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Autore: PattyOnTheRollercoaster    29/04/2012    5 recensioni
In fin dei conti, si diceva sempre Elizabeth, lei e Ciel si conoscevano da tanto tempo. Erano cresciuti assieme, le loro famiglie erano vicine, e lei era sempre stata destinata a diventare sua moglie. Vedeva la cosa con particolare positività: lei voleva molto bene a Ciel e l’idea di diventare un giorno la signora Phantomhive poteva solo riempirla di gioia. Non sussistevano proprio problemi di alcun tipo, almeno fino a che Elizabeth non conobbe quel ragazzo misterioso, bello e terribile come un demonio, che le fece considerare un nuovo modo di vedere le cose. [...]
La osservò e poi fece una smorfia. «Non dovrebbe privare agli uomini un tale piacere qual è baciare la sua pelle.» Così dicendo le tolse fulmineo il guanto e la ribaciò sulla pelle nuda del dorso della mano. «Piacere di conoscerla, il mio nome è Alois Trancy.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Elizabeth Middleford
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Domenica 23 Marzo, nel pomeriggio
Infido di natura





   Ciel si sistemò la giacca un ultima volta, controllò se i pantaloni cadevano bene, si diede una rassettata generale, infine fece segno a Sebastian di procedere. Il maggiordomo si sporse oltre a lui e bussò tre volte alla porta della magione Middleford. Un cameriere li fece accomodare e li condusse fino al giardino dove, seduta dando loro le spalle, immersa nella contemplazione dei fiori, c’era Elizabeth, sola. Ciel stava per schiarirsi la voce, poi ci ripensò. Strappò di mano a Sebastian il mazzo di rose e la scatola di cioccolatini che il maggiordomo portava e infine segnalò la sua presenza. Elizabeth si volse con uno scatto. «Oh, Ciel.» I suoi occhi si fecero come guardinghi. «Vieni a sederti qui con me.» Sorrise leggermente, ma non era uno dei suoi soliti sorrisi radiosi e spontanei.
   «Va’ via Sebastian», mormorò il ragazzo a mezza voce prima di dirigersi verso il tavolino immerso nel verde. Prima di sedersi il ragazzo porse a Lizzy il mazzo di rose e la scatola di cioccolatini. «Per te.»
   Consiglio numero uno – farle dei regali.
   Elizabeth osservò i fiori meravigliata. «Oh, grazie Ciel.» Sorrise di nuovo, ma questa volta con tenerezza sincera. «E questo cos’è?» Aprì la scatola e vi trovò dentro i cioccolatini a forma di cuore. Il suo sorriso si allargò. Prese un dolce e lo mangiò, sorridendo all’indirizzo di Ciel.
   Il ragazzo sorrise compiaciuto. «Cos’hai fatto oggi?»
   «Be’, io e Alois siamo andati a fare un giro a cavallo, ma lui non era affatto abituato ad andarci.» La ragazza ridacchiò. «Credo che non avesse mai visto un cavallo in vita sua, è stato davvero divertente vederlo provare a cavalcare.»
   «E che altro mi racconti?», domandò Ciel incoraggiante. «Posso?», chiese poi allungando la mano verso i cioccolatini.
   «Ma certo tieni.» Lizzy glieli porse e lo guardò mangiare sorridendo. «Be’, pensavo che in futuro potrei dedicarmi a creare abiti. Mi piacciono tanto, ma penso che anche io potrei farne di meravigliosi. Mi hanno insegnato a cucire, quindi non dovrebbe essere difficile.»
  «Sembra proprio adatto a te, sono sicuro che farai degli abiti bellissimi.» Ciel accompagnò le ultime parole passando un indice sulla guancia della ragazza, e la sua pelle gli parve della consistenza della seta. Era meglio di qualunque altro vestito che avrebbe mai potuto indossare, e certe volte Ciel fremeva anche solo per toccarla e baciarla. Il ragazzo arrossì violentemente a quel pensiero e ritrasse la mano veloce, distogliendo lo sguardo. Il suo comportamento non sfuggì a Lizzy, che si rabbuiò un poco. «Quindi… Avvisami quando la tua prima creazione sarà terminata. Hai già delle idee al riguardo?»
  Elizabeth, senza farselo ripetere due volte, si lanciò in una spiegazione dettagliata di un abito che le sarebbe piaciuto molto realizzare, al quale pensava da settimane. Ciel sorrise soddisfatto e spuntò dalla lista un altro punto.
   Consiglio numero due – interessarsi a lei.
   Dopo qualche minuto, una volta che ebbero esaurito il tema moda, Alois arrivò, splendente nel suo completo bianco. Pareva un angelo, accidenti a lui! «Alois, vedo con piacere che si è ripreso. Quella cavalcata deve averla scombussolata parecchio, non è così?», domandò Lizzy con un risolino.
   Per un attimo il ragazzo parve arrabbiato, ma alla fine rise di una risata finta. «Ha proprio ragione Lizzy, sono un vero disastro con queste cose. Nemmeno da ragazzino ho mai apprezzato i cavalli, l’equitazione o qualsiasi altra cosa che vi si avvicinasse. In compenso, credo di cavarmela nella scherma, e non sarebbe meraviglioso poter tirare di scherma assieme ogni volta che vogliamo?», così dicendo si sedette affianco a Elizabeth e le posò una mano sulla spalla.
   «Certo che sì. Dovreste venire a trovarmi più spesso.»
   «O potreste farmi visita voi. Le lascerò il mio indirizzo, immagino che le vostre lettere debbano essere entusiasmanti. Ci vuole una certa abilità per scrivere lettere gradevoli, e lei Lizzy, ha mille e una capacità, non è così?»
  Ciel borbottava giocherellando con un cioccolatino, che alla fine mangiò cercando di trasferirgli tutta la violenza che voleva riversare su Alois e le sue rivoltanti avances. Infine prese parola. «Alois, raccontami della tua clamorosa caduta da cavallo, mi spiace molto di non avervi potuto assistere.»
   Il biondo fece una brutta smorfia. «Qualcuno ha bisogno di rimanere al suo posto, Ciel. Chiediamo alla signorina che cosa ha deciso in merito alla questione per cui oggi siamo qui.» Si risvolse a Elizabeth e le strinse la spalla più forte. Lizzy tentò di liberarsi dalla sua presa, che le stava dando fastidio alla spalla, ma Alois non voleva lasciarla. Continuarono quel silenzioso teatrino per qualche secondo, mentre Ciel si domandava come mai Lizzy si agitasse tanto sulla sedia. Probabilmente per l’annuncio da fare. A quel pensiero il cuore del ragazzo cominciò a battere impercettibilmente più forte.
   «A-Alois», mormorò Elizabeth con l’espressione tirata.
   «Mi perdoni.» Il conte Trancy si ricompose, lasciò la presa e osservò Ciel malevolo.
   Lizzy, ancora un po’ sconvolta, si schiarì la voce e ricominciò a parlare. «Ho riflettuto molto sulle vostre proposte, e ho preso una decisione. Conte Trancy, la sua proposta mi lusinga moltissimo, ma credo che potrei trascorrere con lei tutte le giornate senza trovarvi la scintilla che caratterizza il mio rapporto con Ciel. Certo, lui non è il più romantico degli uomini, quello che io sogno fin da bambina, ma è quello adatto a me, ne sono certa. Mi dispiace di doverla lasciare andare così, spero che in futuro potremmo ancora…»
   Elizabeth si chinò verso Alois, ma non si accorse che il ragazzo, dopo un iniziale momento di stupore, tremava di rabbia. Con un gesto di stizza scacciò la mano di Elizabeth e si alzò dalla sedia, facendola cadere a terra. Inizialmente parve volersi trattenere, ma poi ci ripensò. Afferrò Lizzy per entrambi i polsi e prese a scuoterla con rabbia. «Tu! Insulsa bambina viziata! Non sai nemmeno cosa significhi avere un rapporto con una persona. Amore è solo una parola come un’altra nel tuo vocabolario…!»
   Senza pensare Ciel si alzò fulmineo, e con il volto deformato dalla rabbia si avventò su Alois, con il tavolino che si frapponeva in mezzo a loro, e lo spinse puntandogli le mani addosso. Alois lasciò andare Lizzy, che si allontanò fino a raggiungere l’uscita del giardino, ma non perse di vista i due ragazzi.
   Alois sorrise amaramente. «Che cosa vuoi fare, conte Phantomhive? Adesso che vieni minacciato hai deciso di reagire?»
   «Non sono stato io ad essere minacciato. Tu hai minacciato Elizabeth! Non permetterti più di toccarla in quel modo irrispettoso!»
   «Oh, perché? Perché solo tu lo puoi fare?»
   «No», Ciel sputava odio da tutti i pori, «Nessuno può farlo, per nessuna ragione.» Il ragazzo fece due ampi passi per girare attorno al tavolo e raggiungere Alois. Del tutto inaspettatamente, caricò il braccio e gli sferrò un pugno che andò a finire nello stomaco. Dal suo angolo Elizabeth squittì di paura. Ciel, il volto cinereo e l’espressione tanto folle da far paura, si chinò su Alois, che stava piegato in due, e gli sussurrò: «Se ti avvicini di nuovo a lei dirò a Sebastian di ucciderti.»
   Alois alzò gli occhi su Ciel, e comprese che si era sbagliato di grosso. Ciel Phantomhive non era più desiderabile per gli affetti che aveva intrecciato a suo vantaggio, per il dolore che si sarebbe lasciato dopo alle spalle, ma per quello che provava. Alois sentiva nel cuore solamente rabbia cieca, impazzita e indirizzata ovunque, senza controllo. Quella di Ciel invece era incanalata, e frenata dagli affetti – dall’amore – che lui provava verso gli altri. Era il suo cuore a renderlo così appetitoso, a renderlo effimero e forte come solo un uomo può essere.
   «C-Claude…», chiamò flebilmente Alois appoggiandosi al tavolino per alzarsi.
   Ciel alzò lo sguardo, ma Elizabeth era scomparsa. «Lizzy?» Il ragazzo si guardò intorno, per essere sicuro che non si fosse rifugiata altrove, magari per paura che combinassero qualcosa. Quando non la vide corse via. «Lizzy!», chiamò una volta dentro casa. Corse verso le scale, fino al piano superiore, diretto al corridoio dove c’era la stanza di Elizabeth. Corse così veloce per così tanta strada che quando arrivò e spalancò la porta era letteralmente senza fiato. Ciel ansimava di fatica e la corsa gli aveva fatto venire caldo. «Elizabeth?», mormorò quando vide la ragazza seduta su una sedia accanto alla finestra, che lo guardava con un velo di tristezza.
  Bene, a questo punto anche il consiglio di Finnian, di proteggere Lizzy, era stato portato a compimento. Tuttavia gli occhi tristi, che non le si addicevano affatto, erano ancora lì che troneggiavano sul suo volto e la facevano apparire più stanca. Ciel decise che, data la situazione, per una volta – solo per quella volta – avrebbe anche potuto fare come gli aveva suggerito Snake, e rivelare i suoi sentimenti alla ragazza con parole più chiare dei gesti.
   «Lizzy…»
  «Ciel, com’è possibile?» La ragazza volse gli occhi alla finestra. «Questa è l’ennesima riprova del fatto che solo quando succede qualcosa tu reagisci e mi rivendichi come tua fidanzata. Ma quando mi hai toccata, giù in cortile, quando Alois non c’era, ti sei ritratto subito, come se la mia pelle bruciasse, come se non ti piacesse affatto neanche sfiorarla con un dito.» Gli occhi di Lizzy si velarono di lacrime, ma la ragazza si impose di non piangere. Aveva promesso a sé stessa di non farlo più, a causa di Ciel. «E’ vero che non ha alcun senso avere un marito che non ti desidera, ma io non ce la faccio a pensare a un futuro con qualcuno che non sei tu.»
  Ciel ascoltava a bocca aperta e occhi spalancati. Si passò i palmi sul viso, più volte, sospirando forte. «Lizzy», disse infine, «sei proprio una sciocchina, lo sai?» Ciel si avvicinò alla ragazza e s’inginocchiò accanto a lei, prendendole il mento con una mano e sollevandoglielo, perché lo guardasse. «Tu credi che io sia un grande oratore, non è così?» Pur senza capire dove volesse andare a parare, la ragazza annuì. «Be’, non è affatto vero. Io, con te, non riesco mai a parlare, perché tutto ciò che vorrei dire mi si confonde in testa. E finisco per dire cose stupide, o cose non vere. Per questo preferisco starmene in silenzio la maggior parte delle volte.» Ciel sorrise, e si stupì che quell’effluvio di parole fosse così facile da pronunciare, forse perché erano parole vere. «Tu credi che io non ti desideri? Questo…», il ragazzo abbassò la testa per un secondo, scuotendola, «questo è davvero imbarazzante da dire.» Quando tornò a guardarla Elizabeth si stupì nel vedere Ciel di un vago colorito roseo. «Ma io ti desidero così tanto che solo toccarti mi provoca dei brividi, e vederti muoverti mi procura una scossa. L’altro giorno, alla festa, ti sei arrabbiata perché credevi che avere dei figli con te mi disgustasse, ma non è affatto così. E’ che l’idea di una simile intimità con te mi… mi imbarazza molto, e ho preferito che tu non lo notassi.» Ciel fece un sorrisino e prese un respiro profondo. Ma dopotutto, lui era Ciel, e non era abituato a dire cose del genere. E infatti: «E’ vero a volte sono sgarbato, però tu sei insopporta-».
  Lizzy mosse velocemente la mano e la portò sulle labbra del ragazzo, chinandosi su di lui. «Farò finta che non abbia mai detto quest’ultima frase.» Lizzy sorrise e lasciò cadere la mano, così Ciel mormorò delle scuse imbarazzate.
   Il ragazzo si alzò, e fece alzare con lui Elizabeth. «Voglio che mi sposi.»
   «Lo voglio anch’io.»
  «Tu credi… che anche se non sei ancora mia moglie, ho il permesso di fare una cosa?» Ciel scostò uno dei boccoli della ragazza dietro l’orecchio e osservò le sue labbra. Deglutì a vuoto, senza riuscire a placare quel groviglio che sentiva nello stomaco.
   «Perché no?»
  Lizzy chiuse gli occhi e Ciel si abbassò fino a sfiorare le sue labbra. Nessuno dei due aveva mai dato un bacio, né aveva visto qualcuno baciarsi. Ciel sperò di stare facendo la cosa giusta quando mise una mano sulla mascella di Elizabeth e l’attirò a sé. Le labbra di lei erano morbide, migliori di come aveva mai sognato, fresche e saporite, si distesero sulle sue con naturalezza. E Ciel fu certo in quel momento che era giusto che Lizzy fosse solo, interamente sua, perché le loro labbra si toccavano tanto armoniosamente da completare un puzzle: erano fatti per stare assieme.
   Quando si separarono Ciel aveva un’aria sconvolta. Lizzy gli sorrise, con quel sorriso naturale che aveva sempre avuto, con quegli occhi luminosi che Ciel aveva imparato ad amare.

   «Signorino?» Nessuna risposta. «Signorino?»
   Ciel, conscio che da qualche parte qualcuno richiamava la sua attenzione, si volse. La sua mente era occupata da un’immagine, un fatto avvenuto solo poche ore fa nella magione Middleford: labbra piccole e rosa, morbide e saporite. «Eh?»
   Sebastian sorrise serafico, un’ombra furba sugli occhi. «La cena è pronta. Crema di verdure come primo piatto, carne di maiale per secondo con contorno di insalata e salsa di gamberi. Per dolce abbiamo una torta alle fragole. Vino alsaziano frizzante per accompagnare il tutto.»
   «Grazie Sebastian, sto arrivando.» Ciel fece finta di scarabocchiare qualcosa di importante su un foglio, che in realtà era pieno solo di piccoli disegnini e inutili scritte a inchiostro nero. Poi si alzò, fece il giro della scrivania, e uscì nel corridoio accompagnato da Sebastian.
   «Posso permettermi due parole, signore?»
   «Fa’ pure.»
  «Oggi è stato molto audace, mi hanno raccontato del vostro litigio con Alois Trancy per difendere l’onore della signorina Elizabeth.»
   «Hm.»
   «E da quel che ho visto, lei ha accettato di diventare vostra moglie. Con un suggello come quello di oggi credo che non guarderà più altri uomini in tutta la sua vita.»
  Ciel si bloccò in mezzo al corridoio. «Che cos’hai visto tu?», domandò furioso a Sebastian. «C’era la porta chiusa, maniaco spione!»
  «In futuro le consiglio di controllare meglio le porte, signore. Sono infide di natura, come solo certe sue conoscenze possono essere.»










Fine
Questa storia non è stata scritta a fini di lucro. I personaggi appartengono a Yana Toboso, autrice di “Kuroshituji” e detentrice di tutti i diritti.




















Et voilà!
Allora, ho solo una cosa da dire sul capitolo: Lizzy ha scelto Ciel comunque, alla fine, perché secondo me lei è perdutamente innamorata! Awww... A parte questo fatto, che volevo sottolineare, abbasso Alois Trancy. Scusate, non ci posso fare niente, lo detesto davvero u_u
Mi è piaciuto far parlare Ciel apertamente, perché nel manga lui dimostra il suo affetto più con i gesti che con le parole, però è un po'... criptico delle volte. Cioè sembra che non sopporti Lizzy, così ho deciso di farlo parlare un po' con onestà.
Comunque, ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito, mi ha fatto molto piacere leggere le vostre opinioni ^^ Fan delle Ciel/Lizzy, non arrendiamoci! Un giorno conquisteremo il nostro posto in questo fandom! xD
Alla prossima fanfiction, saluti a tutti =)
Patrizia
   
 
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