e non era abituato a dire cose del genere.
E infatti: «E’ vero a volte sono sgarbato,
però tu sei insopporta-».
Lizzy mosse
velocemente la mano e la portò sulle labbra del ragazzo,
chinandosi su di lui. «Farò finta che non abbia
mai detto quest’ultima frase.» Lizzy sorrise e
lasciò cadere la mano, così Ciel
mormorò delle scuse imbarazzate.
Il ragazzo si alzò, e fece alzare con lui
Elizabeth. «Voglio che mi sposi.»
«Lo voglio anch’io.»
«Tu credi… che anche se non sei ancora mia moglie,
ho il permesso di fare una cosa?» Ciel scostò uno
dei boccoli della ragazza dietro l’orecchio e
osservò le sue labbra. Deglutì a vuoto, senza
riuscire a placare quel groviglio che sentiva nello stomaco.
«Perché no?»
Lizzy
chiuse gli occhi e Ciel si abbassò fino a sfiorare le sue
labbra. Nessuno dei due aveva mai dato un bacio, né aveva
visto qualcuno baciarsi. Ciel sperò di stare facendo la cosa
giusta quando mise una mano sulla mascella di Elizabeth e
l’attirò a sé. Le labbra di lei erano
morbide, migliori di come aveva mai sognato, fresche e saporite, si
distesero sulle sue con naturalezza. E Ciel fu certo in quel momento
che era giusto che Lizzy fosse solo, interamente sua, perché
le loro labbra si toccavano tanto armoniosamente da completare un
puzzle: erano fatti per stare assieme.
Quando si separarono Ciel aveva un’aria sconvolta.
Lizzy gli sorrise, con quel sorriso naturale che aveva sempre avuto,
con quegli occhi luminosi che Ciel aveva imparato ad amare.
«Signorino?» Nessuna risposta.
«Signorino?»
Ciel, conscio che da qualche parte qualcuno richiamava la sua
attenzione, si volse. La sua mente era occupata da
un’immagine, un fatto avvenuto solo poche ore fa nella
magione Middleford: labbra piccole e rosa, morbide e saporite.
«Eh?»
Sebastian sorrise serafico, un’ombra furba sugli
occhi. «La cena è pronta. Crema di verdure come
primo piatto, carne di maiale per secondo con contorno di insalata e
salsa di gamberi. Per dolce abbiamo una torta alle fragole. Vino
alsaziano frizzante per accompagnare il tutto.»
«Grazie Sebastian, sto arrivando.» Ciel
fece finta di scarabocchiare qualcosa di importante su un foglio, che
in realtà era pieno solo di piccoli disegnini e inutili
scritte a inchiostro nero. Poi si alzò, fece il giro della
scrivania, e uscì nel corridoio accompagnato da Sebastian.
«Posso permettermi due parole, signore?»
«Fa’ pure.»
«Oggi è stato molto audace, mi hanno raccontato
del vostro litigio con Alois Trancy per difendere l’onore
della signorina Elizabeth.»
«Hm.»
«E da quel che ho visto, lei ha accettato di
diventare vostra moglie. Con un suggello come quello di oggi credo che
non guarderà più altri uomini in tutta la sua
vita.»
Ciel si
bloccò in mezzo al corridoio. «Che
cos’hai visto tu?», domandò furioso a
Sebastian. «C’era la porta chiusa, maniaco
spione!»
«In futuro le consiglio di controllare meglio le porte,
signore. Sono infide di natura, come solo certe sue conoscenze possono
essere.»
Fine
Questa storia non è
stata scritta a fini di lucro. I personaggi appartengono a Yana Toboso,
autrice di “Kuroshituji” e detentrice di tutti i
diritti.
Et
voilà!
Allora, ho solo una cosa da dire sul capitolo: Lizzy ha scelto Ciel
comunque, alla fine, perché secondo me lei è
perdutamente innamorata! Awww... A parte questo fatto, che volevo
sottolineare, abbasso Alois Trancy. Scusate, non ci posso fare niente,
lo detesto davvero u_u
Mi è piaciuto far parlare Ciel apertamente,
perché nel manga lui dimostra il suo affetto più
con i gesti che con le parole, però è un po'...
criptico delle volte. Cioè sembra che non sopporti Lizzy,
così ho deciso di farlo parlare un po' con onestà.
Comunque, ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito, mi ha
fatto molto piacere leggere le vostre opinioni ^^ Fan delle Ciel/Lizzy,
non arrendiamoci! Un giorno conquisteremo il nostro posto in questo
fandom! xD
Alla prossima fanfiction, saluti a tutti =)
Patrizia
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