CAPITOLO
2. Civitavecchia
-Passami
quel dannato rossetto!
-Kath,
se te ne spalmi ancora un po' sembrerai una prostituta
anziché una
strega -rispose Lisa
-Perché,
cosa pensavi che volessi fare altrimenti? -replicò Kath
strappandoglielo dalle mani
Risi
dell'espressione sconcertata di Lisa: dopo tanti anni, ancora la mia
amica si doveva abituare a certe uscite della riccioluta ed
esuberante Kath.
Anche
la sera prima, quando ci aveva raccontato del travestito, Lisa era
rimasta sconvolta, dichiarando che già era tanto per lei
aver
parlato tutta la sera con il vampiro sconosciuto (o
“Sanguisuga
Sexy” secondo Kath) che poi aveva scoperto chiamarsi Andrea.
Kathernie
aveva un ragazzo a Roma, ma lei e Nicola erano quella che si dice
una.. “coppia aperta”; Kath non era mai stata uno
stinco di
santo, ed evidentemente neanche Nicola se aveva accettato queste
condizioni.
Niente
in contrario al divertimento.. finché non si feriscono i
sentimenti
altrui.
Quando
poi, sotto le coperte con la luce spenta, le mie amiche mi avevano
chiesto del Principe Focoso, mi ero limitata a dire che il soprannome
che gli avevo affibbiato era più che sufficiente a spiegare
tutto.
Adesso
ci stavamo preparando per andare al corso finale del Carnevale,
quello con i fuochi d'artificio.. e poi saremmo ripartite per Roma.
Sospirai
di tristezza al pensiero, mentre infilavo il mio costume da diavola.
-Tutto
ok? -mi chiese Lisa sfiorandomi un braccio con la mano
-Certo
-risposi tornando allegra -muoviamoci
°°°
Eravamo
esauste: non so quante volte avevamo fatto avanti e indietro per la
passeggiata viareggina ballando e saltando mentre i carri sfilavano
fra coriandoli e canzoni.
Era
giunto il momento della premiazione e poi, finalmente, ci sarebbero
stati i fuochi.
Mi
guardai un po' intorno, era emozionante vedere Piazza Mazzini
così
gremita di gente, tutta rigorosamente mascherata: non mancavano
Burlamacco e Ondina, maschere ufficiali del Carnevale viareggino, poi
c'erano personaggi Disney, animali, fate, principi..
Un
momento.. principi?
-Porco
cazzo! -esclamai accucciandomi immediatamente sulle ginocchia
-Hey
-fece Kath sorpresa, guardandomi dall'alto -che ti prende?
-Ragazze,
dobbiamo allontanarci -spiegai agitata
-Perché?
-chiese Lisa guardandosi intorno senza capire
..E
lui la sera prima aveva visto sia Lisa sia Kath!
Accidenti..
-Abbassatevi
anche voi! -sibilai
-Perché
parli così? -fece Katherine imitando il mio sibilo
-Abbassatevi
e vi spiegherò! -implorai, sempre più impaziente
Vidi
le mie amiche scambiarsi uno sguardo perplesso, poi scrollare le
spalle e accucciarsi accanto a me
-Che
succede? -volle sapere Lisa; la gente attorno a noi ci lanciava
occhiate stranite.
-C'è
Dann -risposi sempre sottovoce
-Chi?
-Il
Principe Focoso! -esclamò Kath, gioiosa come una bambina
-Shhhhht!
-implorai, ma tentare di frenarla era come voler arginare un fiume in
piena.
-Hey,
Principe Focoso! -strillò infatti lei, ritirandosi su
-Kath,
NO!
Ma
il danno ormai era fatto: vidi Dann (sempre in tenuta cavalleresca)
smettere di chiacchierare con il gruppo di amici che aveva vicino, e
guardarsi attorno con un sopracciglio alzato, fino a quando non
individuò Kathrine
Ebbi
un attimo di speranza quando notai la sua espressione perplessa di
fronte alla mia amica che sventolava la mano a mo' di saluto.. poi
però mi vide, nonostante avessi tentato in tutti i modi di
rendermi
invisibile e cominciò ad avvicinarsi.
-Lasciamoli
soli -propose Kath prendendo Lisa per un braccio
-No,
ragazze.. -implorai
-Troppo
tardi -fece Lisa con un sorriso di scuse -Buona fortuna! -e
scomparvero tra la folla
Mi
voltai, sapendo già chi mi sarei ritrovata di fronte.
-Principe
Focoso, eh?! -mi chiese Dann, e sembrava si stesse divertendo un
sacco
-E'
un soprannome che si è inventata Kath -mentii
-Ed
è per questo che sei ancora accucciata lì per
terra -rise
Rendendomi
conto solo in quel momento del fatto che avesse ragione, mi ritirai
su velocemente -Però ti sei girato subito -gli feci notare
-Conosco
i miei pregi
Non
lo disse con tono da sbruffone, anzi vi mise un'ironia che mi fece
sorridere; anche quando mi aveva presa in giro, lo aveva fatto con
tono simpatico, per nulla indisponente -Ascolta -dissi poi passandomi
una mano fra i capelli -vado a cercare quelle due, anzi scusa per..
-Come?
-mi bloccò, e sembrava.. deluso -Scappi di nuovo?
Scappare?
Aggrottai le sopracciglia guardandolo storto -Io non scappo
-Lo
hai fatto ieri sera e lo stai facendo adesso -mi contraddisse
-Non
sto scappando proprio da niente perché non è
successo niente
-ribattei, piuttosto irritata da quell'affermazione- o meglio, niente
che non sia morto e sepolto insieme a ieri sera
Ok,
forse ero stata un tantino crudele.. ma mi dava sui nervi la gente
che avanzava pretese.
Dann
però non sembrò colpito dalle mie parole;
inarcando le sopracciglia
rispose -E questo l'avevo capito. Ma mi pare assurdo che trovi
ripugnante anche solo l'idea di rivolgermi più di mezza
parola
-Non
è una cosa da me -tagliai corto incrociando le braccia sotto
al
petto
-Quindi
lo fai spesso
Ma
chi si credeva di essere?
-Mi
stai giudicando? Perché tu fai esattamente lo stesso a
quanto pare
-pungente e dritta al nocciolo
-Non
ti sto giudicando, anzi tu sai dove fermarti -rispose, riferendosi a
quando mi ero rifiutata di andare oltre al bacio.
-E
allora che vuoi? -Se non stava mirando a quello che
diavolo
voleva? Conoscermi e tutte queste storie per vedere in quanto tempo
sarebbe riuscito a ...?
-Io
vivo a Roma e stasera riparto -sputai il rospo, certa che dopo un
rospo di questo genere mi avrebbe fatto i suoi più
cortesi saluti
e poi a mai più.
Tuttavia
le mie parole, ancora una volta, non sembrarono fargli
chissà quale
effetto: Dann restò un attimo a guardarmi -Roma..
-ripeté, ma più
che parlare con me sembrava immerso nei propri pensieri -ci sono
stato solo una volta, ma non me la ricordo tanto bene
Sospirai,
e decisi che quello era il momento di girare i tacchi ma, quando lo
feci, lo sentii trattenermi delicatamente per un braccio
-Aspetta.
-Che
c'è? -chiesi scocciata e turbata dal pensiero del viaggio
imminente
e dal peso di tutti i viaggi che avevo fatto sino ad allora
Dann
mi scrutò a fondo e all'inizio non capii perché;
quando realizzai
di aver lasciato affiorare le mie emozioni e i miei turbamenti sul
viso, era troppo tardi
-L'avevo
capito ieri sera che non vivi qua: si sente dall'accento
-spiegò e
io pensai alle mie doppie marcate, alle C trasformate in G e ai verbi
mozzati: tutte cadenze che avevo acquisito negli anni vivendo nella
capitale -E ho capito anche che ti manca Viareggio -aggiunse, quasi
sottovoce; non era una domanda.
Lo
guardai, trovando tenerezza nel suo sguardo mentre le sue dita
scivolavano via dal mio braccio.
-Quanto
è distante da qui di preciso? -mi chiese
-380
Km con l'autostrada -risposi quasi in automatico, da tanto che ormai
ce lo avevo impresso nella mente quel numero -Tutti però
prendono
l'uscita per Civitavecchia, che è più o meno 30
km prima: lì non
fanno pagare il pedaggio
Stavo
vaneggiando, era ovvio: a chi importava del pedaggio di
Civitavecchia? E soprattutto, perché ne stavo parlando con
Dann?
-Scommetto
che tu sei una di quelle -tirò a indovinare lui, per niente
stranito, e ci prese
-Certo:
con tutte le volte che faccio su e giù risparmio tantissimo
-confermai senza ritegno
-Tirex!
-mi accusò allora
Io
aggrottai le sopracciglia -Perché mi stai dando del
dinosauro?
Oltretutto è veramente brutto, le giraffe sono molto
più belle
-delirio libero
-Ti
piacciono le giraffe? -mi domandò Dann stupito e divertito
allo
stesso tempo da questa mia uscita
Annuii,
cercando di darmi un contegno -E' il mio animale preferito. Ma
ritornando al Tirex, cosa c'entro io?
Dann
rise -E' per le braccine corte -disse imitando l'animale -tirchia!
-Senti
chi parla -replicai indicandolo -Hai lo stesso costume di ieri sera
-Ho
il mio titolo di Principe Focoso da mantenere
Sbuffai
divertita -Ancora con questa storia! E' stata..
-E'
stata Kath, come no -mi interruppe -Ma mi pareva che fosse troppo
impegnata con quel travestito e con la sua stupenda
parrucca
per badare a noi.
Questo
mi fece scoppiare a ridere -Era orrenda!
Quando
però smisi di ridere, scoprii che la situazione non era
affatto
diversa -Senti, Dann..
-Lasciami
il numero -mi interruppe lui, serio -o la chat. Così, senza
impegno,
che ne dici?
Voleva
un mio parere? La verità era che non riuscivo proprio a
fidarmi.
Insomma, perché me lo avrebbe chiesto se non per tentare di
arrivare
a.. e poi mollarmi su due piedi? Perché andava bene la
“conquista
difficile”, ma tempo una settimana o due, il necessario per
realizzare che Roma non è dietro l'angolo e che anche la
situazione
sarebbe stata difficile (perché in un'eventuale storia a
distanza lo
è sempre), e Dann avrebbe lasciato perdere, cercandosi una
viareggina più a portata di mano.
Lo
guardavo in silenzio, e lui mi guardava di rimando, paziente, in
attesa della mia decisione.
Fallo
disse una vocina dentro di me così, per fare
qualcosa, vedere che
succede. Ormai erano passati diversi mesi.. era dalla fine
dell'estate che non stavo con qualcuno; soffrire le pene
dell'inferno, ma per chi?
Tre
mesi idilliaci fra onde e sale, e la pelle abbronzata di Lorenzo che
scivolava sulla mia; tre mesi di Viareggio, tre mesi senza
preoccupazioni, tre mesi perfetti.
Tre
mesi della mia vita buttati nel cesso, ad amare chi con me aveva
sempre e solo finto di provare lo stesso sentimento, per poi
scartarmi, buttarmi via come un vecchio giocattolo usato non appena
avevo imboccato l'autostrada di ritorno verso Roma.
Ma
forse con Dann non c'era questo pericolo: sarebbe stata solo
corrispondenza (telefonica o via chat), senza pericolo di
infatuazioni.
Poi,
come ho detto, ero sicura del fatto che si sarebbe stufato presto,
quindi.. perché no?
-Ce
l'hai carta e penna? -gli chiesi allora
-Ma
come, nella capitale siete ancora al papiro? -chiese con un sorriso
radioso, tirando fuori il telefonino
-Be',
fa molto Giulio Cesare: sai com'è, le vecchie tradizioni
-risposi
sorridendo a mia volta per poi dargli il mio numero
C'era
uno strano silenzio, sia fra la folla sia dal palchetto allestito per
l'occasione nella Piazza.
-Che
succede? -chiesi guardandomi intorno
-E'
il momento dei fuochi -rispose Dann indicandomi la spiaggia, a pochi
metri da noi e dai carri fermi.
E
infatti qualche istante dopo ci fu il primo scoppio, accompagnato da
una dolce melodia; la conoscevo ma che canzone era?
Dann
mi sorrise -A proposito di viaggi..
Con
te partirò! Ecco qual era.
Ma
allora ci si erano messi proprio d'impegno allora per farmi piangere!
Era una delle canzoni più dolci che conoscessi.. e mi faceva
star
male per il semplice fatto che nessuno era mai voluto
“partire con
me su navi per mari..”. Avevo sempre viaggiato da sola,
tranne per
il Carnevale, dove portavo sempre le mie amiche. Lo so, questa si
chiama autocommiserazione, ma che potevo farci?
Abbassai
lo sguardo, non perché volessi ignorare lo spettacolo
pirotecnico,
ma perché quelle note mi facevano star male a tal punto da
riuscire
a stento a trattenere le lacrime. E, per quanto i fuochi d'artificio
fossero belli, segnavano la fine del carnevale, la fine dell'unico
week-end in cui le mie due vite si riunivano, anche se per poche
ore.. quelle poche ore che valevano davvero una vita, perché
non le
vivevo a metà, divisa fra due città, due affetti:
avevo le mie
amiche, la mia famiglia, Viareggio. Avevo tutto.
Dann
non commentò questo mio essermi rabbuiata all'improvviso, ma
sono
sicura che se ne accorse, perché mi si avvicinò
di un passo, senza
toccarmi ma lasciando che le nostre spalle si sfiorassero; sentivo il
lieve tepore del suo corpo, appena accanto al mio.
Cosa
voleva fare? Farmi credere che mi fosse vicino dopo neanche 24 ore
che ci conoscevamo?
Tutte
le mie forze erano concentrate nel trattenere le lacrime, e arrivare
alla fine della canzone fu un'impresa.
Il
solito mare di gente allegra e festosa per ciò a cui aveva
appena
assistito cominciò ad allontanarsi, in un disordine di
maschere
tutto viareggino.
Risollevai
lo sguardo, e incontrai quello di Dann.
-Adesso
devo andare -annunciai
-Lo
so -rispose, e non sembrava per niente contento.
Gradii
il fatto che non sembrasse intenzionato a strapparmi baci d'addio e
robe varie che non avrei assolutamente gradito -Ciao, Dann -ancora
scossa, decisi di tagliare corto, superandolo per andare a
rintracciare quelle due sciagurate delle mie amiche.
-Ci
vediamo presto -rispose lui
Mi
voltai a guardarlo con le sopracciglia sollevate e un'espressione di
puro scetticismo sul viso; lui rispose con un sorriso limpido, poi si
voltò, probabilmente anche lui a cercare i propri amici
Tornai
a guardare avanti a me, e finalmente trovai Kath e Lisa.
-Eccola!
-mi accolse Kath spintonando l'altra per venirmi incontro -Come
è
andato questo secondo incontro?
Scrollai
le spalle -Gli ho lasciato il numero
-Gli
hai lasciato cosa? -ripeté Lisa, quasi le avessi detto che
ci
eravamo messi a farlo nel bel mezzo di Piazza Mazzini; Kath invece
fece i salti di gioia -avevo capito che non ti interessava, e
invece..!
-Infatti
è così -confermai -L'ho fatto per.. noia
-Certo,
come no!
Lisa
sollevò le sue sopracciglia fini e chiare, mentre Katherine
mi
passava un braccio attorno alle spalle -Brava, adesso hai il tuo
passatempo viareggino. Per ogni marinaio, ogni porto è un
amore!
Non
gradii molto il paragone con il marinaio (FOTO),
ma quello che più mi lasciò interdetta fu
l'uscita misteriosa di Lisa -Già, ma ogni marinaio prima o
poi getta
l'ancora da qualche parte.
°°°
Guidavo
da 3 ore e 30; ormai eravamo quasi arrivate. Kath dormiva
pesantemente, mentre Lisa sedeva silenziosa accanto a me.
Prima
di partire, le mie amiche avevano provato a convincermi a guidare a
turni ma io avevo rifiutato: erano mie ospiti, e volevo trattarle
meglio di quanto avrebbe fatto un albergo a cinque stelle.
Quindi
continuavo a macinare chilometri, lungo l'autostrada buia e
silenziosa. Ero fissa sui 100 anche se il limite era di 90 in quel
tratto ma, con il tom-tom che mi segnalava gli autovelox e quasi
nessuno in giro, potevo stare tranquilla; andavamo veloci verso casa.
Casa..
ma perché ad ogni viaggio di ritorno verso Roma, mi sembrava
di
lasciarla alle spalle casa mia?
Vivevo
lì da quando avevo 11 anni e, quando appena due anni fa
l'incarico
di lavoro di mio padre era terminato e i miei erano tornati in
Toscana, nostra terra di origine, io avevo scelto di rimanere nella
capitale. Trattasi di completare il liceo, impresa quasi compiuta e,
soprattutto, di rimanere insieme alle mie migliori amiche che mi
avevano accolta a braccia aperte da quando mi ero trasferita, finendo
nella loro città e nella loro classe in prima media;
Ma
cosa avrei fatto quest'estate, dopo la maturità?
Sospirai
stringendo di più il volante.
Adoravo
e odiavo i viaggi per lo stesso motivo: 4 ore di pensieri, belli o
brutti, la mia mente spaziava in tutti gli angoli per 4 ore. E quella
domanda, quella stramaledetta domanda, tornava sempre allo scoperto..
Certo
che avrei fatto l'Università, e dopo gli studi fatti sin
ora, sapevo
già che avrei preso una facoltà scientifica, non
era questo il
problema. La domanda da un milione di dollari era DOVE: la Sapienza a
Roma o La Statale di Pisa?
E
ancora, dopo quasi cinque anni da quando avevo cominciato a pensarci,
non sapevo rispondere.
-Tutto
bene? -quasi sobbalzai udendo la voce di Lisa; i suoi occhi andarono
per un attimo alle mie nocche, bianche per lo sforzo di stritolare
quel volante
-Sì
-risposi allentando la presa -certo
-Sei
stanca? Vuoi che guidi io?
-No,
non preoccuparti. Manca poco
E
infatti, pochi chilometri dopo, vidi il cartello, in alto e ben
leggibile: ROMA.
Trattenendo
un altro sospiro, seguii l'indicazione con su scritto GRA, Grande
Raccordo Anulare, già rallentando perché tanto
era sempre
trafficato a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Paragonai
per un attimo quella strada al lungomare di Viareggio, sempre pieno
di biciclette e quasi mi venne da fare inversione a U rigirando la
macchina.
-Hai
detto che Dann aveva già capito l'altra sera che non eri di
Viareggio -commentò a un tratto Lisa
-Sì
-risposi senza capire dove volesse arrivare -Perché?
-E
ti ha chiesto lo stesso di rivedervi
-Già
-confermai; mi aspettavo che aggiungesse qualcos'altro ma
ciò non
accadde -Ma perché queste domande? Non mi eri sembrata tanto
entusiasta di questo fatto
Lisa
scrollò le spalle -Stavo solo pensando.. in quattro ore
dentro una
macchina nel bel mezzo del nulla, che cosa si può fare se
non
pensare?
Scrollai
le spalle -Da piccola io parlavo con i miei piedi
-Cosa?!
-fece Lisa scoppiando a ridere
-Sul
serio! Dei discorsi lunghi delle ore
-Ecco
come ci si riduce dopo troppi di questi viaggi!
Risi
con lei, poi sentimmo un mugugno provenire dai sedili posteriori
-Perché ridete tanto? -avevamo svegliato Kath.
Be',
menomale, perché adesso che eravamo tutte sveglie, il
viaggio
sarebbe trascorso piacevolmente fra una chiacchiera e l'altra.
Qualche
chilometro più avanti imboccai l'uscita per Civitavecchia.
Tirex
sussurrò una vocina nella mia testa e quasi mi
scappò da ridere.
Chissà
cosa aveva in mente Dann con questa storia del numero.. mah,
finché
ci fossero stati questi quasi 400 Km a separarci, non mi sarei
preoccupata.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Prima
di tutto volevo ringraziarvi! <3
Grazie
a chi ha sta leggendo questi capitoli perché ha scovato
casualmente
la storia su EFP, a chi è stata incuriosita
dall'introduzione, e a
chi ha deciso di leggere dopo che l'avevo avvisata della
pubblicazione!
E
grazie di cuore a chi ha recensito ovviamente =)
Be',
diciamo che con questo capitolo il “Principe
Focoso” ha ottenuto
un'opportunità per dimostrare di essere veramente un
principe ;)
Spero
non vi sia sembrato azzardato il gesto di Lally di lasciargli il
numero.. in fondo questo ragazzo la intriga e, per quel poco che lo
conosce, può dirsi quasi sicura di non essere incappata in
un
malintenzionato.. ma ovviamente vedrete nel prossimo capitolo come
Dann si giocherà le sue carte!
Attraverso
una mezza paginetta scritta dal suo punto di vista, cercherò
di
farvi capire meglio cosa gli giri per la testa..
Tornando
però a questo capitolo, volevo spiegarvi gli strani
vaneggiamenti di
Lally a proposito di Civitavecchia e giraffe: oltre al fatto che
questi particolari li ritroverete poi nel corso dei capitoli
(ovviamente non vi dico come e perché xD), volevo
sottolineare la
confusione che regnava in quel momento nella sua testa. Lally voleva
andarsene, sentiva di doversene andare, eppure allo
stesso
tempo, trovava piacevole parlare (e ripeto parlare, non solo
baciare!) con il suo principe.
Comunque
questa storia è tutta agli inizi e se questo, e forse anche
il
prossimo capitolo, vi potrebbero risultare un po' lenti (io comunque
mi sono divertita tantissimo a scriverli xD), spero che mi
perdonerete non appena farò rincontrare di nuovo di persona
i due
protagonisti ;)
Per
ora ringrazio le 3 persone che hanno aggiunto la storia fra le
preferite, le 6 che l'hanno aggiunta fra le seguite e chi sta
leggendo in silenzio!
Grazie
di cuore a tutte, è bello essere di nuovo su EFP! <3
Un
bacione!
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