CAPITOLO 2
Draco Malfoy, affascinante quindicenne, è in camera sua
e si guarda allo specchio. l’immagine riflessa che riceve è un po’ diversa da
come se l’immaginava: è ancora più pallido del solito e i suoi occhi sono
segnati da profonde occhiaie violacee, segno di tante notti passate insonni a
disperarsi e a straziarsi l’anima. Si passa le mani tra i capelli, e il suo è un
gesto nervoso, quasi involontario, un segno di stizza come a voler significare:
“ Ma cosa stai facendo? Stai qui a rimuginare su te stesso? Smetti di pensare a
tuo padre, lui non tornerà!” Già Lucius non tornerà anche se sua madre continua
a ripetergli che tornerà presto, ma cerca di convincere più se stessa che lui. E
quando lei gli parla Draco fa una scrollata di spalle, finge di ignorare quelle
parole, ma ognuna di esse lascia un profondo segno indelebile nel suo cuore. Ha
sempre ammirato suo padre, lo ha seguito ciecamente, ha fatto di tutto pur di
compiacerlo, per ottenere un suo sorriso e qualche misero apprezzamento. Ora si
trova senza una guida, si trova solo e deve badare a sua madre che sembra
lasciarsi morire lentamente all’interno di quel grande e cupo castello. Draco si
preoccupa per lei, la vede invecchiare lentamente, ma non nel corpo bensì
nell’anima e sembra essere arrivata alla fine della sua breve vita.
La madre or
sol, suo dì tardo traendo
Parla di me
col tuo cenere muto;
ma io
deluse a voi le palme tendo,
e sol da
lunge i mie tetti saluto.
-Ugo Foscolo –
In morte del fratello Giovanni
Vorrei andarmene da qui, in fondo non sono legato a questo posto come le radici
di un albero alla terra, vorrei scappare dalla sofferenza, vorrei scappare dal
mio stesso cuore, ma mia madre, che ne sarebbe di lei? Non posso abbandonarla e
girare esule scappando dal mio dolore, così come il fuggiasco scappa dalla
polizia. Io sono uno di quei fuggiaschi che prima o poi vengono riacciuffati
dalla polizia.
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