Ciaooo... Ragaaa.. mi è arrivata la macchina nuova di
zecca.. è bellissima *ç* E' tutta bianca, con le
rifiniture in nero e gli interni. la tappezzeria lìho
comprata nera, con le zampette da gatto rosa pelose.. (Nero con le
zampette azzurre non c'era, oppure prendevo quella. Uffi!).. e poi nel
copri testa del sedile del guidatore ho fatto ricamare Kitsune in rosa,
così come ho fatto fare, dal mio padrigno, una scritta in
lettere di ferro da attaccare fuori. E' una favola. Poi non poteva
mancare il cuscino con la faccia di Joker de "il cavaliere oscuro".
Sono strafelice!!!
Tornando seri.. che è una parole.. Vi lascio alla lettura
del capitolo.
PUBBLICITA': Volete dei vestiti da coldpaly cuciti su misura? armi
autentiche, come quelle del vostro eroe preferito?? Se siete
interessati o curiosi contattatemi, sarà felice di aiutarvi.
***
Naruto, uscendo dal fumo grigio creato dalle copie e dalle carte bombe,
si guardò intorno, mentre correva verso il villaggio.
Karin era scomparsa.
Col cuore a mille, l’adrenalina alle stelle, si
fermò sul ramo di un albero, appoggiandosi con la schiena al
tronco maestro, e guardò dietro di lui.
Nessuno lo seguiva, e questo gli sembrò sospetto, poi
aguzzò la vista cercando una testa rossa fuoco in quelle
chiazze verdi e marrone, senza successo.
Sibilando una bestemmia, cercò di mettersi in contatto con
Sasuke.
-Ahh.. Perché diamine non risponde.
Strillò, incanalando chakra nei piedi e balzando verso
l’entrata del villaggio.
Balzando, mentre l’aria fresca gli sferzava il viso,
poggiò una mano al ventre, sentendo all’improvviso
un nervosismo sotto la pelle.
-.. Mh??
Allargò gli occhi, il fiato gli si accorciò nei
polmoni, mentre sentiva la strana e quanto conosciuta sensazione di
oppressione.
Il bosco intorno a lui cominciò a ruotare impazzito; gli
alberi che prendevano forme allungate e il cielo che si
uscirò all’improvviso.
Alle orecchie sentiva un rumore fastidioso, e all’improvviso
si sentì atterrare.
Un genjutsu…
Poi urlò.
E la vista si macchiò di nero.
Jugo si ritrovò nel campo di combattimento dove Sakura e
Suigetsu erano stati attaccati.
Arrivato, con sulle spalle il ragazzo trovato, si avvicinò
ai due ninja, mentre questi legavano i ninja traditori tramortiti.
-Sakura-San.
Chiamò Jugo, avanzando nell’erba.
La ragazza si voltò, sgranando poco gli occhi verde smeraldo
e corse verso Jugo, intento ad appoggiare al suolo il ragazzo
sopravvissuto.
-Chi è?! È del villaggio?.
-Si.. L’ho trovato vicino alla cascata.
Sakura guardò Jugo, concentrandosi poi sul ragazzo svenuto.
-Forse allora gli abitanti sono davvero dalle parti delle grotte..
Quando si sveglierà chiederemo dove sono.
Il ragazzo annuì, spostando lo sguardo su Suigetsu, che
ridendo, prendeva in giro ai pochi ninja del suono coscienti.
-Sasuke kun..
Sasuke si voltò verso la voce di Karin, con un peso allo
stomaco che si alleggeriva all’improvviso.
Karin si avvicinò come un fulmine, i capelli rossi al vento,
e la faccia con un espressione stanca.
-Dov’è Naruto?
La voce di Sasuke era uscita roca, allarmata al nome del compagno.
Quando non aveva visto la zazzera bionda accanto alla ragazza, una
strana spiacevole sensazione era partita dallo stomaco, facendogli
rizzare i peli sulle braccia, e battere forte il cuore.
Karin si voltò dietro di lei, sorpresa.
-Era dietro di me.. Ci avevano attaccati e..
-Cosa?
Sasuke avanzò verso la ragazza; la calma che sempre lo aveva
caratterizzato spazzata via con una semplice frase.
Erano stati attaccati. Naruto era stato attaccato.
Sai lo fermò con una mano sulla spalla, che Sasuke con uno
strattone tolse.
-Non lo so.. Mi aveva detto di correre dopo un suo segno, e
così ho fatto. Pensavo fosse dietro di me.
-Diamine Karin.. Non hai sentito che nessuno ti seguiva!
Quasi urlò, girandosi per spiccare un salto nel bosco.
Prima che lo facesse, sentì l’auricolare vibrare
leggermente.
-Sasuke!! Ci serve del supporto…
Sasuke si fermò, cliccando il bottone, mentre Karin e Sai lo
guardavano preoccupati.
-Che succede?
-Jugo
a portato un ragazzo del villaggio che sembrava moribondo, ma poi.. Non
so cosa sia succe… zzz..
-Sakura..
Chiamò Sasuke.
Dall’auricolare si sentiva solo la voce ovattata della
ragazza che lo chiamava, e un fastidioso rumore di sottofondo.
Preso da una rabbia ceca, si staccò l’auricolare
dall’orecchio con irruenza forza e lo lanciò
contro un muro.
-Sasuke ma co..
Karin si zitti allo sguardo di fuoco di Sasuke.
Aveva sempre avuto il terrore del Eien no mangeskyo Sharingan di
Sasuke, e quando il moro lo mostrava quando non combatteva, era sempre
un brutto presagio.
Non avrebbe mai pensato che il legame di Sasuke e Naruto fosse
così… indissolubile.
-Andate nel punto B, Suigetsu e Sakura hanno bisogno di aiuto..
-E tu?
Chiese Karin, tremando appena al fissare quelle iridi rosso sangue
stellate.
-Vado a cercare Naruto..
Sibilò, voltandosi.
Karin spalancò gli occhi, correndo verso Sasuke afferrandolo
per un braccio.
-Starà bene, forse ci sta raggiungendo.. Non..
-Lasciami Karin.
Il tono di Sasuke accaparrò la pelle perfino a Sai, che in
disparte, fissava il corpo tremante di rabbia del moro.
La ragazza si fermò, lasciando la presa sulla maglia di
Sasuke e fece un passo indietro.
-Ma..
-Esegui gli ordini.
Sibilò balzando, sparendo nella boscaglia fitta.
Non doveva accadere nulla a Naruto.
Al suo bambino.
Non se lo sarebbe mai perdonato. Avrebbe raso al suolo Konoha. Gli
avrebbe attribuito tutta la colpa.
Sasuke digrignò i denti, lasciando un solco su ogni ramo in
cui saltava, per quanta forza iniettava nei piedi.
Si sentiva tanto il suo avo.
La distanza che lo separava da Naruto.
La distanza che separava Madara da Susugi.
L’aria gli mancò, e cercò di calmarsi,
per pensare a mente lucida.
-Sasuke?!
Ringhiò, fermandosi e atterrando al suolo agilmente. Prese
la ricetrasmittente di emergenza dalla sacca dei kunai, che aveva
attaccato nella coscia.
-Mh!?
-Naruto
è in pericolo. Il ragazzo che ha trovato Jugo ci ha
confessato che ci stavano aspettando e volevano la Volpe. Lo hai
trovato??
Allargò gli occhi, schiudendo le labbra, catturando
più aria possibile.
-Katon: Gokakyu no jutsu.
Dopo i sigilli, Naruto posizionò la mano davanti alle labbra
mentre un calore incendiario gli saliva per la gola, uscendo.
La palla che si formò davanti a lui era enorme, e si
alzò al cielo, riscaldando e incendiando tutto intorno a se.
Ridacchiando, Kira si ritirò, mentre affascinato guardava un
suo sottoposto bruciare vivo davanti a lui.
-Però!.. Anche meglio di un Uchiha.
Disse, mentre Naruto lo guardava con il fiatone.
Era sfinito e si stava sforzando troppo.
Aveva dovuto bloccare, in parte, il chakra di Kyuubi, poiché
era troppo caldo per il feto. Tsunade lo aveva avvisato, e lo aveva
aiutato, e anche Kurama si era calmato, bloccandosi in una parte remota
del suo inconscio.
-Chi sei?
Urlò il biondo, ritirandosi in posizione di difesa,
estraniando le urla dell’uomo che bruciava.
Kira balzò giù dal ramo, lanciando un kunai verso
l’uomo, trapassandogli il cranio con un colpo secco, e le
urla cessarono.
Naruto guardò scioccato la scena.
-Perché l’hai fatto. Era un tuo compagno.
Urlò sconvolto.
Kira ghignò fissando il corpo inerme.
-Un inetto. Era cos’era!
-Tu sei pazzo?
Urlò sconcertato Naruto, sfoderando la katana,
stringendosela tra le dita.
-Può essere.
Sasuke fissò l’enorme palla di fuoco nascere ed
estinguersi.
-L’ho trovato.
Disse e balzò verso il fumo nero, sperando di arrivare in
tempo.
Doveva arrivare in tempo.
Dio! Erano caduti in una stupida trappola.
Eppure, aveva una brutta sensazione. Un pensiero fisso che non si
dissipava, ma che diventava sempre di più veritiero.
-Ahhhhhhhhhhh.
Quando sentì quell’urlo di dolore,
aumentò il passo, bestemmiando.
Il cipiglio in volto si intensificò, e strinse i pugni
così forte, che sentì il dolore pungente partire
dai palmi.
***
Quando sentì l’impatto al suolo,
boccheggiò, afferrandosi il grembo, come per proteggerlo.
Cercò di alzarsi ma un fischiettio acuto, lo
riportò al suolo e urlando, si strinse le orecchie. Quel
suono era troppo forte, ed era come se in testa avesse mille aghi che
spingevano per uscire.
La vista si macchiò di nero per un secondo, e poi di un
bianco puro e forte, e tremò quando il suono
cessò.
Davanti a lui si focalizzò Kira, con uno sguardo maligno e
divertito.
-Tu saresti la volpe.. Non sei poi tanto forte come mi avevano detto.
Lo prese in giro il ragazzo, avanzando verso Naruto, fermandosi davanti
a lui.
Naruto alzò lo sguardo lucido, cercando di guardarlo
più truce possibile.
-Non ho niente contro di te, ma qualcuno vuole che ti faccia questo.
Poi sentì un fuoco incredibile partire dalla spalla, dove il
ragazzo aveva appoggiato la sua mano e urlò con tutto il
fiato che aveva in gola, piegandosi in avanti, sulle ginocchia e le
braccia.
Sentiva ovattate le risate, ma percepiva quel fuoco che gli stava
bruciando le vene.
Si portò una mano al ventre, cercando di concentrare
più chakra possibile in quel punto, creando una barriera
azzurrina e poi crollò senza forse al suolo, mentre il
calore iniziava a spegnersi.
Sasuke…
-Naruto? Mi senti?
Le palpebre tremarono, e aprì gli occhi, incontrandone un
paio di color nero.
-..Suke?
Sussurrò.
Il moro annuì, alzandoselo in braccio, stringendolo forte.
Naruto appoggiò il capo sul petto ampio, guardando la
mascella contratta del moro, che fissava davanti a loro. Strinse le
mani alla tuta grigia del moro.
-I ragazzi ci aspettano al campo. Come ti senti?
Sasuke abbassò lo sguardo nero sul viso di Naruto.
-Bene.. E kira?
Domandò.
-Il Kyuubi a preso il controllo dopo che sei svenuto, e lo ha ucciso.
Naruto spalancò gli occhi, spaventato e Sasuke si
fermò, fissandolo dall‘alto mentre la mano ambrata
correva al ventre.
-Il bambino sta bene. La tua barriera l’ha protetto dal
chakra del demone. Ma penso che Kyuubi non abbia esagerato con il tuo
corpo.
Sembrò calmarsi Naruto, socchiudendo gli occhi stancamente.
-Scusami.
Sussurrò, dispiaciuto.
Il moro lo fissò, fermandosi su una collina, poco prima del
campo, e lo depositò su una roccia, facendosi guardare in
volto.
-Quello che deve scusarsi sono io. Non sono riuscito a proteggerti come
dovevo fare, e per la mia stupidità, potevi perdere il
bambino.
Il biondo sgranò gli occhi, guardando scioccato Sasuke che
si stava scusando per qualcosa.
Neanche quando era stato catturato e portato a Konoha, si era scusato
con il villaggio per il tradimento, e ora invece, si stava scusando
verso di lui.
Si alzò, anche se le gambe tremarono sotto il suo peso, e
guardò fisso il moro.
-Perché ti stai scusando. Mi hai protetto, ma purtroppo era
una trappola, e non potevi farci niente. Alla fine sei arrivato e va
tutto bene, è questo l’importante.
Sasuke aprì le labbra per parlare, ma Naruto lo
fermò sul nascere.
-Va tutto bene, io sto bene e anche lui.
Prese una mano di Sasuke, e la poggiò sul ventre gonfio,
guardando il moro negli occhi.
-Ok?
Sasuke sospirando, annuì, avvicinandosi a Naruto, facendo
vagare la mano sotto la tenuta ninja, e assaporò la pelle
calda del biondo.
La mano aderì perfettamente alla curva accentuata della
pancia, come ad accarezzare il suo bambino.
Naruto guardò Sasuke, perdendosi in quello sguardo
magnetico, reso ancora più magico dalle sfumature rossastre
dell’astro morente.
Si morse il labbro, abbassando appena lo sguardo, per poi alzarlo.
Sasuke ci lesse tanta decisione in quegli occhi e si sorprese per un
attimo.
Notò come le guance di Naruto iniziarono a imporporarsi
lentamente.
-Suke?
-Mhh..!?
-.. Io.. Io non te l’ho mai detto. Tu invece lo ripeti
sempre.. Bhè.. Quello che sto cercando di dirti..
È che.. Umh..
Perché era così difficile dire quelle semplici
parole.
Amava Sasuke, e voleva dirglielo, anche se era palese.
Ma era così complicato e imbarazzante.
Si vergognava da morire e ora, non capiva come Sasuke glielo dicesse
spesso, senza arrossire.
Lui era sempre così sicuro su tutto.
Il moro lo guardò, inarcando un sopracciglio, sorridendo di
sbieco. L’aria intorno a loro che si alleggeriva sempre di
più, lasciandosi alle spalle l’incidente di prima.
-Parla chiaro, dobe! Non capisco il dobismo.
Le guance di Naruto s’infiammarono per la rabbia e
l’imbarazzo.
Indietreggiò un poco, puntellandosi sul terreno verde, con
sfumature arancioni, e strinse i pugni di lato.
Le sopracciglia si strizzarono, così come le palpebre, e
aprì le labbra.
-Volevo semplicemente dirti, teme, che t.. ti.. Amo.. Ecco
l’ho detto. Ti amo, bastardo che non sei altro.
Quasi urlò Naruto, tentennando sul primo ti amo, non volendo
aprire gli occhi per guardare Sasuke.
Le palpebre chiare si aprirono piano, sempre di più,
sorprese dalla buffa confessione di Naruto, e un sorriso tenero gli
nacque sulle labbra; dirigendosi verso il biondo, lo
abbracciò, mentre il sole scompariva dietro
all’orizzonte.
-Usuratonkachi, era tanto difficile da dire!
Sussurrò, stringendo il biondo che si appese a lui, mettendo
un piccolo broncio che rimase nascosto.
Dietro di loro il sole scomparve dietro alla pianura, e le nuvole
presero un tenue color violaceo, mentre le loro labbra si univano in un
bacio.
Le braccia di Sasuke richiamarono a se il corpo caldo di Naruto,
afferrandolo per la vita, mentre le braccia di Naruto si perdevano
dietro di lui, sul collo, afferrando i capelli mori di Sasuke,
stringendolo sempre più vicino.
***
Karin si avvicinò al focolare, acceso per
l’accampamento, sedendosi accanto a Naruto, che
distrattamente guardava il fuoco ardere, e i rami bruciare.
Guardò il biondo, osservando come le fiamme tremolanti, gli
illuminavano il viso, perso nei suoi pensieri.
Interiormente sorrise, voltando il viso e chiuse gli occhi,
concentrandosi.
Applicò un sigillo, sussurrando la formula, sillabandola con
le labbra, sorridendo quando sentì un mugugno da parte del
biondo.
-Urghh..
Naruto spalancò gli occhi, afferrando la stoffa del
giubbotto bianco, in prossimità del bambino, mentre sentiva
distrattamente il calore sopportabile alla spalla.
Era come se qualcosa gli si fosse stato piantato nello stomaco.
Boccheggiò, stringendo le palpebre.
-Tutto bene, Naruto kun?
La voce di Karin gli arrivò confusa, e la guardò.
Gli occhi appannati, che distorcevano la sagoma della ragazza, che lo
guardava con un’espressione divertita.
-Si.. Sto bene.
Sbiascicò, alzandosi.
Le gambe tremarono, e si fermò, riprendendo a camminare
verso la tenda che condivideva con Sai e Sasuke.
Si sentiva strano, in gola sembrava che avesse un tappo, e la pancia
gli doleva nella parte alta sinistra. La afferrò con la
mano, stringendola, mentre scostava il telo, abbassandosi per entrare
nella tenda bianca.
Sai stava disegnando, come al solito, seduto sul suo futon. In mano il
pennello si muoveva sapientemente sul rotolo bianco, disegnando linee
nere, che prendevano forma in un’opera d’arte.
Respirò, cercando di cacciare giù il senso di
vomito che aveva, e si tolse il giubbotto grigio, dando le spalle al
moro pittore.
Tolto, chiuse gli occhi per il sollievo di non sentirsi oppresso dalla
stoffa pesante del capo, e, sopra alla maglia nera a maniche lunghe,
indossò una felpa larga, per oscurare il leggero
rigonfiamento.
-Sono stanco.
Piagnucolò, sdraiandosi sul futon, con la schiena, guardando
Sai che sorrise appena.
Appoggiò la mano sul ventre, prendendolo ad accarezzarlo
distrattamente.
-Cosa disegni?
Domandò.
Sai fece l’ultima linea con il pennello, per poi mostrare
l’opera a un Naruto stupito e affascinato.
-E’ il paesaggio che abbiamo visto a Kura. Il bosco di Kitsu.
-Sai, è bellissimo.
Gli occhi di Naruto brillavano di sincerità, e Sai credette
veramente di arrossire per l’imbarazzo.
-Grazie..
Poi Naruto aguzzò la vista, sedendosi di scatto, indicando
il dipinto.
-.. Ma.. Quelli.. Quelli siamo.. Io.. E..
Sai guardava Naruto, per poi annuire con ovvietà.
-Siete tu e Sasuke kun.. Spero che non ti dispiaccia se vi ho
immortalato, ma l’atmosfera mi è stata
d’ispirazione.
Naruto non parlava, fissava sconvolto il disegno, dove, avvolti dal
tramonto caldo, di Kura, c’erano loro due, abbracciati,
illuminati dalla luce del sole morente.
Sai stappò il foglio, porgendolo a Naruto.
-Tieni, se ti fa piacere, è tuo..
Naruto spalancò gli occhi, per poi mostrare un sorriso dolce
a Sai.
-Grazie..
Rispose, prendendo il foglio tra le mani, guardandolo.
-Sono felice per te.
Disse poi l’artista, e Naruto lo guardò confuso
per un momento.
-Eh?
-Tu e Sasuke.. Avete rafforzato il vostro legame.
Il biondo sorrise, annuendo.
-Già..
Rispose, e in quella singola parola, Sai percepì tutta la
felicità e la radiosità di Naruto.
Spalancò gli occhi, mentre un’ondata di dolore
nasceva dal fianco, spargendosi come fuoco in tutto il grembo.
Gemette, stringendo le palpebre, e balzando seduto; la mano che
afferrava la carne cocente, stringendola per alleviare il dolore.
Il respiro si fece ben presto pesante, e si ritrovò ad
annaspare, come se stesso affogando. L’aria sembrava sempre
poca per i suoi polmoni.
Una luce fioca, quella della lampada a olio, si accese, e subito fu
circondato dai due mori.
-Naruto kun..
Sai pareva frastornato dal sonno e dall’ansia,
così come Sasuke, che subito si era irrigidito, guardando
cosa stringesse la mano.
Allungò la sua, appoggiandola sul dorso della mano piccola
si Naruto, guardandolo con crescente paura.
-Stai bene?
Naruto singhiozzò, scuotendo la chioma bionda, mentre si
piegava in avanti per il crescente dolore.
Sai scattò in piedi, uscendo dalla tenda, incamminandosi in
quella delle ragazze.
-Vado a chiamare Sakura chan..
Sasuke non ebbe modo di dire o fare niente, che Naruto si
divincolò dalla sua presa, piegandosi dall’altro
lato, rigurgitando del sangue.
Balzò in piedi, afferrando Naruto, e lo portò di
peso fuori, all’aria aperta.
Il biondo si divincola nelle sue braccia, come se cocesse.
Poi tossicchiò ancora, e la maglia di Sasuke si
macchiò di rosso.
-Naruto.. Mi senti?
Domandò, appoggiando il biondo sul prato, facendogli
prendere aria.
Alzò il capo, guardandosi intorno.
Dove diavolo era finto Sai. Sakura era solo dall’altra parte
di quegli alberi.
-.. Dio che dolore.. È insopportabile.
Gemette Naruto, stringendosi sempre più forte lo stomaco.
Si sentiva sempre più bruciare, ogni qual volta che Sasuke
si avvicinava di più, gli sembrava che il fuoco aumentasse,
corrodendolo lentamente.
Era straziante. Non sentiva tutti quel dolore neanche quando il chakra
bollente del demone gli corrodeva la pelle alla quarta coda.
Quello era peggiore.
Era come essere immersi in un acido, sempre più a lungo.
Sasuke sentì finalmente dei passi, e alzò il
viso, guardando Sakura, Sai e Karin correre verso di lui.
Sicuramente sarebbero arrivati anche gli altri due.
Sakura corse accanto a Naruto, inginocchiandosi e urlando preoccupata.
-Che diamine è successo.. E tutto questo sangue?
Domandò incredula, guardando l’alone rosso sulla
maglia di Naruto e degli schizzi su quella di Sasuke.
-.. Fatti da parte.
Disse, risoluta, inginocchiandosi accanto al biondo, che si
dimenò, allontanandosi.
-S..sto.. Sto bene.
Ansimò.
Sasuke sapeva perché Naruto stava facendo così.
Se Sakura avesse passato le mani sul ventre di Naruto, tutti avrebbero
saputo del bambino.
Lo ferì, sapere che Naruto non era ancora pronto, ma
durò un millesimo di secondo, sapendo che il biondo stava
facendo sacrifici per lui.
Lo aiutò ad alzarsi, non ascoltando le prediche di Sasuke, e
lo alzò in braccio, fissando i compagni con sguardo
penetrante.
-Vado avanti io.
-Ma Sasuke kun.. Lascia fare a me.
Sasuke assottigliò gli occhi, voltandosi, e scomparendo con
un salto.
I ragazzi rimasero fermi, ammutoliti, guardando il punto dove prima
c’erano i due.
Sakura era immobile.
Gli occhi gli bruciavano e una voglia matta di distruggere e urlare la
invase.
L’avevano lasciata indietro, come sempre.
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