“Clint!
Clint!”
Il
pugno si abbatte sulla mascella quadrata del mio compagno, non
abbiamo tempo per i soccorsi dello SHIELD. Questo stupido cazzone
farà meglio a svegliarsi in fretta, abbiamo un Hulk incazzato
a pochi metri di distanza. Me ne sbatto se un dio Asgardiano minaccia
la mia Terra, Hulk infuriato mi stranisce e me la fa fare nella tuta.
Scrollo l'imbecille finché non rinviene con un singulto. E'
confuso e dolorante per i colpi che ha preso ma non vomita, quindi
niente trauma cranico. “Mi riconosci?”
“Cazzo...
Nat...”
E'
sufficiente. Impiego tutta la mia forza per rimetterlo in piedi.
Novanta chili di muscoli senza contare il peso della tuta e delle
armi. “Riesci a correre?” Non intendo finire mangiata da
Hulk. E' già successo, si è arrabbiato e ha mangiato il
personale paramedico che l'aveva in cura. Chiedetelo a Fury. E a
Betty Ross. Sta ancora dondolando sotto la doccia, la piccina. Carico
uno schiaffone, ma Clint lo intercetta e lo blocca a pochi centimetri
dal viso. “Ho capito, finiscila...” farfuglia lasciandomi
andare con uno strattone. Sarà confuso e indebolito, ma mi ha
ficcato le dita nella carne. Se domattina avrò i lividi,
glieli farò scontare a suon di pugni. “Lo senti?”
“Sento...
cos'è?”
“E'
Banner, è alterato e tu devi correre prima che la parete di
cemento armato venga giù e ci usi per stuzzicarsi i denti!”
Gli sbatto contro il pettorale sinistro il suo arco e la faretra di
frecce. Mi guarda con la stessa aria di un bambino che non ha capito
perché lo stai sgridando. “Hulk! Cattivo!” sillabo
schioccandogli le dita davanti agli occhi che non sono più
azzurro-Fremen-mangiatore-di-spezie. Il rumore si fa sempre
più vicino, sta correndo... sta caricando... cadiamo a terra
quando la parete viene giù con un frastuono assordante.
Arranco sulle ginocchia sbucciandomi le mani sulla grata, il
corrimano crolla appena faccio leva su di esso e mi accorgo che Clint
è rimasto indietro e che è a portata di braccio del
mostro.
Non
si abbandona un compagno, ma tecnicamente io sono una spia e penso
unicamente ai miei interessi. O a quelli della nazione che paga di
più. Sparo un po' di colpi al gigante, ma come temevo, gli
rimbalzano addosso o non procurano chissà che danno. Falco
viene spazzato via da un ceffone che, se non gli ha staccato la
testa, minimo gli ha rotto il collo. Il bastardo punta verso di me,
il ponte di ferro traballa e il vuoto si spalanca sotto i miei piedi.
Ci sono tre metri fra un piano e l'altro ed io sono addestrata per
cadere senza farmi granché male, ma il ponte mi crolla
addosso, i tubi frustano l'aria ed io capisco che il Fato mi ha
punita per quella nota rossa sul registro. L'ultima immagine che vedo
è Hulk che lancia un grido, un richiamo, chiamatelo come vi
pare, mi rizza i pochi peli del corpo sopravvissuti alla ceretta, e
va tutto in dissolvenza con un contorno di nausea a chiudere il
quadretto.
***
Mi
ha mangiato.
Sono
nello stomaco di Hulk.
Apro
gli occhi nel pronto soccorso dello SHIELD, le mie ferite sono state
medicate e a quanto pare devo essermi persa un bel po' di cose. Cos'è
quella roba fuori della finestra?
“Sei
sveglia?”
Fury.
Annuisco.
“Grado
di operatività?”
“In
ripresa.”
Fury
mi lancia un paio di pistole ma le manco entrambe. Mi atterrano fra
le gambe, sul letto. Ho ancora addosso la tuta. “Falco?”
“Fuori
con gli altri.”
“Hulk
non l'ha ucciso?” tiro via la coperta dallo stomaco, le mani
scorticate fanno un male cane sotto le bende. Avrò problemi
ad infilare i guanti.
“Dice
che non ha bisogno di ringraziamenti...”
“Non
ne avevo l'intenzione.”
“...
ma che se proprio ci tieni, puoi offrigli da bere, stasera.”
“Se
stasera non saremo morti, offrirò un giro a tutti...”
borbotto tornando precariamente in piedi. “Asgardiani o
alieni?” domando indicando col mento gli esseri aggrappati allo
scafo della fortezza volante.
“Alieni
di un'altra dimensione. Pensavi di essere sola nell'universo, Tasha?”
“Mi
interessa il compenso, non le tasche da cui escono” dichiaro
caricando le pistole. “Pronta.”
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