You could be happy, I hope you are
You
made me happier
than I'd been by far.
Snow Patrol – You could be happy
Aveva riaccompagnato le
due Granger a casa, dopo aver
salutato e ringraziato affettuosamente i coniugi Zabini, con la
promessa di
rivedersi presto per una serata in compagnia.
Aveva aiutato la donna a
metter a letto la piccola Jane che
era riuscito a far staccare da lui solo quando si era profondamente
addormentata.
Le aveva rimboccato le
coperte, l’aveva baciata sulla
fronte, osservando da lontano l’espressione ora sorpresa, ora
contrariata, ora
confusa della Granger. Di sicuro si stava chiedendo quali intenzioni
avesse con
loro.
Prima di tutto
l’avrebbe baciata. Avrebbe riassaporato il
suo sapore, avrebbe inspirato ancora e fondo il suo profumo.
L’avrebbe stretta
a sé, per sentire il suo battito andare veloce.
L’avrebbe guardata mentre
nervosamente si sarebbe morsa il labbro.
Non sapeva quali
intenzioni avesse. Sapeva solo che ormai
era inutile fingere che di quelle due donne non gliene fregasse nulla.
Era un Malfoy, ma aveva
imparato, con il tempo, che mentire
non serve. Che indossare mille maschere non porta a nulla. Ecco
perché aveva
lasciato che la sua cadesse qualche ora prima.
Era invidioso di Blaise,
che aveva una donna al suo fianco,
era invidioso del suo essere padre.
E se solo chiudeva gli
occhi era loro due che vedeva. Le
vedeva con sé, sempre con sé.
Loro erano la cosa che
più desiderava.
Tornò a
guardare la piccola. Posò una mano sulla sua fronte.
Aveva un sorriso sul volto. Diede una rapida occhiata ai macchinari che
campeggiavano nocivi anche per la sola aria che respirava in quella
camera.
Strinse il pugno e la
mascella. Avrebbe fatto di tutto. Anche
dare la sua vita, per quella bambina. Per la sua
bambina.
S’incamminò
verso la porta silenzioso e afferrò la mano
della donna, socchiudendo poi la porta.
Erano scesi in salotto
così, in silenzio. La mano dell’una
tra quella dell’altro.
Lui le aveva sorriso e
dopo essersi seduto sul divano l’aveva
fatta accoccolare contro il suo petto.
“So che mi hai
già detto di no. ma voglio fare qualcosa per
Jane. Non posso stare senza far nulla. Non posso.” Aveva
detto soffiando tra i
capelli della donna, aveva stretto i pugni per poi rilassarsi
nuovamente.
La donna l’aveva
guardato.
“Ho paura
Malfoy.”
Lui annuì.
“Faremo tutto
ciò che è necessario, te lo prometto.”
Lei scosse il capo.
“Ho paura non
solo di quello che potrebbe succedere a Jane. Ho
paura di te.”
Aveva paura del legame che
si stava instaurando tra loro.
Stupida, diceva la sua
mente, goditi i vostri momenti. Se succederà
qualcosa a Jane lui se ne andrà. Tu non sei nulla.
Scosse il capo, facendo
così muovere i capelli lisci sul
petto dell’uomo.
Lui la strinse e poi le
sollevò il mento.
“Credi che vi
abbandonerò vero? Credi che quando mi
stancherò me ne andrò.”
La donna
inspirò, scrutando quegli occhi grigi che
sembravano spenti, tristi, afflitti.
“Non voglio che
tu te ne vada.” Sussurrò abbassando lo
sguardo sul petto dell’uomo.
Lui
l’attirò a sé, facendo incontrare
nuovamente le loro
labbra, i loro sapori, i loro corpi.
I loro respiri, le loro
mani che si cercavano, si trovavano.
Presero fiato. Lei sorrise
contro le labbra di lui. Lui accarezzò
quel dolce sorriso.
“Vorrei poter
vedere sempre quel sorriso, Granger.”
Lei annuì.
“Non sei solo un
amico per lei.” Enunciò a capo chino.
L’uomo la
guardava confuso
“Credo lei veda
in te la figura paterna che le è sempre
mancata.”
Quella bambina lo
affiancava alla figura mancante di suo
padre?
Inspirò mentre
la donna si alzava e prendeva una tazza di
latte.
Osservò i suoi
piedi, le sue caviglia, le game snelle, le
sue forme sotto l’abito che aveva acquistato per
l’occasione. Osservò quei
capelli ricadere sulle spalle. Osservò il volto concentrato
nel versare il
latte in una tazza.
La desiderava.
Si alzò e si
affiancò alla donna. L’abbracciò alle
spalle,
rilasciando sul collo, dopo aver scostato i capelli, dolci baci e
brividi.
Lei lasciò
perdere la tazza e si voltò verso l’uomo per
dedicarsi solo alle sue labbra, per dedicarsi solo alle sue mani sul
suo corpo.
Non era pronta, non era
sicura. Aveva paura.
“Aspetta
Draco.” Sussurrò.
Lui annuì. Lei
aveva bisogno di tempo.
Sentì le sue
mani delicate posarsi sul suo volto.
Sotto i palmi di lei una
rada barba bionda le faceva
sollettico.
Lo guardò negli
occhi.
“Non voglio che
sia solo sesso. Voglio imparare ad amarti,
voglio amarti. Voglio fare l’amore con te.”
Lui le sorrise e la
strinse a sé. Perdendosi poi nuovamente
tra quelle labbra e quegli occhi che stava imparando ad amare.
-
Si erano addormentati
così la sera precedente, l’uno accanto
all’altro. Sentiva i capelli di lei solletticargli il collo,
ma non aveva la
forza di aprire gli occhi, non aveva la forza di allontanare quel
bellissimo
momento da sé.
Poi sentì due
manine toccarlo e arrampicasi sul suo corpo. Fece
finta ancora di dormire.
Silenzio. La piccola si
era sistemata sul suo petto ed ora
li scrutava. La Granger non doveva essersi accorta di nulla o di certo
si
sarebbe volatizzata rossa in volto come un peperone.
Decise di aprire gli occhi
piano, restando inizialmente
abbagliato dalla luce.
Poi la vide.
I capelli castani le
incornavano il volto. Le mani sotto il
viso. un sorriso esagerato che le campeggiava in faccia.
Gli sorrise non appena lo
vide sveglio e poi con un dito
sulle labbra gli indicò di fare silenzio.
Lui annuì e
osservò la donna che stava lui accanto. Un broncio
troneggiava sul suo viso.
Sorrise.
“E’
bellissima vero?” le domandò la bambina
Lui annuì
“Lo sei anche
tu.”
Lei ricambiò e
ringraziò con un sorriso.
“Sai che dovrai
prenderti tu cura di lei?”
L’uomo la
guardò confuso.
“Jane..”
“Lei ha bisogno
di te. E io ho scelto lei per te. Però deve
essere un nostro segreto fino..”
La piccola non
riuscì a terminare che Draco le posò un dito
sulle labbra e l’attirò a sé
stringendola.
“Ti va se questa
sera portiamo la mamma a cinema?”
La sentì
sorrise e stringeva la camicia dell’uomo. Poi
annuì.
“Che ne dici se
la svegliamo?”
Sorrisero malefici insieme
e iniziarono a solletticare la
donna che era loro accanto.
Quello fu un mattino di
sorrisi e allegria.
Draco preparò
la colazione per le sue due donne. Le servì e
riverì come in tanti anni avevano fatto con lui gli elfi,
poi le salutò
entrambe con un bacio e si smaterializzò.
Aveva una serata da
organizzare e due cuori da conquistare.
Le parole della bambina
ancora gli rimbombavano in testa.
“E io ho scelto
lei per te.”
Quella bambina avrebbe
potuto di certo essere una perfetta
serpe.
-
Hermione era intenta ad
aiutare la sa bambina ad indossare
il grembiule.
Si morse un labbro e le
domandò
“Tesoro, a te fa
piacere che Draco sia rimasto qui questa
notte?”
La bambina la
guardò e le sorrise, poi annuì.
“Lui
è bravo, mamma.”
“Si lo
è. Stasera ha detto che ti portiamo a cinema.”
Hermione la
guardò confusa. Poi sorrise.
Quell’uomo le
stava cambiando la vita e le stava facendo
trovare piccoli spiragli di sole in quel periodo tenebroso.
-
Aveva preparato tutto nei
dettagli. Ogni singola cosa. Aveva
persino assunto un catering, dato che la Granger era contro
l’utilizzo degli
elfi.
Era tutto pronto.
Ora, si era appena
smaterializzo vicino la villa della
Granger. Le vide che lo aspettavano in giardino.
Jane giocava sulla sua
altalena, mentre lei la guardava
sorridendo e scattava delle foto.
Non appena la bambina lo
vide gli corse incontro. Hermione scattò
una foto. Voleva ricordare la sua bambina con quel sorriso. Il sorriso
che
quell’uomo aveva portato nella loro vita.
“Siete
pronte?” domandò alle due donne.
La bambina scosse il capo
e dopo aver tolto dalle mani della
madre la macchina fotografica disse con fare saccente
“Baciatevi,
dai!”
Hermione
diventò paonazza.
“Jane!”
urlò
“Dai
mamma!”
“Non esiste,
Jane!” continuava a lamentarsi la donna, non
accorgendosi degli sguardi complici della piccola e del biondo, che la
prese
tra le braccia e facendo aderire i loro corpi la coinvolse in un bacio
appassionato dando modo e tempo alla bambina di scattare la foto tanto
richieste.
Quando le labbra dei due
si separarono, la donna soffiò
contro quelle dell’uomo
“Giochi sporco,
Malfoy. Giochi maledettamente sporco. E baci
maledettamente bene.”
L’uomo sorrise
“Sono una serpe
, Granger. E sono un Malfoy, siamo grandi
baciatori.”
Risero assieme, mentre
presero per mano la piccola.
“Siamo
pronti?”
Le due annuirono e si
smaterializzarono.
-
Le aveva portate come
previsto al cinema. Avevano visto un
film di quelli preferiti di Hermione, un film del regista Woody Allen.
Avevano
sorriso, Hermione si era addirittura commossa. Si era ritrovata a
sognare e
desiderare di vivere una vita come quella della protagonista, per poi
rendersi
conto, che la vita che aveva, quella reale, era cento mila volte
più bella e
affascinante di quella presentata nel film. Aveva una splendida figlia,
un uomo
accanto che aveva fatto battere nuovamente e per la prima volta il suo
cuore. Aveva
tutto. Ma quel pensiero, quel tormento interiore la rattristarono. Cosa
che di
certo non mancò di notare il biondo che la prese per mano e
dopo averle fatto
un baciamano si smaterializzarono.
Erano passati anni
dall’ultima volta in cui aveva visto e
ammirato Malfoy Manor. Erano passati anni da quando Bellatrix Lestrange
l’aveva
torturata sul pavimento del Manor.
Fu una benedizione sapere
che non avrebbero cenato in quella
stanza. Il solo pensiero le avrebbe dato i brividi.
La cena fu gradevole.
Draco aveva chiamato uno staff di
camerieri evitando lo sfruttamento di elfi, almeno in quella sera.
Aveva suonato per lei e
Jane, facendole sorridere, facendole
commuovere ancora.
E poi aveva tirato fuori
due pacchettini.
Jane aveva scartato il suo
in fretta e furia, trovando
sepolto sotto strati di carta un braccialetto.
“Era di mia
madre, Jane. Ti avrebbe adorata se fosse stata
qui.”
La bambina sorrise e poi
si fece aiutare dalla mamma a
indossare il bracciale.
“Indossalo
sempre. È un portafortuna. Il portafortuna delle
Black.”
Jane si slanciò
verso l’uomo regalandogli un affettuoso
abbraccio e un sonoro bacio sulla guancia.
Poi corse a giocare con
uno degli elfi che aveva scoperto
nella ronda per la casa.
“Non torturarlo
Jane. O si picchierà per tutta la sera.” Sorrise
Hermione.
“Tocca a te,
Granger.”
La donna si morse un
labbro, come di consueto, in evidente
imbarazzo.
“Non avresti
dovuto.”
“Avanti,
aprilo.”
Scartò il
regalo, con delicatezza. Sino a fare uscire un
pacchettino.
Lo aprì
dolcemente, scoprendo una collanina con una metà di
un ciondolo. Un leone d’oro.
Guardò
l’uomo e sorrise. Poi lo vide aprire il suo palmo
della mano e lasciar intravedere l’altra metà di
un ciondolo, un serpente. L’avvicinò
al leone e ad incastrò unì le due parti.
Hermione era senza parole.
“Non avresti
dovuto. È..è..bellissimo.”
Lui si avvicinò
alle sue labbra e prima di perdersi in esse
disse
“E’
che mi piace vederti felice.”
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