*Ecco
l'ultimo capitolo. In realtà lascia tutto in sospeso ma non esattamente
perchè è intuibile come procede ora, la situazione di Sam si riunisce a
quella della serie originale, Castiel invece non farebbe nulla di quel
casino del Purgatorio e quindi non decadrebbe, però diciamo che mi
serviva tempo per elaborare un seguito ed avendo limiti di spazio, ho
dovuto farla finire qua. Però ho promesso un seguito perchè vorrei
scrivere una bella long fic come si deve su di loro. Pensavo di
cogliere l'occasione per farlo con questa. Allora è un saluto, una
sospensione, diciamo. Ci ritroveremo con altre fic su questa splendida
serie e su questa coppia che amo troppo. Quindi spero che fin qua vi
sia piaciuto e che vi abbia incuriosito per leggerne altre mie in
futuro. Grazie a chi ha letto e commentato. Buona lettura. Baci Akane
CAPITOLO V:
L’UNICA FORZA
Fu non poco
sorpreso di trovarselo davanti, come aveva imparato a trovare le tracce
demoniache così bene era un mistero, poi si ricredette… poteva anche
aver seguito Sam e poi a sua volta quell’impiastro di suo nonno, per
arrivare a lui.
Magari non
aveva nemmeno avuto idea di che cosa stava facendo per la gran parte
del tempo in cui l’aveva fatto, chi poteva dirlo.
Non gli
interessava. Ora aveva quella seccatura di Dean Winchester e voleva
solo toglierlo di mezzo. Non gli sarebbe stata di alcuna utilità. Già
aver a che fare con Sam senz’anima non lo lasciava tranquillo, ma del
resto lui in quelle condizioni gli era stato spesso utile. Non faceva
domande, faceva quello che suo nonno gli diceva e considerando che
Samuel rispondeva alle sue direttive, c’era da divertirsi, talvolta.
Però Dean era
un altro conto, era quello più ostico e pericoloso, visto che la sua
bella anima splendente l’aveva ancora!
Sospirando
seccato si mise su la sua tipica maschera d’imperturbabilità e senza
scoraggiarsi od allarmarsi, gli comparì davanti per impedirgli di
proseguire nel covo in cui era giunto e buttargli conseguentemente
tutti i preziosi piani all’aria.
Gli sarebbe
mancato solo questo.
- Cosa diavolo
hai fatto a tutti? - Ruggì Dean. Crowley sospirò con aria di
sufficienza, poi con una luce malefica rispose senza scomporsi,
prendendosi gioco di lui:
- Sii più
preciso, di cose ne ho fatte molte a molti! A chi e a cosa ti riferisci
di preciso? -
Dean non pareva
capace di reggerlo, solitamente l’ironia per rispondergli a tono la
usava ma se era particolarmente arrabbiato no. Ora doveva essere
furioso.
- A Sam e
Castiel! E poi chi diavolo è quello che sembra mio nonno? È morto da
anni, non può essere lui! - Fu particolarmente sintetico e Crowley con
delusione rimase immobile a sbarrargli la strada. Non doveva andare
oltre. Le mani in tasca in apparente tranquillità, in realtà era molto
attento alle sue mosse, non doveva sottovalutare quel piantagrane.
- Per quanto
riguarda il tuo caro nonno sorridi, è proprio lui! Mi sentivo buono e
ho deciso di regalargli una seconda vita, non sono stato gentile? E poi
dicono che sono una bestia! - Dean sospirò impaziente avanzando con
l’arma che possedeva, il famoso coltello anti demone. Probabilmente
Crowley era un pezzo troppo grosso affinchè funzionasse un metodo così
facile, ma doveva almeno provarci, non ce la faceva più.
- Tu non fai
mai niente senza motivo, non prendermi in giro! Dimmi subito cos’hai in
mente! - Crowley sogghignò gelido:
- Pensi davvero
che verrei a dirlo a te? E perché di grazia? - Dean ringhiò qualcosa di
incomprensibile per poi riprovarci sempre più esasperato. Era
combattuto fra il bisogno di sapere e quello di attaccarlo ed
ucciderlo. Era comunque anche consapevole che da quell’incontro non
poteva sperare di ottenere niente di più di un dialogo, gli doleva
ammetterlo ma quel demone era troppo forte.
- Cosa hai
fatto a Sam? Perché è così strano? Quello non è mio fratello, è solo
uno identico a lui! - Crowley per un momento si chiese se potesse
dirglielo, dopotutto non sarebbe stato male ammazzarlo con una
rivelazione simile, vederlo spezzarsi e soffrire davanti ai suoi occhi
solo nel dirgli che non aveva un’anima… però poi sarebbe stato troppo
facile. A lui piaceva torturare gli altri, lui soprattutto.
- Potrei
svelarti cosa succede a Sam solo in virtù di un bell’accordo.
Altrimenti non sprecarti a farmi altre domande che non rispondo senza
il mio avvocato! - Per un momento l’idea dell’avvocato del diavolo
parve addirittura comica ad entrambi solo che mentre Crowley ridacchiò
maleficamente a quella specie di battuta geniale, Dean non ne poteva
più di quell’umorismo da quattro soldi. Non aveva proprio voglia di
ridere…
- Castiel!
Dimmi di lui! - Non prendeva nemmeno in considerazione l’idea
dell’accordo, per un momento il demone ci aveva sperato ma alla fine fu
distratto da quella domanda.
- Castiel? Cosa
vuoi sapere di lui? - Era strano che glielo chiedesse… non lo vedeva da
quando l’aveva mandato via per parlare con quell’umano da strapazzo. E
la cosa, naturalmente, l’aveva irritato parecchio!
- Me lo chiedi
anche? L’hai ridotto in fin di vita! Giuro che se muore un modo per
farti fuori lo trovo, dannazione! - Dean era avanzato in poche falcate,
furioso all’idea di essere preso in giro proprio su Castiel, quindi
Crowley non si mosse, non tirò fuori le mani e non apparve allarmato ma
smise di sghignazzare, si fece particolarmente serio e cupo, Dean così
vicino a lui capì che era una questione di mosse. Se avesse alzato il
pugnale tentando l’attacco Crowley non si sarebbe più limitato a quel
dialogo indolore ma soprattutto capì, ed i suoi occhi scuri parvero due
buchi neri, che era vero quello che gli stava per dire.
- Qualcuno ti
sta prendendo in giro ed io cercherei seriamente di capire cosa succede
al tuo fratellino, Dean, perché io non ho toccato il tuo caro e dolce
angioletto. Non gli farei mai del male. Ovvio, nei limiti del
possibile. Se mi attacca sono ahimè costretto a rispondere a tono, ma
fin’ora c’è stata questa specie di pacifica e lontana convivenza.
Ognuno a risolvere i propri problemi. Non ha voluto il mio aiuto,
abbiamo preso strade diverso. Non ho niente da dire su di lui. E
soprattutto, se non intendi fare un patto con me, ti invito ad
andartene prima che il mio umore cambi e decida di ucciderti. - Aveva
cambiato idea su due piedi. Quando l’aveva visto aveva subito pensato
di farlo fuori ma parlandoci aveva capito che tenerlo vivo in quel
momento, in mezzo a tutti i guai che aveva e con suo fratello in quelle
condizioni, sarebbe stato decisamente meglio.
Dean però non
percepì quello come un saggio consiglio e all’idea che lui sapesse
tutto e glielo tacesse, il sangue gli andò alla testa quindi senza più
capacità di ragionare, lo prese per il bavero della giacca e
puntandogli il coltello alla gola osò ringhiargli contro minaccioso e
fuori di sé, seriamente intenzionato a minacciarlo in quel modo:
- Dimmi subito
cos’ha mio fratello! Cosa diavolo gli hai fatto, dannazione! Non puoi
insinuare che abbia fatto lui del male a Castiel e cavartela così! -
Ma il demone
divenne ancora più oscuro e gelido in quella specie di sorriso vuoto e
agghiacciante, infatti mormorando un inquietante: - Oh, invece posso
eccome. - lo prese a sua volta ma per il collo e stringendo lo alzò
senza pietà.
Dean avrebbe
urlato di dolore se non fosse per il fiato mozzato, non riusciva
nemmeno ad emettere una sillaba, in un attimo le forze l’abbandonarono
finchè non mollò il pugnale a terra. Disarmato e nelle sue mani pensò,
nel dolore che ormai annebbiava la mente, che forse sarebbe stata la
volta buona. Smettere.
Smettere tutto
non era poi così male.
Che se la
vedessero gli altri, per quel maledetto mondo corrotto e pieno di
problemi e gente insensibile. Che se la vedessero gli altri per… ma
proprio quando stava per lasciarsi andare definitivamente, il pensiero
che avrebbe abbandonato anche Castiel lo fece tornare attivo ma sarebbe
stato tardi.
Lo sarebbe
stato veramente se una forza senza pari, sovrannaturale ed
incalcolabile, non avesse fatto volare via Crowley come fosse un
fuscello.
Nel volo lo
mollò e si ritrovò a terra a tossire e cercare di riprendersi, si tenne
il collo dolorante e quando le forze lentamente gli tornarono, alzò il
capo mentre del trambusto intorno a lui annunciava una battaglia che
poteva anche essere fra titani, per l’energia che sentiva tuonargli
tutt’intorno.
Non credette
comunque ai suoi occhi, quando lo vide. Non ci credette.
Essere in mezzo
ad una battaglia di alti livelli come quella non era piacevole per
nessuno, ma esserlo fra Castiel e Crowley ancor meno.
I due erano uno
al lato opposto dell’altro e l’angelo in forma smagliante, luminoso più
del solito, continuava a tirare sfere di luce contro Crowley che, di
rimando, gli spediva contro quelle di tenebre.
Sembravano
seriamente intenzionati e mettere la parola fine al loro divario e Dean
si stupì per un momento perché i due non si erano mai affrontati così
direttamente, avevano sempre cercato di evitare ma soprattutto…
soprattutto dove la stava tirando fuori, quella forza?
Non avrebbe mai
pensato ne avesse tanta, non l’aveva mai usata a quei livelli, specie
non dopo essersi ribellato al Cielo. E poi l’aveva lasciato in fin di
vita, cosa gli aveva fatto, Bobby?
- Dean! Vieni
via da lì! - Disse Castiel senza urlare, non se lo immaginava a farlo
nemmeno in un caso del genere.
Dean lo fece,
si alzò e corse via abbassato in modo da non intercettare i loro colpi
magici. Quando fu dietro Castiel poté occhieggiarlo meglio. Sembrava
davvero diverso e prima di capire come fosse possibile, non poté che
sentire una gioia incontaminata salire da dentro, dopo lo stupore
iniziale. Era vivo, stava bene, era venuto da lui.
Solo Crowley
che conosceva Castiel meglio di quel che poteva sembrare, capiva quanto
strano fosse quel suo attacco diretto ed improvviso. Non era da lui
cominciare uno scontro simile se non c’era un motivo preciso. Farlo
solo per proteggere qualcuno a cui teneva non era sufficiente a meno
che non fosse talmente importante da spingerlo ad un gesto così estremo.
E comunque da
dove l’aveva tirata fuori quella forza?
Quando Dean
intravide nell’ombra una figura a lui familiare, un lampo gli fece
capire.
Balthazar, uno
degli angeli che si erano ribellati al Paradiso ed ai suoi simili ma
che non si erano uniti a Lucifero e ai demoni. Faceva i suoi loschi
affari e Castiel gli aveva insegnato a diffidare anche se talvolta gli
era stato vagamente utile per alcune vicende. Aveva capito che avevano
un certo rapporto, una volta dovevano essere stati compagni ma ora non
più.
Doveva essere
intervenuto in extremis per aiutarlo e probabilmente era riuscito a
dargli la forza necessaria per affrontare Crowley, oltre che per
salvarsi.
- Non è
sufficiente. - Disse Crowley vedendo che quello, seppure splendente e
di una potenza incredibile, era il suo limite di forza. Castiel parve
non turbarsi, come se già lo sapesse. Allungò una mano dietro di sé,
verso Dean, proprio quella che non usava per sprigionare la sua luce
che andava a tenere a bada il demone.
I due esseri
non si staccavano gli occhi di dosso e Crowley all’ultimo la vide,
quello strano balenio in quelli chiari di Castiel. Lo vide. Era quello
di uno che gliel’aveva fatta, che era riuscito esattamente laddove
aveva voluto.
Quando Dean si
sentì afferrare da lui, poco dopo l’udì rispondere con fredda
pacatezza:
- Ho quello che
mi interessa. - Dopo di questo, con una sfera particolarmente grande e
forte che tenne occupato Crowley, svanì insieme a Dean.
Fu silenzio
subito dopo.
Niente rumori,
niente sfere d’energia volanti, niente luci accecanti e colpi d’urto.
Fu tutto calmo
e Dean aprì gli occhi sentendo ancora la mano di Castiel tenerlo per il
braccio. Non aveva idea di dove l’avesse portato, non conosceva quel
posto, sembrava un vecchio magazzino abbandonato lontano dal mondo.
Probabilmente un posto sicuro.
Prese solo un
respiro, poi guardò l’angelo che lo ricambiava per assicurarsi che
stesse bene. Rimaneva sempre lui, il Castiel composto ed impassibile,
però si capiva che aveva fatto tutto quello per lui ed ora, solo ora, a
Dean era chiaro. Aveva accettato l’aiuto di quell’essere discutibile
solo perché così avrebbe potuto salvarlo.
Se fosse finita
male si sarebbe sentito in colpa per sempre e probabilmente sarebbe
stata la volta buona che l’avrebbe fatta finita, dopo tutti i duri
colpi subiti; la perdita di Castiel non poteva reggerla.
- Hai rischiato
tanto! - Disse domando a stento l’istinto di abbracciarlo. Sarebbe
stato stupido ed imbarazzante però lo voleva. Averlo lì vivo dopo che
aveva rischiato di perderlo era difficile da reggere.
- Anche tu. -
Rispose Castiel lasciandogli il braccio e guardandosi intorno per
assicurarsi che non ci fosse nessuno. Dean non seppe cosa ribattere a
riguardo, aveva ragione, si era esposto per salvarsi.
- E’ stato
Balthazar a darti tutta quella forza? - Non sapeva come ma era l’unica
spiegazione. Castiel annuì senza mutare espressione, forse non sapeva
nemmeno come si faceva.
- Non intendo
rifarlo, è illegale quello che mi ha proposto. Ho accettato solo perché
eri tu. Vedi di non ritrovarti in pericolo! - Come se potesse deciderlo
da solo. Bè, in realtà in certi casi sì e Castiel pareva conoscerlo
bene se gli diceva una cosa simile.
Dean comunque
voleva saperne di più.
- Come ha fatto
a darti tutto quel potere? -
- Anime. Ha
accumulato un bel po’ di anime e sono fonte pura di potere per noi
angeli. Anche per i demoni, comunque. - Dean capì da solo perché non
era un buon metodo per diventare più forti e capì che doveva essergli
costato accettare quel favore dall’angelo decaduto. Capì che l’aveva
fatto per lui e capì che anche se in apparenza sembrava non dimostrare
niente per lui, in realtà provava eccome. Ora era chiaro come la luce
del sole quanto ci tenesse e non riusciva proprio a non sentire un
assurdo ed imbarazzante calore interiore. Ancora un po’ e si sarebbe
sentito talmente ubriaco da saltargli addosso! Lo stava rendendo troppo
felice, sapere che lo ricambiava.
Un momento. Lo
ricambiava?
Si diede del
pazzo ma fu distratto da quel che Castiel stava dicendo.
- A proposito
di anime. Temo che Sam sia senza la sua. Non ho potuto testarlo ma
quando l’ho trovato ho capito che aveva qualcosa di strano, ho cercato
di frugarlo ma non me l’ha permesso e mi ha ridotto in quello stato
servendosi di un mostro che suo nonno studia per conto di Crowley! -
Come gli diede
quelle informazioni gravi, agghiaccianti ed importanti con tanta
tranquillità, come se fossero normali e per niente preoccupanti, fece
ridere istericamente Dean che poi a braccia aperte e fare plateale,
sbottò:
- E tu mi dici
una cosa simile così, come niente? Quante altre cose sono successe
mentre mi infangavo in una falsa vita perfetta, di grazia? No, perché a
questo punto potrebbe essere successo la fine del mondo senza che
nessuno lo ritenga necessario dirmelo! - Castiel ora era in difficoltà
perché non capiva dove fosse il problema e cosa intendesse, lo faceva
diventare matto con i suoi strani sensi di parole!
- No, nessuna
fine del mondo o non saremmo qua. Qual è il problema? -
Dean sgranò
ancora gli occhi e andandogli davanti si prese il viso fra le mani e
poi si mise a gesticolare come un invasato, non ce la faceva più, era
una continua situazione assurda ed esasperante:
- Qual è il
problema, mi chiedi? Cass, sembri Sam! Mi ha detto la stessa cosa
quando ti ha portato da me! Non ne posso più di voi che… - ma a quello
si fermò leggendo quel lampo che gli era passato nella mente usando
quelle parole.
Castiel parve
pensare alla stessa cosa ed infatti lo precedette:
- Lo vedi che è
proprio l’anima? Se lui sembra me ed io non ho un’anima perché sono un
angelo, la logica vuole che… - Dean sbuffò, non sapeva se essere
sollevato di sapere il motivo per cui suo fratello era strano ed
insensibile oppure più preoccupato visto quanto grave effettivamente
era.
- Come è
possibile? -
- Intanto
dovremmo accertarcene ma temo sia così. Poi… bè, potrebbe essere
rimasta fra le mani di Lucifero che la stava torturando. Quando ho
aperto la gabbia non ho avuto tempo per assicurarmi che fosse tutto a
posto ed è stato un miracolo che io ci sia riuscito senza far uscire
anche Lucifero o Michael. E mi dispiace per Adam, però è impensabile
per me riaprirla, ora come ora. - Dean cominciò a camminare per l’ampio
spazio del magazzino, aveva bisogno di pensare e respirare, oltre che
calmarsi.
- Cosa possiamo
fare, allora? Mio fratello non può restare senz’anima! Ti ha attaccato!
Si serve di… di mostri? - Chiese conferma, poi registrò il resto: - E
nostro nonno lavora per Crowley?! Ma siamo impazziti? - Sembrava non
saper se ridere o piangere, alla fine decise di sedersi a terra per
calmarsi, si prese il viso fra le mani e cercò di placare i propri
istinti. La testa gli esplodeva e l’euforia provocata da Castiel e dal
suo ritorno ora era nel mare di preoccupazioni che riguardavano suo
fratello e suo nonno e quel maledetto demone. E poi c’era Raphael,
c’era… sempre qualcosa di grave, sempre qualcosa che cercava di
affondarlo, sempre qualcuno che non lo lasciava mai in pace. Pace… come
poteva agognare alla pace?
Castiel lo vide
accasciarsi a terra come se qualcuno gli avesse staccato i fili e si
preoccupò.
- Stai male? -
Non lo capiva, erano troppo diversi ed anche se a volte ci era andato
vicino a tradurre vagamente le sue sparate od i suoi comportamenti, per
lui Dean rimaneva sostanzialmente un mistero e più si impegnava ad
essergli vicino e capirlo e aiutarlo, più gli sembrava di peggiorare la
situazione. Ma era troppo, troppo importante per lui quel ragazzo. Non
avrebbe mai mollato, non poteva, era fuori discussione.
Qualunque cosa
avesse e volesse fare, sarebbe sempre stato dalla sua parte, disposto a
tutto per lui.
Solo per lui.
E questo
l’aveva sempre ampiamente dimostrato in molti modi, a cominciare dalla
prima volta che si era ribellato al paradiso e ai suoi simili, sempre
per lui.
Aveva qualcosa
quel ragazzo che l’attirava, come una forza gravitazionale. Non sapeva
tradurla bene, dovevano essere sentimenti da umani e probabilmente lui
ora li provava perché era stato tanto con loro. Con Dean.
Dean scosse la
testa ma non l’alzò. Rimase a terra senza forze, allora si avvicinò e
si chinò a sua volta.
Accucciato
davanti a lui pareva una persona normale, Dean alzò lo sguardo e lo
vide. Gli sembrava più interiormente vicino eppure era sempre lui.
Forse… forse era diverso per il fatto che voleva aiutarlo.
- Risolveremo
con Sam. Troveremo un modo per riavere la sua anima. Io non posso
tornare ma ci sarà un modo di sicuro. Vedrai. Se per te è tanto
importante, risolveremo anche questo. - E gli parve assurdamente dolce
anche se non lo era stato, ai fatti, perché sapeva che non era capace
di esserlo. Non conosceva inclinazioni però quando diceva certe cose…
quando faceva certe cose… e come un treno in corsa a Dean tornò in
mente il bacio e quella specie di dichiarazione goffa. Sorrise. Forse
era sincero, forse provava davvero delle cose tipiche da umani ma non
sapeva bene come gestirle e tradurle.
Castiel si
sentì sollevato nel vederlo così, quindi gli carezzò la guancia potendo
ora recargli sollievo coi suoi poteri.
Dean si sentì
subito come dimagrito di venti chili, senza un masso enorme sulle
spalle; e caldo. Di nuovo caldo. Comunque aveva lui, almeno non l’aveva
tradito. Non l’aveva mai fatto, gli era sempre rimasto accanto, l’aveva
sempre aiutato. Almeno lui.
Fu così che
senza più pensarci, senza più riflettere e resistere si tese verso di
lui e annullò la breve distanza baciandolo. Le sue labbra erano fredde
ma comunque morbide e le schiuse per permettergli di fondersi alle
proprie. Si vennero incontro come se l’angelo ormai già sapesse ed
imparasse in fretta.
Era l’unico su
cui poteva contare, che non lo deludeva mai, che gli era sempre vicino,
che non lo lasciava. Che stava con lui sempre e comunque.
E l’unico che
lui, ormai, voleva. L’unico.
Sentì una
scarica elettrica quando le loro lingue si intrecciarono e gli sembrò
come se un alone di pace e tranquillità l’avvolgesse. Chiudendo gli
occhi ed abbandonandosi a quel bacio, vide la luce invece che il solito
buio e si sentì immediatamente dipendente da quelle sensazioni positive
ed inebrianti, da lui e da quel che provava.
Capì che non
avrebbe più potuto fare a meno di Castiel e sentì con sicurezza
assoluta che anche per lui sarebbe stato la stessa cosa, solo magari
dimostrata e gestita in modo diversa.
Ma se almeno
lui era dalla sua parte, Dean in quel momento ne fu sicuro, sarebbe
potuto andare avanti in quella nuova guerra ed in quella vita di
sempre, coi soliti problemi apocalittici legati a suo fratello ed al
mondo.
Con Castiel
dalla sua poteva pensare di farcela e qualunque sarebbe stata la
prossima battaglia, semplicemente l’avrebbe affrontata purchè con lui.
FINE
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