Titolo: E resterò con me a
contemplare la sera
Fandom: Harry Potter
Personaggio/Coppia: Severus/Harry
Beta
reader:
kimbnr
Prompt: 046-Stelle per
FanFic100_ita, “stella cadente” per fanworld
Rating: verde (per tutti)
Genere: introspettivo,
romantico, spaventosamente fluff
Avvertimenti: slash, relazione
adulto/minore
Conteggio
Parole:
433 (contatore)
Disclaimer: i personaggi
appartengono a JK Rowling e a chi ne detiene i diritti legali. Questa
storia non ha nessuno scopo di lucro.
Riassunto: C'era una volta un
disegno che il tempo modificò, la fantasia di un bambino che mutò nella
speranza di un ragazzo.
Note: Il titolo è preso
dalla canzone “Se tu non torni” di Miguel Bosé. La storia è ambientata
in un ipotetico ottavo anno, senza però tenere conto del finale del
settimo libro.
La storia
è stata pubblicata il 6/08/10 su Nocturne Alley e
Amaranth Tales e consta di tre parti.
Tabella: qui
“Stanotte
le stelle cadenti sono veramente tante.” pensò, sdraiato sul prato,
seguendo con lo sguardo l'ennesima scia luminosa. Poco distante da lui
qualcosa, probabilmente uno gnomo da giardino, grugniva infastidito.
Da bambino
ricordava di aver fatto un disegno con un sacco di stelle cadenti...
Beh, più che stelle erano semplici, spesse righe gialle, ma sotto
quella volta stellata i suoi genitori erano ancora vivi e lo tenevano
per mano, sorridendo. Tutti sorridevano in quel disegno, perfino lui:
era semplicemente perfetto.
Un'altra
stella fendette il cielo notturno, intrecciando il cammino con una
sorella. Oggi, se avesse potuto, avrebbe rifatto quel disegno. Certo,
probabilmente le stelle sarebbero state ancora spesse righe gialle,
viste la sua incapacità nel disegno, ma qualcun altro lo avrebbe tenuto
per mano, forse addirittura abbracciato...
Harry
sospirò, accomodandosi meglio sull'erba umida. Aveva deciso di
trascorrere l'estate alla Tana più per abitudine che per un reale
desiderio, ma, se avesse potuto decidere, avrebbe saputo con chi voleva
passare quelle vacanze.
“La sua
incoscienza riesce ancora a sorprendermi.”
Il ragazzo
volse lo sguardo verso il limitare del giardino; l'oggetto dei suoi
pensieri si stagliava sicuro sull'oscurità della vallata, l'indelebile
espressione arcigna perennemente dipinta in volto.
“Non ti
aspettavo.” mormorò sorpreso. Certo, per un breve istante lo aveva
sperato, ma era un'azione quotidiana ormai, un po' come accarezzare la
sua bacchetta al mattino per sincerarsi che fosse vera: bisogni che,
pian piano, erano diventati abitudini.
L'uomo gli
si avvicinò con passo deciso, finendo per sedersi accanto a lui. Harry
non avrebbe mai pensato che Severus potesse sedersi sull'erba umida
nella notte di San Lorenzo, e indubbiamente il pozionista lo avrebbe
affatturato se avesse provato a rivelarlo a qualcuno.
Il frinire
dei grilli li circondava, quieto e solenne, mentre il profumo di legna
bruciata e menta lo raggiungevano, facendolo quasi ansimare.
Maledizione, aveva quasi dimenticato quanto potesse essere buono
l'odore di Severus.
“Lo so che
non mi aspettava.” mormorò Piton, accarezzandogli lo stomaco da sopra
la maglietta. “Lei è solamente un ragazzino idiota, esce la notte e non
si accorge se qualcuno si avvicina.” concluse, infilando una mano sotto
la maglia.
Harry
sbuffò. Non era irritato... Beh, non più di quanto lo era solitamente
quando si trattava di Piton, ma era cosciente che l'uomo si aspettasse
una reazione, seppur minima. In fondo, rifletté, Severus aveva appena
vinto molte delle sue remore raggiungendolo quella sera, accontentando
quello che, lo sapeva, considerava lo sciocco capriccio di un
marmocchio irritante, quindi lui doveva fare la propria parte.
Un'altra
scia fendette il cielo. Forse nemmeno nel suo disegno Severus lo
avrebbe abbracciato, ma sicuramente ci sarebbe stata quella mano calda
sulla sua pelle ad unirli. |